F1 GP Australia 2016 – Recap

GP Australia, Nico, nessuna sbavatura

Nico, nessuna sbavatura

La Formula 1 sa risorgere dalle ceneri, almeno per ventiquattro ore. Dopo la possibilmente devastante figura del sabato, con il nuovo sistema di qualifica che non ha funzionato, ci offre una gran bella gara, assolutamente degna della levataccia alle quattro e mezza per iniziare con la parata dei piloti. Sì, perché sabato non era stato proprio edificante vedere sventolare due bandiere a scacchi, in Q2 e Q3, nella pista silenziosa.

Lewis Hamilton sbaglia la partenza dalla pole e si prende anche qualche rischio di troppo alla prima esse sfiorando Rosberg, perdendo accelerazione e posti preziosi. La bandiera rossa il giro dopo che aveva appena messo le gomme medie lo fa rimanere ulteriormente nel traffico. Nella battaglia finale per il secondo posto crolla prima Sebastian Vettel, che lo aveva infilato all’inizio con uno scatto eccezionale. Seb imposta la gara nel suo modo preferito, stando davanti e controllando. Lo stop per l’incidente di Alonso gli rovina i piani. Hamilton ha appena messo le medie e andra’ fino in fondo, Nico Rosberg che era sulle soft ne approfitta durante la pausa e passa alle bianche anche lui, come quasi la maggior parte dei piloti. La Ferrari gioca aggressiva rimanendo con le gomme rosse super morbide, nella speranza di riguadagnare lo spazio per l’ultimo pit. Ma il passo non è quello sperato e diventa presto evidente che Nico Rosberg ha la gara in mano. Per qualche giro sembra che Lewis abbia il passo per una rimonta finale, ma Nico è bravo a gestire il suo vantaggio, ben guadagnato con una gara solida, e con la giusta scelta di gomme. È un podio racchiuso in meno di dieci secondi. Esaltante.

La sicurezza della F1 è solida. Il volo di Alonso non si è visto in diretta e sulle prime sembrava che Esteban Gutierrez fosse nella sabbia dopo lo scoppio di una gomma. Ci sono voluti alcuni momenti per capire che più avanti, sul muro, c’era qualcosa di sfasciato. E per fortuna vedere la tuta bianca dello spagnolo che usciva dall’abitacolo rovesciato. Gutierrez ha mostrato la ruggine di un anno senza gare, perdendo di vista la Mclaren che arrivava forte, continuando leggermente a convergere verso sinistra. Fernando ha perso il punto di frenata ingannato dalla scia della nuova Haas F1, ma non aveva più spazio e lo ha centrato in pieno. Momenti drammatici ma per fortuna potrà riderci sopra. Due ex piloti Ferrari hanno causato la bandiera rossa che ha mandato in malora la tattica della Rossa. Ironico.

GP Australia, Alonso e quel che ne resta della sua monoposto

Alonso e quel che ne resta della sua monoposto

L’eroe di casa Daniel Ricciardo chiude quarto un’ottima gara, tentando il tutto per tutto alla fine con le gomme rosse. Pubblico in piedi e applausi per il suo sorpasso su Massa. Il canguro ha comunque rimediato ad una brutta qualifica e a qualche errore di troppo nella fase di preparazione delle prove libere.

Duello all’arma bianca quello tra i ragazzi della Toro Rosso. Max Verstappen scatta bene dalla quinta piazza di una qualifica superba. Ma alla squadra di Faenza decidono di richiamare al pit stop prima Carlos Sainz e il giovane olandese gli rimane invischiato dietro, urlando per radio con l’intento di convincere il team a ordinare a Carlito di farsi da parte. Ma è tenace e bravo lo spagnolo a non mollare. Imposta un’ottima difesa, dovendosi anche occupare di attaccare la Renault del debuttante inglese Joylon Palmer, figlio d’arte. Nel finale il duello diventa rusticano e avvincente, con staccate a ruote fumanti, fino al contatto, con l’arrembante olandese che tampona Sainz e si gira. Per buona sorte di entrambi riescono comunque a chiudere a punti. Schiaffi da bar.

C’era attesa per il debutto della nuova squadra americana in F1. Anche dato il materiale a disposizione: motore e retrotreno targati Ferrari. La qualifica li ha riportati alla realtà con la penultima fila, davanti solo alle Manor. In gara ci ha pensato Romain Grosjean, una volta conosciuto come “il matto della prima curva”, soprannome consegliatogli dai suoi stessi colleghi. Ora solido e maturo. Gli americani sbarcano in F1 con la loro cultura degli ovali, fatti di neutralizzazioni di gara. E alla prima gara azzeccano perfettamente il pit stop all’uscita della safety car piazzando Romain al sesto posto. Il ginevrino poi guida come un diavolo portando l’auto a punti al debutto. Era dal 2002 che ciò non accadeva, fu la Toyota nell’occasione. E in tipico stile a stelle e strisce era già pronta la maglietta finale “No Fear. Haas F1 Team Are Here”.

