Atene 2004: l’eterna sfida tra Valentina Vezzali e Giovanna Trillini

Dopo lo “sgarbo” del 96 con le Olimpiadi del centenario date ad Atlanta, il CIO cercò di riparare affidando alla capitale greca l’edizione del 2004, sconfiggendo al ballottaggio finale la nostra Roma, ma visti i risultati a 12 anni di distanza molti greci si chiedono ancora se non fosse stato meglio che il comitato olimpico si fosse fatto i fatti propri. Si tornava comunque in Europa, ad un fuso orario più semplice da gestire e ad un mese, agosto, che aiutava a poter seguire quanto più possibile in TV, specie essendo quasi alla fine di un tortuoso percorso universitario.

Furono le Olimpiadi di Ian Thorpe e Michael Phelps in piscina, della caduta de “il fu Dream Team” nel basket, della falcata regale del marocchino Hicham El Guerrouj in pista che vinse 1500 e 5000 metri e della russa Elena Isinbaeva che vinse l’asta con il nuovo record del mondo. Forse per la vicinanza, la spedizione italiana fu molto fortunata in diverse discipline: facemmo la scoperta di una giovane Federica Pellegrini (prossima portabandiera a Rio 2016) che vinse l’argento nei 200m stile libero, seguimmo la straordinaria avventura dell’Italbasket che arrivò ad un insperato argento guidata soprattutto dalla pazza regia di Gianmarco Pozzecco e dai tiri ignoranti di Gianluca Basile, soffrimmo ancora una volta per la sconfitta in finale del volley maschile, trovammo quasi “scontata” la vittoria nel ciclismo su strada uomini del “Grillo” Bettini, probabilmente il nostro miglior ciclista da gare di un giorno della storia, festeggiammo gli argenti degli eterni Antonio Rossi e Iosefa Idem nella canoa, esaltammo la classe cristallina di Igor Cassina nella sbarra (oro grazie anche a quello che poi verrà chiamato “movimento Cassina”) e salutammo l’immensa carriera di Jury Chechi con un bronzo, trovammo irresistibile la semplicità del nostro “Gugliemo Tell” Marco Galiazzo che vinse l’oro nel tiro con l’arco e, dopo l’oro nella 20km di marcia di Ivano Brugnetti e il bronzo nell’asta di Giuseppe Gibilisco, chiudemmo le Olimpiadi con la vittoria più prestigiosa nella gara simbolo di un’Olimpiade, specie se in Grecia: Stefano Baldini tagliò per primo il traguardo di coloro che partendo da Maratona arrivarono al Panathinaiko Stadium.

Stefano Baldini taglia il traguardo della maratona

Stefano Baldini taglia il traguardo della maratona

Ma soprattutto quella fu l’edizione in cui la scherma italiana fece la parte del cannibale dominando il medagliere: argento e bronzo nel fioretto maschile individuale con Salvatore Sanzo e Andrea Cassarà, oro nel fioretto maschile a squadre (con l’aggiunta di Simone Vanni), oro nella sciabola maschile con l’istrionico Aldo Montano, argento nella prova a squadre (con l’aggiunta di Luigi Tarantino e Raffaele Pastore) e poi la solita sfida nel fioretto femminile tra Valentina Vezzali e Giovanna Trillini in finale (la prova a squadre non c’era in questa edizione).

Ancora una volta Giovanna contro Valentina, Trillini contro Vezzali, come tante volte è successo durante la loro carriera. Entrambe di Jesi, dove c’è una scuola fiorettistica incredibile (città più medagliata sulla Terra nella storia delle Olimpiadi, con il suo palmarès che annovera ben 22 medaglie, di cui 14 d’oro, 2 d’argento e 6 di bronzo), hanno incrociato così tante volte le lame che penso si conoscano meglio dei loro rispettivi genitori. Giovanna è di 4 anni più grande, ha iniziato prima e forse anche per questo ha rappresentato un grande stimolo per la sua giovane concittadina che voleva batterla, ma forse questo non serviva lo stesso perché Valentina è stata sempre caratterizzata da un’incredibile voglia di vincere, in qualsiasi momento e contro qualsiasi avversario, fosse anche una dimostrazione non agonistica.

