Inutile pagellone d’inverno

Pasciuti, un gol storico

Pasciuti, un gol storico

Terminato il girone di andata comincia la solita roulette di inutili premi virtuali, promossi e bocciati, campioni e fallimenti. I conti si fanno, come sempre, alla fine, ma non saremo certo noi a sottrarci dal compito di seguire il delirio dei voti di metà anno assegnando le pagelle al Carpi, squadra che continuiamo inutilmente a seguire per questo sito. Un sito che non ha rubriche fisse su Juventus, Inter e Milan, ma ne ha una sul Carpi, è quello che potremmo chiamare un covo di snob intellettuali del calcio di periferia, ma questo vi è capitato e questo vi tenete. Tanto è gratis.

Il girone di andata dei Biancorossi si chiude in maniera tutto sommato positiva. Il gioco tutto corsa e fisico sta rinascendo, la difesa sembra più quadrata, qualche punto arriva (tre risultati utili nelle ultime cinque gare) ed il rush finale parla di un grosso spavento messo alla Juventus al 94° minuto, di un pari strappato all’Olimpico contro la Lazio e di una vittoria sull’Udinese. Vittoria dolce-amara visto che Genoa e Palermo, le due rivali più vicine alla zona retrocessione, vincono a Bergamo e Verona lasciando immutato il distacco. Domenica si ricomincia, le prime due in casa saranno con Sampdoria e Palermo, partite da vincere a tutti i costi per continuare a sperare visto che, nel mezzo del cammino, ci saranno Inter, Fiorentina e Napoli in trasferta e la Roma in casa. Zeru tituli sicuri.

L’ultima di andata passerà alla storia come la prima vittoria “interna” in Serie A per Mister Castori con, ciliegina sulla torta, l’attesissimo gol di Lorenzo Pasciuti il quale, bucando di testa la retroguardia friulana, diventa il primo giocatore di sempre ad aver segnato nelle prime cinque categorie del calcio italiano (dalla D alla A passando per la defunta C2) con la stessa maglia. Comunque vada per il Pasciu è già leggenda, storia del calcio, ma questo è un discorso che, ovviamente, andrà raccontato in altra sede perché meriterebbe uno spazio tutto suo.

Partiamo con le insulse pagelle che toccheranno ogni spigolo di queste prime 19 partite di A cercando di dare giudizi generali sui vari reparti entrando rapidamente nel merito dei singoli giocatori. Cercando di non fare torti a nessuno, con la solita imparzialità che ci contraddistingue.

DIFESA (4,5)

Benché in ripresa, la retroguardia del Carpi è stata bucata tante, troppe volte e raramente ha mostrato di poter reggere il confronto con la classe regina. Nonostante i miglioramenti degli ultimi tempi i naufragi e gli errori sono stati evidenti a tutti sin dalle prime battute. La media voto si abbassa soprattutto per i portieri. Il Carpi ne ha provati tre: ha esordito con Zeljko Brkic (4), un dramma. Male a Genova, malino con l’Inter, pessimo a Roma. Di fatto totalizza una papera ogni 3 tiri che passano nei pressi della sua sagoma. Il primo a sostituirlo è Francesco Benussi che gioca troppo poco per essere giudicato ma che appare lontanissimo da una reattività idonea alla A e il pari subito a Palermo a cinque dalla fine, ad esempio, è lì a dimostrarlo. Si chiude poi con Vid Belec (5,5), oggi titolare inamovibile ed anche più sicuro rispetto ad un avvio davvero pessimo. I tre punti di Genova passano anche per le sue manone, ma la stagione, soprattutto all’inizio, è stata piuttosto tribolata.

La difesa non ha aiutato tantissimo all’inizio, soprattutto per via delle grandi incertezze di Igor Bubnjic (4.5) che illude con 2-3 prestazioni discrete in avvio poi crolla piano piano diventando vittima di tutti gli attaccanti che passano nei pressi dello stadio in cui è impegnato. Anche di quelli che passano per caso. Cristian Zaccardo (7), al contrario, è il totem della retroguardia. Ordinato e sicuro mette una pezza in una serie infinita di occasioni e si mostra ancora all’altezza del compito. Il neo capitano prende per mano la squadra, lotta novanta minuti ogni volta con esperienza e capacità, spesso prova a proporsi in avanti arrivando alla conclusione e, nonostante il tiro non sia il suo forte, è dal suo piede che arriva il gol vittoria a Genova, prima assoluta da tre punti in una trasferta di A e per mister Castori.

