Washington Redskins 2015 – To Griffin or not to Griffin

Illuminato o accecato?

Illuminato o accecato?

La cavalcata del 2012 con la vittoria della division e l’approdo ai playoff sembrava il punto di partenza di un volo pieno di successi, l’aereo guidato da RG3 si è però schiantato assieme al suo ginocchio poco dopo le fasi di decollo e quella stagione resta una mosca bianca immersa tra altre 6 stagioni in cui le vittorie non sono mai state superiori a 6.

Molto si può discutere sulle responsabilità per quell’infortunio, il recupero fu visibilmente affrettato con un Cousins che stava giocando decentemente, ma parliamo comunque di playoff, una sorta di rarità per i Redskins degli ultimi 15 anni ed evidentemente poterseli giocare con il proprio giocatore copertina era un’occasione in cui la gallina domani non era così affascinante quanto un uovo oggi. Chiaro che a posteriori, con 7 vittorie complessive nelle successive due stagioni, il parere su quell’azzardo è totalmente cambiato, come è cambiato il giudizio che si poteva dare sulla trade che ha portato Griffin nella capitale, un movimento che nella stagione da rookie vedeva i Redskins come quasi dei geni ed ora invece è motivo di scherno per tutta la dirigenza e per il coaching staff che aveva premuto il bottone per mandare un paio di draft a St. Louis, coaching staff poi non a caso defenestrato.

OFFENSE

Se l’infortunio è stato provocato da una giustificabile voglia di vittoria, la gestione successiva prima da parte di Shanahan poi con l’arrivo di Jay Gruden è stata delirante, ai limiti della patologia. Specie durante la scorsa stagione uscivano a giorni alterni dichiarazioni che tendevano a smentire ogni volta quelle strettamente precedenti. Ovviamente il nuovo HC premeva per scaricare un giocatore che non è parso più lo stesso dopo l’infortunio (con un recupero ancora una volta raffazzonato nella stagione 2013), mentre la dirigenza, nella figura dell’owner Dan Snyder, non nuovo a queste incursioni, puntava su un rilancio di un investimento davvero oneroso (sempre citando la trade di cui sopra, dal punto di vista economico invece il suo contratto sinora è stato contenuto, sfruttando l’accordo “da rookie” il quale però è agli sgoccioli).

La cosa ancora più illogica è che pur non essendo per nulla contenti di quanto visto l’anno scorso, sia da Griffin, ma anche da Kirk Cousins e da Colt McCoy, quest’anno il reparto di QB è rimasto inalterato, con la concreta possibilità di ritrovarci ancora una volta con la solita saga del cambio di QB a stagione in corso e con l’idea di non avere alcuna fiducia in nessuno di essi. Griffin a quanto pare (fino alla prossima smentita) sarà il titolare almeno alla week 1 e professa di sentirsi così in forma come mai negli ultimi 2 anni, non che ci volesse molto… Va però sottolineato che con la stagione ormai andata e con poca pressione e poco da perdere, l’ex QB di Baylor nelle ultime partite del 2014 qualche sprazzo di buona gestione e buona esecuzione l’abbia mostrato nel trittico contro gli avversari divisionali che ha concluso la regular season.

Primo passo per dare una (ultima?) reale chance a RG3 sarà la protezione: risulta quasi inutile guardare quanto fatto l’anno scorso, visto che si sono toccati punte di rendimento tra le peggiori della lega in ogni singolo aspetto del gioco. La OL non fa quindi eccezione. Quest’anno si riparte dalla scelta di primo giro Brandon Scherff classico uomo di linea offensiva in uscita dai college della Big10; per puntellare ulteriormente il quintetto e per dare un po’ di profondità che in effetti mancava è arrivata al quarto giro anche una guardia, da Alabama, Aire Kouandjio. Il reparto (ma in generale tutto l’attacco) comunque si fonderà sulle prestazioni di Trent Williams, che resta il vero (ed unico) fuoriclasse attorno al quale però costruire tutto il resto, mentre Morgan Moses (terzo giro dell’anno scorso) non ha convinto, ma quanto meno allunga un po’ la rotazione sugli esterni della linea.

Alfred Morris (e più in generale il running game) sono stati il segreto peggio custodito della stagione vincente di cui si parlava in apertura, tornare ad essere dominanti nei giochi di corsa è la via più semplice per invertire il trend che sta pericolosamente portando la squadra verso la prima assoluta ai prossimi draft. A proposito di trend, Morris è nel pieno dei suoi anni atletici migliori (26), ma nelle tre stagioni tra i pro è andato costantemente calando un po’ ovunque (numero di portate, numero di yard, media per corsa), Washington non a caso, dopo aver perso Helu (ora ad Oakland) e Royster (ora a spasso), ha deciso di aggiungere un RB molto interessante, quel Matt Jones, terzo giro da Florida, che alcuni paragonano a Marshawn Lynch, almeno come stile di gioco, e che potrà tranquillamente alternarsi al titolare e dare freschezza al running game. Mancherebbe il giocatore di complemento (quello che appunto era Helu nelle ultime stagioni), ruolo in cui verrà provato soprattutto Silas Redd, per ora poco visto all’opera nella sua prima stagione tra i pro.

Il numero, il ruolo, il modo di interpretarlo e le treccine sono le stesse: Matt Jones sarà come Marion Barber o come Marshawn Lynch?

Il numero, il ruolo, il modo di interpretarlo e le treccine sono le stesse: Matt Jones sarà come Marion Barber o come Marshawn Lynch?

Dopo il trambusto creato dall’arrivo di DeSean Jackson (che l’anno scorso ha avuto anche modo di rendersi ancor più odiato dai suoi ex tifosi di Philadelphia), in questa offseason il reparto dei ricevitori vedrà giocare ancora gli stessi interpreti: Pierre Garcon (906 snap), DeSean Jackson (784) e Andre Roberts (721) hanno lasciato le briciole (sotto forma di acciacchi fisici) agli altri, se si considera che il quarto e il quinto in classifica per snap giocati tra i ricevitori sono Ryan Grant (187) e Santana Moss (133). Proprio quest’ultimo, il veterano di mille battaglie, sembra arrivato al capolinea dopo una stagione con soli 15 target e 116 yard totali ricevute. Per un 36enne che a breve dovrebbe salutare, un 22enne che inizia la sua carriera dopo essere uscito da Duke ed essere stato selezionato proprio da Washington al quarto giro: Jamison Crowder ricorda in qualche modo fisicamente Santana Moss, ma almeno per l’inizio tra i pro il suo ruolo sarà di ritornatore (soprattutto punt) e poco altro.

I tre ricevitori principali comunque forniscono un reparto piuttosto completo (seppur non molto profondo), a loro si potrà aggiungere un target davvero molto interessante come il TE Jordan Reed, che sinora solo gli infortuni hanno potuto tenere lontano dall’essere considerato tra i migliori interpreti del ruolo.

DEFENSE

Se la copertina del fallimento di queste ultime stagioni se l’è conquistata Griffin, quando poi vai a leggere il libro scopri che i co-protagonisti sono stati tanti: oltre al duo già citato Snyder/Gruden, una parte importante in questo romanzo della sconfitta ce l’hanno molti dei giocatori scesi in campo nella fase difensiva. Il consueto rimescolamento della squadra ha colpito praticamente ogni reparto a partire dalla linea difensiva che è stata rifondata: s’è salvato solo Jason Hatcher, forte anche di una stagione molto positiva a livello personale, la prima a Washington dopo otto passate ai rivali Cowboys.

Attorno a lui sono arrivati Stephen Paea, Ricky Jean-Francois e Terrance Knighton. Quest’ultimo sperano ai Redskins sia il NT che non è riuscito ad essere Barry Cofield, il fatto di averlo firmato solo per un anno a 4 milioni dovrebbe essere uno stimolo in più per migliorare il suo valore e trascinare quello dell’intera difesa verso vette significative.

È indubbio che in una 3-4, di qualsiasi stampo sia, il ruolo degli OLB è fondamentale: i Redskins, a ragione, erano convinti che un reparto composta da Kerrigan ed Orakpo potesse rappresentare al meglio questo concetto di centralità strategica nei piani difensivi. La coppia però è scoppiata questa offseason, con Brian Orakpo che dapprima ha saltato buona parte della scorsa stagione per infortunio (il secondo season ending in carriera in 6 anni) e poi è stato sacrificato sull’altare del salary cap, andando a prendersi dei bei soldi in Tennessee (27 milioni in 4 anni). Kerrigan è così rimasto un po’ più solo: Trent Murphy era stato selezionato l’anno scorso al secondo giro proprio nell’ottica di sostituire un Orakpo che difficilmente sarebbe stato taggato nuovamente, ma specie in pass rush ha mostrato alcune difficoltà. Quest’anno è stato aggiunto Preston Smith da Mississippi St., preso al secondo giro, che però tatticamente forse assomiglia più ad un uomo di linea (anche in una 3-4) piuttosto che ad un outside LB: prima di capire se potrà essere produttivo (e le qualità atletiche ci sono tutte affinché possa esserlo), il coaching staff dovrà decidere come.

