Froome disinnesca le prime trappole

Froome va....

Froome va….

C’era il vento in mezzo al mare, che più che vento era una burrasca, Ernest Hemingway ne sarebbe stato fiero. C’erano le coste delle Ardenne, una manciata assieme ad uno degli arrivi più famosi della primavera, quella rampa che sale per un chilometro e ti porta a vincere la Freccia Vallone. C’erano infine le pietre, quel pavé che l’anno scorso misto a pioggia ha trasformato una tappa del Tour in un instant classic. Questo inizio del tour aveva disseminate sulle strade che dall’Olanda portano alla Francia alcune trappole che non era facile superare e che ci restituiscono già una classifica dissestata.

Il problema principale di questo inizio gara era evitare cadute, sia tra gli uomini di classifica che tra i loro compagni di squadra, visto il discutibile posizionamento temporale della crono a squadre nella nona tappa di cui tanto si è parlao. Il team che esce più penalizzato in quest’ottica è l’Orica GreenEDGE, che quanto meno non aveva nessun uomo di punta per la classifica generale. Certo non saranno state poche le imprecazioni post ritiri di Impey e Gerrans, anche perché la squadra australiana non avrà il corridore per il podio a Parigi (uno dei gemelli Yates potrà diventarlo, anche entrambi, magari un giorno..), ma nelle corse di squadra contro il tempo s’è sempre comportata molto bene; regalare già due uomini su un percorso così tortuoso è una pietra tombale sulle speranze di vittoria di tappa.

Il tanto temuto pavé oggi non ha fatto una gran differenza. Senza pioggia, ma con la polvere, la cosa poteva anche essere preventivabile, i settori non erano tra i più duri che si possono trovare (come è giusto che sia) e quest’anno anche nelle classiche primaverili tra i migliori interpreti dell’esercizio non c’era stato nessuno in grado di creare distacchi. Alla fine quello che c’ha provato con maggiore insistenza è stato Nibali: ha mandato in fuga Westra come l’anno scorso, ma questa volta il suo apporto è stato pressoché nullo nel proseguo della tappa; s’è fatto aiutare prima da Boom (colui che in maglia Belkin nel 2014 la vinse la tappa del pavé al Tour) e poi da Grivko e Gruzdev, ma di fatto è stato lui in prima persona a provare gli allunghi a cui inizialmente han retto solo i veri interpreti delle pietre. Tanta fatica per nulla in ottica classifica generale (s’è giusto guadagnato il numero rosso per domani come il più combattivo di giornata) ed una seconda conferma: se mai decidessero di utilizzarlo anche in altre corse, io una capatina alla Roubaix o anche alle E3-Harelbeke e sorelle la farei prima che sia troppo vecchio…

La fatica è stata inutile perché Chris Froome, sorprendendo un po’ tutti, pur brillando ancor meno che in salita in fatto di stile, ha evitato qualsiasi buco ed ha corso costantemente nelle prime 10 posizioni del gruppo ben scortato dai suoi compagni fenomenali (un nome su tutti quello di Geraint Thomas), andando addirittura a chiudere in prima persona sull’ultimo attacco del messinese dell’Astana. Il vento, la pioggia ed ora anche il pavé, tre tiri (mancini) contro i suoi punti deboli, tre parate: oggi ha perso la maglia gialla (non che gli interessasse troppo difenderla una volta superato indenne l’ultimo settore), non avrà nessuna cronometro individuale, ma il keniano bianco sembra quello più in palla al momento, potrebbe essere troppo presto, ma in attesa delle montagne, quello uscito meglio dai blocchi è lui.

Nibali sinora paga la tappa “del vento e del mare” dove prima si è fatto sorprendere dall’attacco sventagliato (e telefonato) della Tinkoff e dopo aver faticato per rientrare è stato tagliato nuovamente fuori da una caduta altrui. Sicuramente sfortunato, dovrà correre all’attacco, ma l’avrebbe fatto comunque e anche sul muro di Huy (che non si addice totalmente alle sue caratteristiche), pur perdendo qualche metro dal leader della Sky, le sensazioni nel vederlo pedalare sono state buone. Lì non possiamo dire la stessa cosa di Contador, che continua a rispondere alle rasoiate di Froome ed ora che non è del tutto in condizione le paga: a metà rampa si è piantato, ovvio non è Huy che deciderà il Tour, ma come per Nibali, se dovessimo dare retta alle sensazioni la condizione ottimale per provare a vincere la Grande Boucle è ancora lontana, c’è giusto una settimana per iniziare a trovarla.

