Mossa e Contromossa – I Big Match di Serie A e Premier League

Ci eravamo lasciati sabato con la puntata di preview della grande sfida tra Juventus e Napoli, le due dominatrici della stagione nella Serie A e non poteva mancare l’analisi del post partita visto che lo sviluppo è stato meno spettacolare per i tanti appassionati che si aspettavano la sfida tra i due bomber Higuain e Dybala, ma molto interessante dal punto di vista tattico, con una sfida tra le panchine che ha premiato Allegri e il suo sempre puntuale metodo di preparazione di questo tipo di confronti.

Come preventivato Allegri non ha riproposto la difesa a 3, non fidandosi del giovane Rugani come titolare in una sfida così importante e nemmeno dello spostamento di Lichtsteiner verso il centro, riproponendo quindi la difesa a 4, suo marchio di fabbrica, ma aggiungendo una mossa che ha dato ampi risultati nel corso della gara, soprattutto grazie al recupero lampo di Khedira dall’infortunio.

Invece di schierarsi con un 433, la Juventus ha proposto un 442 molto stretto in fase difensiva, con Cuadrado che scendeva a ridosso della mediana in fascia destra e Pogba che si allargava verso la sinistra a sostegno di Evra, lasciando Morata e Dybala centrali a muoversi liberamente su tutto il fronte d’attacco.

Questo schieramento ha permesso di chiudere in maniera pulita il gioco laterale del Napoli, che fino a questo momento è stata una delle chiavi del successo della squadra di Sarri, dando poco spazio alle giocate di Insigne sulla sinistra, in sovrapposizione con Ghoulam, visto il raddoppio di Cuadrado, e permettendo dall’altra parte ad Evra di seguire con più attenzione i tagli di Callejon, avendo l’aiuto di Pogba sulla salita di Hysaj.

Centrocampo a 4 con Cuadrado in linea e Pogba allargato verso la destra

Centrocampo a 4 con Cuadrado in linea e Pogba allargato verso la fascia destra del Napoli

In più la mossa di costruire due coppie laterali difensive ha permesso ai due centrali Bonucci e soprattutto Barzagli di restare centrali e spartirsi la marcatura di Higuain, con Barzagli che ha fatto un lavoro straordinario di aggressione immediata sulle giocate del Pipita spalle alla porta per togliergli lo spazio di movimento dove è letale.

Queste coppie laterali juventine hanno avuto effetto anche offensivamente, in quanto dalla parte destra la salita di Lichtsteiner in appoggio a Cuadrado ha costretto Insigne ad abbassarsi notevolmente rispetto al solito e quindi essere meno presente e meno lucido in fase di possesso, mentre dall’altra parte Pogba ha avuto più libertà di inventare in 1vs1, come successo per esempio nell’azione del tiro di poco alto di Dybala proprio su servizio del francese dalla destra.

Pogba largo a sinistra può ricevere e giocare l'1vs1

Pogba largo a sinistra può ricevere e giocare l’1vs1

Le contromosse che Sarri avrebbe potuto fare secondo me, invece di mantenere inalterato il proprio spartito offensivo, erano quelle di attaccare i punti deboli del 442, approfittando del proprio sistema di gioco.

Prima cosa dare più libertà ad Insigne, tenendolo alto, e difendendo il raddoppio in fascia destra con l’uscita di Hamsik su Liechsteiner e l’aggressione alta di Ghoulam su Cuadrado; a quel punto l’eventuale inserimento di Khedira doveva essere seguito da Jorginho. Il recupero palla in quella zona avrebbe garantito una ripartenza pericolosa su Insigne e più spazio al talento napoletano per inventare.

Secondo doveva cercare di occupare la zona di trequarti centrale tra le linee di difesa e centrocampo, visto che Marchisio giocava più alto rispetto al solito, sia chiedendo ad Insigne di accentrarsi all’inizio della costruzione dalla propria metà campo, sia facendo scendere Higuain in quella zona e liberandolo dalla morsa della coppia Barzagli-Bonucci.

Quella giocata del Pipita avrebbe anche potuto essere sviluppata con un contro movimento corto-lungo e l’assistenza in profondità oltre la linea difensiva, per garantirgli il controllo fronte porta che sabato non si è mai visto.

Terza cosa che mi è saltata all’occhio durante la partita è il non aver esplorato con costanza in fase di possesso la zona di destra, permettendo a Pogba di non aver troppo lavoro da fare in fase difensiva. Spesso il giro palla da dietro del Napoli aveva lo sbocco laterale su Hysaj che saliva libero inizialmente, visto che il n.10 juventino rimaneva comunque in una zona ibrida tra centro e fascia, ma non veniva servito preferendo tornare dalla parte sinistra dove il gioco ha più sviluppo palla al piede.

