La notte magica della Juve e Guardiola che torna a casa.

Siamo reduci dalla grande notte della Juventus, che nell’andata della prima semifinale ha battuto il grande Real Madrid, con una partita carica di voglia di dimostrare di essere con pieno merito tra le quattro grandi d’Europa e in grado di conquistare il pass per la Finale di Berlino.

Capolavoro juventino, ma soprattutto capolavoro di Massimiliano Allegri, tanto criticato e snobbato dal popolo juventino al suo arrivo quest’estate dopo il clamoroso addio di Conte (così era stato accolto su queste pagine, ndr), tanto osannato dopo la splendida serata di ieri, dove ha di fatto messo sotto scacco un maestro come Carlo Ancelotti e dimostrato che nelle partite secche europee può tenere testa a tutti.

La scelta di un outsider come Sturaro al posto di Pereyra sembrava troppo azzardata, e invece l’ex genoano ha esaltato la folla disputando una partita di piena garra, salvando di fatto la qualificazione con quella minima deviazione sul colpo di testa di James, che avrebbe dato il 2-1 al Real e spento le speranze juventine.

Quella traversa, successiva di pochi minuti al pareggio di Cristiano Ronaldo, è l’apice dell’unico quarto d’ora in cui i campioni uscenti hanno sovrastato la Juve, zittendo la folla esaltata dal goal di Morata arrivato a chiudere un’azione da manuale del calcio, costruita con un’infinita trama di passaggi.

Per il resto le scelte di Allegri hanno pagato, mentre quelle di Ancelotti hanno deluso.

Oltre a Sturaro da mezzala, che ha liberato offensivamente Vidal sulla trequarti esaltando le sue doti di inserimento e di pressione in mediana sul confuso Sergio Ramos, ha capito che la scelta di mettere un difensore davanti alla difesa poteva essere sfruttata a proprio vantaggio, mandando a turno tutto il trio di giocatori offensivi a muoversi sul filo di quella linea, creando gli spazi giusti che hanno costretto Varane e Pepe ad uscite affannose e regalato inerzia ai campioni d’Italia.

Inoltre la tempistica del cambio di modulo dopo l’inserimento di Barzagli è stata perfetta, perché fatta quando il Real aveva ormai perso idee dopo l’uscita di Isco e il calo di James, e ha permesso ai bianconeri di chiudere l’incontro senza di fatto soffrire la possibile spinta degli avversari.

Ancelotti invece ha sbagliato molto, a partire dalla volontà di inserire un giocatore difensivo in mediana, per paura del movimento juventino sulla trequarti, che ha tolto ritmo alla manovra visto il numero incredibile di errori di Sergio Ramos in impostazione e dato poco upgrade nella protezione della linea di difesa.

In più la scelta di tenere in campo uno spento Bale e togliere Isco ha tolto qualsiasi possibilità di ritrovare un senso tattico alla partita e poter orchestrare un forcing in grado di cercare il goal del 2-2. Il talento spagnolo insieme con James Rodriguez era stato la vera spina nel fianco della Juve, soprattutto in quella frazione del primo tempo in cui il Real sembrava poter avere la piena inerzia della gara, in cui i due avevano costruito (James per Cristiano Ronaldo) il goal del pari e l’azione della traversa (Isco per James).

Al ritorno il tecnico del Real avrà molto da pensare a come evitare certi errori per ribaltare l’inerzia che ora è tutta dalla parte di Allegri e della Juve, pronti a trovare le soluzioni tattiche adatte per conquistare la Finale di Champions League.

In Finale ci vogliono andare anche Barcellona e Bayern Monaco, al momento le candidate principali ad alzare la coppa dalle grandi orecchie, pronte a sfidarsi in una semifinale che potrebbe diventare il manifesto del calcio degli ultimi dieci anni.

E’ la sfida in cui Pep Guardiola torna per la prima volta al Camp Nou per affrontare la sua creatura e il suo mondo, trovandosi davanti i suoi figliocci calcistici come Iniesta, Busquets, Piquè e Xavi, e in panchina quel Luis Enrique che di fatto ha basato la sua carriera da tecnico sulle idee del tecnico del Bayern.

Il maestro contro l’allievo

Le due squadre arrivano alla partita con differente spirito.

Il Barca è la squadra più in forma d’Europa, ha trionfato nel quarto contro il PSG e nelle ultime due gare di Liga ha segnato 14 goal, dimostrando ancora una volta di avere un tridente offensivo che ha pochi eguali nella storia del calcio.

