Il peggiore di tutti – Le primarie in MLB

Dopo una lunga pausa di riflessione torna il torneo volto a eleggere il peggiore sportivo di tutti i tempi (qui l’introduzione e il primo match). In teoria in questo pezzo avrei dovuto confrontare e valutare l’antisportività di Barry Bonds, quale campione del baseball agli steroidi, e di Diego Armando Maradona, il quale non credo necessiti di presentazioni, ma nel frattempo sono emerse altre circostanze, che mi fanno dubitare che Bonds sia effettivamente il miglior rappresentante di quell’esercito di antisportivi che ha militato e milita nella Major League Baseball. Quindi, ho deciso di aggiungere un turno supplementare per determinare se lo sfidante del genio argentino ha le carte in regola oppure c’è qualcuno di più indegno da nominare.

Il baseball è uno sport di ricco storie, aneddoti e leggende. Forse quello più ricco in assoluto, ma c’è un’altra categoria di cui abbonda: gli imbroglioni. Dopotutto, Pete Rose, il recordman della MLB per battute valide in carriera e per partite giocate è stato bandito per sempre dal baseball per aver scommesso, da giocatore prima e da manager poi. Come non ricordare i Black Sox, anch’essi radiati a vita per aver venduto le World Series del 1919 e oggetto di uno specifico incontro del nostro torneo? Da questi primi esempi è piuttosto chiaro che, se la MLB avesse trattato il doping con un decimo della severità mostrata con il gioco d’azzardo, questo articolo non sarebbe mai stato scritto e, invece… Ma, non anticipiamo troppo e proseguiamo con gli imbroglioni. Quando ancora questo gioco era agli albori, nacque il mito di John McGraw, terza base di Orioles, Cardinals e Giants. Famoso, oltre per le grandi doti offensive, anche per ostacolare in qualsiasi modo i giocatori che gli capitavano a tiro. Le sue rinomate tecniche prevedevano sgambetti, blocchi e la specialità della casa: prendere la cintura dell’avversario, quando questo partiva verso casa base. Va anche detto che le sue scorrettezze erano aiutate dal fatto che all’epoca esisteva un unico arbitro e, di conseguenza, era più facile approfittare di ogni distrazione. Alcuni sostengono che se adesso nell’MLB c’è un arbitro per ogni base il merito è proprio delle sue furbate. A quanto si dice, però, se altri usavano gli stessi trucchetti con lui il nostro non se ne lamentava. E questo particolare senso dell’onore è altamente squalificante per la nostra gara al peggiore.

A McGraw mancava solo di usare la mazza per picchiare gli avversari

A McGraw mancava solo di usare la mazza per picchiare gli avversari

Per completezza va aggiunto che dopo il ritiro divenne allenatore, conquistando 3 World Series con i New York Giants e raccogliendo l’invidiabile record di 2763 vittorie in carriera, secondo all time. Il carattere, però, era quello che era e, infatti, fu espulso per 132 volte in carriera (record battuto solo nel 2007 da Bobby Cox, sanguigno allenatore degli Atlanta Braves).

A parte questa nota di colore, il baseball è uno sport di lanciatori e battitori e per oltre un secolo i bari, di cui ha saputo l’opinione pubblica, sono stati o i giocatori, che sporcavano la pallina con le più astruse sostanze per alterarne la traiettoria o i battitori, che modificavano le mazze per renderle più leggere.

Nel complesso vigeva, comunque, la regola del “se non ti fai beccare, va bene”. E, infatti, tutti i casi, in cui i furbetti della pallina o della mazza venivano scoperti, capitavano o perché la pallina era così ingrassata che proprio non si poteva non notarla, nemmeno chiudendo entrambi gli occhi, o perché la mazza si rompeva, mostrando l’inganno.

