Why not try – il cuore dei Carolina Panthers

Pare che dopo essersi rotto il legamento crociato anteriore (il tanto temuto torn ACL) del ginocchio destro per la terza volta in meno di due anni, Thomas Davis abbia pensato che, nonostante avesse combattuto duramente, il suo sogno nell’NFL fosse finito lì. Ma tornato a casa, alla domanda della moglie su cosa veramente pensasse nel profondo, il ragazzo di Shellman (Ga.) realizzò che aveva ancora qualcosa da dare, che quel fuoco non si era spento.

Nessun giocatore nella storia del gioco era mai riuscito a tornare in campo dopo una sequenza di infortuni del genere. Ma nessun giocatore era Thomas Davis. Perchè non provarci?

Nella presentazione delle squadre arrivate al Super Bowl, abbiamo scelto una bella storia da raccontare: quella del linebacker da Georgia; una scelta rischiosa, visto che il nostro rischia addirittura di non esserci, a causa la rottura dell’ulna del braccio destro sofferta nel championship contro Arizona. Ma una scelta significativa, sia per le qualità del giocatore, sia per cosa rappresenta per i Carolina Panthers, e sulla cui presenza al Levi’s stadium il prossimo 7 Febbraio il sottoscritto è pronto a scommettere.

Non sarà un osso del braccio a fermarlo

Non sarà un osso del braccio a fermarlo

Thomas Davis ha avuto una storia simile a quella di molti altri giocatori nell’NFL: nato in una piccola cittadina di un migliaio di anime nella Georgia, cresciuto da una madre single tra mille difficoltà, trova nello sport una via di riscatto e realizzazione.

Eccelle indistintamente in football, basketball, baseball e atletica, ma viste le dimensioni modeste del suo liceo non riceve l’esposizione che merita e ottiene un recruitment mediocre.

Riesce comunque a ricevere una borsa di studio per UGA, e viene utilizzato dai Bulldogs sia come rushatore che come free safety, ruolo per cui viene selezionato al primo giro del draft 2005 dai Carolina Panthers.

La conversione a OLB da 4-3 è abbastanza immediata (e scontata) viste le ottime doti fisiche e di placcatore del giocatore, abbinate ad un fisico non trascurabile (6’1 per 235 libbre – 1.85 per 107 kg).

La carriera di Thomas Davis sembra essere avviata verso un futuro da Pro Bowler, visti i numeri tirati su e l’eccellenza delle giocate; insieme a Dan Morgan e Jon Beason forma uno dei corpi linebacker più completi della lega. La stagione 2009, quarta da titolare per lui dopo l’anno da rookie, gli vede registrare 61 tkl, 1.5 sack e 2 intercetti fino alla 7 giornata, in linea per una stagione da 140 tkl dopo averne registrati rispettivamente 88, 88 e 113…ma il ginocchio fa crack. E con lui le speranze di postseason per i Panthers, dopo che l’anno precedente avevano guadagnato addirittura il bye.

Il secondo infortunio avviene durante la stessa offseason, in concomitanza degli OTA’s. Si ricomincia la riabilitazione, per cercare di essere pronti per la stagione successiva.

Senza lui, i Panthers finiscono la stagione 2-14, ottenendo il peggior record e potendo scegliere alla prima assoluta; optano per Cam Newton da Auburn, fresco vincitore del titolo nazionale e dell’Heisman, su cui molti nutrono dei dubbi nonostante le indubbie doti fisiche e di leadership.

È l’inizio della stagione 2011, la stagione post-lockout; Cam comincia bene, ma i Panthers perdono contro i Cardinals e Jon Beason per un infortunio al tendine di achille. La giornata successiva, Thomas Davis entra in campo correndo con la maglia di Beason tra le mani, per supportare il suo compagno in/sfortunato: chi meglio di lui può capirlo?

Poche ore dopo, ancora lo stesso ginocchio: e siamo a tre.

Si racconta che nelle ore successive all’infortunio, Thomas e la moglie abbiano cercato di capire se almeno la statistica fosse dalla loro parte: negativo, nessun giocatore ha mai recuperato da un terzo infortunio di questo tipo; si racconta che il giocatore abbia ricevuto diverse rassicurazioni da parte del coaching staff e della dirigenza, nonché il loro sostegno…ma questo sostegno a parole non è sembrato esser seguito nei fatti, vista la ristrutturazione del contratto ad un minimo di 700K e la scelta al draft successivo di Luke Kuechly da Boston College. Non solo Davis avrebbe dovuto lottare per il recupero, ma ora avrebbe dovuto anche farlo per recuperare il posto in squadra: scelta ineccepibile da parte dei Panthers, ma di sicuro una gestione del genere avrebbe segato le (purtroppo in quel momento ben poche) certezze di chiunque…ma non di Thomas Davis da Georgia.

La nuova coppia

La nuova coppia

Tutti sappiamo come è andata a finire la storia: Davis oggi è tornato ad essere il WLB titolare dei Panthers, a formare un trio più che completo insieme a James Anderson e Luke KuechlyQuel “why not try”, pronunciato da Davis alla moglie, si è trasformato nell’attuale Keep Pounding che i Panthers hanno cucito nel colletto della loro maglietta. 

Inutile dire che la bella storia da raccontare non terminerà di sicuro con l’infortunio all’ulna, non terminerà con Thomas Davis panchinato nella sua partita più importante.

Ed è proprio per questo che Thomas Davis è il vero cuore di questi Carolina Panthers: perché quegli infortuni ci hanno donato un uomo che lotta su ogni palla come se fosse l’ultima, e così la sua squadra.

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14 risposte

  1. Alberto ha detto:

    anche io ho lasciato un crociato sul campo…sono tornato a giocare….
    adesso ho smesso …. ma per motivi anagrafici….

  1. 9 Febbraio 2016

    […] che Thomas Davis 2 settimane fa aveva subito una frattura al braccio e ieri era in campo a dispensare colpi come se […]

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