Dei quattro favoriti resta Quintana, che è anche il più distante da Froome, a quasi 2 minuti: malino nel prologo, male nel vento, di “conserva” sul muro e logicamente nascosto sul pavé. Non so perché, ma al momento non lo vedo così disperato per questo distacco. Su di lui si può aggiungere davvero poco altro, non s’è praticamente mai visto in nessuna azione, secondo me Valverde gli sta facendo il lavaggio del cervello “Stai a ruota, non scattare, non fare fatica, aspetta…”, d’altronde ce ne sarà di terreno per lui per mettersi in mostra.

Valverde che la spiega a Quintana

Valverde che la spiega a Quintana

Poi c’è anche il Tour degli altri, che definirli altri è francamente irrispettoso e chiedo anticipatamente scusa: Sagan, che oggi è stato per Contador quello che il coniglio (finto) è per la corsa dei levrieri, sta facendo da par suo incetta di piazzamenti in giro per le tappe (sono già 9 i podi conquistati dall’ultima vittoria al Tour, targata 2013); Dumoulin è andato a schiantarsi contro un palo, privandoci la possibilità di vedere fino a dove potesse arrivare la sua crescita che sembrava inarrestabile dal Giro di Svizzera; uno degli altri è persino Cancellara che fa combaciare con il suo 29esimo giorno in maglia gialla quello che rischia di essere anche l’ultimo in sella al Tour de France in carriera, costretto al ritiro dopo aver concluso la tappa di ieri, ma siamo sicuro che il treno di Berna sarò di nuovo su questi binari pure l’anno prossimo.

E poi ci sono due “altri” un po’ più speciali: il primo è la speranza francese Thibault Pinot. Aveva fatto un gran prologo, esercizio nel quale negli ultimi due anni è migliorato tantissimo, alimentando ancora di più le aspettative spasmodiche di una nazione che aspetta un profeta in patria da 30 anni. A Zelande ha perso 1’28” da Froome; sul muro di Huy, dopo essere rimasto coinvolto nella caduta e quindi con qualche acciacco di troppo, ha perso 1’33”; oggi sul pavé è stato di nuovo colpito dalla sfortuna prima, bucando, e dallo sconforto misto rabbia poi, per un ritardo nel cambio della gomma, il tutto misurabile in 3’23”. Il nervosismo non può che essere figlio di una pressione che la stampa francese è tra le migliori maestre al mondo nel mettere ai propri beneamini. Ora il distacco nella generale è superiore ai 6 minuti, non avrebbe mai potuto vincere questo Tour, ma anche il risultato del podio sembra abbastanza compromesso.

Per un “eroe” caduto in disgrazia, ce n’è uno che finalmente dopo 4 tentativi ha potuto spalancare il suo sorriso in diretta mondiale: Tony Martin chiude queste righe e la giornata di oggi in giallo. Al prologo gli erano mancati 5 secondi (a favore di Rohan Dennnis); a Zelande i secondi erano diventati 3 (a favore di Cancellara), figli di un abbuono che il suo compagno di squadra, Cavendish, non era riuscito a prendere dopo essersi quasi rialzato sul traguardo e venendo infilato proprio dallo svizzero; sul muro di Huy il lento ma costante avvicinamento alla vetta ha vissuto un’altra tappa intermedia, con Froome in giallo e lui secondo per 1″. La cosa è ancora più grottesca se si considera che la giuria non ha dato il buco all’arrivo tra Purito Rodriguez e l’inglese della Sky per soli 6 centesimi. Così, quando oggi l’abbiamo visto scattare a 2 km dall’arrivo mentre gli altri si guardavano attorno, tutti noi l’abbiamo spinto verso la vittoria, verso la maglia…vabbè, non che avesse bisogno delle nostre spinte….

Finalmente in giallo

Finalmente in giallo

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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9 risposte

  1. salsadinuvole85 ha detto:

    Froome brillantissimo,però a 5 km dall’arrivo mangiava qualcosa…non è che era talmente concentrato che se n’era dimenticato?i corridori vengono da 3 giorni duri e magari domani la tappa sarà tranquilla..però occhio che è previsto un forte vento domani..chissà che qualcuno non apra ventagli!!
    A Nibali è mancata la squadra…oggi nemmeno Cancellara avrebbe staccato qualcuno..quindi di più non poteva fare!!

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