The play call

Giochiamo a chi rischia di più?

Giochiamo a chi rischia di più?

“Take me through it” diceva Erin Andrews un anno e qualche settimana fa alla fine del Championship NFC che aveva definitivamente messo sulla mappa della NFL i Seattle Seahawks, una domanda, una richiesta, che sostanzialmente non vuol dire nulla, solo “raccontami un po’ quest’ultima azione” e Sherman ce la raccontò, sappiamo tutti come. Quest’anno la Andrews (Fox) non c’era e nessuno è andato a caldo da Belichick o da Carroll a chiedergli di “farsi portare attraverso”, ma c’è stato un sorry head coach (od offensive coordinator) questa volta?

In settimana, su Fox Sport 2, abbiamo rivisto delle sintesi di alcuni dei Super Bowl che hanno fatto la storia: abbiamo rivisto il primo di Brady, nel quale per lo più costeggiò la partita, abbiamo rivisto quello vinto da Kurt Warner, ieri presente alla consegna del Vince Lombardi Trophy, dopo aver mancato inspiegabilmente e momentaneamente l’accesso alla Hall of Fame; quello di Warner ce lo ricordavamo come il Super Bowl con il finale più emozionante di sempre: ci sono stati Super Bowl vinti o persi con un calcio allo scadere, altri con TD messi a segno con le unghie a mezzo millimetro dall’out of bound (il finale dà, il finale toglie, caro Kurt), altri con ricezioni di casco nel drive decisivo, ma quello di “the tackle” nella mia personale classifica li superava tutti, con il ricevitore proteso in avanti per il TD del pareggio con il cronometro che andava a zero ed una endzone che restava lontana una yard, che valeva un abisso. Poteva esserci una giocata difensiva in grado di aggiornare questa classifica? Nello sport tutto è fatto per essere superato e riaggiornato e stanotte quella giocata difensiva, che poteva esserci, c’è stata ed ora proviamo ad “andarci attraverso”.

Mi sforzo, poi non sempre ci riesco, di giudicare le scelte prese in una partita non in base al risultato finale delle stesse, ma ragionando sulla logica che le muove e nel finale di questo Super Bowl palpitante entrambi i coach si sono mossi in maniera totalmente anticonvenzionale (ma da Belichick e da Carroll, possiamo anche aspettarcelo, sono due che “vedono oltre”). Partiamo dal primo tassello: Kearse indossa il casco di Tyree e i guanti di Odell Beckham e porta Seattle a 5 yard dal Vince Lombardi Trophy a 65 secondi dalla fine, spinto fuori dal campo da un incredulo Malcolm Butler, rookie undrafted entrato in campo per sostituire un devastante, per i suoi compagni, Kyle Arrington. Di questa azione, al di là dello sguardo atterrito di Brady sulla sideline, dobbiamo tenere a mente due cose “Butler” e “spinto fuori dal campo”: la prima ci tornerà comoda tra poco, la seconda serve a sottolineare il fatto che il cronometro in quel momento si ferma, in teoria quindi Seattle non avrebbe bisogno di chiamare timeout, ma è costretta a farlo perché, proprio come avvenuto un paio di azioni in precedenza, si porta sulla linea di scrimmage troppo tardi (caos successivo alla ricezione da circo?), lo spettro del delay of the game fa restare i Seahawks con un solo timeout e 1st&goal da giocare.

