Preview Playoff NBA 2015 – Eastern Conference

NBA3

Archiviamo una delle Regular Season NBA più belle ed interessanti degli ultimi anni, ricca di partite emozionanti (i 37 di Klay Thompson in un quarto; i 57 di Kyrie Irving a casa degli Spurs; qualsiasi partita casalinga dei Warriors; i tripli overtime sparsi per la lega, solo per citare i primi esempi che mi vengono in mente), piena di storyline da prima pagina , di sorprese – positive e negative, maledetti infortuni – di una corsa alla Western Conference che è stata semplicemente sublime e allo stesso terrificante per chi ci si è trovato in mezzo e del mostro a cinque teste che ha rapito il trofeo di MVP (a proposito, il nostro dollaro lo mettiamo su Stephen Curry).

Se qualcuno stesse ancora battendo la testa sulla narrativa della noia della stagione regolare, del basket privo di fondamentali e della mancanza di difesa vi lasciamo con questa citazione, di qualcuno che scriveva ben prima di noi, “Non ti curar di loro, ma guarda e (quelche)passa.”

I Playoffs sono quindi alle porte. Affronteremo in questa preview le otto serie che costituiscono il primo turno, partendo oggi con la sobria Eastern Conference e concludendo domani con il bagno di sangue della Western.

#1 ATLANTA HAWKS (60-22) vs #8 BROOKLYN NETS (38-44)
Hawks: Off (106.2; 7th) | Def (100.7; 7th)
Nets: Off (101.9; 18th) | Def (105.0, 24th)
Season series: 4-0

Cominciamo con il dire che la stagione giocata da Atlanta è stata fuori da ogni tipo di logica e di previsione. Un dominio continuo ed a tratti imbarazzante, ci basti pensare che nel mese di gennaio non hanno perso una singola partita, una. Ah, e a dicembre ne hanno perse due. 60 W stagionali, 35-6 il record casalingo. Hanno addirittura costretto l’NBA ad assegnare il premio del giocatore del mese (gennaio) al loro INTERO QUINTETTO.

Avremmo bisogno di un articolo a parte solamente dedicato a quello che gli Hawks ci hanno fatto vedere in questi mesi. Qui ci limitiamo a dire che Coach Mike Budenholzer (andato a scuola dal Sig. Popovich) ha trovato l’equilibrio perfetto, modellando il sistema di San Antonio alle caratteristiche dei suoi giocatori costruendo una macchina da pallacanestro che a tratti ha rasentato la perfezione (ricordando, appunto, quella che siamo abituati vedere all’AT&T Center). La loro motion offense, un attacco fatto di continuo movimenti, di tagli, uscite dai blocchi, con la palla che non sta mai ferma nelle mani di un giocatore, è stata una delle più piacevoli sorprese di tutto il panorama NBA.

Una piccola chicca statistica: in 82 partite giocate nessun giocatore di Atlanta ha segnato più di 30 punti (come indicato da Elias). Un dato incredibile, se pensato nella NBA di oggi.

"Siamo ai playoff?!?!"

“Siamo ai playoff?!?!”

Dall’altra parte della serie troviamo i Brooklyn Nets, entrati ai Playoffs per il rotto della cuffia grazie alla sconfitta degli Indiana Pacers (contro i Memphis Grizzlies) nell’ultimissimo giorno di stagione regolare. Nella Eastern Conference di oggi si può arrivare alla post season vincendo 38 partite e con un patetico record di 12-31 contro squadre con un record di vittorie di .500 o superiore.

I Nets si trovano a questo punto grazie soprattutto alla resurrezione di Brook Lopez. Alla trade deadline il centro ex Stanford sembrava in procinto di passare ad Oklahoma City, ma una volta saltato lo scambio e dopo aver litigato pesantemente con il Coach Lionel Hollins (o così ci hanno raccontato…), è sembrato un giocatore completamente ritrovato e rigenerato diventando una forza, a tratti incontenibile, sotto i due tabelloni.

Negli ultimi due mesi di stagione regolare l’attacco dei Nets con Lopez in campo ha segnato 107.0 punti ogni 100 possessi (l’equivalente di uno dei primi sei attacchi NBA); con lui in panchina il dato è sceso a 100.8 (dato paragonabile al sesto peggior attacco della lega).