Il Bayern invece, nonostante la conquista della Bundesliga, e la grande dimostrazione di forza del ritorno contro il Porto, ha ancora parecchi problemi fisici e viene dall’eliminazione ai rigori nella semifinale di Coppa di Germania contro il Dortmund e la sconfitta nell’ultimo turno di campionato contro il Leverkusen.

In questa semifinale mancherà di sicuro Robben che ha chiuso anzitempo la sua stagione, mentre Ribery e Alaba potrebbero essere recuperati solo per il ritorno e Lewandowski è ancora in dubbio per questa sera dopo la frattura a naso e mandibola rimediato in Coppa di Germania.

Le scelte di Guardiola sono sempre molto difficili da prevedere, ma in caso di presenza del centravanti polacco è possibile vedere la stessa formazione che ha travolto il Porto nei quarti, con Muller da centravanti mobile, Lewandowski decentrato sulla sinistra in partenza e Gotze sulla destra, anche se non è da escludere una scelta più conservativa con Thiago Alcantara spostato in avanti al posto di Gotze o di Lewandowski, con l’inserimento di Schweinsteiger a centrocampo a formare un trio con Xabi Alonso e capitan Lahm.

Lewandowski vuole esserci e ha provato la maschera in allenamento

Importante per il Bayern sarà cercare di avere la meglio sul classico possesso palla casalingo del Barcellona, ribaltare velocemente il gioco sulla metà campo avversaria per attaccare gli spazi che Dani Alves e Jordi Alba lasciano scoperti con le loro avanzate e soprattutto evitare gli errori in palleggio che hanno caratterizzato la partita d’andata contro il Porto e che contro Messi-Suarez-Neymar e Iniesta potrebbero costare molto caro.

Togliere gli spazi di rifornimento sulla trequarti per Messi, coprire la linea di taglio sinistra-centro di Neymar e superare l’eventuale pressing in transizione negativa sono le altre chiavi per riuscire a incatenare il talento blaugrana e uscire dal Camp Nou con un risultato positivo per la gara di ritorno.

Luis Enrique sull’altra panchina dovrà dimostrare di non essere solo una comparsa nello spettacolo offerto da Messi-Suarez e Neymar, cercando di messere sotto scacco il suo mentore, sfruttando il fattore campo dove il Bayern ha dimostrato di non approcciarsi nel migliore dei modi.

Sono sempre loro a decidere le partite del Barcellona

Chiaramente se il trio delle meraviglie è in serata il compito può essere semplice, visto che al momento sembra un’arma che nessuno riesce a disinnescare, ma per battere il Bayern ed andare a Monaco con molte più certezze non passa solo dalla partita dell’attacco, ma anche dalla tenuta mentale del centrocampo Rakitic-Busquets-Iniesta, che dovrà contrapporsi nel palleggio ai bavaresi e tentare con la giusta pressione di mettere sabbia negli ingranaggi ultimamente non sempre ben oliati del gioco dei campioni di Germania, per poter velocemente ribaltare l’azione consegnando il pallone al proprio tridente e creare i presupposti per l’azione vincente.

A livello difensivo la fisarmonica di movimento a compattare le linee di difesa e centrocampo sarà estremamente importante per dare poco ossigeno ai movimenti senza palla del gioco di Guardiola e il lavoro del quadrilatero Pique’-Mascherano-Rakitic-Busquets sarà fondamentale, sia centralmente che in aiuto esterno sulle probabili scelte di sovrapposizione offensiva del Bayern, soprattutto con Lahm e Rafinha sulla fascia destra.

Probabilmente sarà una partita che si giocherà molto sui ribaltamenti veloci da fase difensiva a offensiva e su chi riuscirà a trovare la maggior ampiezza di manovra per creare gli spazi giusti dove far male all’avversario.

Uno spettacolo da non perdere, un inno al calcio che potrebbe essere ricordato negli anni.

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5 risposte

  1. gandalf1982 ha detto:

    Sottoscrivo quanto scritto nell’articolo estivo su Allegri. Resto fermamente convinto che non abbia quell’appeal e l’impatto che hanno gli allenatori “top”. Se avesse anche quello, oggi probabilmente non starebbe alla Juve ma in un top club europeo perché tatticamente è un mostro (” dal punto di vista tattico la valutazione è totalmente differente. Perché senza rischio di essere smentito, risultati alla mano, posso affermare che tolti i 3 guru Lippi, Ancelotti e Capello, Allegri è senza dubbio uno dei migliori 4 allenatori italiani. “). Paga inoltre, a mio modo di vedere, il fatto di aver allenato il Milan in una fase decadente dove era indicato da capro espiatorio dal presidente in persona. Visto che gli italiani sono tutti un po’ berlusconiani (altrimenti non si spiegherebbero i suoi 20 anni sulla scena politica) gli hanno creduto quindi Allegri è diventato quello che non sa fare gioco, che ha mandato via Pirlo e quello che viene insultato nell’autobiografia DEL MERCENARIO coniglio codardo Zambrotta, il cui parere per me vale meno di 1 centesimo ma che per molti haters di Allegri un valore ce l’ha.

