Parigi Roubaix 2016 – Preview

Roubaix, Sky guida il gruppo nella foresta di Arenberg

E’ quasi finito, sì, il Nord è quasi finito. Tra poco arriva la bella stagione: le Ardenne, i Grandi Giri. Ma ancora manca qualcosa, la regina, la Parigi – Roubaix, a chiudere il periodo più bello per ogni amante del ciclismo. Ci sono corridori che a metà a aprile si possono già mettere il cuore in pace, quest’anno è andata male, speriamo nel prossimo. Perché di pavé da qui a ottobre ce n’è poco, e nessuno con il fascino di quello primaverile.

Questa è una corsa a parte, una corsa dove se fori a 100 km dal traguardo dentro la foresta di Arenberg può anche darsi che non rientri più. Al Fiandre quasi sempre vince il più forte, perché dai e dai, su quei muri le gambe alla fine fanno la differenza. Alla Roubaix, invece, basta un guasto meccanico o una caduta davanti a te nel momento sbagliato e sei fottuto. Non c’è gregario che possa salvarti.

Il percorso

Leggermente più lungo rispetto allo scorso anno, ma invariato nella sostanza. I primi 100 km non presentano particolari difficoltà. Da quel momento ci sono da percorrere 27 settori di pavé di lunghezza variabile. I primi 9 servono a inacidire le gambe dei meno abituati, poi si arriva alla Foresta di Arenberg, 2,5 km in leggera discesa, percorsi a velocità esagerata e con le barriere ai lati. Questo è già un tratto decisivo: se fori, cadi, guardi troppo il panorama o semplicemente non sei ben posizionato, puoi restare tagliato fuori dal gruppo buono e magari non rientrare più, perché da qui in poi nessuno ti aspetta.

Cinque dei successivi otto tratti di pavé sono sopra i 2 km di lunghezza. A Mons-en-Pévèle mancano circa 50 km all’arrivo e cominciano i tratti di pietre più brevi. Chi non è coi migliori a questo punto quasi sicuramente non vince. Il tratto più temuto e spesso decisivo è il Carrefour de l’Arbre: 2,1 km spezzagambe che arrivano quando ormai tra i corridori vedi la Madonna e anche qualche santo. Il più forte qui ci prova sempre, perché mancano 20 km e solo 3 km di pavé. L’arrivo nel velodromo di Roubaix lo conoscete tutti. Attenzione perché le volate lì dentro sono molto particolari: non conta più che è il più veloce, ma solo chi ha ancora qualcosa nelle gambe per sprintare.

Roubaix settori di pave

I favoriti

Fabian Cancellara (Trek) – La rivincita. Le lacrime di Spartacus dopo il traguardo di Oudenaarde erano un misto di malinconia (per l’ultima Ronde) e di tristezza (per non averla vinta) e portano dirette ad una parola soltanto: vendetta. La condizione di forma è smagliante e l’abbiamo vista sull’ultimo Oude Kwaremont, il treno di Berna è pronto a volare anche sul pavé più temuto del mondo.

Peter Sagan (Tinkoff) – Era nell’aria la vittoria di una Monumento e domenica scorsa al Fiandre è arrivata. Supportato finalmente da un’ottima squadra, ha scelto l’azione giusta con grande coraggio e ha poi distrutto gli avversari su Kwaremont e Paterberg. È vero che alla Roubaix non è mai entrato nei 5, ma con quella gamba è impossibile scommettergli contro. Forse domenica scorsa è nato un campione.

Roubaix Peter Sagan Fiandre 2016

Pronti a vincere

Zdenek Stybar (Etixx) – La metafora dei galli nel pollaio è talmente inflazionata quando si parla di Etixx che non vale più la pena ripeterla. Oltre a tatticismi complessi, sembra che però quest’anno nella squadra nata per dominare queste corse manchino anche le gambe. Stybar sembra essere quello che sta meglio e soprattutto ha corso 3 Roubaix classificandosi in ordine cronologico: 6°, 5°, 2°…

Sep Vanmarcke (Lotto Jumbo) – È sempre così, innamoramenti a prima vista, relazioni turbolente e con scarse soddisfazioni e proprio quando decidi di perdere ogni speranza che la situazione possa cambiare, ecco che il tuo pupillo inizia a vincere. Solo con Moreno Moser non è successo (ma succederà, ndr). Vanmarcke quest’anno non ha ancora vinto nulla eh, però fortuna e condizioni per una volta sembrano andare di pari passo, anche se uscire indenni dalle pietre della Roubaix è l’ostacolo più duro per la sua gomma posteriore.

Luke Rowe (Sky) – Non c’è un vero capitano, ma SKY in tutte le classiche sta correndo con grande coraggio e il giovane gallese sembra più forte ogni anno che passa. Ottavo l’anno scorso, ha lo spunto veloce per giocarsela anche in volata con i più forti. Sui muri della Ronde si è difeso, in appoggio a compagni più adatti. Qui dovrebbe fare corsa solo per sé.

Parigi Roubaix Luke Rowe

Quelchepassa Outisider

Ian Stannard (SKY) – Corridore da pavé come pochi altri al mondo quando è al meglio. L’anno scorso anticipò il picco di forma, dominando all’Omloop e poi spegnendosi via via che arrivavano le corse più importanti. Quest’anno ci è andato più cauto, ma già ad Harelbeke è parso in netta crescita. Occhio, perché questo è uno che può partire da lontano e poi non lo vedi più.

Alexander Kristoff (Katusha) – La Roubaix non è mai stata la sua corsa. Nemmeno nel suo anno di grazia, il 2015, era riuscito a stare con i migliori quando si è fatta la selezione. Però la condizione sembra migliorare e se per caso la gara fosse più tattica del previsto non è uno che vuoi portarti dentro al velodromo.

