Il Ciclismo 2016

Il Ciclismo 2016

Lo so, sulla RAI ancora non hanno passato una gara in diretta, ma la stagione ciclistica 2016 è già cominciata. Gare di riscaldamento, buone per gregari e qualche australiano. Buone per farsi un’idea su chi potrebbe essere il prossimo Cavendish o forse il nuovo Ivan Quaranta. Di polvere ne hanno già respirata e ne respireranno ancora nei prossimi giorni. A noi però interessa soprattutto quello che succede da marzo in poi. Si comincia.

Grandi Giri

Seguo il ciclismo da almeno vent’anni e voglio essere sincero: non mi ricordo un’epoca con così tanti corridori da grandi giri eccezionalmente forti. Nibali e Contador hanno già in bacheca la tripletta (impresa riuscita solo ad altri 4 corridori nella storia), Froome è uno che potrebbe vincere tranquillamente 4-5 Tour e Quintana ha già a 25 anni il palmares di un grande corridore. Aggiungici la vecchia guardia spagnola e qualche nuovo fenomeno come Fabio Aru e Mikel Landa: c’è una quantità di talento per quel tipo di corse forse senza precedenti. Mettiamoci comodi, perché non è detto ri-succeda tanto presto.

Al Tour, anche quest’anno, ci andranno i migliori, con l’eccezione notabile di Vincenzo Nibali. Favorito ovviamente Chris Froome, con Nairo Quintana appena un gradino sotto. Dal colombiano è lecito aspettarsi perlomeno l’atteggiamento di chi sa che può vincerlo, un Tour, perché finora è parso più contento di sapersi da podio. Non mi dimentico di Alberto Contador, forse all’ultimo giro di giostra prima del ritiro. L’anno scorso provò a fare la storia, quest’anno bada al sodo, ‘che un’altra Grande Boucle in bacheca ne farebbe di differenza. E poi Fabio Aru, che dopo aver vinto la Vuelta l’anno scorso, si misura coi più grandi con l’obiettivo non nascosto di fare almeno podio.
Il percorso è il migliore degli ultimi anni, e non è che ci volesse molto. Si parte dalla Manche per poi scendere verso i Pirenei, mentre le frazioni decisive saranno sulle Alpi. A metà corsa c’è un’interessante cronomentro di 37 km, oltre alla cronoscalata non durissima verso Megeve. Si conferma la prassi di un Tour che favorisce gli scalatori, con almeno 7 tappe di montagna più un paio di tappe miste, mentre non ci sarà il pavé.

Chi continua a fare un ottimo lavoro nella tracciatura del percorso è RCS, che anche quest’anno ha disegnato un Giro bilanciato, adatto a corridori di tutti i tipi e con 2-3 tappe di livello assoluto. Si parte dall’Olanda con un prologo e due tappe per velocisti, ma la prima settimana in Italia è bella cazzuta con una crono di 40 km per dessert. Nella seconda settimana ci sono due potenziali instant classic (Sestola e Corvara), oltre alla cronoscalata dell’Alpe di Siusi (e qui si poteva fare meglio). Ultima settimana invece un po’ sottotono, con le tappe decisive in territorio francese, e il rischio concreto di annullamento per maltempo, dato che si sale spesso oltre i 2000 mt. Tra i favoriti ovviamente il primo nome che viene in mente è quello di Vincenzo Nibali, ma occhio al novello Sky Mikel Landa e a un Valverde che a 36 anni si misura per la prima volta con la corsa rosa. Tra gli outsider tanti corridori in crescita come Tom Dumoulin, Chaves, Majka e Ilnur Zakarin, oltre ai veterani del Giro Hesjedal, Uran e Kruijswijk.

Nibali al Giro

La Vuelta, come sempre, è difficile da valutare, soprattutto perché si saprà solo più in là nella stagione chi ci andrà, tra giovani rampanti, vecchietti all’ultima chance, caduti e ritirati degli altri GT, ecc. Il percorso rimane un coacervo di muri e strappetti malati, e come al solito difficilmente qualcuno cercherà di fare numeri prima delle tappe finali.

Corse di un giorno

Quando cominciano le Classiche io regredisco allo stato adolescenziale. Parlo poco e quasi sempre a mugugni, non rispondo al telefono e penso alle mie giornate come lunghe cavalcate sul divano in attesa della corsa. Le pietre in particolare mi mandano in estasi: non c’è niente di più bello al mondo che vedere la gente staccarsi in pianura. E tu che gli gridi: cazzo come fai a staccarti? E lui che se ti sentisse ti piglierebbe a bastonate, giustamente.

Già a febbraio si vedrà roba interessante, tra Omloop, Lugano e Kuurne, ma bisogna aspettare marzo per la ghiaia impietosa delle Strade Bianche, che da anni regala sempre due ore di emozioni. A metà marzo ovviamente c’è la Sanremo, che resta con il finale tradizionale Cipressa + Poggio e l’arrivo sulla storica via Roma. I favoriti son quelli: Kristoff, Cavendish, Matthews, ecc. Non ci sarà purtroppo il campione uscente John Degenkolb, vittima di un terribile incidente stradale insieme ai compagni di squadra e costretto a saltare almeno tre mesi di corse, mentre Bonifazio e Cimolai proveranno a confermare i già ottimi piazzamenti dell’anno scorso.

Poi arriva il pavé e ve l’ho detto, io comincio a star male. L’anno scorso poteva essere l’ultimo di Boonen e Cancellara, ma entrambi hanno saltato le corse chiave per infortunio e quindi ci riprovano quest’anno, probabilmente all’ultimo giro di giostra. Chi dovrebbe cominciare a vincere monumento è Peter Sagan, che però ci arriva più leggero rispetto agli anni passati, grazie alla maglia iridata conquistata a Richmond. Certo, la storia non è dalla sua: l’ultimo a vincere una monumento da campione del mondo è stato Paolo Bettini al Lombardia del 2006 (la maledizione della maglia iridata passa anche da qui). La Etixx ha 3-4 potenziali vincitori in ogni corsa, bisogna capire come intendono correre, mentre Greg Van Avermaet vorrebbe sfatare il mito dell’eterno piazzato, dopo una stagione strepitosa ma senza picchi. E poi Tiesj Benoot, classe ’94, che l’anno scorso ha preso diploma e laurea in poche settimane, e sembra proprio uno che queste corse le dominerà per tanto tempo.

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Le vallonate negli utlimi anni offrono pochissime variazioni sul tema. Corse controllate per tanti km e poi sprint finale sull’ultimo colle. L’anno scorso ha fatto macchia il Lombardia, complici un percorso molto duro e la dominanza dell’Astana che ha aperto il gas prestissimo. I favoriti per le Ardenne rimangono sempre gli stessi: Rui Costa, Purito, Valverde, Alaphilippe, mentre tra gli outider metterei Henao, Vuillermoz e Tim Wellens. Vincenzo Nibali ha dimostrato di poter vincere una monumento, cosa che al nostro ciclismo non accadeva da 8 anni: serve solo che arrivi in forma agli appuntamenti importanti.

Il Mondiale sarà in Qatar, su percorso completamente piatto. Ne abbiamo avuto un’anticipazione nella seconda tappa del Tour of Qatar settimana scorsa e tutto fa pensare che si concluderà con una volata di gruppo. Quindi Kristoff, Degenkolb, Cavendish e Greipel, ma attenzione al vento che potrebbe creare caos.

Giovani talenti (nati nel 1992 o dopo)

Italia: Movimento in lenta ricostruzione, il nostro, ma anche grazie al lavoro di Cassani si vedono spiragli di luce. Niccolò Bonifazio dopo la rottura brutale con la Lampre ha firmato per la Trek e andrà a farsi le ossa sulle pietre con Cancellara. Un altro velocista in forte ascesa è Jakub Mareczko, di genitori polacchi ma cresciuto sul lago di Garda, che ha già fatto vedere di non temere il confronto coi top. Per le corse a tappe speriamo in Davide Formolo: dopo una gran stagione da rookie è un po’ rimbalzato al secondo anno. Lo aspettiamo già al Giro, mentre per Giulio Ciccone e Simone Petilli ci vorrà un po’ più di tempo. Il futuro nelle classiche è invece di Gianni Moscon, super talento del ’94 che correrà la sua prima stagione tra i pro con la Sky. Ci vorrà tempo, ma questo ha il profumo del campione.

Francia: Di giovani forti ne hanno una marea, e per qualunque corsa. Coquard e soprattutto Alaphilippe vincono già corse importanti. Dietro viene su alla grande Alexis Gougeard, passista col fiuto per l’impresa, che l’anno scorso ha vinto una tappa alla Vuelta e finito la Roubaix nei 30 all’esordio. Sempre in Ag2r c’è Pierre Latour, scalatore mignon, quinto alla Vuelta a Burgos nel 2015, sicuramente uomo da corse a tappe. Infine occhio a Anthony Turgis: tiene sui colli, veloce, terzo al mondiale U23 di Richmond.

Colombia: Incredibilmente la copertina non è dedicata a uno scalatore, ma a un velocista: Fernando Gaviria. Classe ’94, ha già battuto in volate vere Cavendish, Viviani, Sagan, Modolo e Greipel. Esordisce quest’anno tra i pro in maglia Etixx, un animale. Per le montagne attenzione al coevo Miguel Angel Lopez, vincitore dell’Avenir nel 2014, uno che in salita gode specie quando manca l’ossigeno. Se invece vi interessano quelli che hanno ancora l’acne citofonate Daniel Felipe Martinez, classe ’96, maglia Southeast, altro scalatore dal potenziale illimitato.