Gli Hawks hanno vinto tutti e quattro gli scontri stagionali, con uno scarto medio di circa 18 punti. Sembrerebbe una serie senza storia, ma se c’è una squadra che conosce i rischi del mestiere, questa è proprio Atlanta. Erano solo dodici mesi fa infatti che i giocatori di Coach Bud si trovavano nella stessa posizione di questi Nets: al seed #8, contro quella che sembrava essere la miglior squadra della conference (allora furono gli Indiana Pacers, oggi seduti sul divano proprio come noi). Ci ricordiamo tutti come andò quella serie, con Atlanta sul passo di completare l’upset prima di cadere solamente in Gara 7.

Brooklyn ha l’esperienza, il fisico e il talento per essere competitiva in questa serie. Ma credo che Atlanta non si farà trovare impreparata e continuerà il dominio stagionale sulla squadra di Jay-Z.

Prediction: Hawks in 5

#2 CLEVELAND CAVALIERS (53-29) vs #7 BOSTON CELTICS (40-42)
Cavs: Off (107.7; 4th) | Def (104.1; 20th)
Celtics: Off (101.7; 20th) | Def (102.1, 13th)
Season series: 2-2

Le due squadre si sono affrontate domenica scorsa, in una partita nella quale Coach David Blatt ha lasciato a riposo tutto il suo quintetto ad eccezione di Timofey Mozgov. Sostanzialmente i Cavs hanno regalato la vittoria ai Celtics, garantendo loro di mantenere saldo il seed #7. Diciamo che questo è un match up che ai ragazzi dell’ex allenatore del Maccabi non dispiace affatto.

Kyrie Irving, durante una partita contro i Bulls di inizio stagione, chiedeva a Mike Miller se l’atmosfera fosse simile a quella di una partita di Playoffs. Lui e Kevin Love assaggeranno per la prima volta in carriera l’emozione di giocare nella post-season. L’antipasto a base Celtics dovrebbe essere un buon modo per bagnarsi i piedi e calarsi nella situazione senza troppi intoppi.

Doppio debutto in postseason

Doppio debutto in postseason

LeBron James dal canto suo invece, da quando giocò la prima serie di Playoffs nell’ormai lontano 2005, ha un record di 36-7 all’interno dei primi turni (solo due volte è arrivato a Gara 6, entrambe vinte contro i Wizards, e in quattro occasione ha chiuso la pratica con un sonoro sweep).

Danny Ainge vincerà, giustamente, il premio come GM dell’anno avendo compiuto un lavoro di ricostruzione che ha dell’incredibile. Non sono nemmeno passati due anni dal giorno in cui smantellò la squadra impacchettando Kevin Garnett e Paul Pierce verso Brooklyn. Boston ha in un mano una serie di scelte e asset futuri paragonabili solo a quelli di Philadelphia. Trovarsi oggi ai Playoffs (seppur con un record perdente, leggasi discorso fatto precedentemente per i Nets) è una sorpresa per tutti.

L’esperienza di queste (poche?) partite di post-season sarà un viatico fondamentale per il futuro dei vari Marcus Smart, Isaiah Thomas, Avery Bradley e gli altri giovani giocatori su cui i Celtics vorranno costruire il loro futuro.

La differenza di talento dei due roster rimane comunque abissale, Boston potrebbe aspirare ad almeno una vittoria casalinga al Garden (in quel caso, aspettiamoci un Thomas in versione microwave) ma il record di LBJ all’interno dei primi turni di Playoffs non verrà sporcato.

Prediction: Cavs in 4

#3 CHICAGO BULLS (50-32) vs #6 MILWAUKEE BUCKS (41-41)
Bulls: Off (104.7; 10th) | Def (101.5; 11th)
Bucks: Off (100.5; 25th) | Def (99.3, 2nd)
Season series: 3-1

Un po’ come nella serie di cui abbiamo appena parlato, anche qui si affrontano una squadra chiaramente più forte dell’altra, con un’esperienza a livello di post-season nemmeno lontanamente paragonabile. D’altra parte ci troviamo di fronte una squadra, i Milwaukee Bucks, che chiusero la scorsa stagione con il peggior record della lega vincendo 15 partite. Ed ora, eccoli qua.

Coach Jason Kidd, dopo il trambusto estivo con il passaggio da Brooklyn al Wisconsin, ha fatto un lavoro eccezionale con un roster sì molto giovane, ma anche incredibilmente intrigante e futuribile. Forse avrete notato il dato indicato qui sopra, non è un errore di battitura, i Bucks hanno chiuso la stagione con la seconda miglior difesa della lega (non sto nemmeno a dirvi dove si trovavano dodici mesi fa, potete intuirlo facilmente da soli) grazie ad una serie di giocatori paragonabili a degli octopus più che a degli essere umani. Guardate questa istantanea per vedere come possano riempire l’area semplicemente allargando le braccia.

