La nascita della Mixed Martial Arts Athletes Association

Sono fiero di annunciare il lancio ufficiale della Mixed Martial Arts Athletes Association

– Tim Kennedy

Queste fra le prime parole pronunciate da Tim Kennedy nella conferenza audio andata in onda la sera di mercoledì 30 novembre.

La MMAAA

La MMAAA

Ne avevo già parlato tempo fa della necessità di un sindacato dei fighter, ed ecco qui Tim Kennedy, Georges St-Pierre, Donald Cerrone, Cain Velasquez, T.J. Dillashaw e Bjorn Rebney che ci mettono la faccia (ma soprattutto il culo, visto che 4 dei 5 fighter menzionati combatteranno nel giro di un mese) e fondano la MMAAA.

La conferenza inizia con Tim Kennedy che afferma che cambieranno l’intero volto dello sport. Continua dicendo che, vista la popolarità ormai raggiunta dalla UFC, ci si aspetterebbe che anche i fighter possano trarre vantaggio da questa suddetta popolarità.

Stando infatti a quanto afferma St-Pierre subito dopo, i fighter percepiscono solo l’8% delle entrate della UFC e persino Conor McGregor, il lottatore più pagato, non guadagna quanto dovrebbe. Senza i fighter, continua GSP, la UFC sono solo tre lettere dell’alfabeto.

Cowboy Cerrone dice che qualche anno fa non avrebbe preso parte a tutto ciò, per paura che la UFC potesse licenziarlo, ma che ora mette la faccia per i 500 atleti nel roster.

Uno degli obiettivi della neonata associazione è anche quello di prendersi cura degli ex-fighter che non sono stati trattati equamente e far sì che non accada per gli atleti attualmente in attività. Come dice T.J. Dillashaw, infatti, non è un lavoro da scrivania e bisogna pensare a quello che accadrà una volta finito di competere.

L’esempio di Cain Velasquez calza a pennello in quanto ha già dovuto sottoporsi a 7 operazioni da quando ha iniziato a competere per la UFC e fa presente che non c’è un assicurazione, una pensione o un qualcosa che possa coprire gli infortuni permanenti con cui i lottatori dovranno convivere anche dopo il ritiro.

Prende infine la parola Bjorn Rebney, fondatore ed ex amministratore delegato della Bellator, che espone i punti principali di questa associazione.

  1. Un accordo che possa rimborsare gli atleti ritirati;
  2. Passare dall’8% al 50% in termini di divisione dei guadagni fra promotion e fighter;
  3. Mettere su un CBA (contratto collettivo) paragonabile a quello di NFL e MLB.

Rebney specifica che non farà parte del comitato, che non avrà diritto di voto, ma è lì solo come consigliere.

GSP riprende la parola per dire che sa per certo che molti atleti e agenti sono stati minacciati dalla UFC. Invita, quindi, tutti a non tirarsi indietro e ad unirsi a loro per far sì che ciò non si ripeta. Insiste, anche a più riprese, nel fare il nome di McGregor dicendo che sarebbe il volto perfetto per la loro associazione, essendo il nome più facilmente riconducile allo sport.

Conclude Kennedy promettendo che il loro obiettivo non è remare contro la UFC, ma lavorare con loro per il bene dello sport.

Quanto avete appena letto è l’estrema sintesi di 124 minuti di conferenza, appena conclusasi. Molti fighter hanno già espresso il loro supporto per la MMAAA e sono sicuro che molti altri presto lo faranno. È dura esporsi in questo modo quando, appunto, i tuoi diritti sono pochi e potresti trovarti da un giorno all’altro senza lavoro. Non stiamo parlando di gente che ha i milioni in banca e che potrebbe vivere di rendita per tutta la vita. Non è raro, infatti, trovare fighter che nella vita fanno altro per poter mangiare.

La speranza è che il tutto non finisca in una bolla di sapone, come già successo in passato con esperimenti simili, e che effettivamente promotion e associazione lavorino per il bene dello sport, ma soprattutto degli atleti.

Phre

Misantropo, cinico e sociopatico. Traduco serie TV. Marito di mio figlio, padre dei miei cani, figlio di mia moglie. Knickerbocker. Mi fingo esperto di MMA.

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