Niki Terpstra (Etixx) – Lui questa gara l’ha già vinta, nel 2014, e altre due volte si è piazzato nei 5. Benissimo a inizio anno alla Samyn, si è un po’ nascosto nelle ultime gare su pietra, complici anche alcune scelte tattiche discutibili di Lefevre. La Etixx ha solo un modo per salvare la sua campagna del Nord: vincere la Roubaix. E per farlo ha bisogno di aggredire la corsa come non ha mai fatto da inizio anno. Lui è l’uomo giusto per un’azione da finisseur negli ultimi 10 km.

Daniel Oss (BMC) – Da tempo ce la meniamo con il fatto che “se Oss avesse più spazio d’azione”. Bene, anzi, francamente male visto che il tutto è dovuto ad un infortunio di un Van Avermaet mai in forma come quest’anno, ora Daniel ha la sua chance. La BMC senza capitano è una banda di cani sciolti, il nostro portacolori potrebbe anche dire la sua per un piazzamento.

Lars Boom (Astana) – L’olandese arrivato all’Astana per aiutare Nibali sulle pietre del Tour, a 30 anni è in scadenza di contratto e si gioca in questi mesi un ingaggio da qualche parte per il prossimo anno. La condizione di forma è buona (6° ad Harelbeke, 11° nel Fiandre), questa sarà la sua settima Roubaix e c’è un quarto posto dell’anno scorso (miglior risultato personale) da confermare. E se dovesse piovere…

Chi è rimasto fuori?

Tra i candidati credibili per una vittoria, direi molto pochi. Tiesj Benoot ha preso una gran botta al Fiandre. Dovrebbe recuperare per domenica, ma chissà in quali condizioni. In casa Lotto-Soudal ci sarebbero anche Jurgen Roelandts, un po’ piantato alla Ronde, e Andre Greipel, che invece ha messo in piedi il consueto circo di attacchi scriteriati e mascelle prominenti. La BMC orfana di GVA chiederà anche a Jempy Drucker di fare la sua corsa, più per un piazzamento nei 10 che per il bersaglio grosso.

Chi vorrebbe un giorno vincerla questa corsa è Arnaud Démare, che però quest’anno una Monumento l’ha già vinta, e due sarebbero un po’ troppe (anche lui peraltro è uscito malconcio domenica). Tra le possibile sorprese ci sono Imanol Erviti (Movistar), protagonista di un’azione leggendaria al Fiandre (che ha poi ha concluso nei 10) e Jens Keukeleire (Orica), già sesto l’anno scorso.

Fa brutto non menzionare Tom Boonen, che di Roubaix ne ha vinte 4, ma quest’anno non c’è stato un singolo momento in cui abbia dato l’idea di poter vincere una corsa importante e se dovessimo giocarci una carta diversa della Etixx il nome “a sorpresa” potrebbe essere quello di Tony Martin (che mettiamo in questa preview solo per le insistenze incompresibili del caporedattore azazelli).

Gli italiani

Non hanno una chance. A parte forse Matteo Trentin, nel caso in cui becchi l’azione giusta da lontano e resista agil attacchi più duri. Gli altri possono fare i gregari o farsi vedere in qualche fuga da lontano. Purtroppo altro non posso dirvi.

Albo d’oro

2015 | John Degenkolb

2014 | Niki Terpstra

2013 | Fabian Cancellara

2012 | Tom Boonen

2011 | Johan Vansummeren

2010 | Fabian Cancellara

2009 | Tom Boonen

2008 | Tom Boonen

2007 | Stuart O’Grady

2006 | Fabian Cancellara

Plurivincitori

Roger De Vlaeminck (1972, 1974, 1975, 1977) e Tom Boonen (2005, 2008, 2009, 2012, ancora in attività), sono gli unici ad aver vinto la Roubaix per ben 4 volte. Tra i corridori in attività, oltre al già citato Tommeke, solo Fabian Cancellara l’ha vinta più di una volta (3: 2006, 2010, 2013). A 3 successi in carriera ci sono anche Francesco Moser (consecutivamente dal 1978 al 1980), Rik Van Looy, Eddie Merckx, Johan Museeuw, Gaston Rebry e Octave Lapize.

In TV

Solita doppia copertura RAI ed Eurosport. Entrambe forniranno una copertura pressoché integrale della corsa con collegamento sin dalla partenza da Compiégne dalle ore 10 circa (da porre particolare attenzione alla programmazione RAI in caso di salti di canale tra RaiSport1, RaiSport2 ed eventualmente Rai3).

Twitter

L’account Twitter ufficiale della corsa è @Paris_Roubaix, mentre per i commenti live potete usare l’hashtag #ParisRoubaix, oltre al più italiano #EurosportCiclismo  per comunicare con i telecronisti di Eurosport, che vista la diretta integrale avranno modo ancora più del solito di interagire con i telespettatori. Aggiornamenti in tempo reale sulla corsa e non solo anche su questa lista.

Starting List (da ProCyclingStats.com)

Betting (da bet365, prese Mercoledì 6 aprile)

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7 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Visto che Sagan la sua monumento l’ha vinta settimana scorsa, sarebbe bello il finale alla Disney con in alternativa o la vittoria di Cancellara, o perchè no, quella di Vanmarcke (così abbiamo un doppio passaggio di consegne…).

    Altrimenti, visto che si può volare con la fantasia, forza Greipel e #TeamGorilla

  2. azazelli ha detto:

    Per me questa la vince Cancellara…

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