Vuelta a Espana 2015 – I Favoriti

THE PELOTON ON STAGE SIXTEEN OF THE TOUR OF SPAIN

Il percorso di questa Vuelta sarà anche un po’ schizofrenico, ma il campo partenti è cinque stelle lusso. Ci sono ben 4 precedenti vincitori di Grandi Giri, più innumerevoli podi. Certo, molti dei favoriti arrivano direttamente dal Tour e sono dunque in condizioni di forma da decifrare, ma con così tanti campioni al via lo spettacolo è pressoché assicurato. L’Astana ci arriva addirittura con tre possibili capitani, mentre Sky e Movistar sulla carta appaiono vulnerabili rispetto alle corazzate della Grande Boucle.

Come spesso accade alla Vuelta, sarà interessante valutare il rendimento di qualche giovane a cui finalmente viene data la chance di correre per sé. Occhio infine ai cacciatori di tappe, che useranno la corsa spagnola per prepararsi al mondiale americano.

I Favoriti

Chris Froome (Team Sky) – Dopo il Tour non l’abbiamo ovviamente più visto in corsa, ma i ben informati ci dicono che sin dai festeggiamenti di Parigi la sua testa fosse già alla Vuelta, una corsa che ha già disputato tre volte finendo secondo, quarto e secondo. Nella storia del ciclismo solo Hinault (1978) ed Anquetil (1963) sono riusciti a fare doppietta Vuelta-Tour quando la corsa spagnola però era posta ad inizio stagione. Dal 1995, con la nuova collocazione a fine estate, solo altri tre vincitori del Tour si sono presentati al via dell’ultimo dei tre Grandi Giri: Oscar Pereiro Sio (nel 2006, poi giunto 49esimo), Carlos Sastre (2008, poi terzo) ed Andy Schleck (2010, ritiratosi alla decima tappa). Il “keniano bianco” di solito va in calando nella terza settimana, ma non dovrebbe essere un problema con questo percorso. Se Movistar ed Astana dovessero pasticciare ancora con le proprie frecce (ed i presupposti ci sono tutti), potrebbe avere più chance di quante ne abbia avute Contador quest’anno nella doppietta Giro-Tour.

Alejandro Valverde (Movistar Team) – A 35 anni suonati ha messo insieme probabilmente la miglior stagione in carriera. Con l’anelato podio al Tour ormai in bacheca è pronto all’ultimo assalto alla corsa di casa, quella Vuelta già vinta nel 2009. Ci arriva in condizioni ottimali, se è vero che ha usato il Tour più come corsa di preparazione che come reale obiettivo dell’anno. La prima settimana gli si addice tremendamente, mentre dovrà difendersi sulle montagne più toste, magari con l’aiuto di uno scudiero di lusso come Quintana.

Fabio Aru (Astana Pro Team) – Sulla carta è lui il capitano designato dello squadrone kazako, ma stavolta più che mai sarà la strada a stabilire le gerarchie. Tutti all’arrembaggio e chi primo arriva meglio alloggia, insomma. Aru ha avuto quest’obiettivo in testa per tutta la stagione e in Polonia ha già mostrato una condizione invidiabile. Di norma non brilla sulle pendenze più aspre, che alla Vuelta abbondano, ma ci sono anche tante salite più equilibrate dove potrà provare i suoi allunghi devastanti. E’ il più fresco dei favoriti e ha la squadra più forte.

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Pronti a vincere

Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) – Deve provare a salvare una stagione quasi fallimentare e ha solo due occasioni: questa e il Giro di Lombardia. Alla Vuelta arriva da battitore libero, forse in appoggio a Fabio Aru, forse pronto a prenderne il posto da capitano con un colpo di mano già alla prima settimana. Il carisma non gli manca, il coraggio nemmeno. Bisogna solo capire se finalmente ha raggiunto un livello di forma comparabile a quello messo in mostra nel 2013 al Giro o l’anno scorso al Tour. In quel caso per me è il favorito numero uno.

Nairo Quintana (Movistar Team) – Se l’ultima settimana del Tour è indicatore di qualcosa, il colombiano potrebbe arrivare a inizio Vuelta nelle migliori condizioni possibili. E’ vero che di solito lui ha il picco di forma alla fine dei Grandi Giri, ma con questo percorso non può assolutamente permetterselo. Unzue dice che farà il gregario di lusso per Valverde, ma non è scontato che il murciano sia all’altezza della situazione nei tapponi della seconda settimana. Anche qui, decide la strada.

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Quelchepassa Outsider

Tejay Van Garderen (BMC Racing Team) – Il pupillo di aza non può mancare in nessuna delle nostre preview (stiamo valutando se metterlo anche tra i favoriti per l’Heisman Trohpy) e va detto che quando si è ritirato dal Tour, ne era sul podio virtuale. La scena ha straziato un po’ tutti, quindi vogliamo esser buoni e dargli una chance di podio. Ci sarà sempre Samu Sanchez al suo fianco, uno che le strade spagnole le conosce molto bene.

Joaquim Rodriguez (Team Katusha) – Esce da un Tour de France di alti e bassi. Mai in classifica, ma con ben due squilli sul muro di Huy e a Plateau de Beille. A San Sebastian è arrivato quinto (ma di più è difficile sapere di quella corsa). Capiremo presto se uscirà di classifica per puntare alle tante tappe adatte a lui o se proverà l’assalto ad un podio che però vede pretendenti molto più pronti.

Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale) – Lo scalatore lucano aveva cominciato fortissimo in primavera, ma ha poi dovuto rinunciare alle ambizioni di podio al Giro per l’orrenda caduta nella terza tappa. Il percorso gli si addice molto ed è probabilmente il più fresco tra tutti i favoriti. Dovrà difendersi nell’ultima settimana, con la crono lunga e i tanti arrivi in discesa che sono il suo vero punto debole.

Mikel Landa (Astana Pro Team) – lui dice che non è in forma, l’Astana dice che andrà a fare il gregario, però al Giro questo è sembrato il miglior scalatore del mondo, pochi cazzi. Può arrivare primo, come cinquantesimo.

Rafal Majka (Tinkoff – Saxo) – Quest’anno non ha avuto molte chance di correre per se stesso, ma ha messo una firma d’autore sulla tappa del Tourmalet in Francia. Settimo al Giro 2013, sesto l’anno scorso, ha già dimostrato di essere uomo da Grandi Giri, ma non ha mai dato la sensazione di poter stare con i migliori in salita. Questa è la prova del nove. Se deve fare il grande salto probabilmente è adesso.

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Per le tappe

Non sono molti i velocisti al via di questa Vuelta, il che non è una sorpresa considerato il percorso. Il favorito per gli arrivi in volata è certamente Nacer Bouhanni, che oltre a grande potenza ha fatto vedere di poter superare anche qualche colle. Il suo unico rivale credibile, sulla carta, è John Degenkolb. Tra chi potrebbe dar fastidio c’è qualche italiano, tra cui Matteo Pelucchi e il sempre piazzato Kristian Sbaragli (a quota 21 top10 stagionali senza vittorie). Vediamo anche cosa sapranno fare i giovanissimi Caleb Ewan, classe ’94 alla sua prima esperienza in un GT, e Danny Van Poppel.

Per gli arrivi più difficili c’è curiosità intorno a Sergio Henao, che dopo anni di sfighe e infortuni sembra tornato ad ottimi livelli e potrebbe anche essere uomo da classifica se Froome non ne ha. Dan MartinSimon Gerrans e Dani Moreno cercheranno gloria sui tanti muri spagnoli, dove poteva farsi vedere anche Carlos Betancur, che la AG2R ha però lasciato a casa (sempre più enigmatica la sua gestione), mentre Giovanni Visconti dovrà sfruttare qualche tappa mossa, magari nell’ultima settimana. Senza dimenticare Fabian Cancellara, che dopo l’abbandono al Tour, cerca di ritrovare la condizione in vista del Mondiale. Magari provando a vincere la crono, il cui favorito è però Tom Dumoulin, altro deluso della Grande Boucle, nella quale stava volando prima di cadere.

Nelle fughe della prima ora speriamo di vedere tanti Lotto NL, che altrimenti non si sa cosa farà per ventuno giorni: Tom Van Asbroeck è discretamente veloce, mentre George Bennet e Mike Teunissen possono reggere anche qualche strappo. Chi non si risparmierà di sicuro è Pierre Rolland, uno che è capace di uscire e rientrare in classifica a giorni alterni grazie alle fughe. La Cannondale punta ancora su Andrew Talansky per la generale, mentre noi lo vediamo più da vittoria di tappa. Altri corridori che vedremo spesso in fuga sono Sylvain Chavanel, Amets Txurruka, Lawson Craddock, Kenny Ellisonde, Kristijan Durasek e l’inossidabile Adam Hansen.

E poi va beh c’è Peter Sagan, che può vincere in volata, sui muri, in discesa, sul pavé o scappando da lontano. O arrivare secondo in tutti questi modi.

Giovani e belli

Johan Chaves (Orica GreenEDGE) – Ci raccontano della sua possibile esplosione da ormai qualche anno, ed è ormai tempo che ci faccia vedere di che pasta è fatto. Fermo contro il tempo, ma in montagna può stare coi migliori.

Louis Meintjes (MTN – Qhubeka) – Quest’anno l’obiettivo doveva essere il Tour, ma è stato costretto al ritiro prima di Parigi dopo aver combattuto a lungo con un malanno. Ci riprova quindi alla Vuelta, sperando che la condizione arrivi man mano.

Joseph Dombrowski (Cannondale – Garmin) – Tre anni fa questo dava la paga a tutti tra gli U23, anche a Fabio Aru. Passato pro è letteralmente scomparso per due stagioni, salvo ripigliarsi quest’anno con la vittoria al Tour of Utah e un quarto posto al California. Classe ’91, al primo appuntamento con un Grande Giro.

Albo d’oro

2014 | Alberto Contador

2013 | Chris Horner

2012 | Alberto Contador

2011 | Juan Jose Cobo

2010 | Vincenzo Nibali

2009 | Alejandro Valverde

2008 | Alberto Contador

2007 | Denis Menchov

2006 | Aleksandr Vinokurov

2005 | Roberto Heras

2004 | Roberto Heras

2003 | Roberto Heras

Twitter

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