Dustin Brown, un sogno di inizio estate

Dustinbrowners

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Dustin Brown è un giocatore scarso, con pochi colpi, tatticamente indisciplinato ed incostante. È scarso ovviamente per gli standard di quelli che sono i tennisti di cui amiamo parlare, i campioni, i primi 10? 20? 50! del mondo fuori dai quali ci interessiamo solo di vecchie glorie cadute in disgrazia o di italiani più o meno promettenti. Dustin Brown ha 31 anni da compiere a fine anno e non è mai stato meglio del numero 78 nel ranking ATP. Quest’anno è oscillato tra il numero 89 di inizio anno e il numero 114, classifica con cui ha iniziato la sua stagione preferita, quella dell’erba.

In carriera non ha mai vinto un torneo ATP, ha in bacheca 5 Challenger, l’ultimo datato 2013, negli Slam vantava sino ad oggi un terzo turno a Wimbledon (e dove se no?!) ed un secondo turno agli Us Open, per il resto nei 4 tornei più importanti al mondo, quando si è qualificato (poche, pochissime volte) è una collezione di eliminazioni al primo turno. Quest’anno ha raggiunto i quarti di finale a Doha ad inizio anno (ATP 250) dove s’è arreso all’eterno Ferrer, ed a Roma, ma non al ATP 1000 ovviamente, ma al Challenger dove ha perso da tale Pavlasek, questi i migliori risultati di una stagione che prima di Wimbledon recitava 7 vittorie e 15 sconfitte. Lo ribadisco, Dustin Brown è scarso, ma mi piace da impazzire.

La sua leggerezza di tocco (basta vedere il primo punto della partita, “m’avevi già convinto al ciao” cit.), quel suo voler andare a rete pratica passata in disuso come cambiare lato alla cassetta sul walkman mentre si è sull’autobus, la consapevolezza di dover raggiungere una sorte nello scambio che non può superare i 4 5 colpi, la sua imprevedibilità di fare quello che gli passa per la testa, tutto questo me lo fa amare, come amavo qualsiasi giocatore sbocciasse sull’erba inglese. Mi ricorda gli anni in cui a Wimbledon per conoscere le teste di serie bisognava aspettare le decisioni del comitato organizzatore, non bastava prendere la classifica ATP. Mi ricorda che un tempo su questi campi si vinceva se si era bravi a ricamare. Ecco perché lo amo. Oggi alla tenera età di 30 e passa anni, Dustin ha calcato per la prima volta in carriera l’erba del centrale più famoso al mondo, fosse stata l’erba di 20 anni fa, non dico che ora sarebbe casa sua, ma nel tennis moderno ne avrebbe portati a scuola davvero tanti. Di fronte a lui c’era il cugino tonto di Nadal, che attraversa l’ennesimo periodo difficile di questi ultimi anni e che già l’anno scorso aveva battuto ad Halle (sull’erba ovviamente). Il rasta non poteva chiedere di meglio per far accendere su di lui dei riflettori spenti da una vita: smorzate, volée, pallonetti, servizi, salti, smash, ha fatto di tutto, anche una risposta inguardabile a due mani, come se stringesse un martello ed alla fine ha vinto e c’ha ricordato come fosse bello quando c’era un tennis per l’erba (ed uno per la terra).

Al volo

Al volo

Vedendolo vincere oggi ho persino rimpianto Alberto Berasategui, quando c’erano tennisti che pur nei top 10 al mondo sparivano al solo veder verde e, viceversa, altri improponibili sulla terra rossa che rifiorivano a giugno; il tempo in cui Sampras faceva fatica ad arrivare alla seconda settimana al Roland Garros, no dico, Pete Sampras!!

Ora Dustin si è infilato in una parte di tabellone che ha perso le teste di serie dentro le 16 (Ferrer si era ritirato giusto in tempo per non farsi “sostituire” da un giocatore con ranking adeguato), il prossimo turno gli toccherà Troicki (numero 22 del seed) mentre l’eventuale ottavo sarà con il vincente tra un sorprendente Ward (beneamino di casa) ed il canadese Pospisil che oggi caro Fabio (Fognini, ndr) t’ha battuto perché non si può giocare solo un set e mezzo e sperare di vincere anche con chi da fondo ti fa una pippa (cit.). Ma torniamo a noi, c’è spazio per sognare, anche se noi sappiamo che Brown è scarso e il sogno, comunque vada, ce l’ha già regalato in un pomeriggio di inizio estate durante il quale per un attimo la perifrasi “giocare sull’erba” ha ripreso ad avere un senso.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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17 risposte

  1. china_bowl ha detto:

    Scarso ma bellissimo…

  1. 19 Maggio 2016

    […] automatico citare il torneo di Wimbledon prima spiegato teoricamente e poi messo in pratica da Dustin Brown: una magia che non è durata molto, ma è stata bella finché l’ha […]

  2. 24 Giugno 2016

    […] “cavalli” su cui puntare per le vittorie di “tappa”, Florian Mayer e Dustin Brown sono certamente due giocatori interessanti, molto indietro in classifica ma con grande attitudine […]

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