Alla Williams Felipe Massa mette in ombra per tutto il weekend il compagno Valtteri Bottas, chiudendo quinto una gara ben guidata. Il brasiliano nelle ultime due stagioni in terra australiana era sempre volato fuori alla prima curva. Un passo avanti. Il finlandese dopo una qualifica pessima, si era pure beccato una penalità perché la squadra non aveva consegnato in tempo in direzione gara il foglio con l’assetto della vettura, in termini di angoli delle sospensioni, cosa divenuta obbligatoria dopo i fatti di Spa dello scorso anno.

Punti anche per la Force India di Nico Hulkenberg. L’incredibile Hulk ha avuto anche lui, la gara rovinata dalla bandiera rossa. La sua strategia endurance da un solo pit poteva portare qualcosa in più. Vederlo guidare in mezzo alla lotta è sempre un piacere, se volete vedere delle sbavature, non guardate Hulk, è una macchina da guerra.

GP Australia, Nico Hulk

Nico Hulk

Mi sto dimenticando del Santo Bevitore aka Il Biondino aka Iceman. Kimi Raikkonen ha la sua solita fortuna, inutile dirlo. Gran partenza, copre le spalle a Seb, sembra tutto perfetto. Ho una segreta speranza che possa fregarlo al pit. Rosberg ritorna sotto, ma resiste. Allo stop monta le bianche come le Mercedes, Seb rimane sulle rosse. Dico è fatta, ci va lui sul podio. Poi il motore va arrosto. Mi pare che qualcuno non si muova troppo in fretta mentre le fiamme escono sopra la testa di Kimi, tranquillo vecchio tutto a posto. Il bar è da quella parte.

Fuori dai dieci è battaglia tra miseri. Kevin Magnussen fora subito al primo giro, Le due Sauber sono in estrema difficoltà. Felipe Nasr mai visto e Markus Eriksson ha un giro di passerella perché deve riguadagnare i box con un giro lento per un problema tecnico. Detto di Alonso, alla Mclaren rimane Jenson Button, fiducioso prima del via, ma la gara restituisce un’altra verità. Non sono in fondo, ma la salita è ancora lunga. Alla Manor altri due debuttanti nuovi, Rio Haryanto, indonesiano che avra’ altre venti gare per sollazzarsi con oltre 800 cavalli dietro la schiena, ma poi dovrà passare ad altro. Imbarazzante il suo incidente in pit lane nelle prove di sabato mattina. Pascal Wehrlein, campione in carica DTM, sabato asseriva “ma la gara è domani”. Certo e anche per te saranno venti lunghe gare. Ma al contrario di Rio (non posso usare il soprannome personale che gli ho dato perché contiene una bestemmia) è un pilota Mercedes, quindi potremmo vederlo anche in futuro. Ci manca Sergio Perez, Checo non era presente questo fine settimana, ancora in siesta messicana. Tornerà alla prossima.

Eccellente il podio, con le interviste a carico di Mark Webber. Hamilton è alle spalle di Rosberg intervistato dal buon Mark, prende la bottiglia e fa per iniziare a lavarlo ma Webber lo becca e lo prega di non farlo. Lewis si quieta. Vettel dall’altra parte gli fa la doccia. Ben fatto.

Questo è quello che ho visto dal mio divano. O meglio i ricordi più freschi. Mi sono divertito davvero per due ore. Spero anche voi. Gli ingredienti ci sono. La Mercedes è ancora davanti, ma in gara non di tanto. La Ferrari c’è eccome. Finalmente la libera scelta di gomme da usare, tra tre tipi diversi, permette a ognuno di fare la propria gara. C’è un livello di competizione equilibrato verso l’alto e lo spettacolo non può che giovarne.

PS. E Danil? Chi? Kvjat, il russo de Roma. Non doveva correre con La Red Bull? Ah si, ha dovuto parcheggiare la sua auto prima del via per un problema tecnico, anche se sulle prime sembrava volesse partire con la rincorsa, tanto ve ripijo a tutti! A quel punto invece che rimanere in macchina, ha preferito scendere e andare a gustarsi la gara al bar piuttosto che iniziare la stagione cosi!

Potrebbero interessarti anche...

11 risposte

  1. chinabowl ha detto:

    Direi di no…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *