Liegi – Bastogne – Liegi: Preview 2016

Il gruppo affronta un colle della Liegi

Si chiude la primavera delle Classiche: è il momento della Liegi, sogno bagnato di ogni corridore da colli e frutto proibito per molti specialisti dei Grandi Giri. Corsa dal fascino ancestrale: dura, vallonata, piena di trabocchetti e di chance per attaccare. 250 km di colli su strade complicate dove servono motore, grande bike handling, tempismo, fondo e un po’ di fortuna. Questa è la Doyenne, la decana, la più antica tra tutte le Classiche. E quest’anno, per non farsi mancare niente, dovrebbe essere gara bagnata, forse addirittura nevosa. Giornata da tregenda, quindi, e speriamo di goduria per noi spettatori.

Percorso

Il profilo è molto simile a quello dell’anno scorso, ma con un finale potenzialmente ancora più selettivo. Rimangono Col du Rosier e il Col du Maquisard a cavallo del duecentesimo chilometro di gara ed è qui che si entra nel vivo della corsa. Ai -37 c’è la temutissima Redoute: 2 km al 9% che sono spesso trampolino ideale per gli attacchi più coraggiosi.

Seguono 10 km di mangia e bevi, poi arrivano Roche-aux-Faucons e ai -7 il Saint-Nicolas, che storicamente è l’ultima speranza per chi non può aspettare la volata. Quest’anno però c’è uno strappo in più a 3km dall’arrivo: si chiama Cote de Naniot, 600 metri durissimi su un pavé piuttosto sconnesso. Qui la corsa può andare completamente in frantumi, impedendo l’arrivo di un gruppetto ad Ans, ma è un’arma a doppio taglio: il timore di questo strappo potrebbe scoraggiare chi vuole provarci prima favorendo una gara difensiva.

Profilo altimetrico della Liegi Bastogne Liegi 2016

I favoriti

Alejandro Valverde (Movistar) – Per la prima volta il murciano punta al Giro d’Italia, quindi ha corso un po’ meno rispetto al solito in questo inizio di stagione. E chi se ne frega in fondo, tanto sembra sempre al 100% in ogni gara che fa. Nettamente il corridore più affidabile per le Ardenne. Viene dal quarto successo alla Freccia (nessuno come lui nella storia del ciclismo) e conta 29 podi in Classiche vallonate dal 2003 ad oggi. Unico dubbio il freddo, che talvolta in carriera ha sofferto.

Vittorie e podi nelle Classiche di Alejandro Valverde

Dan Martin (Etixx) – Occhio, perché questo non è il Dan Martin sbadato e un po’ naif della Garmin, quello che passava più tempo per terra che sulla bici. Il cambio di maglia gli ha giovato e potrebbe portare i migliori frutti propri sulle Ardenne. Protetto da qualche bel bestione abituato a limare e prender vento, dovrebbe approcciare gli ultimi 50 km con maggiore tranquillità. Se sta in piedi è indubbiamente tra gli uomini da battere, anche perché questa corsa l’ha già vinta nel 2013.

Pronti a vincere

Julian Alaphilippe (Etixx) – Secondo l’anno scorso all’esordio sulle strade della Doyenne, sembra cesellato per vincere questa corsa. Puncher moderno, di quelli che si nascondono a lungo per poi aprire il gas nel finale, non teme quasi nessuno in arrivo di gruppo ristretto. Può anche giocare di rimessa, considerate tutte le armi che Etixx ha a disposizione. Battuto dal solo Valverde sul Mur de Huy.

Enrico Gasparotto (Wanty) – Non capita spesso di vedere un corridore ProConti tra i favoriti di una Monumento, ma Gaspa è nella forma della vita. Sul Cauberg ha attaccato di potenza levandosi di ruota tutto il gruppo e alla Freccia ha ottenuto il miglior risultato della carriera. L’ultima volta che ha vinto l’Amstel finì terzo in questa gara, quindi ha legittime chance di vincere.