E non è che Giovanna le sia stata di meno eh: 5 partecipazioni olimpiche, sempre a medaglia (4 ori, un argento e 3 bronzi tra individuale e squadra), portabandiera ad Atlanta 96 (l’altra lo è stata a Londra 2012) e poi la straordinaria avventura di Barcellona 92 quando gareggiò e vinse con un vistoso tutore al ginocchio perché si era semplicemente rotta un legamento: bazzecola che non poteva ovviamente impedirle di partecipare ad un’Olimpiade. Il suo palmares considerando anche Mondiali (9 ori, 5 argenti e 5 bronzi) e Coppa del Mondo è troppo lungo per essere riportato interamente, basti pensare alle 39 vittorie di tappa in Coppa del Mondo con 4 vittorie totali e sette secondi posti. E sapete dietro chi sono arrivati quei secondi posti? Si, avete indovinato, la sua concittadina Valentina Vezzali.

Se la Vezzali si fosse dedicata ad un altro sport o semplicemente ad un’arma arma della scherma staremmo probabilmente parlando della più forte schermitrice della storia senza troppi dubbi. Ed invece Giovanna ha avuto la “sfortuna” di trovarsi nello stesso periodo di una leggermente più brava di lei che l’ha fatta alla fine sembrare meno forte di quello che effettivamente la Trillini è stata durante tutta la sua carriera.

Probabilmente però il contributo della Trillini è stato decisivo per le vittorie di squadra nel fioretto perché è stata lei il collante dei vari Dream Team che si sono succeduti, lei che riusciva a smussare gli angoli di tutte e a mettere i punti decisivi quando la situazione poteva sfuggire di mano grazia alla sua calma, alla sua tranquillità che nascondeva però una feroce determinazione. Anche perché non era semplice essere avversaria e compagna della Vezzali, così forte da essere quasi antipatica, che un momento prima ti batteva rovinandoti un sogno e un momento dopo era di fianco a te a gareggiare e dovevi fare il tifo per lei.

Nove medaglie olimpiche (6 ori, 1 argento e due bronzi), 11 Coppe del Mondo e 26 medaglie mondiali (16, 6, 4) però fanno sembrare misero qualsiasi palmares anche quello che in fin dei conti è il secondo italiano in assoluto ai giochi olimpici, ma la Vezzali rappresenta semplicemente la più forte atleta degli sport olimpici italiani, e forse anche in assoluto, senza per altro rinunciare ad essere donna e mamma durante il suo prime (per dire…ha partecipato ai mondiali di Budapest del 2013 dopo  83 giorni dalla nascita del suo secondogenito Andrea).

Valentina Vezzali e Giovanna Trillini in uno dei tanti festeggiamenti insieme

Valentina Vezzali e Giovanna Trillini in uno dei tanti festeggiamenti insieme

Barcellona 92 alla Trillini, Atlanta 96 a nessuna delle due beffate dalla rumena Laura Badea, Sidney 2000 alla Vezzali, la finale di Atene era da considerarsi quasi uno spareggio per definire la migliore: avrebbe prevalso ancora una volta Valentina o questa volta Giovanna avrebbe fatto fruttare la maggiore esperienza? Di sicuro noi potevano goderci uno spettacolo di altissimo livello con la sicurezza che tanto oro e argento sarebbero stati nostri.

La Vezzali aveva dovuto sudare parecchio in semifinale per battere la polacca Sylwia Gruchala (15-13 il punteggio finale), mentre la Trillini aveva semplicemente dominato l’ungherese Aida Mohamed (15-7). L’inizio è molto tattico, d’altronde si conoscono a menadito abbiamo già detto, la posta in palio è alta, gli occhi di tutti su di loro. E poi l’atmosfera intorno alla pedana è strana…c’è molto silenzio, poco tifo, i compagni di squadra e lo staff italiano non vuole fare uno sgarbo a nessuna delle due. Anche la telecronaca è più soft del solito.