Questa mentalità, purtroppo, è stata applicata anche al doping. Negli anni ’60 e ’70 c’erano le anfetamine, un segreto di pulcinella tra gli addetti ai lavori. Negli ’80 arrivò la cocaina. Altro segreto di pulcinella venuto fuori per le indagini su alcuni spacciatori che bazzicavano lo stadio dei Pittsburgh Pirates e dei Philadelphia Phillies.

Tutto questa tolleranza preparò all’arrivo dei nostri campioni, ma prima permettetemi di lasciare la parola a Peter Ueberroth, il quale a capo della MLB nel 1988 dichiarò che il loro programma antidroga era “il migliore di qualsiasi altro sport professionistico o amatoriale, di qualsiasi parte del mondo”.

Un giorno farò un torneo delle più grandi cazzate pronunciate nello sport e si lotterà solo per il secondo posto. Il primo è già di Ueberroth.

Così, se mai vi capiterà qualcuno che al bar tirerà fuori la solita solfa del ciclismo sport più sporco del mondo, fatemi un favore ridetegli in faccia da parte mia. Il ciclismo sta al baseball come l’aspirina C sta agli steroidi. Il ciclismo giustamente gode di una pessima nomea, ma ci sono sport con un’incidenza di dopati più alta a fronte di un numero infinitamente minore di controlli. Tanto per dirne uno: il rugby. Però, il baseball rimane inarrivabile.

Il felice periodo, che va dalla fine degli anni ottanta al 2006, è comunemente chiamato l’era degli steroidi, perché tutti i giocatori più importanti si dopavano (tra i tanti il miglior battitore, il miglior lanciatore e il miglior giocatore overall). E questa fantomatica era non è durata due anni… o tre o quattro, ma 20. O meglio dura tutt’ora, ma almeno adesso è un fenomeno che hanno cercato di arginare. O, forse, è più opportuno dire che fanno finta di arginare.

Mi spiego. Per anni e anni i controlli sono stati inesistenti e non c’era nemmeno una lista di sostanze dopanti. Nel baseball fino al 1991 se prendevi steroidi non violavi alcuna regola (tanto per dire per il ciclismo la data è il 1976). Dal 1990 dato che il congresso americano vietò l’uso degli steroidi in ambito sportivo anche il baseball professionistico si dovette adeguare, ma il tutto si risolse in un memo scritto dal nuovo capo della MLB Fay Vincent e inviato a tutte le squadre. Il capo dello sport, dotato del migliore programma antidroga del mondo scriveva che la MLB, vietava l’uso degli steroidi senza, però, introdurre alcun tipo di controllo e nemmeno un elenco preciso delle sostanze dopanti (senza parole).

Per intenderci nel 1998 fu trovato nell’armadietto di tale Mark McGwire, un contenitore pieno di steroidi, ma di un tipo che non c’era nella lista del congresso americano, che la MLB aveva detto di aver adottato (ma era tra quelli già vietati da CIO dalla WADA e persino dalla NFL).

Quindi, squalificato lo stesso? Nemmeno per sogno, anzi fu osannato come un eroe nazionale dato che in quell’anno stabilì, alla tenera età di 35 anni e dopo una lunga battaglia con un altro tizio di nome Sammy Sosa, il record di fuoricampo in una stagione con ben 70. E, ancora oggi, nel sito della MLB è riportato che il record è valido, perché all’epoca quella sostanza non era considerata dopante…. Inutile a questo punto precisare che anche Sosa si dopava, come si scoprì solo anni dopo. Senza dimenticare che Sosa e McGwire finirono sulla copertina di Sport Illustrated quali SPORTIVI DELL’ANNO. Un po’ come se Salvini finisse su Famiglia Cristiana come vincitore del premio Buon Samaritano.