Tim Wellens (Lotto-Soudal) – La gamba è spaziale e quando lo vedo attaccare da lontano io confesso di sciogliermi sempre come neve al sole. Però è arrivato il momento di metter da parte lo spettacolo e badare al sodo, cioè a far corsa pari coi grandi. Da top5 in ogni caso, ma se davvero il tempo è balordo può scapparci anche qualcosa di grosso. Ricordarsi Montreal e la tappa leggendaria all’Eneco lo scorso anno. I believe.

Tim Wellens è tra i favoriti della Liebi Bastogne Liegi sotto la pioggia

Quelchepassa Outsider

Rui Costa (Lampre) – Si è un po’ nascosto finora, ma è uomo da colli, come dimostra il titolo mondiale di Firenze. Ha bisogno di corsa dura, malgrado non sia quasi mai tra i coraggiosi che provano a renderla tale. Se arrivano in 3-4 ha anche lo spunto per vincere in volata, altrimenti è quasi sempre battuto.

Michal Kwiatkowski (Sky) – Questo per me è uno dei corridori più difficili da capire di tutto il gruppo. Oggi sembra imbattibile, domani si pianta a 30 km dal traguardo. Non ha mezze misure. Certo che a soli 25 anni ha già messo in bacheca E3, Amstel, Strade Bianche e titolo mondiale. Da temere soprattutto nei finali in cui ci si guarda, specie qualora avesse un compagno a fianco.

Romain Bardet (Ag2r) – Coraggio, bike handling e parecchia cazzimma. L’anno scorso ha fatto il salto vincendo le prime corse WT in carriera. Adesso vorrebbe fare di meglio. Non brillantissimo al Trentino in questi giorni, ma ha un feeling speciale con la Doyenne: tre volte l’ha corsa e tre volte è arrivato in top15.

Simon Gerrans (Orica) – La questione con lui è molto semplice. Se si fa corsa dura negli ultimi 50 km non ha una chance. Se ci si guarda compiaciuti e lo si trascina fino ad Ans, la mette nel culo a tutti, Valverde compreso. Non credo di dover spiegare io a consumati professionisti come comportarsi.

Samuel Sanchez (BMC) – A 38 anni sta mettendo insieme una stagione coi controcazzi e in contumacia Gilbert servirà da capitano BMC. Sette volte in top15 alla Liegi, ma mai vittorioso. Maestro nella sacra arte della discesa su ruote, ha bisogno di un colpo da finisseur.

Samuel Sanchez è uno degli outsider per la Liegi Bastogne Liegi 2016

Chi è rimasto fuori?

Detto del forfait di Philippe Gilbert (mai in condizione questa primavera), va spiegata la non menzione di Purito Rodriguez. Diciamo che come per Boonen prima della Roubaix, quest’anno non abbiamo visto nulla che ci faccia pensare possa vincere una corsa del genere. E speriamo che il bacio di Quelchepassa abbia lo stesso effetto anche su Purito… Di outsider ce ne potrebbero essere una valanga: da Dani Moreno (che in appoggio a Valverde potrebbe sfruttare un po’ di libertà) a Roman Kreuziger, passando per Tom-Jelte Slagter, Warren Barguil e Tony Gallopin.

In casa Astana bisogna andare all’arrembaggio perché in volata sono tutti fermi: tanti italiani di cui parleremo più tardi, ma anche Fuglsang e LuLu Sanchez, sempre pronto a cogliere l’attimo. Chi ha dato ottimi segnali alla Freccia è Wout Poels (quarto), che sarà lo scudiero di Kwiatkowski, ma se in giornata può stare coi migliori fino in fondo. Senza dimenticarsi di Chris Froome, che non avrà grande feeling con le Classiche, ma è pur sempre uno scalatore top al mondo. Dovesse naufragare Gerrans, Orica si affida agli Yates, specialmente Adam che ha già vinto a San Sebastian l’anno scorso. Infine, menzione per due corridori che hanno brillato nelle vallonate di questi giorni: Petr Vakoc (Etixx) e Michael Valgren (Tinkoff).