Belichick ha 2 timeout: li lascerà segnare? Seattle nelle situazioni di corto può avvalersi sia di Lynch che di Wilson, verosimilmente potrebbero sfondare, anche se, nell’unica occasione di 3rd&1giocato nella partita “The Beast” è stato mangiato da Ninkovich nel drive che poi ha portato al FG in apertura di terzo quarto (io già lì avrei osato di più…). Brady riprende a scaldarsi sulla sideline, Seattle corre a sinistra con Lynch dietro al proprio FB e arriva ad una yard dal contro sorpasso, fermato da Hightower: Belichick non li vuole lasciar segnare, ma perché non chiama timeout?! Live (su twitter) sta cosa ha fatto gridare me ed altri “allo scandalo” (e non avevo ancora visto le azioni successive), 57 secondi è il tempo corre, inquadrano un sempre più masticante Carroll e anche lui sembra interdetto su questa scelta, se Seattle entra ai Patriots non resterà nemmeno il tempo per l’Ave Maria…in tutti i sensi. Belichick sull’altra sideline è statuario, mentre tutti, anche i commentatori, si chiedono perché non stia fermando il tempo, che può arrivare fino a 21 secondi: Seattle deve giocare il secondo down. Belichick non chiama timeout perché lui è l’HC e vede “the big picture”, noi poveri appassionati/tifosi ci soffermiamo troppo sui dettagli: i Seahawks hanno un solo timeout (e abbiamo visto come hanno utilizzato i due precedenti), dovesse arrivare a giocarsi tutti e 4 i down comunque un lancio sarà costretta a farlo, il tempo scorre e correre altre 3 volte in 30 secondi con una solo chance di fermare il tempo è davvero al limite. Chiaramente da 1 yard potrebbe bastare un solo down con una corsa di Lynch o di Wilson, ora però la scelta sta a Carroll, 2nd&goal, 30 secondi…29 secondi…28 secondi…cosa faccio?

1a-Corro ed entro in endzone, lascio a Brady 26 secondi per il solito drive della disperazione, in cui sparacchierà sul profondo senza avere più braccio e/o target, David Tyree scriverà una lettera a Jermaine Kearse, i due diventeranno amici.

1b-Corro e non entro in endzone. Ovviamente chiamo timeout, i secondi sono ancora 26 o poco meno, la yard da conquistare verosimilmente è sempre la stessa. Ho però finito le opportunità di fermare il tempo se non con un incompleto, riesco a correre anche sul terzo down? Forse sarebbe troppo rischioso, da lì in poi dovrò far lanciare due volte Wilson o sperare nella sua improvvisazione è uno scenario più difendibile per New England. Posso tornare ad usare Lynch sul quarto e definitivo down, ma è dura.

1c-Corro e faccio fumble. Lynch pur di non perdere quella palla venderebbe tutte le sue Skittle.

2a-Lancio e faccio TD, vedi 1a

2b-Lancio e faccio incompleto. Rispetto al punto 1b, ho salvato il mio ultimo timeout, ora sono più imprevedibile sul terzo down. Sono stato imprevedibile sul down appena giocato dove loro sicuramente si aspettavano una corsa (e sono in campo anche con una formazione molto pesante sulla linea e con poco personale nelle secondarie) e mi trovo a giocare un terzo down in cui loro ancora non sanno cosa aspettarsi.

2c-Lancio e mi intercettano e farò la figura del coglione.

Probabilmente il punto 1c e il punto 2c hanno quasi pari possibilità di accadere: Lynch, in regular season, quest’anno ha fatto 4 fumble su 317 tocchi (1,2%), Wilson, nelle stesse partite, 7 intercetti su 452 lanci tentati (1,5%), l’NFC Championship non è un termine di paragone onesto da prendere e resta comunque un QB che in questi primi anni ha sempre fatto delle sue letture pre e post snap uno dei suoi principali pregi. Il fatto che New England non abbia chiamato timeout e non abbia nemmeno cambiato il personale (pur avendone il tempo) ha invogliato l’OC Bevell o lo stesso Carroll a premere il grilletto su una azione di lancio. Resto convinto che pur perdendo in dinamicità nelle chiamate successive, correre con il Lynch di quest’anno e di questo mese fosse la mossa che mi garantiva la maggior probabilità di successo (al di là del 3rd&1 giocato e non convertito nel terzo quarto, ecco magari lì potevano osare e giocarsi il quarto down e ora il punteggio sarebbe stato diverso, io c’ho pensato, Carroll evidentemente no.), ma lanciare poteva anche essere una scelta non del tutto irrazionale come in presa diretta m’è sembrata, una scelta che è stata successiva a quella di Belichick di non chiamare timeout, anch’essa assurda a caldo, ma strategicamente intrigante a freddo, al di là di quella che è stata poi l’esecuzione della giocata.