Da Berlino a Carpi

Da Berlino a Carpi

Chi delude tanto, dietro, è la coppia Romagnoli-Gagliolo. Se dovessimo giudicare solo le ultime uscite la situazione non sarebbe così drammatica, ma per due mesi siamo tutti colpiti da come la Serie A schiacci quelle che sembravano due delle poche certezze. Riccardo Gagliolo (6) arriva alla sufficienza grazie ad un ultimo mese dove, dopo il rientro di Castori in panchina, si sente finalmente a suo agio e ha capito come affrontare la categoria. L’avvio è drammatico, troppo spesso in sofferenza e col fiatone, gli vanno via praticamente tutti gli attaccanti che incontra, anche quelli che restano in panchina. Cambi di formazione e di allenatore lo seppelliscono ma lui non molla e, mentre sogna un posto nella nazionale svedese, esce dal guscio. Cresce col tempo e sta finalmente cominciando a mostrare di valere la categoria e, forse, una piazza più grande. Di Simone Romagnoli (5) invece salviamo davvero solo le ultime due uscite. Nonostante il fisico “l’eroe dei tre derby” passa una dozzina di giornate buone a far pensare che in campo ci sia il suo gemello. Pochi acuti, tanta timidezza, tanta difficoltà. Se Gagliolo è quello dei due da cui ci si aspettava di più, e ora il conto sta arrivando, da lui ci si aspettano solidità e posizionamento come nelle gare contro Lazio e Udinese dove ha ricordato per lunghi tratti il Muro di Berlino. Con Zaccardo e un Gagliolo finalmente in forma speriamo cresca definitivamente anche lui.

Chi in difesa non ha sentito il salto in A sembra essere Gaetano Letizia (6.5) furetto fluidificante di fascia che salta l’uomo come se fosse ancora tra i cadetti. Corsa, cuore, coraggio. In copertura non è il massimo e il cross non è mai di casa, ma queste cose hanno poco a che fare con lo scontro con la Serie A, sono difetti di sempre che non rendono meno importante l’apporto del ragazzo campano in fascia. Tralasciando tutti i nuovi arrivati, poco impegnati o semplicemente nulli, ci teniamo a segnalare che, pur giocando sempre meno, Gabriel Silva (6.5) sembra una delle poche cose buone lasciate in eredità da Sogliano. Da gennaio ci sarà anche Emanuele Suagher, il ministro della difesa della grande retroguardia dello scorso anno prima che un infortunio lo costrinse allo stop stagionale per tutto il girone di ritorno.

Centrocampo (6)

Sufficienza non tanto per quello che si produce ma in quanto a qualità individuali, un’espressione non male e che piano piano sta vincendo la timidezza tipica da ballo scolastico di fine anno per lasciare spazio a muscoli e fatica.

Raffaele Bianco (6.5) non sta avendo la continuità che meriterebbe, costantemente acciaccato, ma quando è in campo si vede tutta la differenza del mondo. Alza il ritmo a suo piacimento, legge bene il gioco, serve ottimamente gli inserimenti dalle fasce o dalle retrovie giocando a memoria. Se riuscisse a vincere i costanti malanni… guardare gli ultimi 15 minuti con la Juve per capire, al di là dell’atteggiamento dei Bianconeri, cosa stiamo dicendo. Molto bene anche Antonio Di Gaudio (6.5), esterno offensivo, non del tutto punta, non del tutto centrocampista, il vero falso nueve di Carpi. Non regge novanta minuti in A ma corre e segna all’Inter, alla Fiorentina in Coppa Italia e qualche soddisfazione se (e ce) la toglie. Anche lui capace di saltare l’uomo tanto quanto in B, con qualche anno in meno potrebbe ambire a qualche dignitosa stagione nella massima serie a prescindere dai risultati di questo campionato biancorosso.