Si vede chiaramente che la fascia destra è quella meno usata da Sarri

Si vede chiaramente che la fascia destra è quella meno usata da Sarri

L’errore di Sarri in questo caso è il non aver saputo variare il modulo tattico, continuando a muovere il proprio lato destro con i tagli senza palla di Callejon, ma mai con uno scambio a due tra ala e terzino in costruzione, cercando il taglio dalla parte opposta, che avrebbe potuto scombinare i piani di Allegri.

Oltre a Juventus-Napoli, anche in Premier League era previsto lo scontro fra la prima e la seconda della classifica, con il sorprendente Leicester di Ranieri che andava a giocarsi all’Emirates un altro pezzo del sogno di vincere il titolo.

L’Arsenal di Wenger aveva dato una bella lezione ai Foxes nella partita d’andata e il tecnico italiano sapeva che la tattica giusta da usare domenica era quella di tenere le linee strettissime e ripartire il più velocemente possibile sul recupero palla, mandando Vardy anche nella zona di destra, oltre a quella di sinistra/centro solitamente occupata, così da sfruttare la lentezza nell’1vs1 di Monreal.

I primi 50 minuti di gioco erano stati perfettamente interpretati, con l’Arsenal che aveva creato poco e il Leicester che aveva trovato il goal su rigore proprio su un’azione di recupero alto e 1vs1 tra il proprio bomber e il terzino spagnolo dei Gunners.

A distruggere i piani di Ranieri è stata l’espulsione di Simpson al decimo del secondo tempo, che lo ha costretto a cambiare l’impostazione tattica, ma è stato in quel momento che le scelte secondo me avrebbero potuto essere diverse, e permettere al Leicester di mantenere quell’equilibrio difensivo mancato nell’ultima mezzora, anche grazie alle intuizioni di Wenger.

Ranieri ha deciso subito di inserire l’unico difensore destro disponibile, Wasilewski (un centrale adattato), al posto di Mahrez, che fino a quel momento non aveva brillato come al solito, ma aveva tenuto bene la fascia e reclamato (probabilmente giustamente) un secondo rigore su un altro 1vs1 favorevole contro Monreal.

L’uscita del talento algerino ha determinato la scalata laterale di Okazaki, che però è durata pochissimo, in quanto dopo la scelta di Wenger di inserire Walcott sull’ala destra, il tecnico dei Foxes ha optato per lo spostamento di Albrighton sulla parte destra, in aiuto di Wasilewski sulle giocate di Sanchez, togliendo Okazaki per Gray, messo all’ala sinistra per evitare le salite troppo costanti di Monreal in sovrapposizione con Walcott.

A volte questa mossa protettiva può risultare un boomerang, e in questo caso si è visto palesemente, in quanto il Leicester è indietreggiato troppo con il baricentro non riuscendo più a recuperare palla nella metà campo offensiva, ma solo davanti alla propria area e subendo le giocate in area di appoggio di Giroud per il guizzante Walcott (come in occasione dell’1-1) che prima con Chamberlain erano perfettamente controllate.

Probabilmente il tenere Mahrez in campo, che avrebbe garantito più idee offensive in appoggio a Vardy, togliendo subito Okazaki per Wasilewski e mantenendo Albrighton nella sua zona preferita di sinistra ad aiutare Fuchs contro Walcott e Monreal, poteva dare più respiro alla manovra del Leicester e permettere di chiudere la gara imbattuti.

Terminiamo con la partita di San Siro fra Milan e Genoa, dove i rossoneri hanno portato a casa una vittoria agevole fino al 90’ e poi  un po’ complicata nel recupero dopo il goal di Cerci, al primo tiro in porta dei rossoblu.

Conoscendo lo schieramento abituale di Mihalovic degli ultimi mesi, con un 442 classico e che sfrutta molto le catene laterali, Gasperini avrebbe potuto pensare ad un sistema diverso dal suo solito 343, in quanto la ricerca della sovrapposizione laterale era spesso frenata dalla scalata difensiva di Honda da una parte e Bonaventura (un po’ meno) dall’altra.

Le occasioni in cui il centrocampista laterale sinistro del Milan non seguiva la salita di Fiamozzi, intelligentemente era Montolivo ad allargarsi per dare una mano ad Antonelli, e proprio questo movimento del capitano rossonero avrebbe dovuto creare in Gasperini l’idea di posizionare un giocatore tra le linee centrali, dietro la punta, anche perché il Milan ha spesso dimostrato di soffrire quel ruolo vista la carenza di dinamicità difensiva in ripiegamento di Montolivo e Bertolacci.

L’inserimento di Cerci ad inizio secondo tempo doveva essere posizionato a ridosso di Matavz e non esterno, dando anche l’opportunità di rivedere l’ex milanista nella posizione dove ha disputato la sua stagione migliore in carriera, col Torino, schierato in maniera anarchica dietro a Immobile e pronto per essere presente in area e in zona goal, come nell’occasione del 2-1.

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