Kansas City Chiefs 2015 – Che il tuo limite, sia la tua forza

Reid arrabbiato, mix tra Gabibbo e Chucky

Reid arrabbiato, mix tra Gabibbo e Chucky

Ultimo record NFL e prima assoluta al draft, Partenza 9-0 e miracolo sfiorato ai playoff con squadra decimata dagli infortuni, stagione senza infamia e senza troppa lode: queste sono le ultime 3 annate dei Kansas City Chiefs, che faticano a trovare una continuità nei risultati e che puntualmente falliscono lo step definitivo. In realtà, da quando la squadra è guidata da Andy Reid, un percorso di crescita e una identità i “capi” sembrano avercela: il roscio sta lavorando senza troppa pressione e sta modellando una squadra solida sia offensivamente, dove si è legato tecnicamente ad un QB che fa proprio della solidità il suo punto di forza, che difensivamente.

La sensazione generale è però di una squadra buona, ma mai abbastanza, che tende a finire in calando le stagioni, l’ha fatto dopo la partenza (irreale) di 9 vinte e 0 perse nel 2013, e l’ha fatto anche l’anno scorso con la sconfitta nel Thursday Night ad Oakland che ha aperto una striscia di 3 sconfitte consecutive, con le quali hanno rovinato il loro record di 7-3, viatico verso la non qualificazione ai playoff.

OFFENSE

Alex Smith non è Joe Montana (Jacques de La Palice esci da questo account), l’unica cosa che li accomuna è il percorso in fatto di squadre. A Joe Montana però appartiene l’ultima vittoria Chiefs nei playoff, anno 1993 (poi persero al Championship della AFC, ovviamente contro i Buffalo Bills), l’intento di Andy Reid è proprio quello di chiudere questo lungo digiuno con il QB arrivato di nuovo da San Francisco e gli sta cucendo addosso un attacco atto a sottolineare i propri pregi ed a nasconderne i difetti: anche qui la cosa sembrerebbe lapalissiana, ma a giudicare quanto accade in giro per la Lega in realtà non è così banale. E quando parliamo di pregi ovviamente parliamo di un QB che azzera o quasi le palle perse (1,3% circa di palloni intercettati in rapporto ai lanci effettuati negli ultimi 2 anni, sostanzialmente il migliore in NFL), un QB che lavora con precisione chirurgica entro le prime 10 yard, compreso ciò che avviene dietro la linea di scrimmage (il 75% dei suoi passaggi tentati avviene in questa fascia di campo, completandoli per il 77% delle volte, con un rating di 111), può essere che tutto ciò ti renda prevedibile: nel suo piccolo è la forza di tutto l’attacco di Kansas City, ma al tempo stesso un freno. Dietro a lui mi piace nominare due QB interessanti (e non stiamo parlando di Ricky Stanzi…qui sino a tre anni fa, quest’anno ai Giants): Aaron Murray e Tyler Bray, che per motivi diversi (fisici l’uno, caratteriali l’altro) sinora non hanno mai avuto una chance reale (e forse non ce l’avranno mai per limiti tecnici in questo caso).

È quindi ovvio che attorno ad un faro che illumina così vicino, il resto dell’attacco debba essere costruito per dominare l’underneath e per creare chance ai propri RB: la palla in mano ai vari Jamaal Charles, Knile Davis, De’Anthony Thomas, Albert Wilson, va messa il prima possibile, per far esplodere il loro atletismo. Charles in questo è il vero leader offensivo, vanno fin dove li porta lui (acciacchi fisici inclusi), ma l’arrivo, l’anno scorso, di Thomas (il “Black Mamba” che ora sta studiando da WR, con il ruolo che fu di Dexter McCluster che resta sempre nelle sue corde) e soprattutto il ritorno da Reid di Jeremy Maclin potrebbero far sentire Charles meno solo quest’anno. Maclin è un giocatore che, quando sano, riempe il campo come pochi, molto preciso nelle tracce e una sentenza in ricezione (nella passata stagione solo 2 drop su 85 ricezioni e 143 target, fonte Sporting Charts). Dovrà sostituire un Dwayne Bowe, ora ai Browns, che negli ultimi anni ha fatto di tutto per non farsi rimpiangere.

"Ma come stai bene in rosso...quasi quasi..."

“Ma come stai bene in rosso…quasi quasi…”

Toccherà proprio all’ex Eagles guidare un reparto di WR che in regular season non mette a segno un TD da 18 partite. Da tenere d’occhio ci sarà anche il rookie da Georgia (ritrova il suo QB, Murray, almeno in allenamento), Chris Conley ed anche Da’Rick Rogers potrebbe avere delle chance durante l’anno. Ma il vero target dei passaggi di Alex Smith, quello già testato ed ampiamente sfruttato nel 2014, è Travis Kelce, uno dei TE emergenti della Lega, costretto a saltare la prima stagione per infortunio, e che ora garantisce una ulteriore valvola di sfogo e fisicità al gioco offensivo targato Andy Reid, che sin dai tempi di Philadelphia ha sempre dimostrato di saper gradire questo tipo di atleti.

