Le mosse alla vigilia della Finale di Champions League

Siamo arrivati all’epilogo della stagione europea dei club, in attesa di iniziare la grande estate del calcio per nazioni, con la Copa America e l’Europeo in Francia.

Domani nella sempre magica cornice dello stadio di S.Siro si assegnerà per la sessantesima volta la Coppa dalle grandi orecchie, nella finale della ventiquattresima edizione della Champions League.

Sarà ancora una volta un affare tutto spagnolo, anzi tutto madrileno, esattamente come nel 2013/2014 a Lisbona, dove il Real Madrid conquistò la Decima battendo i rivali cittadini dell’Atletico Madrid in una partita che a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari sembrava chiusa a favore della seconda squadra della capitale spagnola.

Champions League, Rivincita

Rivincita

Il calcio spagnolo, pur proponendo un campionato spesso poco avvincente nel suo complesso, sta dominando il calcio europeo, con le vittorie delle ultime 5 edizioni tra Champions League ed Europa League, sei contando già anche quella di sabato.

E questo dominio è determinato soprattutto dalla capacità delle squadre della Liga di non andare mai sotto nel doppio confronto con gli altri club, soprattutto dal punto di vista difensivo, e proprio quello sarà il punto focale che dovrebbe caratterizzare la partita di San Siro.

In pochi prevedono una finale spettacolare, così come non lo è stata quella di due anni fa, in gran parte perché quando c’è di mezzo l’Atletico di Simeone è difficile assistere ad una partita spumeggiante, ma anche perché il Real di Zinedine Zidane ha dimostrato nell’ultimo periodo che la ricerca della bellezza del gioco tanto agognata dal presidente Perez, fa a pugni con quello che poi sono i risultati sul campo, e il Real che ha sfiorato la rimonta in Liga e può giocarsi la vittoria della Champions e tutto fuorché una squadra che garantisce spettacolo.

Champions League, Zidane vs Simeone

Zidane vs Simeone

Il fuoriclasse francese, da quando ha preso la panchina di Benitez, ha capito, dopo un periodo di apprendistato, che le idee tattiche esasperata si scontrano con questo Real, e si è aggrappato alle conoscenze derivate dal suo periodo come assistente di Ancelotti, gestione molto friendly dello spogliatoio, evitando qualsiasi tipo di polemica interna, e massimizzazione dell’equilibrio di squadra, in funzione dell’arsenale offensivo a disposizione (6 delle ultime 7 partite di Champions chiuse senza concedere goal).

Così, spazio ad un giocatore quasi solo difensivo come Casemiro davanti alla difesa, a liberare l’estro e la regia avanzata di Kroos e Modric, e bocciatura dei grandi acquisti come Danilo, James e Isco, per garantire una copertura esterna con Carvajal e la possibilità a Bale e Cristiano Ronaldo di avere tanto spazio (laterale e centrale) dietro a Benzema, dove poter colpire.

Sabato saranno fondamentali tre fattori tattici a livello offensivo per poter conquistare l’undicesima Coppa, la capacità di Marcelo di sapersi proporre come regista aggiunto nella zona centro-laterale, ma anche come incursore a rimorchio, e quella del tridente offensivo, in particolare di Benzema in appoggio e CR7 in taglio, di attaccare lo spazio tra il limite dell’area e la trequarti dove l’Atletico ha spesso avuto problemi a far arrivare i suoi artigli (come visto anche nel ritorno di Monaco), e infine la massimizzazione delle conclusioni, visto che i colchoneros lasciano spazio alle conclusioni, ma concedono pochissimi tiri in porta (3 tiri in porta su 15 tiri nella vittoria del Bernabeu di febbraio).

A livello difensivo saranno importanti gli 1vs1 esterni, con Marcelo che può soffrire il talento di Saul e dall’altra parte Carvajal rischia di avere un brutto cliente da contrastare in caso di utilizzo di Ferreira Carrasco, e la partita di Casemiro a fare da schermo nella zona di trequarti dove spesso l’Atletico finalizza le sue ripartenze, e in aiuto ai laterali in caso di sofferenza nei duelli citati.

In più come al solito tanta attenzione nelle situazioni a palla ferma, a ricordo del goal di Godin che stava per regalare la Coppa a Lisbona.

Diego Simeone dopo aver messo in scacco il Barcellona e il Bayern Monaco, di fatto le due migliori squadre europee, vuole l’ultimo scalpo, quello più importante per i tifosi biancorossi, quello dei cugini tanto odiati che li hanno fatti piangere un paio di anni fa.

Champions League, L'importanza di Saul

L’importanza di Saul

Arriva alla Finale di Milano con maggiori certezze e forse anche un pizzico di vantaggio nei pronostici, rispetto al 2014, avendo modificato sia in uomini che in impostazione di gioco la squadra proposta allo Stadio Da Luz, con un modulo difensivo che sfrutta molto di più la pressione nella zona centrale del campo e cerca di più la ripartenze veloce, ma che si sviluppa più dalla trequarti, o dalla fascia (in caso di utilizzo contemporaneo di Saul e Carrasco), piuttosto che con il lancio lungo per Diego Costa o per le spizzate di Raul Garcia.

Il dubbio del tecnico argentino è se impostare una formazione più pericolosa offensivamente con i due centrocampisti di fascia offensivi Saul e Ferreira Carrasco, o mantenere Koke da regista occulto posizionato sulla fascia sinistra e inserire un altro giocatore di equilibrio come Augusto Fernandez in mediana con capitan Gabi.

Vista la presenza di Marcelo e la pessima partita di Fernandez nel ritorno con il Bayern Monaco se fossi Simeone opterei per la prima scelta, anche per non dare troppa inerzia al Real e dover giocare troppo in apnea per buona parte della gara.

Molto importanti saranno come al solito le ripartenze dopo riconquista della palla, soprattutto sfruttando il movimento a incrocio tra Torres e Griezmann che spesso ha liberato alla conclusione sia l’uno che l’altro, oltretutto in presenza di avversari non molto mobili come Pepe e Sergio Ramos.

A livello difensivo non cambia molto lo spartito rispetto alla semifinale contro il Bayern di Guardiola, con i centrocampisti laterali che dovranno essere pronti a dare manforte ai terzini, per evitare che siano i centrali a dover uscire lateralmente sulle azioni di taglio di Cristiano Ronaldo e Bale, garantendo quindi un muro a ridosso dell’area che permetta di fare la solita densità in grado di scacciare le conclusioni pericolose (60 clearences della zona d’area nella semifinale).

Saranno importantissimi i duelli aerei viste le doti eccellenti di tutto il tridente del Real, soprattutto sui cambi di lato repentini) e la partita dei due mediani in pressione sulla costruzione di gioco di Kroos e Modric, su cui si basa quasi tutta l’idea (molto semplice) di gioco della gestione Zidane. Se i due registi saranno costretti a rallentare i servizi verso il tridente o ancor meglio a perdere molti palloni (solo 5 perse della coppia nella semifinale contro il City), l’Atletico avrà la possibilità di scatenare il suo temibile contropiede e far male agli avversari.

Una finale brutta, sporca e cattiva nella grande scala del calcio, questo potrebbe essere la trama del film che ci aspetta domani, c’è troppo in ballo per pensare ad un calcio più brioso, speriamo solo che non si trasformi in qualcosa che va oltre il calcio, ma che magari venga decisa dalla giocata di un grande campione, uno dei tanti che scenderà in campo nella serata di gala di Milano.

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