Sportivissimi

Sportivissimi

Nel 2001 furono introdotti degli esami, ma non nella Major League, bensì solo nelle leghe inferiori. Non vogliamo disturbare con queste sciocchezze i nostri campioni, vero? Nel 2003 iniziarono i controlli anche nella Major League con sanzioni ridicole. Per essere sospeso un anno dovevi essere beccato per 4 volte, pensa come si doveva sentire il povero, si fa per dire, Johan Museeuw che contemporaneamente si beccò quattro anni, poi ridotti a due, alla prima positività. Nel 2006 finalmente è stato introdotto l’esame delle urine obbligatorio per i professionisti e delle sanzioni più severe, ma anche qui la cosa è stata fatta in maniera tale che i furbi la possono sfangare piuttosto facilmente. I controlli sono due all’anno. Uno al training camp primaverile e un secondo random durante la stagione regolare. Prendiamo il caso che un giocatore subisca l’esame random dopo 10 delle 162 partite di cui è composta la stagione regolare. Lui sa che, per regolamento, non potrà più essere sottoposto ad alcun esame e via che può iniettarsi il reattore di Chernobyl in vena senza che nessuno possa scoprirlo.

Nel 2013 un nuovo passo avanti la Major League Baseball finalmente introduce un esame del sangue durante la stagione regolare e nuovi test per il testosterone sintetico.

È evidente che questi test sono risibili, se paragonati a quanto si fa in altri sport e, infatti, va evidenziato che la maggior parte dei pezzi grossi presi nella rete del doping non sono stati scoperti dai test della MLB, ma da indagini extra sportive. Lo scandalo Balco, azienda californiana specializzata in sostanze dopanti, che ha coinvolto Bonds, Giambi e Sheffield è del 2002 ed è stato provocato delle indagini di varie agenzie federali. Solo in conseguenza di queste, la MLB è intervenuta, imponendo i controlli ai propri atleti e incaricando l’ex senatore George Mitchell di condurre un’indagine esterna (forse perché quelle interne non servivano a niente) sull’uso delle sostanze dopanti nel baseball (2007), che portò alla luce i nomi di 89 atleti coinvolti (tra gli altri Roger Clemens, Andy Petitte, Miguel Tejada etc). E solo le indagini federali sulla Biogenesis (2013) hanno portato a beccare altri nomi importanti quali Rodriguez e Braun.

C’è da chiedersi perché la lega nazionale non abbia fatto e non faccia nulla di meglio. Sebbene le ragioni siano molteplici e tra queste anche l’opposizione della lega giocatori, il motivo principale è uno: i soldi. Negli anni novanta il baseball era in crisi. Soffriva la concorrenza del football americano, che era ormai diventato il primo sport nazionale a livello di introiti e spettatori. Inoltre, nel 1994 ci fu uno sciopero dei giocatori che bloccò il campionato e impedì lo svolgimento delle World Series, provocando un crollo degli spettatori negli stadi e in tv; crollo che si propagò anche per gli anni immediatamente successivi. A riportare entusiasmo e ascolti attorno al baseball fu nel 1998 la già ricordata gara tra Mark McGwire, Sammy Sosa a chi avrebbe battuto il record di fuoricampo detenuto fin dal 1961 da Roger Maris con 61 HR. Gli steroidi regalavano fuori campo e il pubblico adora i fuoricampo. Quindi, perché combattere qualcosa che piace alla gente e fa guadagnare popolarità allo sport? Quando, però, la gente si è svegliata e si è sentita truffata per aver tifato per degli imbroglioni la MLB ha fatto marcia indietro e introdotto test formalmente più seri, ma senza esagerare, che non si sa mai.