Quelchepassa Favorite

Di Gaudio, il favorito di Quelchepassa

A fasi alterne l’esperienza di Lorenzo Lollo (6) a cui non neghi la sufficienza grazie al gol con l’Udinese ma non neghi un 3 secco per il rosso rimediato contro il Bologna che è poi costato anche i tre punti durante l’era Sannino. Sul gol sbagliato contro la Juventus non torniamo. Che Lollo avrebbe dato tutto e anche di più non era in discussione, che ogni tanto perda la testa lo sappiamo, che sia indispensabile fino alla fine anche. La sua concretezza sembra più utile di quella di altre comparse quali Marthino (sv), ancora oggetto misterioso, e Isaac Cofie (5), che sta crescendo, soprattutto in fase “distruttiva” ma che per tre mesi ha fatto cadere un sacco di santi dal paradiso. Il suo voto è la media del 4 fisso iniziale e il 6 delle ultime giornate. Una media di fiducia, anche se continua ad avere paura del pallone e questo non è bellissimo da vedere. Certo meglio vedere spaccalegna come lui che un ectoplasmico Andrea Lazzari (5) l’uomo che avrebbe dovuto portare talento e che invece è già sparito dai radar lasciando il breve ricordo di un giocatore lento, impacciato, assolutamente fuori dal suo habitat. Meglio Luca Marrone (5.5) eterna promessa che a tratti lascia ancora intravedere ottime cose. Troppo discontinuo per reggere questi livelli non sfigura però anche se all’inizio quello che aveva fatto ben sperare era stato lo Svizzero Matteo Fedele (6.5). Grande corsa, ottimo incontrista avremmo detto in altre epoche, nonostante calciasse in porta come Adam Vinatieri (non per la precisione ma per l’altezza a cui spediva il pallone) il ragazzo era una delle poche note positive fino al crack del ginocchio. Out for season.

Avremmo voluto apprezzare le doti di Gino ed Iniguez ma ci sono state negate, ci accontentiamo quindi di Lorenzo Pasciuti (10) centrocampista offensivo oggi famoso in tutta Italia. Almeno oggi. Come già detto, non aggiungeremo altro, non qua. Siamo tra quelli che pensavano che la C2 per lui fosse difficile, la C1 impossibile. Eravamo in tanti al Cabassi, anche l’anno scorso a pensarlo. Oggi non importa, Pasciuti è il Carpi, la massima espressione della storia di questa squadra concentrata in una persona. Poco talento, tanta personalità, mai una parola fuori posto, mai una partita finita senza aver sudato anche l’ultima goccia. Dieci e lode. Punto.

Attacco (5)

Pochi gol. Tanta fatica a costruire, tantissima a finalizzare. Segnano più i centrocampisti degli attaccanti. Urgono rinforzi anche se il rinforzo c’era ma pare se ne andrà. Marco Borriello (8) era la vera ancora cui tenere aggrappate le speranze di salvezza. Con un giocatore di questo livello, perdonateci, non ha senso parlare di schemi, idee, strategia: lui è l’unico capace di fare la differenza, l’unico che può risolvere la situazione in un attimo. Il primo gol lo segna 25 secondi dopo aver esordito, a Palermo. Un rapido conto ci dice che da quando è presente (dalla terza alla diciottesima, con l’Udinese non era convocato) il Carpi ha segnato dodici gol. Di questi quattro sono autoreti (Palermo, Torino, Chievo, Juventus), ne rimangono otto. Il tabellino ci dice che Borriello ha 4 gol fatti e 3 assist serviti. Come dite? Sì, esatto, fa sette. Sette su otto. Rivedere gli assist a Matos col Torino e a Zaccardo col Genoa per ulteriori informazioni.

A proposito di Ryder Matos (6.5) il ragazzo sta lentamente sparendo dalla circolazione dopo un buon avvio durante il quale abbiamo capito due cose: Matos ha talento, tocca il pallone con sufficiente eleganza, ha un buon controllo del corpo con cui salta bene l’uomo o, in alternativa, gli sposta il pallone per il liberare un tiro che poi non farà. La seconda cosa che abbiamo capito di Matos, infatti, è che è allergico al tiro, punta ad entrare in porta col pallone. Nonostante il gol a Marassi con la Sampdoria (splendido) sorge il dubbio che non conosca bene il gioco. Comunque tra lui che non tira e Cofie che scappa dalla palla per qualche mese abbiamo avuto di che farci grasse risate, altroché!

