Juventus – Barcellona: per entrare nella storia

Da Berlino 2006 a Berlino 2015, ancora l'Italia protagonista

Da Berlino 2006 a Berlino 2015, ancora l’Italia protagonista

Siamo arrivati all’atto conclusivo della Champions League. La Finale di Berlino del 6 giugno che proclamerà la 61° vincitrice della coppa per club più prestigiosa del calcio europeo e forse mondiale.

Questa Finale ha un gusto più dolce per il calcio italiano perché dopo il 2010 un’altra squadra può cercare di ripetere l’impresa dell’Inter e chiudere la stagione con la conquista della tripletta dei grandi trofei stagionali.

La Juventus dopo aver ancora dominato la stagione in Italia, con la conquista del quarto scudetto consecutivo e della Coppa Italia, è riuscita a centrare l’obiettivo inizialmente insperato della finale di Champions e può, dopo 19 anni, vincere la sua terza coppa.

Lo farà partendo sicuramente da non favorita, visto che dall’altra parte c’è il Barcellona, dominatrice in Europa negli ultimi anni, con tre successi in dieci anni, e dominatrice finora di questa edizione con un cammino costellato di vittorie e spettacolo.

Entrambe arrivano all’appuntamento di sabato con la possibilità di entrare nella storia e vincere tutti i più importanti trofei stagionali, il famoso triplete alla spagnola, treble all’inglese, o tripletta nel classico italiano a volte poco usato.

Sono in perfetta forma, hanno festeggiato molto nell’ultimo periodo, ma è sicuramente il Barca la squadra che si può definire al top assoluto, in una condizione di forma fisico/mentale che sembra difficile anche solo da scalfire. Ha appena trionfato nella finale di Coppa del Re contro l’Athletic Bilbao, dimostrando di avere una consapevolezza della propria forza, tecnica e tattica, che ha pochi eguali negli ultimi anni.

Nelle ultime 11 partite ha subito solo 6 goal, segnandone 33 e perdendo solamente nel ritorno contro il Bayern Monaco, a qualificazione praticamente già certa.

E’ una squadra guidata da Luis Enrique, che ha capito come modificare il concetto di tiki taka per le proprie esigenze, mutandolo e facendolo diventare un’arma quasi infermabile, soprattutto perché la fase conclusiva è affidata a tre fenomeni, che di quei 33 goal ne hanno segnati 29.

La Juventus ha trovato con Allegri una dimensione europea, turno dopo turno cresciuta, dal momento in cui il nuovo tecnico ha deciso di cavalcare il nuovo modulo fino alla perfetta interpretazione della semifinale contro il Real Madrid. (Per i cambiamenti tattici rispetto alle gestioni precedenti vi rimandiamo a questo pezzo, ndr)

Sembra una squadra in missione, un po’ come lo era l’Inter di Mourinho, che accumuna una padronanza tecnico/tattica ormai consolidata, sia difensiva che offensiva, a quel pizzico di buona sorte che per arrivare a certi traguardi serve sempre, soprattutto se sei una squadra che a settembre partiva dietro le grandi squadre europee.

In più ha un fattore che in questi contesti aiuta non poco, il famoso asse verticale dal portiere alla punta che in questo momento è decisivo per i risultati della squadra. Buffon, Bonucci, Pirlo e Tevez sono i quattro moschettieri che comandano la Juventus in questo momento, fuori e dentro al campo, e sono loro che nelle partite importanti, anche senza fare cose troppo visibili, hanno guidato gli altri verso Berlino.

La contrapposizione tattica tra le due squadre, tra le fasi offensiva e difensiva sarà fondamentale per il risultato finale, soprattutto per la Juventus, che dovrà giocare una partita quasi perfetta per sovvertire il pronostico e alzare la coppa.

Allegri ha dimostrato di preparare molto bene queste partite, e in questa stagione juventina ha messo a tacere anche i dubbi sul fatto di essere un vincente in grado, oltre che giocar bene nei momenti importanti, anche di portare la propria squadra al traguardo.

Per molti la partita dei bianconeri si giocherà sulla capacità della difesa e del centrocampo di fermare il tridente offensivo Messi-Suarez-Neymar, ma io credo sarà quasi impossibile riuscire a domare del tutto un reparto che ha siglato 120 goal e più di 50 assist in stagione, perciò molto delle sorti dei bianconeri passa da quello che succederà nella metà campo difensiva del Barca e di come la fase offensiva riuscirà a trovare gli spazi giusti per far male ad una squadra, che pur subendo pochi goal, ha dimostrato di avere dei punti deboli.

Come è successo contro il Real, nella quale la Juve non è riuscito a contenere del tutto Cristiano Ronaldo e compagni, ma ha saputo trovare i varchi giusti per colpire ed eliminare i campioni uscenti.

Sarà molto importante la partita di Pogba che dovrà sdoppiarsi nelle due fasi, ma in attacco avrà il compito di trovare la posizione giusta tra Rakitic e Dani Alves per avere il pallone e la libertà di inventare la giocata vincente sia personale che per i compagni, e altrettanto importante sarà il lavoro di interscambio tra Tevez e Vidal per mandare in confusione la partita di Busquets davanti alla difesa e costringere Piquè a salire dalla linea di difesa, creando quello spazio dietro dove i centrocampisti della Juve sanno inserirsi con estrema efficacia.