Ora, ricapitolando quanto ci siamo detti fino ad adesso, sembrerebbe che uno tra McGwire e Sosa dovrebbero meritare l’opportunità di sfidare Maradona, ma non è così. Certo, entrambi hanno lucrato sul doping. Entrambi si sono presentati come dei grandi sportivi quando non lo erano (ricordiamoci la copertina di Sport Illustrated). Inoltre, in base a quanto abbiamo sempre detto, dato che McGwire ha ottenuto il record, sarebbe lui il peggiore dei due, ma non traete facili conclusioni. Sosa è un vero professionista della truffa e del gioco sporco e, infatti, è uno dei sei battitori, che dal 1970 ad oggi, sono stati beccati dalla lega a utilizzare un bastone alterato. Il 3 giugno 2003 lo trovarono con una mazza con l’anima di sughero. Il battitore nato nella Repubblica Domenicana si difese dicendo che aveva usato per errore una mazza da allenamento. Come non credere a uno che nel 2005 davanti al Congresso Americano dichiarò, mentendo, di non aver mai usato sostanze dopanti? Tuttavia, nonostante questo, nemmeno Sosa è riuscito a superare i tre “campioni” di cui parleremo adesso. Tutti e tre, infatti integrano al meglio il concetto di più grande sei, più forte è l’effetto sui tifosi del tuo barare. Sosa e McGwire sono stati ottimi giocatori grazie al doping, ma nessuno ha mai nemmeno preso in considerazione l’idea di definirli i più grandi di tutti i tempi. I tre nomi che seguono, invece, in quella categoria ci entrano perfettamente.

Il primo è Roger Clemens detto the Rocket. Uno dei migliori lanciatori di tutti i tempi. Uno di quelli che, prima dello scandalo doping, si giocava il titolo con gli intoccabili dell’inizio del ‘900: Cy Young e Walter Johnson, che ormai nessuno ha visto giocare dal vivo e per cui parlano solo i numeri frutto di epoche e di un gioco assai diversi (basti dire che alla gente di colore al tempo non era permesso giocare). Va detto che sulla stagione singola ci sono lanciatori con numeri migliori. Pedro Martinez, ad esempio, al suo apice ha giocato come mai nessun altro, oppure Sandy Koufax, ma il loro periodo di dominio è durato poco, mentre Roger Clemens spicca come un panetto di cocaina in una scatola di caffè per potenza e longevità. Numeri stellari per inning giocati, partite vinte, punti concessi, strike out lanciati (ne ottenne 20 sui 21 disponibili in una partita per due volte nel 1986 e nel 1996, unico nella storia) adornano una fantasmagorica carriera che va dal 1984 al 2007. Ecco, proprio le sue doti di potenza e longevità depongono molto a sfavore del Razzo, poiché sono due categorie altamente influenzate dagli steroidi. In base a quanto emerge dal rapporto Mitchell, almeno dal 1998 Clemens aveva iniziato a pomparsi per stare al passo con il potenziamento dei battitori e contrastare le prime avvisaglie di invecchiamento. Sia chiaro, Clemens rimane, comunque, un grandissimo (7 Cy Young il premio per il miglior lanciatore dell’anno e addirittura un MVP nel 1986), che se si fosse ritirato nel 1998 sarebbe entrato nella Hall of Fame, ma usando il doping ha esteso carriera e potenza, falsandone i risultati e impedendo a se stesso e ai suoi tifosi di capire, se effettivamente, sia stato il più grande di tutti.

Roger Clemens non sta salutando (romanamente), sta giurando, in tribunale.

Roger Clemens non sta salutando (romanamente), sta giurando, in tribunale.

