The one who types (out) #7 – Dope Lesnar
“You can call me Mystic Phre because I predict these things” (cit.)
Eh, già, a quanto pare qualcuno l’aveva detto.
Non mi stupirei se dopo l’evento, tornassero positivi i test su Lesnar. #UFC200 https://t.co/7XQGyuyLXD
— Phre (@phre) July 8, 2016
Brock Lesnar è stato notificato dall’ormai famosa USADA per aver potenzialmente violato le loro norme anti-doping. Si tratta di un test out-of-competition (qui avevo già spiegato in cosa consiste.), effettuato il 28 giugno, ma i risultati sono arrivati solo il 14 luglio. Anche in questo caso, non è stata resa nota la sostanza alla quale è risultato positivo.
La UFC aveva già chiuso un occhio alla vigilia di UFC 200 perché l’USADA aveva bisogno di 4 mesi di preavviso per iniziare ad eseguire i test ad un atleta che ritornava a competere dopo essersi ritirato, ma trattandosi di una circostanza speciale, gli è stato accordato comunque il permesso di combattere eseguendo i test solo nella finestra temporale di un mese, per un totale di 8 test. A quanto pare, uno di questi test è ritornato positivo, scatenando giustamente la reazione di molti atleti, fra i quali Mark Hunt, il suo avversario a UFC 200.
Mark Hunt, stanco di combattere contro “cheater”, ha chiesto la metà della borsa di Lesnar (che ammonta a 2 milioni e mezzo di dollari), o minaccia di andare via dalla promotion. In seguito, ha ritrattato la sua stessa richiesta, dicendo di volere tutto il guadagno di Lesnar, perché chi imbroglia non merita nulla.
Well I wanted half but have changed my mind cheaters shouldn’t get shit I want all of it cheaters don’t deserve shit #cheatersdeservenada
— mark richard hunt (@markhunt1974) 16 luglio 2016
Un altro atleta che non si è risparmiato è stato Roy Nelson, deridendo il suo presidente Dana White, che il 10 luglio aveva dato dell’idiota ad un fan che accusava Lesnar di doping.
Well done Mr. President.
This is funnier #promote #promote @UGK_MMA: @markhunt1974 @roynelsonmma @ufc Great job by the Prez pic.twitter.com/jUt2wgL4Aq
— Roy Nelson (@roynelsonmma) 16 luglio 2016
Il team di Lesnar afferma che andranno in fondo alla questione, facendo esaminare il campione B per provare l’innocenza del wrestler. Ancora non sappiamo quali sono i provvedimenti che verranno presi nei confronti di Lesnar nel caso in cui il test risulterà positivo una seconda volta. Probabilmente la commissione atletica del Nevada cambierà il risultato dell’incontro in un No Contest e potrebbe anche arrivare una squalifica per Brock, che con tutta probabilità significherebbe non vederlo mai più nella UFC.
Come detto oggi dal mio compare Enrico, con il quale mi confronto spesso su cose riguardanti il mondo delle MMA, dispiace vedere il business che rovina l’immagine dello sport. Era sotto gli occhi di tutti che Brock era più simile a Hulk che ad un essere umano, non bisognava rimuovere il preavviso dei 4 mesi solo perché è Brock Lesnar. Possiamo, comunque, ritenerci tutti soddisfatti dell’egregio lavoro svolto dall’USADA, che sta ripulendo davvero questo sport, non guardando in faccia neanche le superstar.
8 risposte
[…] che questa associazione nascesse, è stato il caso Lesnar-Hunt. Il combattente samoano, stanco di competere contro atleti dopati, aveva chiesto un risarcimento alla UFC che aveva pensato di ignorarlo bellamente. Cosa che […]