Gli italiani

Non vinciamo la Liegi dal 2007, quando a trionfare fu Danilo Di Luca. Detto di Gasparotto, il nostro uomo migliore per questa corsa è Vincenzo Nibali, che dopo un inizio stagione convincente si è invece un po’ nascosto al Trentino. Curiosità c’è anche per il suo compagno di squadra Diego Rosa, spaziale l’anno scorso al Lombardia e a suo agio anche col maltempo. Domenico Pozzovivo può provarci da lontano come due anni fa e come lui lo splendido Gianluca Brambilla di inizio 2016. Giovanni Visconti vive di questi percorsi, ma dovrà sicuramente lavorare per Valverde. Un altro che sulla carta potrebbe far bene è Diego Ulissi, che però non ha mai dimostrato di poter reggere i 250 km.

Albo d’oro

2015 | Alejandro Valverde

2014 | Simon Gerrans

2013 | Daniel Martin

2012 | Maksim Iglinskij

2011 | Philippe Gilbert

2010 | Aleksandr Vinokurov

2009 | Andy Schleck

2008 | Alejandro Valverde

2007 | Danilo Di Luca

2006 | Alejandro Valverde

Plurivincitori

Alejandro Valverde tra i corridori ancora in attività è l’unico che compare nella classifica di coloro che hanno vinto la Liegi-Bastogne-Liegi almeno 3 volte (2006, 2008, 2015). Assieme a lui a quota tre ci sono Alfred De Bruyne (1956, 1958, 1959), Alfons Schepers (1929, 1931, 1935) e Leon Houa (1892, 1893, 1894). Vincendo anche quest’anno, il murciano aggancerebbe il nostro Moreno Argentin (1985, 1986, 1987, 1991). Resta per ora irraggiungibile il cannibale Eddie Merckx con 5 successi a Liegi (1969, 1971, 1972, 1973, 1975).

Oltre al già citato Valverde, saranno altri 2 i corridori in corsa ad aver vinto la Liegi: Daniel Martin (2013) e Simon Gerrans (2014). Poteva esserci anche l’infinito Davide Rebellin (vincente nel 2004), ma la “sua” CCC non è stata invitata. Ultima doppietta: Michele Bartoli (1997, 1998)

In TV

Solita doppia copertura per le monumento: la Liegi-Bastogne-Liegi andrà in onda sia sui canali Rai che quelli Eurosport. Per entrambe il collegamento in diretta domenica partirà dalle ore 14.

Twitter

L’account Twitter ufficiale della corsa è @LiegeBastogneL, mentre per i commenti live potete usare l’hashtag #LBL, oltre al più italiano #EurosportCiclismo  per comunicare con i telecronisti di Eurosport, che spesso trovano il modo di interagire con i telespettatori. Aggiornamenti in tempo reale sulla corsa e non solo anche su questa lista.

Starting list (da Pro Cycling Stats, in aggiornamento automatico)

Betting (da bet365)

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16 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Il link alla starlist mi sa che è sbagliato.

    Valverde leggevo ieri che pare abbia dichiarato che in caso di pioggia e/o neve potrebbe addirittura non correre per non pregiudicare il Giro, mi pare assurdo, però boh. Riporto…

    Dei nostri mi piacerebbe vedere (come in parte settimana scorsa) un Battaglin combattivo, magari da lontano visto che immagino il capitano per il finale sarà Gesink. E pure Rosa vorrei vederlo partire lungo, si sa mai…

    Per il resto, speriamo che la paura della nuova salitella non tenga tutti con i freni tirati

  2. azazelli ha detto:

    Quella di Valverde spero sia davvero una boutade, anche se la sua assenza forse renderebbe la corsa meno ingessata…e poi la Movistar potrebbe lanciare come capitano….BETANCUR 😀

    Sugli italiani condivido, specie su Rosa, Nibali abbiamo visto ieri (e vedremo ancora oggi) non pare per niente brillante, vedere un Rosa con lasciapassare sarebbe altro motivo per avere una corsa divertente.

    PS. Grazie per la segnalazione 🙂 ho provveduto a corregere il link!

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