Attaccateli

Attaccateli

E proprio i centrocampisti, da Pogba, a Marchisio, a Vidal, dovranno essere maggiormente decisivi, anche nei movimenti esterni ad occupare la zona che di solito è di competenza dei terzini, che sabato sera dovranno essere molto guardinghi nelle loro avanzate per non lasciare troppa libertà a Neymar, Messi e Suarez di creare una ripartenza spesso infermabile.

Tutto questo gioco sarà vanificato però se le punte, Morata in particolare, non avranno la freddezza giusta per capitalizzare le occasioni che la formazione di Luis Enrique concederà, togliendo la fiducia estrema che i blaugrana hanno guadagnato in questo finale di stagione dominante.

Se non sarà così, e la fase difensiva non riuscirà a fermare le bocche da fuoco degli avversari, sarà importante non disunirsi, mantenere la compattezza difensiva e continuare a cercare la giocata vincente, come successo al Bernabeu, dove la Juve è stata in notevole difficoltà dopo il goal di Cristiano Ronaldo, ma ha saputo ricomporsi e giocare un secondo tempo da grande squadra, capace di alzare il livello del proprio muro difensivo, che anche contro il Barca sarà importante.

Il trio delle meraviglie devi cercarlo di fermare alla fonte, evitando che possa scatenarsi e avere campo per le proprie sensazionali giocate, quindi Evra, Pogba e in aiuto Vidal dovranno ingabbiare la giocata classica di Messi in accentramento, mentre Chiellini dovrà francobollare il movimento in profondità di Suarez senza però lasciarsi portare fuori dalla zona centrale dove spesso i campioni di Spagna fanno male, e infine Liechsteiner e Bonucci dovranno essere bravi a leggere in anticipo il movimento di Neymar verso la porta per anticiparlo ed evitare che possa trovarsi davanti a Buffon.

Luis Enrique dall’altra parte deve cavalcare il proprio purosangue, senza stravolgere i perfetti meccanismi creati nel corso della stagione. Meccanismi che sembrano più figli dell’estro e delle idee dei singoli, che di una vera idea tattica da parte dello staff tecnico.

Perciò ricerca della verticalità immediata per il trio offensivo e adeguamento del resto della squadra alle loro giocate.

Fondamentale in fase offensiva sarà il lavoro nella zona di destra dove Messi, Rakitic e Dani Alves hanno trovato una perfetta intesa, sia con che senza palla, e dove la Juventus schierata a 4 dietro, con Evra, ma soprattutto Chiellini, ha dimostrato di non avere sempre le idee chiare su come fermare quel tipo di movimenti che vogliono far uscire il terzino in avanti e allargare il centrale per poi colpire nella zona scoperta.

I "nuovi" amici di Messi

Vecchio e nuovo amico di Messi

In più sarà importante variare la posizione di Messi, oltre che dalla destra, anche in posizione di trequarti centro, per giocare nella zona di Pirlo, ancora non al 100% dal punto di vista dinamico per chiudere una giocata del fuoriclasse argentino in quella zona, senza aver bisogno di un aiuto concreto da parte dei centrali con la conseguenza di lasciare libera la giocata profonda per Suarez.

Proprio il centravanti uruguaiano avrà il compito di far muovere Bonucci e Chiellini a turno sia col taglio profondo, che con quello incontro, per toglierli dalla loro zona sicura tra la porta e il campo appena oltre l’area, dove possono far valere il fisico e la capacità di chiusura tempestiva nell’1vs1.

In fase difensiva Luis Enrique cercherà di tenere le linee compatte, aggredire con efficacia i portatori di palla a ridosso della metà campo, togliere con la pressione di Rakitic e Iniesta la regia alternativa di Marchisio e Pogba, pronti a sostituirsi a Pirlo nello sviluppo della trama di gioco.

Mascherano potrebbe essere l’uomo adatto, vista anche la conoscenza reciproca, a fermare le giocate di Tevez, devastante se gli concedi lo spazio per la giocata, ma non sempre in controllo della partita se riesci a toglierli.

Credo sarà una finale che si giocherà molto su momenti, che la Juve dovrà interpretare nel migliore dei modi l’inizio gara per non lasciare troppo campo al Barcellona e crescere di intensità per poter far male, magari nella ripresa, e che il Barcellona dovrà provare a essere un mare in piena nei primi 15-20 minuti, senza lasciare il tempo di assestamento tattico ai bianconeri, e in alternativa trovare il periodo giusto nel corso della gara dove la formazione italiana concede spazio negli ultimi 20-25 metri, colpendo con efficacia e con continuità.

Due squadre che hanno voglia di entrare nella storia, che hanno voglia di riassaporare il gusto di essere Campioni d’Europa, di alzare quella grande coppa che ti fa entrare nel club delle leggende.

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7 risposte

  1. vedetta2005 ha detto:

    sono juventino…ma sabato la vedo male……
    temo la goleada…..
    spero di sbagliarmi…

  2. gandalf1982 ha detto:

    Analisi molto ben fatta e di un cero spessore. Il mio pensiero è un po’ più semplice: la partita finisce se il Barcellona va in vantaggio perché poi la palla, come da tradizione, non la vedi più. Credo che in tutta la partita il Barca avrà 7 palle gol nitide (1 ogni 10 minuti) e che la Juventus al massimo 1 per tempo. L’unico modo di sovvertire una finale dall’esito scontato è capitalizzare al massimo quelle 2 palle ed e sperare nella buona sorte affinche il Barca non capitalizzi le sue opportunità

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