Quel che passa il nastro – L’erba e Wimbledon

Giardino all'inglese

Giardino all’inglese

Un saluto a tutti e ben ritrovati alla rubrica tennistica sul blog quelchepassalosport.

La stagione su terra è già un lontano ricordo, anche se l’exploit di Wawrinka al Roland Garros verrà ricordato come uno dei più grandi upset di tutti i tempi. Secondo Slam per lo “svizzero sbagliato” che dimostra ancora una volta che nel picco di forma è in grado di battere tutti su qualsiasi superficie. Djokovic si conferma una volta una macchina straordinaria dal punto di vista fisico, arriva in finale con una facilità disarmante, ma le finali fa molta fatica a vincerle. Dal 2012 va al ritmo di uno Slam all’anno, certamente un risultato da non buttare, ma la sua imbattibilità nei Master 1000 non viene ripetuta nei quattro tornei principali.

La stagione sull’erba è cominciata leggermente in anticipo rispetto al solito, si è aggiunto al gruppo di tornei per i giardinieri anche quello di Stoccarda oltre ai soliti di Halle, Hertogenbosch, Queens e Nottingham (quest’ultimo in svolgimento).

A Stoccarda si è imposto Rafael Nadal che dimostra un attitudine all’erba da non trascurare. Può sembrare un paradosso, ma sono convinto che contro un Djokovic abbia più possibilità di vittoria sull’erba che sulla terra in questo momento. In Olanda grande vittoria di Mahut provenendo dalle qualificazioni; il francese, che ricordiamo fu protagonista a Wimbledon del match più lungo della storia contro Isner, si è guadagnato una wild card per il tabellone principale del torneo di Londra.

70-68 come un Olympiacos vs Panathinaikos ad alto punteggio

70-68 come un Olympiacos vs Panathinaikos ad alto punteggio

Ad Halle invece dovrebbero assegnare i punti della vittoria direttamente a Roger Federer (al terzo successo consecutivo) che ha dovuto faticare sin dall’inizio del torneo con Kohlschreiber, poi in semifinale con il bombardiere Karlovic e in finale contro il nostro Andreas Seppi autore di una partita di grande livello. Al Queens successo di Andy Murray sul lungagnone Kevin Anderson.

COMING SOON

Arriviamo quindi al torneo con più fascino della storia, i campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club si riempono di giocatori rigorosamente in abito bianco dall’1881, anno della prima edizione. Il tennis sull’erba ha sempre diviso gli appassionati; da una parte c’è chi lo ritiene noioso per via dell’enorme vantaggio che godono i giocatori dal grande servizio e per la brevità degli scambi. Dall’altra c’è chi invece (come me) preferisce di gran lunga vedere una partita di tennis su erba rispetto ad una lunghissima sequenza di scambi e recuperi che vediamo su terra battuta. A voi la scelta su cosa buttare giù dalla torre delle vostre preferenze.

Rispetto ai grandi tornei di tennis su terra battuta cambiano anche gli interpreti migliori e i favoriti. I tanti “terraioli” che abbiamo citato nelle scorse puntate (Garcia Lopez, Cuevas per dirne due) affondano nella loro lentezza di preparazione dei colpi, mentre emergono giocatori completamente “desaparecidos” nella prima parte di stagione.

Quali sono le caratteristiche per emergere come un buon tennista su erba?

Per il tennis di oggi non si può trascurare il fondamentale del servizio, non solo per gli ace ma soprattutto tagliato per permetterti una discesa a rete ottimale. Non è un caso che Nick Kyrgios, Kevin Anderson, Ivo Karlovic, John Isner e Marin Cilic siano molto quotati nei campi verdi.

Altra caratteristica importantissima è la tecnica nei fondamentali. Giocatori come Gasquet, Feliciano Lopez, Dimitrov, Stepanek, Dustin Brown e Gilles Müller sono molto avvantaggiati dalla pulizia dei loro gesti.

Non si può trascurare il gioco a rete, anche se non siamo più ai tempi di Stefan Edberg per intenderci. Non ci sono più tantissimi cultori del serve and volley nelle parti alte della classifica perché non è più redditizio come negli anni 80′ e primi anni 90′. La preparazione atletica è migliorata in maniera sensibile, i tennisti hanno una capacità di recupero eccezionale che gli consente di resistere a fondo campo utilizzando pallonetti e passanti con estrema facilità. Inoltre nella seconda settimana l’erba scompare dalla linea di fondo dei campi di Wimbledon che diventano molto più lenti. L’erba viene letteralmente estirpata e i rematori da fondocampo guadagnano efficacia.