Il secondo è Barry Bonds. Il baseball, si sa, è un gioco di numeri e ci sono alcuni che accendono la fantasia dei tifosi più di altri. Il numero degli home run è uno di quelli speciali. Il record di McGwire durò solo 3 anni. Nel 2001 Bonds all’età di 37 anni (appena superata l’adolescenza, insomma) colpì 73 home runs. Per inciso prima di allora non era arrivato a colpirne nemmeno 50 in una stagione. Nel 2003 il suo nome venne fuori nell’affare Balco, anche perché il suo personal trainer collaborava con l’azienda di San Francisco. Nel 2007 fu accusato di aver mentito davanti al congresso, dichiarando di non aver mai saputo che le sostanze utilizzate dal suo personal trainer fossero dopanti, ma lo stesso anno riuscì anche a battere uno dei record per eccellenza della MLB, quello degli HR in carriera appartenente a Hank Aaron, arrivando a 762 e ritirandosi felice e contento. Va detto che anche lui come Clemens sarebbe arrivato alla Hall of Fame senza barare. In base alle ricostruzioni fatte (lui non ha mai confessato) sembrerebbe che abbia iniziato a doparsi intorno al 1998, dopo aver visto cosa potevano fare gli steroidi agli atleti e dopo aver avuto un’annata in declino nel 1997. Prima aveva, comunque, vinto 3 MVP ed era entrato ripetutamente nel club dei 30 30, composto dai giocatori che riescono a colpire 30 HR in una stagione e a rubare anche 30 basi nello stesso arco di tempo. Era un ottimo difensore e dotato di una capacità incredibile nel saper aspettare il lancio giusto, cosa che gli faceva ottenere spesso basi ball. Poi arrivarono gli steroidi e gli ormoni della crescita e il suo gioco finì su un altro pianeta. Da grande giocatore divenne immenso, sia sotto il profilo dei risultati, che da quello fisico, gonfiandosi come un palloncino a carnevale. Dopo gli aiutini divenne il battitore più temibile dell’intera MLB. Gli anni dal 2001 al 2004 in cui vinse 4 consecutivi MVP portando il totale in carriera a 7, record assoluto, rappresentano la vetta della sua carriera e un periodo di dominio mai raggiunto da un battitore nella storia di questo sport. Tanto per farci capire cosa voleva dire affrontare Bonds, in una partita con le basi piene gli avversari preferirono concedergli una base ball e subire un punto che permettergli di battere e rischiare perderne quattro. Nel solo 2004 gli concessero 120 basi ball intenzionali (il secondo in questa classifica ne ebbe 26). Insomma nessuno voleva giocare con lui. Era illegale in tutti i sensi.

L’ultimo dei tre è Alex Rodriguez, l’unico dei tre ancora in attività. Qui si parla di un talento assoluto in ogni categoria. Non solo è incredibile in attacco, era anche una macchina difensiva nel ruolo più difficile in assoluto: lo shortstop. Era, perché adesso l’età e gli infortuni hanno limitato le sue capacità difensive. Inoltre, ha rinunciato al suo ruolo, quando venne acquistato dai New York Yankees a favore di Derek Jeter (per quanto Rodriguez fosse superiore sotto ogni profilo). Quest’anno, dopo la sospensione per doping patita per l’intero 2014, il ragazzo ha superato quota 660 HR, 3000 hit e 2000 RBI in carriera. Solo Hank Aaron può competere con questi numeri. E per completezza di gioco si può scomodare Willye Mays il più grande giocatore di tutti i tempi non chiamato Babe Ruth e per alcuni il miglior giocatore di tutti i tempi, se i giudici non sono razzisti. Inoltre, Alex Rodriguez ha un altro record, che lo rende ancora più degno di questa classifica. È un giocatore che ha avuto due contratti fuori dall’universo. Il primo, firmato a fine 2000 con i Texas Rangers, fu al tempo il più ricco dello sport, chiamando 252 milioni di dollari in dieci anni. Non poco, ma è riuscito a fare anche meglio nel 2007, quando decise di uscire da quel contratto per rinegoziarne uno nuovo, ottenendo dagli Yankees, dove si era trasferito nel 2004, 275 milioni di dollari per dieci anni, più 30 milioni di bonus in caso di superamento di alcuni obbiettivi relativi al record di home run in carriera. Notare che all’epoca di questo spaventoso contratto A-rod aveva 32 anni e che gli Yankees si impegnavano a pagargli lo stipendio fino al compimento dei 42… Non male. Il percorso con il doping di Alex Rodriguez è piuttosto complicato. Nel 2009 venne fuori che lui aveva usato sostanze dopanti. Dopo le solite negazioni fu costretto a confessare. Fu indetta anche una conferenza stampa con i suoi compagni presenti in cui chiarì la situazione. In essa dichiarò che a seguito del contratto con i Rangers prese dal 2001 al 2003 delle sostanze dopanti, ma da quando era agli Yankees spergiurò, che non si era più dopato. Nel 2013 venne fuori l’affare Biogenesis una piccola azienda della Florida che in meno di un anno di vita fornì ormoni della crescita a vari atleti tra cui Rodriguez. E fanno due. Anche questa volta negò tutto, ma alla fine ammise il tutto. Il risultato fu la sospensione del 2014. I dubbi sul periodo di assunzione adesso sono enormi anche perché, al contrario di Bonds, non si vedono dei picchi nelle prestazioni o nel fisico. Rodriguez è stato un fenomeno assoluto fin dalla prima stagione. Tutta la sua carriera è una sequenza di prestazioni incredibili.