È però in linea che si hanno i maggior dubbi: dopo aver risolto il dilemma Fisher/Albert ovviamente a favore della prima assoluta 2013, negli ultimi anni sono stati molti i tasselli persi e non è ancora chiaro se i sostituti saranno all’altezza. È arrivato via trade (un quinto giro) il 31enne Ben Grubbs, che quanto meno dovrebbe garantire un rendimento positivo e costante. S’è perso però il miglior C della NFL (Rodney Hudson), nonché l’unico elemento della OL dell’anno scorso a salvarsi e non sarà facile sostituirlo in quanto non potranno essere chiesti miracoli al rookie, secondo giro, profeta in “patria”, Mitch Morse da Missouri.

DEFENSE

Con due pass rusher come Justin Houston e Tamba Hali (49 sack combinati negli ultimi 3 anni) e con un totem come Dontari Poe ad ancorare il centro della linea, il lavoro per gli altri compagni deve risultare semplificato. In realtà la difesa ha sofferto molto più del preventivabile sul running game, concedendo 127 yard di media, anche a causa della perdita del leader di questa difesa specie in fatto di tackle e di muro contro le corse. Infatti, per migliorare questo dato, molto passerà dal recupero fisico di Derrick Johnson, che a 33 anni dovrà tornare a colpire RB avversari dopo essersi rotto il tendine d’Achille, non certo una cosa automatica.

Per il resto del front 7 i sorvegliati speciali saranno innanzitutto i due LB James-Michael Johnson e Josh Mauga, tra i peggiori della squadra l’anno scorso e soprattutto Dee Ford, primo giro 2014, che già al momento della scelta era stato accolto con scetticismo e che nella sua prima stagione tra i pro ha passato più tempo sulla sideline a prendere appunti che in campo a cacciare QB avversari (per lui solo 122 snap, i due OLB titolari ne hanno raccolti 1057 e 999). Peraltro era stato scelto con l’ottica di sostituire quest’anno Hali, che per restare ai Chiefs ha deciso di ridursi il contratto, gli orizzonti non sono dei migliori per il giovane da Auburn.

Pass rush

Pass rush

Le secondarie che erano già tra le migliori della lega, hanno visto l’arrivo della prima scelta Marcus Peters: in effetti di CB non se ne hanno mai abbastanza e dietro a Sean Smith, l’anno scorso, in molti si erano alternati; ora quel ruolo spetterebbe al nuovo arrivato dai Washington Huskies. Mentre in safety si registrano per prima cosa le buone nuove dalla cura alla quale è stato costretto Eric Berry, a cui proprio durante la stagione appena trascorsa era stato diagnosticato un cancro da cui si sta curando pare in maniera positiva. Il suo ritorno al gioco però al momento non è pronosticabile, Kansas City si è premunita rifirmando Ron Harper e prendendo dai rivali divisionali di Oakland Tyvon Branch. Il trio, completato da Abdullah, dovrebbe garantire colpi e copertura, come piace tanto ad Andy Reid.

COACHING STAFF

Come detto più volte in queste righe, continuità e solidità sono il mantra di questa squadra che conferma i punti cardine del coaching staff rispetto all’anno scorso. Di Andy Reid c’è poco da dire di nuovo, Doug Pederson aveva già lavorato con lui a Philadelphia come allenatore dei QB e continuerà quest’anno a sviluppare l’attacco di cui tanto abbiamo parlato nella prima parte della preview. Bob Sutton invece sarà il mentore difensivo, una difesa che di base prevede un fronte dispari, questa sì che rispetto ai tempi di Reid agli Eagles rappresenta un punto di rottura anche piuttosto interessante, già dall’anno scorso. Tra i ruoli “secondari” mi piace sottolineare la presenza di Brock Olivo, uno che in Italia conosciamo molto bene: nel nostro paese è stato anche allenatore capo della nazionale e dopo 2 anni molto positivi a Coastal Carolina, dall’anno scorso è a Kansas City come assistente dei special team proprio (lui che in quelle squadre si era costruito una carriera in NFL, ai Detroit Lions).

PREDICTION

Kansas City sembra una squadra con una fascia di miglioramento e di peggioramento molto ristretta. Mi aspetto di vedere qualcosa di più sia in attacco (dove però restano i dubbi sulla linea), con l’inserimento di Maclin, che in difesa. Non sono però così convinto che questo miglioramento possa portare ad un numero di vittorie superiori a quanto raggiunto l’anno scorso (9), anche perché doversi scontrare contro le due North (AFC ed NFC) complicherà non poco il bottino finale.

CLICCA per ingrandire (roster da OURLADS.COM, schedule da CBSSPORTS.COM)

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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8 risposte

  1. Giacomo ha detto:

    Pensavate di essermi sfuggiti eh?
    Non vi libererete di me così facilmente (risata satanica).

    Sui Chiefs non pensi che i risultati potrebbero migliorare di molto visto l’indebolimento (visto infortuni e partenze) dei Broncos?

    • azazelli ha detto:

      In effetti sentivo la tua mancanza 🙂
      In termini relativi di division in effetti potrei essere stato troppo avaro, ma facendo una squadra alla volta forse si perde un po’ la visione d’insieme relativa ai rivali più stretti, ad ogni modo penso che i Broncos sulla certa restino davanti ai Chiefs, nonostante qualche infortunio.

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