Visto solo mezzora Kamil Wilczek (sv), capocannoniere 2014-2015 in Ekstraklasa (avessi detto la Premier League…) tanto da sospettare che non fosse nemmeno lui, le frecce all’arco di Castori tornano ad essere Jerry Mbakogu (5) e Kevin Lasagna (5.5). Per il nigeriano serve tempo e, forse, qualcosa comincia a muoversi. Certo, lui gioca come l’anno scorso ma mentre in B impostava tutto sulla corsa, innescato in un attimo appena recuperato il pallone, quest’anno non paga solo il fatto di avere davanti difensori più forti e preparati ma anche quello di essere spesso spalle alla porta. Ciò comporta dover stoppare il pallone, magari far salire la squadra, certamente girarsi e puntare l’uomo… no, no, troppe cose per uno che ha dominato la B di potenza, non certo di fino. Spadaccino, non fiorettista, ma da zero gol. In alcune partite il voto scende drammaticamente al 4: insolente, svogliato, nullo, scostante. Mistero fitto.

KL15 due anni fa era nei dilettanti. Solo per questo meriterebbe la sufficienza ma una punta ferma a zero non può avere 6 per come la vediamo noi. Saremo ingiusti ma è così. Però ci mette tutto, il buon Kevin, corre tanto e comincia a prendere confidenza con la porta. Prima o poi la bucherà ance se qualcuno, nonostante l’età già matura, dovrebbe tenerlo in campo un’ora in più a sera, dopo l’allenamento, e farlo calciare solo col destro: siamo in A, non al torneo aziendale. Per ora confeziona una gran giocata per il gol di Lollo contro l’Udinese che non è poco, ma attendiamo l’acuto vero. Siamo vicini.

Lasagna, il favorito di tutte le mamme

Lasagna, il favorito di tutte le mamme

STAFF – DIRIGENZA+ALLENATORI (4)

Il voto ci sembra la giusta media da chi sullo scranno più alto, la proprietà, (4) ha lasciato carta bianca al DS Sean Sogliano (4) non considerando il clima devastato in una settimana da neopromossi, avallando acquisti insensati e non discussi con l’allenatore e avallando la scelta di cacciare lo stesso per sostituirlo con Mister Sannino (3). Col nuovo allenatore si è vinto col Torino per merito di ciò che aveva lasciato in eredità Castori per sua stessa ammissione. Poi si sono succedute le disfatte di Bergamo (peggior prestazione dell’anno e, forse, dai tempi di Carpi-Reggina 0-3 di due anni fa), Bologna, Frosinone e Verona (0-0 senza mai provare a vincere). La Gazzetta dello Sport, a un certo punto, ha pure il coraggio di scrivere che “la sua mano comincia a vedersi”. Se parlavano di retrocedere il più velocemente possibile, sì, ce la stava mettendo proprio tutta. Per fortuna la Società si ravvede (se no il voto era 2), se ne vanno Sogliano e Sannino, torna Fabrizio Castori (6.5) che a volte è un po’ cocciuto, si sa, ma ha riportato il clima giusto in squadra. E questo, al di là dei risultati, si respira a ogni giocata.

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5 risposte

  1. azazelli ha detto:

    Per quello che ho visto, il giocatore che mi ha convinto di più in questo girone d’andata è stato Letizia. Incredibile invece il muro che s’è preso in faccia Jerry nel salto da B ad A, che hai ben spiegato peraltro.

    “Un sito che non ha rubriche fisse su Juventus, Inter e Milan, ma ne ha una sul Carpi, è quello che potremmo chiamare un covo di snob intellettuali del calcio di periferia, ma questo vi è capitato e questo vi tenete. Tanto è gratis.” TOP 😀

  1. 27 Gennaio 2016

    […] ma anche quantitativo. Dall’altro lato della tabella ci sono, non a caso, Tatarusanu e i portieri del Carpi, che specie ad inizio stagione hanno combinato discreti disastri (subendo gol anche senza ricevere […]

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