Ecco perché poi ci piace parlare di scelte, ragionarci sopra, fingersi degli HC (uscendo inevitabilmente ridicolizzati da questi che respirano il loro lavoro ogni singolo momento della loro esistenza), ma alla fine arriva il momento di fare la giocata o di subirla:

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Wilson può aver sbagliato, tira comunque una discreta fucilata, lo spot della palla è troppo interno? Sono davvero questione di centimetri. Bevell dà la colpa a Lockette, forse è stato troppo soft nel taglio e nel lottare per la palla, a quel punto anche un incompleto andava bene, ovviamente. Però al di là di tutto, la foto sopra è imbarazzante nel senso positivo e ritorna “Butler” che avevamo messo in stand by: quelle sono 5 yard di separazione tra i due, Wilson guarda fisso su Lockette, che è il primo obiettivo di questo schema e gli sembra libero, l’undrafted Butler è quasi nascosto dietro all’altra coppia che si è formata su quel lato, ci vuole una giocata atleticamente assurda per arrivare a contestare quel pallone, figurarsi ad anticiparlo e ad intercettarlo.

Alla fine, come spesso accade nello sport, e nel football in particolare, è stato un domino: Belichick s’è preso un rischio, Carroll ha rilanciato con un rischio ancora più alto, Butler s’è scoperto superman ed ha fatto la giocata della vita, con buona pace dell’amicizia tra Tyree e Kearse. Ci immaginavamo un Super Bowl equilibrato, alla fine l’ultima tessera del domino rimasta in piedi è stata quella dei Patriots, sorretta da un imprevedibile protagonista e tutto questo nel minuto finale, ma quanto ci piace il football?

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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8 risposte

  1. Aggiungo una nota sfruttando l’ottima immagine. Se Lockette avesse ricevuto sulla linea di goal o direttamente in endzone c’erano gli estremi di una interferenza dell’attacco visto il blocco portato dal ricevitore di Seattle.
    Finchè la ricezione avviene sulla o dietro la linea di scrimmage il blocco è lecito, altrimenti non lo è più.
    Da qui a dire che ci sarebbe stata la flag in terra passa un oceano, mi piaceva far notare il particolare 🙂

    • azazelli ha detto:

      Ammetto che m’è venuto pensato il dubbio, perché su questi blocchi/screen/pick io ancora faccio fatica a destreggiarmi a livello di regolamento 😀 sei stato chiarissimo. Thanks!

  2. angyair ha detto:

    Per me parte, e finisce, tutto con la grande azione di Butler che riconosce immediatamente l’azione e parte direttamente per la slant senza pensare ad altro, il resto è, solo, contorno a questa splendida azione difensiva.
    A correndo molto bravo anche Browner che distrugge allo snap la traccia di Kearse e gli impedisce anche di disturbare con il suo movimento l’intervento di Butler.

  3. piescic ha detto:

    Quanto può essere probabile che Wilson abbia chiamato un’altra azione una volta sulla linea di scrimmage?
    Quanto può essere vera la storia che si voleva far risaltare il “buono” Wilson rispetto al “cattivo” Lynch sull’ultima giocata?

    • angyair ha detto:

      Da quello che si vede nessuna probabilità, non c’è niente che faccia supporre un audible: la chiamata era quella e la disposizione della difesa sembrava, e sottolineo sembrava, dire che fosse anche la chiamata giusta.
      Sull’altra ipotesi….considerando che prima del SB sono usciti rumors che dicevano che i Seahawks avevano fatto una grossa proposta di estensine a Lynch…non mi sembra molto veroisimile, specie perché ti stai giocando un Super Bowl.

  4. Andy65 ha detto:

    Grande articolo, grazie.

  1. 19 Maggio 2016

    […] a proposito di tattica e di pezzi pubblicati nei primi 5 mesi giusto citare anche “The play call”, l’analisi del gioco che ha deciso il Super Bowl 49, con l’intercetto di Butler sulla […]

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