Non è un caso che i maggiori upset avvengano nei primi turni quando i campi sono praticamente dei tappeti verdi, ad esempio le sconfitte di Nadal negli anni passati contro Rosol o Darcis.

Il tabellone pare molto squilibrato a sfavore di Djokovic, che trova dalla sua parte alcuni tra i migliori battitori del circuito (Anderson, Cilic, Raonic) e giocatori scomodi (Nishikori, Dimitrov, Wawrinka) oltre il peggior primo turno di tutto il torneo tra i big, contro Philipp Kohlschreiber. Dall’altra parte Murray e Federer hanno un tabellone più favorevole con l’incognita Berdych.

MY 2 CENTS

Qualche consiglio per delle scommesse intelligenti per il vincitore del torneo.

Detto che la quota di Djokovic è molto bassa (così come quella di Murray), interessante la quota di Federer (7.00). Lo svizzero ha concrete possibilità di arrivare molto in fondo nel corso del torneo, lo scorso anno ha perso al quinto set contro il serbo in una partita strepitosa. Vero che il chilometraggio dello svizzero comincia ad essere elevato, ma il torneo di Halle ha dimostrato che il Re vuole conquistare un ultimo Wimbledon e può farcela quest’anno.

Per i più sfrontati, qualche euro su Kyrgios (quotato 67), Cilic (a 34) e Karlovic (a 151) li butterei. Attenzione alle quote di Raonic, Monfils e Nishikori, sono alle prese con problemi fisici.

Un'esultanza che moltiplicherebbe 7

Un’esultanza che moltiplicherebbe 7

ITALIANS

Al tabellone principale sono giunti Fognini (che non ha svolto alcun torneo di preparazione), Bolelli che deve difendere un terzo turno 2014, Lorenzi che difficilmente supererà il primo turno contro Vesely e Andreas Seppi. Mi vorrei soffermarmi sul tennista di Caldaro che sta giocando probabilmente il miglior tennis della sua carriera. A dispetto del suo best ranking raggiunto qualche anno fa, Seppi ha cominciato la stagione con un eccellente Australian Open (con la vittoria su Federer), una finale a Zagabria e tanta competitività. Poi è arrivato l’infortunio all’anca che gli ha fatto saltare la stagione su terra e per la classifica è stato davvero un peccato. Con il risultato di Halle è tornato il numero 1 d’Italia e la seconda parte di stagione può regalare altre soddisfazioni all’altoatesino, esempio di correttezza e serietà.

Il tabellone “regala” a Bolelli un Nishikori non al meglio fisicamente al primo turno. Curioso che sia la rivincita del terzo turno dello scorso anno vinto dal giapponese in cinque set. Bolelli ha una grossa possibilità SE l’infortunio patito da Nishikori ad Halle lo limiterà anche a Wimbledon. Vincendo si regalerebbe anche un secondo turno senza teste di serie da incontrare.

Fognini ha un incontro apparentemente non impossibile contro Smyczek, ma parte sfavorito a mio avviso. Seppi invece dovrebbe superare il primo turno senza grossi patemi contro l’inglese Klein.

LA MEGLIO GIOVENTÙ

Matteo Donati ha dimostrato molto coraggio nel diversificare il suo programma rinunciando a punti facili nei challenger su terra per cimentarsi per la prima volta in vita sua nei campi in erba al fine di presentarsi nelle migliori condizioni possibili alle qualificazioni di Wimbledon. È riuscito sorprendentemente a superare i primi due turni, arrivando all’incontro decisivo per accedere al Main Draw del torneo londinese. Purtroppo il giapponese Sugita è stato troppo forte per il Donats, che ha comunque acquisito un’enorme esperienza che gli sarà utile per il suo futuro che sembra sempre più roseo.

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10 risposte

  1. viverestanca ha detto:

    Io, vista la quota, butterei l’eurino su Kyrgios. Poi vabbeh, si spera sempre nella vittoria di Federer ma ho smesso di crederci già da un paio d’anni.

  1. 31 Dicembre 2015

    […] sogni, viene automatico citare il torneo di Wimbledon prima spiegato teoricamente e poi messo in pratica da Dustin Brown: una magia che non è durata […]

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