Fernando Gaviria

Belgio: Di Benoot non vi parlo nemmeno, lo conoscete già tutti. Louis Vervaeke ha fatto quinto al Tour de l’Avenir 2014: male da neo-pro, ma noi ci crediamo ancora. Tra i più giovani i nomi interessanti sono molti, sebbene forse nessuno già pronto a grandi risultati. Chi piace sia per velocità che per durezza mentale è Jasper Stuyven: farà lo scudiero di Spartacus sulle pietre, ma qualche chance in gare minori l’avrà sicuramente. Dylan Teuns è invece uomo da vallonate e andrà a scuola da uno dei migliori: Philippe Gilbert. Non sottovalutate infine Laurens De Plus della Etixx: uno dei pochi belgi che un giorno potrebbe ambire a far classifica nei GT.

Australia: Intriga il pel di carota Jack Haig, molto forte in montagna e protagonista all’Herald Sun Tour del mese scorso. Ma il nome forte è quello di Caleb Ewan che ha sempre scherzato i pari età e a inizio stagione talvolta anche i non pari età. La più incredibile posizione per fare una volata che io abbia mai visto. Veramente una bestia.

Olanda: Nuovo anno, nuova maglia per Danny Van Poppel (SKY), che in volata ha già dimostrato di poter vincere e che quest’anno punterà a far bene anche sul pavé. L’enfant prodige del ciclismo olandese si chiama  Mathieu Van Der Poel, che però anche quest’anno dovrebbe concentrarsi soprattutto sul ciclocross. Interessante poi il classe ’95 Sam Oomen, quarto l’anno scorso al Tour de l’Avenir.

Altri nomi presi dal mazzo.
Tao Geoghegan Hart: londinese classe ’95 dal nome che ispira rituali ancestrali. Corre per una Continental quindi lo vedremo poco nelle gare che contano, ma tenetelo in agenda per i prossimi anni.
Merhawi Kudus: è ancora un bambino, malgrado i 2 anni di esperienza nel circuito. E adesso che la Dimension Data è WT correrà spesso coi più grandi. Scalatore principesco.
Soren Kragh Andersen: viene su forte tra i tanti danesi promettenti under 25. Ventunenne, forte a crono ma anche veloce, con gran senso per i ventagli. Si è già messo in mostra in Qatar dove è sempre rimasto coi migliori.
Marc Soler: probabilmente il nome più intrigante per il ciclismo spagnolo del prossimo decennio. L’anno scorso ha vinto l’Avenir. Ottimo scalatore, ma corre in Movistar quindi dovrà fare gregariato spinto quasi sempre.
Stefan Kung: l’anno scorso ha preso le misure, ma nel 2016 arriva come una wrecking ball. Occhio.
Petr Vakoc: uno dei pochi scalatori in maglia Etixx, quindi le opportunità non dovrebbero mancare. Forte sui terreni misti e nelle corse di una settimana. Non escludo che possa già far bene in un GT.
Odd Christian Eiking: norvegese che ha appena compiuto vent’anni. Adatto alle vallonate e agli strappi, quindi sarà uomo per le Ardenne. Quest’anno è in FDJ.
Silvio Herklotz: da junior un’ira di Dio, da u23 solo molto buono. Probabilmente meglio per le corse di un giorno che per quelle a tappe.

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20 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Ma la Katusha non era a rischio stop (e partecipazione alla Sanremo) per questioni della positività doping di Vorganov?

    Se ci va, poi dipenderà dalle condizioni e dalle gerarchie di squadra, penso che la Germania per il mondiale punterà su Kittel, che mi pare ad oggi il velocista più forte del lotto. Ma per quello c’è tempo…

    Al solito, attendo con più trepidazione le classiche che i GT (che non ho granchè tempo di seguire…) e spero vivamente (ma ci credo poco) che almeno a questo giro uno come Trentin abbia possibilità più concrete rispetto al mero gregariato.

    Ma da quanto si dice, la corsa di un giorno più interessante dell’anno, non potrà che essere quella che assegnerà l’oro olimpico, dato il percorso e i corridori che si son detti interessati a puntarci, praticamente tutti i corridori da GT e i corridori da Ardenne.

    • azazelli ha detto:

      Sulla Katusha a me pareva troppo strano che la fermassero…ed infatti hanno fatto passare la positività di Paolini per qualcosa di diverso che non conta come recidiva di squadra.

      Su Trentin sono d’accordo, ma con la Etixx ci son sempre troppe frecce in quell’arco 😀

    • mattialuchetta ha detto:

      Concordo, le Olimpiadi rischiano di essere stupende. Percorso duro e squadre di massimo 5 corridori, sostanzialmente una corsa incontrollabile. Può venir fuori qualcosa di epico.

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