Prima uno a uno, poi in vantaggio prima una e poi l’altra, sempre comunque nel segno dell’equilibrio, con nessuna delle due che riesce ad andare avanti. La sfida è lenta, molto cerebrale, si arriva all’inizio del terzo tempo, l’ultimo, con la Vezzali in vantaggio per 8 a 7. A 2minuti dalla fine si porta sul 9-7 e poi subito dopo sul 10-7. Giovanna sente che l’oro gli sta sfuggendo di mano, deve forzare perchè il tempo inizia a scarseggiare, ma facendo così si scopre ai micidiali parata e risposta della concittadina.

La Vezzali sale sul +4, la Trillini cerca di reagire, chiude all’angolo la compagna ma questa reagisce da grande campionessa qual è: 14-9, una sola stoccato dall’oro. Ma anche Giovanna è una grande campionessa e ha un cuore immenso: uno-due di classe per il 14-11 con il tempo che scorre sempre di più e la consapevolezza che il minimo errore sarebbe fatale. La Vezzali si prende un attimo di pausa con furbizia, il caldo è asfissiante, la fatica si fa sentire sempre più ma l’obiettivo è così vicino…non se lo può far sfuggire.

L’arbitro da il segnale di ripresa, la Trillini fa un passo avanti, un altro…è pronto all’attacco ma quella di fronte è una pantera, l’ha anticipata! Il vantaggio è suo, colpisce bersaglio valido mentre lei non riesce neanche a toccare, forse consapevole ormai che quell’altra l’aveva fregata di nuovo. Quella cara amica….quella terribile nemica…

Valentina capisce subito, appena è partita, che ha preso il tempo a quell’altra, non deve mancare il bersaglio perché non può rischiare di farle prendere entusiasmo. E difatti non fallisce. Si accende la luce rossa: 15-11. Può finalmente dare sfogo alla sua tensione e lancia un grido di gioia senza fine, anche questa volta ha dimostrato di essere la più forte di tutte, anche contro chi la conosce benissimo. Quella cara amica….quella terribile nemica…

Un saluto al pubblico, un saluto all’arbitro, un saluto una all’altra e poi una da una parte a festeggiare con marito e amici e l’altra dal lato opposto lanciando magari qualche imprecazione prima di rendersi conto che comunque quello è un argento olimpico, un’altra medaglia conquistata anche se…ma quella è stata più forte, è più forte.

È tempo di podio, di inno, di sorrisi e di festeggiamenti insieme, da compagne di squadra, da amiche, fino alla prossima volta, quando saranno di nuovo nemiche. Valentina contro Giovanna.

Valentina Vezzali e Giovanna Trillini sul podio

Valentina Vezzali e Giovanna Trillini sul podio

CAPITOLI PRECEDENTI

1 – Seoul 1988

2 – Barcellona 1992

3 – Atlanta 1996

4 – Sidney 2000

CAPITOLI SUCCESSIVI

6 – Pechino 2008

7 – Londra 2012

angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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12 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Chapeu, bel pezzo e ottima descrizione di una rivalità (amicizia non saprei) che penso sia quasi impossibile riscontrare in proporzioni simili altrove.
    Stessa cittadina, stessa generazione, stessa disciplina se vogliamo abbastanza di nicchia, sicuramente molto tecnica e la capacità di ottenere entrambe i massimi allori nello stesso periodo storico, una contro l’altra e poi assieme.
    Sarebbe la sceneggiatura perfetta per un film di Hollywood: se anzichè a Jesi fossero nate in un qualsiasi posto aldilà o aldiqua del Mississippi l’avrebbero già fatto almeno 2 volte… ^_^

  1. 21 Giugno 2016

    […] 5 bronzi (clamoroso quello del fioretto femminile che ci aveva abituato a ben altro) con la solita Vezzali e nella spada Matteo Tagliarol. Anche il tiro diede le sue solite soddisfazioni con 1 oro (Chiara […]

  2. 5 Luglio 2016

    […] femminile che vide Elisa Di Francisca trionfare davanti ad Arianna Errigo e l’inossidabile Valentina Vezzali, le tre inoltre, con l’aiuto di Ilaria Salvatori, vinsero anche la gara femminile, mentre […]

  3. 13 Luglio 2016

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