Impressionante.

Milwaukee non ha un vero go-to-guy, cosa che nella post-season potrebbero pagare a caro prezzo. Offensivamente si appoggiano ad un sistema fatto di transizioni veloci, punti in contropiede e soprattutto da palla recuperata. Il 19.6% dei loro canestri arriva dopo una palla persa degli avversari, il miglior dato della lega davanti a quello dei 76ers (18.7%).

Storicamente però, nei Playoffs le partite si “rallentano”, il numero di possessi si abbassa e si gioca tendenzialmente a metà campo (non ditelo ai Warriors però!). I Bucks dovranno cercare di stare quanto più possibile alla larga da questo tipo di gioco.

I Chicago Bulls hanno vissuto una stagione di alti e bassi. Sono stati la debordante crescita di Jimmy Butler (a star in the making, serissimo candidato al trofeo di Most Improved Player of the Year); la straordinaria costanza di Pau Gasol (completamente rigenerato dal cambio di scenario, coaching staff e compagni, ha guidato la lega con 54 doppie doppie); e l’incredibile esplosione di Nikola Mirotic (assoluto protagonista degli ultimi mesi e in corsa per il trofeo di Rookie dell’anno, pensiero alquanto impensabile ad inizio stagione) a trascinare la squadra di Coach Tom Thibodeau.

Le assenze di Derrick Rose (31 partite saltate a causa dei soliti problemi fisici ad un ginocchio) e la stagione completamente sotto al par di Joakim Noah hanno tarpato le ali a quella che nei pronostici estivi era vista come la più seria candidata ad Est.

Nella partita tra le due squadre del 10 gennaio, Gasol chiuse con 46 punti e 18 rimbalzi, mettendo in mostra un dominio tecnico a tratti imbarazzante. La chiave della serie sarà proprio la front line dei Bucks, che dovrà trovare un modo per non farsi surclassare dal mostro a quattro teste formato da Gasol, Noah, Mirotic e Taj Gibson (forse il parco lunghi più spaventoso dell’intera NBA).

La profondità di Chicago, le maggiori armi a disposizione e il ritorno di Rose (che non potrà essere al 100%, ma è pur sempre meglio che non averlo del tutto) dovrebbero comunque permettere un passaggio agevole del turno ai “tori” di Chi-Town.

Prediction: Bulls in 5

#4 TORONTO RAPTORS (49-33) vs #5 WASHINGTON WIZARDS (46-36)
Raptors: Off (108.1; 3rd) | Def (104.8; 23rd)
Wizards: Off (101.8; 19th) | Def (100.0, 5th)
Season series: 3-0

Toronto e Washington si presentano ai nastri di partenza della post-season dopo essersi lasciati alle spalle (o forse non del tutto, nel caso dei Wizards) dei periodi abbastanza bui. Entrambe le squadre hanno avuto un record negativo dalla pausa dell’all star game in poi ed in generale non sembrano aver ritrovato la condizione e la continuità viste ad inizio stagione.

Il calo più eclatante è stato sicuramente quello di Washington, che dopo aver vinto 21 delle 29 partite giocate nei mesi di novembre e dicembre è andata via via scemando. La serie di recenti successi sembra essere figlia di un calendario benevolo (Sixers due volte, Knicks e le riserve degli Hawks) piuttosto che di un miglioramento corale del gioco. Osservandoli da fuori danno l’impressione di aver completamente staccato la spina, di essere svogliati e soprattutto di non credere più nel sistema e nell’allenatore, quel Randy Wittman, detestato dalla gran parte dei tifosi dei maghi (come il nostro capo redattore può confermare), che sembra ormai aver fatto il suo tempo sulla panchina della capitale.

Le cose per i Wizards sembrano andare bene quando John Wall può spingere la transizione ed andare al massimo della velocità. Quando invece si tratta di fermarsi, ragionare e giocare a metà campo i problemi sono molto più evidenti e i Wizards faticano a trovare la via del canestro, prendo in prestito da Zach Lowe questo video per mostrarvi cosa intendo:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=k07k6U3DInY]

Con il prodotto di Kentucky in campo il Net Rating (la differenza tra il rating offensivo e quello difensivo) della squadra è pari a +5.3, quando invece Wall viene tenuto a riposo il dato crolla a -7.2. Una differenza quindi di 12.5 punti per 100 possessi, addirittura peggiore del dato stagionale della peggior squadra NBA (New York Knicks, -9.9).