A questo punto abbiamo presentato i tre sfidanti. Da dire che nessuno dei tre è amatissimo. Clemens soffre dell’essere passato da eroe dei Red Sox a giocare con gli Yankees, dichiarando: ho voluto loro perché mi danno le maggiori possibilità di vincere. E aveva ragione dato che dalla grande mela ha portato a casa due world series. Bonds e Rodriguez, invece, sono proprio odiati. In carriera hanno fatto di tutto per riuscire antipatici con atteggiamenti da prime donne e ci sono riusciti in modo egregio.

Quanto amore dalla stampa per A-Rod

Quanto amore dalla stampa per A-Rod

Scegliere è molto difficile: tutti e tre meritano alla grande utilizzando il criterio del più famoso atleta coinvolto. Tutti e tre in un modo e nell’altro potevano ante scandalo doping entrare nel discorso dei migliori di tutti i tempi. Un leggero vantaggio va forse a Bonds. Il discorso lanciatori è opinabile e va molto a gusti personali e Clemens, per quanto immenso, potrebbe trovare critici che non lo mettono in cima. Rodriguez, infine, potrebbe ancora ritirarsi con record ancora migliori di quelli di Bonds, anche se è difficile. Tuttavia, al momento appartengono a Bonds e lui può anche esibire a proprio favore quei 4 anni da migliore senza se e senza ma. 4 anni in cui anche Ruth sarebbe sembrato solo un buon giocatore al confronto.

I tre hanno punti a favore anche dal criterio doping inutile. Certo avrebbero guadagnato meno e ottenuto meno record, ma sarebbero stati comunque dei fuoriclasse.

A questo punto entrano in gioco il coefficiente ipocrisia, detto anche faccia da culo, e la reiterazione (ok, farsi beccare una volta, ma pure recidivo?). Sotto entrambi i profili vince Alex Rodriguez. Innanzitutto, Clemens e Bonds hanno sempre negato di aver mai utilizzato sostanze dopanti ed entrambi sono stati prosciolti dalle accuse di aver mentito davanti al congresso, mancando il famoso al di là di ogni ragionevole dubbio. Peccato che, se anche non ci sono le prove fisiche (per Clemens ci sarebbero pure, ma non potevano essere prodotte nei processi), gli elementi a dimostrazione del loro coinvolgimento esistano eccome. Tuttavia, avendo entrambi concluso la loro carriera professionistica, non hanno alcuna necessità di confessare per ottenere un trattamento di favore e, quindi, continuano a negare ogni loro colpa nel vano tentativo di proteggere la loro fama, non rendendosi conto che sono come due adulteri beccati con la segretaria sotto la scrivania…

[NDA. La metafora dell’adulterio è dovuta alla scarsa fedeltà di Clemens, coinvolto in varie relazioni extraconiugali. Peraltro una delle amanti ha precisato che il razzo aveva problemi di decollo. Vedi a usare gli steroidi Roger?]

