Dove sta andando la Juve?

In queste ore, dopo una trattativa lampo, è in via di definizione il passaggio di Arturo Vidal al Bayern Monaco. Da quanto trapela da tutti gli organi di stampa il trasferimento del cileno in terra teutonica sembra cosa fatta per una cifra di tutto rispetto che si aggirebbe tra i 35 e 40 milioni (le ultimissime parlano di 37 più 3 di bonus, ndr).

In questi casi gli appassionati si pongono sempre la stessa domanda: Ma avranno fatto bene a venderlo? A ragionare da tifoso mi verrebbe da dire di no ed il motivo è semplice: una squadra che è arrivata ad un livello elevato deve tenere tutti i suoi migliori elementi, soprattutto se hanno un’età inferiore ai 32-33 anni e aggiungere ogni stagione 1 o 2 campioni. Solo in questa maniera si è moderatamente sicuri di avere una crescita costante costruendo una squadra che possa ambire ad arrivare con continuità tra le prime 8 d’Europa e partire come candidata alla vittoria della Champions League.

Tuttavia, se cambio un poco la prospettiva e ragiono con la testa e non con il cuore riesco a capire il perché la società abbia deciso di vendere Vidal: il fatto è che il calcio non è solo cross, dribbling, gol o diagonali difensive, il calcio è fatto anche di ammortamenti, plusvalenze, bilanci e ricavi. Vendere un ragazzo di 28 a più del doppio di quello che è stato pagato costituisce un bel ricavo ed una società con una mission come la Juve non si poteva permettere di non venderlo “rischiando” di tenerlo fino a fine carriera. Perché se da un lato i giocatori maturi ti fanno vincere le competizioni importanti, dall’altro hanno costi elevati.

Spariti in 5 giorni

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Scrissi un paio d’anni fa il pezzo “Nuovi Gunners crescono” in cui spiegavo appunto che la Juve non ha come obiettivo quello di divenire una squadra modello Bayern che può comprare il miglior giocatore libero in circolazione a prescindere da costo di cartellino e ingaggio e magari portarlo fino al termine della carriera senza ricavarne nulla dalla cessione. L’obiettivo della Juve è piuttosto quello di investire su giovani giocatori dall’ingaggio ridotto, farli crescere insieme ad altri con maggiore esperienza cercando di coniugare risultati sportivi con quelli economici, privilegiando quest’ultimi. Questo discorso vale, a parer mio, anche nella decisione da prendere ora che i soldi della cessione dovranno venire reinvestiti. Infatti il tifoso che è in me penserebbe che con questi soldi la dirigenza vada dritta dritta a comprare il campione, quello che ti cambia la squadra e che può decidere qualsiasi partita, l’uomo alla Goetze o alla Ozil per intenderci. Anche perché dopo che Pirlo è andato a svernare nella Grande Mela e che Tevez è stato cambiato per un prestito di un primavera e l’opzione sull’acquisto di altri tre ragazzini, veder vendere il guerriero del centrocampo senza che venga rimpiazzato opportunamente farebbe molto male.

In aggiunta di ciò va detto che il reparto offensivo è composto da 1 seconda punta molto giovane e forse non ancora matura e da 4 prime punte di cui secondo me solo Dybala potrebbe adattarsi ad un ruolo diverso, manca quindi un uomo sulla trequarti o esterno d’attacco in grado di fare la differenza e di creare la superiorità numerica o con il passaggio smarcante o con il dribbling. Tuttavia penso che gente come Ozil, Goetze e lo stesso Oscar siano destinati a rimanere un sogno d’estate perché difficilmente la società reinvestirà tutti i soldi provenienti dalla cessione di Vidal e quasi certamente non vorrà accollarsi ingaggi così onerosi.

Quindi l’ipotesi più probabile per sostituire il cileno è quella di comprare un ragazzo meno affermato, di potenzialità, con un ingaggio ridotto e che magari possa crescere insieme ai vari Coman e Dybala per poterli vendere negli anni a venire. Naturalmente, trattandosi di una vera e propria rifondazione, affidarsi a molti ragazzi giovani con il valore tutto da dimostrare costituisce un bel rischio per la società che però sembra molto sicura della competenza dei suoi collaboratori, Fabio Paratici su tutti. Inoltre la dirigenza penso che sia convinta di poter lottare per lo scudetto anche con una squadra palesemente indebolita e ricca di incognite. Non penso che ci possano essere altri scenari oltre a quelli elencati, ma c’è un dubbio che mi attanaglia: e se alla fine la Juventus terminasse il mercato comprando un terzino sinistro con una quindicina di milioni e riportando Asamoah a centrocampo?

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9 risposte

  1. azazelli ha detto:

    Sono abbastanza d’accordo su quanto scritto. Va anche aggiunto che a quanto pubblicato oggi dalla Gazzetta, la situazione economica della Juve è sempre più in crescendo e questo va al di là dalle mosse di mercato. L’accordo con l’Adidas prevede anche delle clausole che dovrebbero aumentare decisamente gli ingressi dal merchandising, ecc ecc…ad ogni modo tornando al campo: io già nel finale della stagione ero convinto che si dovesse intervenire sulla trequarti, quello era l’aspetto da migliorare e per farlo ovviamente stando agli arrivi di Khedira, la crescita di Sturaro e di Pereyra, un nome grosso del centrocampo andava sacrificato. Mi spiace per Vidal, giocatore che ha saputo farsi amare da tutti in questi anni con le sue doti da guerriero in campo e ci mancherà molto, ma è una mossa che ci può stare. Ora vediamo chi arriverà per giudicare a pieno questo movimento.

    Anche io credo che non c’è l’intento di prendere giocatori affermati e soprattutto c’è la voglia di tenere il monte ingaggi sempre più sotto controllo…vediamo cosa si inventano.

  2. Joe ha detto:

    Al di la delle discussioni tecnico-tattiche sul tipo di giocatori acquistati e sul (o sui) modulo che adotteremo, quello che non capisco è perché Inter e MIlan spendono tutti quei milioni e noi che di base dovremmo avere i 100 milioni ricavati dalla Champions abbiamo difficoltà a darne cinque in più allo Schalke per Julian Draxler per esempio…

    • azazelli ha detto:

      Provo ad interpretare: dopo anni per riportare una condizione umana, non vogliono fare di nuovo passi più lunghi della gamba. Credo si siano dati un tetto salariale di 5 milioni e non vogliono più sforarlo, forse

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