Andando a dare un’occhiata più approfondita ai numeri offensivi, possiamo notare come l’attacco di Washington vada in totale controtendenza rispetto al trend della NBA di oggi, fatto di pace & space e tiri da tre punti. La squadra di Wittman segna il 23.2% dei propri punti dopo un tiro dal mid-range (3° in tutta la lega) mentre la percentuale derivante dal tiro da tre punti si attesta al 18.4 (27° nella lega). Per farvi capire di cosa sto parlando: le squadre che guidano i punti realizzata da un long-2 (tiro dalla media distanza) sono New York, Charlotte, Minnesota e Los Angeles Lakers; quelle invece che guidano la graduatoria della seconda statistica, relativa al tiro dalla lunga distanza, sono: Houston, Golden State, Atlanta, Cleveland, Portland. Non ci è difficile trarre le conclusioni conseguenti…

I Raptors pur avendo mantenuto sostanzialmente lo stesso roster della passata stagione (ad eccezione di Lou Williams, acutissima mossa di mercato del GM Masai Ujiri) hanno una differenza fondamentale rispetto alla squadra che scendeva in campo dodici mesi fa: la difesa.

Pur avendo vinto una partita in più rispetto alla stagione 2013/14 (le 49 W sono il massimo nella storia della franchigia), sono infatti passati dall’essere una delle migliori della lega (decimi nel 2013/14) ad una delle peggiori (23esimi nel 2014/15). Si tratta di un dato allarmante per il motivo sopra citato: non avendo dovuto affrontare una rivoluzione a livello di roster, è strano che con gli stessi interpreti (allenatori e giocatori) e con lo stesso sistema ci si trovi di fronte ad un peggioramento simile.

Williams, uno dei più seri candidati al titolo di sesto uomo dell’anno, sarà una delle chiavi della serie, insieme ai suoi compagni di reparto della second unit di Toronto. Credo infatti che il vero vantaggio dei canadesi stia proprio nel fatto di poter contare sul supporting cast nettamente superiore a quello dei Wizards. Oltre a Sweet Lou, i Raptors possono contare su James Johnson (forse la sua miglior stagione da professionista), Greivis Vasquez, Patrick Patteron e Tyler Hansbrough i quali portano in dote una media di quasi 45 punti a partita.

Credo saranno fondamentali le prime due partite, più che in altre occasioni. I Wizards hanno bisogno di una scossa emotiva e per avere una speranza devono riuscire a vincere almeno una delle partite in trasferte, altrimenti la serie potrebbe essere decisamente corta.

Prediction: Raptors in 6

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3 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Oh, un po’ di NBA che torna su queste pagine, bello! 🙂

    Atlanta – Brooklyn: Hawks vincenti in 5. Gli unici reali dubbi che ho sugli Hawks riguardano l’assenza di Sefolosha, che sentiranno forse più avanti rispetto questa serie ed il fatto di aver alzato forse un po’ troppo presto le mani dal manubrio visto il vantaggio che avevano sul resto della Eastern Conference. I Nets invece sono arrivati quasi per caso ai playoff, pur essendo in teoria ancora una squadra che può dare fastidio a molti, ma non penso sia questo il caso.

    Cleveland – Boston: Cavs in 4. Troppa differenza, i Celtics (giù il cappello a Ainge e soprattutto Stevens) daranno il massimo, anche perchè è palese che gli ex Lebroniers li abbiano scelti come avversari ad un certo punto, ma più di tanto non potranno fare. Un turno di allenamento a Cleveland farà bene, soprattutto a Irving per entrare in clima playoff. Penso che vedremo tanto in campo Gigione Datome, positivo per lui, un po’ meno probabilmente per l’equilibrio della serie, visto che ormai gioca solo garbage e simili.

    Chicago – Milwaukee: Bulls in 6. Penso sia la serie più equilibrata ad Est (cappotto Bulls in arrivo…) e credo che i Tori dovranno sudarsela parecchio. Gasol mi sembra si sia adattato a giocare con Noah più di quanto sia accaduto viceversa e per le fortune di Chicago, ancor prima del rendimento effettivo di Rose, credo sia la questione principale. I cerbiatti un paio secondo me le portano a casa, sporcando tutti i palloni e con un tiraccio da 3 di Middleton allo scadere, ma un paio se le vincono.

    Toronoto – Washington: Raptors in 5. Gli Wizards sembrano tutto fuorchè una squadra e a meno che Pierce non riesca con orgoglio e carisma a risvegliarli, li vedo messi male. Anche perchè Wall ha davanti forse l’avversario peggiore che gli poteva capitare al primo turno in Kyle Lowry.

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