Come può la faccia di bronzo di quei due, sfoggiata in molteplici processi, essere superata? Si può. A-rod o meglio A-fraud c’è riuscito. Ricordiamoci che Rodriguez confessò con gli occhi lucidi di essersi dopato dal 2001 al 2003, il tutto condito dalla promessa di educare i ragazzi a non cadere nell’errore del doping. Che animo nobile. In quel modo, però, evitò ogni sanzione da parte della lega, che non si preoccupò nemmeno di imporgli controlli supplementari. Ottima mossa. E mentre lo diceva continuava a doparsi con l’accortezza di passare dagli steroidi agli ormoni della crescita assai più difficili da individuare.

Rodriguez, quindi, per convenienza ha confessato, si è ripulito il passato, ma ha continuato a doparsi. Bravo ragazzo! Così si fa! Livello massimo di ipocrisia. E questa massima ipocrisia, oltre ai due spaventosi contratti ottenuti barando, lo pone, almeno per me, in cima alla lista.

Quindi, il prossimo turno vedrà sfidarsi Maradona e Alex Rodriguez.

Ci vediamo presto… forse…(speriamo, ndr)

PS. Se non siete d’accordo con la proclamazione vi invitiamo ad inserire un vostro commento o a mandare una mail a info@quelchepassalosport.it; in particolare sarebbero gradite mail con insulti all’autore (che ci sta sempre bene, soprattutto per la sua autostima) e con opinioni e suggerimenti sui partecipanti al torneo. I vostri commenti saranno vieppiù importanti nei turni caldi del torneo anche per aiutare l’appena citato autore che non brilla certo per prolificità…

alvise

Mi piace lo sport, ma soprattutto mi piacciono le storie.

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18 risposte

  1. azazelli ha detto:

    Me l’aspettavo vincesse A-Rod, anche perché ancora sulla cresta dell’onda con le sue magagne più fresche. E poi leggendo i commenti ai pezzi di due anni fa c’era un angy che s’era già schierato a favore di Bonds…..ovviamente io avevo già fatto la locandina (bellissima) di Maradona vs Bonds e ora devo rifare tutto 🙁

  2. mlbarza ha detto:

    A-Rod è francamente fuori categoria rispetto agli altri.
    Anche rispetto a Pete Rose che per elemosinare l’ingresso in una Hall of Fame (ché nel baseball…) si è abbassato a farsele dare su un ring di wrestling per entrare in quella della WWE 😀

    • alvise ha detto:

      Mi fa piacere che si condivida la mia conclusione, ma sinceramente sono stato indeciso fino all’ultimo. Un minuto sceglievo Bonds, quello dopo Rodriguez. Alcune statistiche di Bonds che non ho usato: dal 2001 al 2004, Barry Bonds ha giocato 573 partite ed è arrivato in base in 539. Nel periodo 2001- 2004 la classifica delle basi intenzionali è la seguente
      1. Barry Bonds: 284
      2. St. Louis Cardinals: 260
      3. Montreal Expos: 252
      4. Philadelphia Phillies: 237
      5. Arizona Diamondbacks: 232
      Barry Bonds è l’unico membro del club 500 HR 500 basi rubate e per inciso è anche l’unico membro del club 400HR 400 basi rubate…
      Però poi arrivi a Rodriguez che va nelle scuole e fa discorsi antisteroidi ai ragazzi (l’ha fatto veramente) e devi inchinarti.

  3. viverestanca ha detto:

    Concordo sulla vittoria di A-Rod, una merda di uomo. E non hai citato alcune sue scorrettezze in campo come la famosa manata che tirò ad Arroyo in gara 6 dei playoff 2004.

    • alvise ha detto:

      L’ho messo sul prossimo pezzo. Non volevo sparare tutti i miei colpi subito. 😉

    • azazelli ha detto:

      Io ho un punto di vista privilegiato e ti posso assicurare che non l’ha ancora citata….ma in realtà l’ha già citata, devo solo pubblicargliela 😀

      PS. ecco non avevo notato che ti aveva già risposto Alvi 😀

  1. 29 Dicembre 2015

    […] quanto ci siamo detti l’ultima volta qualcuno potrebbe dire, ma come può Maradona competere con Rodriguez? Insomma uno ha barato una […]

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