    • azazelli ha detto:

      ahahah fede il link l’ho messo io e solo per completezza di informazione eh 🙂 non era un “attacco” al tuo pezzo, che anzi…al di là del malcontento generale, era già lungimirante. Diciamo che Berlusconi è uno che la sa raccontare bene.

      Comunque per il ritorno non sono molto positivo (e non è una novità….e vabbè…), la tattica secondo me può molto, ma non può tutto, i valori tecnici sono ancora molto diversi (un James Rodriguez sulla nostra trequarti….questo ci serve per fare il salto di qualità l’anno prossimo in caso…) e le due azioni da Real del Real sono lì da vedere, se vogliono dietro ci mandano sparsi per il campo (sul gol loro, i nostri due centrali sono stati dei cani e anche uno dei centrocampisti lì doveva seguire il taglio di CR, quello più vicino era Pirlo e ciao…). Vedremo…spero di non fare la figura del Porto contro il Bayern e per ora all’andata, se non a livello quantitativo (lì il Porto fece 3-1), a livello qualitativo abbiamo fatto una partita migliore nel parallelo (3 farfallate dei giocatori del Bayern = 3 gol del Porto, ieri noi ce la siamo giocata sul piano del gioco in qualche modo).

      Sulla partita di stasera: me la voglio godere, sono 20 mesi o poco più che la aspetto, da quando Guardiola s’è seduto sulla panchina del Bayern: è un allenatore che adoro e sono un barcellonista convinto, forse vincerà il Barça, almeno stando alle situazioni delle due squadre pare favorito, ma me li voglio proprio godere questi 180′

  2. JoePz ha detto:

    Ciao a tutti, sono Giovanni (Joe) e seguo ‘Quel che passa il convento…’ da qualche tempo ormai (complimenti per gli articoli che pubblicate). Ho iniziato a leggere il blog perché mi piace il football americano e da un paio di stagioni lo vedo in TV.

    Sono juventino ed ero allo Stadium martedì sera. E’ stata una partita al cardiopalma, con un susseguirsi di emozioni imprevedibili. Prima la gioia per il goal di Morata e per il gioco fin li espresso, poi la seconda parte del primo tempo con il Real che ci schiacciava per buoni venti minuti. La pausa, da me benedetta, a fine primo tempo e quindi il secondo tempo, immenso da parte nostra. I giocatori della Juve erano stanchissimi dopo il ’75, ma non mollavano un centimetro. Grandissimi!
    Non ho condiviso alcuni cambi del mister, per esempio Morata lo avrei tenuto in campo per il contropiede, ad anche Tevez. Alla fine le occasioni per il 3 a 1 le abbiamo avute lo stesso con Llorente ma non le abbiamo sfruttate. Peccato perché in partite del genere bisogna essere cinici al massimo. Vabbè, accontentiamoci intanto.

    Il ritorno a Madrid sarà durissima, ma col cuore messo in campo l’altra sera nulla è impossibile!

    • azazelli ha detto:

      Grande joe, per la fede juventina e la presenza allo stadio, ma non solo 😀 in effetti credo che l’ansia per l’arrivo dell’intervallo credo sia una cosa che ha accomunato tutti noi tifosi, io non facevo altro che guardare il tempo scorrere e pregare che il risultato affianco non cambiasse e c’è andata bene, ma come dici tu poi abbiamo meritato il tutto con un secondo tempo davvero solido.
      A me (dalla TV) pareva che le punte in realtà fossero davvero in deficit e ho trovato giusto cambiarle, anche se pereyra forse l’avrei messo per Pirlo e sarei restato con Tevez….

  3. vedetta2005 ha detto:

    anche io la penso come aza per i cambi….tevez lo avrei tenuto e avrei tolto pirlo…
    peccato per l’occasione nel finale…ma fernando non ha visto arrivare la palla….pepe la cicca e lui se la trova sulla testa..peccato…
    adesso a madrid e comunque forza juve

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