Per il ruolo di ILB si insisterà su Perry Riley e Keenan Robinson: entrambi sotto i 30 anni, hanno dimostrato maggiore efficacia come giocatori fantasy che come LB solidi sui quali puntare ad occhi chiusi, ma dietro a loro c’è ben poco che possa insidiarli.

Tre dei quattro “titolari” del reparto delle secondarie saranno nuovi: completamente rivoluzionata la coppia delle safety; Dashon Goldson e il suo contratto spropositato per quanto mostrato a Tampa (41 milioni in 5 anni) sono arrivati grazie ad una trade che ha visti coinvolti dei pick del terzo giorno durante il draft: dopo due annate decisamente disastrose in Florida la speranza per i Redskins è che possano rivedere il bel giocatore visto nella difesa di San Francisco. Affianco a lui Duke Ihenacho teoricamente non è una novità, ma, se dovesse fare la squadra, lo sarebbe visto la pressoché totale assenza dai campi da gioco nella passata stagione. In realtà il ruolo di SS titolare dovrebbe toccare a Jeron Johnson, giocatore di 27 anni che sinora ha dato solo dei gran colpi negli special team di Seattle. Per entrambi far meglio di uno spento (e poi ritiratosi) Ryan Clark non sarà comunque impresa impossibile.

A Washington vogliono il Goldson formato 49ers

A Washington vogliono il Goldson formato 49ers

A proposito di ex 49ers, Goldson non è il solo a poter contare nel proprio curriculum una esperienza con Jim Harbaugh: sarà Chris Culliver il CB che dovrà elevare le coperture sui WR avversari, l’anno scorso spesso controllati a vista dai vari DeAngelo Hall, David Amerson e Bashaud Breeland, il problema quindi non è tanto se Culliver sarà capace di ripetersi anche fuori dalla baia, ma piuttosto che i 3 CB disastrosi nella passata stagione saranno ancora a roster.

COACHING STAFF

La difesa ha reso al di sotto di quanto speso ed investito in questi anni, era quindi inevitabile il siluramento di Jim Haslett (ora consulente a Penn State) al suo posto si registra l’arrivo di Joe Barry (genero d’arte, visto il grado di parentela con Rod Marinelli). Barry vanta nel suo CV esperienze come allenatore dei LB ai Bucs (2009), ai Trojans di USC (2010) ed infine dal 2011 al 2014 ai Chargers. Pur restando una 3-4, saranno diversi i principi che muoveranno il front 7, soprattutto su questo si punta per avere un rendimento migliore specie dai giocatori che sono rimasti. Per l’attacco invece sarà ancora tutto nelle mani di Jay Gruden (con la riconferma anche dell’OC Sean McVay) e questo forse lascia meno tranquilli. Anche se sarà interessante vedere l’impatto che avrà soprattutto sulla OL l’acquisizione del nuovo assistente Bill Callahan, che due parole anche sui game plan offensivi potrebbe metterle, praticamente lo stesso percorso che ha avuto negli ultimi anni a Dallas, dove OL prima e attacco in generale poi pare ne abbiano giovato e non poco.

PREDICTION

Al di là del mio amore smisurato per Robert Griffin Terzo che mi fa predire una vittoria divisionale se il QB dovesse tornare su livelli fisici e psichici decenti, oggettivamente questa squadra farà molta fatica a migliorare quanto visto l’anno scorso: queste lotte interne o comunque una gestione quasi schizofrenica di molti aspetti riguardanti il personale sono il vero collo di bottiglia per i successi dei Redskins. Sarà un’altra stagione di transizione in cui il fondo della lega sarà più vicino ai posti che regalano la post season.

CLICCA per ingrandire (roster da OURLADS.COM, schedule da CBSSPORTS.COM)

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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10 risposte

  1. Gippy Gitan ha detto:

    Ragazzi, devo far notare che Barry è stato agli USC Trojans e non certo a UCLA.. Per altro due college con accesissima rivalità! AHAHAH!

    Per il resto bel pezzo! Concordo su tutto, compreso l’amore per RGIII

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