World Series: 10 inning, 7 partite, 108 anni.

Cubs World Series, History

History

Gara 7, parte bassa del quinto inning, 2 out, Cubs avanti 5-1. Sei lì che stenti a credere che possa essere così “facile”, dopo aver rimontato sotto 1-3 nella serie, dopo aver atteso 108 anni (vabbè…da tifoso solo 13…da quando Steve Bartman mi convinse che questa doveva essere la “mia” squadra). E infatti non sarà così facile: non so quanti anni siano passati dall’ultima volta in cui sono entrati due punti con un wild pitch, forse meno di 108 ma lì capisci che sarà una lunga notte.

L’HR di Ross, entrato per ricevere i lanci di un Lester in versione rilievo, nella sua ultima partita (la 907esima) cerca di convincermi che questo era il destino, un po’ come Maldini che segna nella finale di Champions…oh wait…speriamo non sia proprio quella finale di Champions.

Non faccio in tempo a cancellare quel pensiero dalla mia mente, che anche qua un vantaggio di 3 punti viene spazzato via: Lester, un po’ come Hendricks, viene tirato giù dal monte forse un po’ presto, si chiedono 4 dannati out a Chapman, l’uomo dalle fastball da 100+ mph. L’uomo che ha tenuto viva questa serie quando tutto sembrava depresso nell’ultima casalinga a Wrigley Field, lì di out ne fece addirittura 8 (record in carriera).

La fastball di Aroldis, chiamato agli straordinari in queste ultime 3 nottate, però non viaggia come suo solito…Rajai Davis, posseduto dallo spirito di Babe Ruth in questa Series, la spedisce fuori e pareggia i conti: 6-6, ottavo inning con la parte migliore del bullpen già usata ed è quasi “109 anni di attesa…”

Si va al nono, c’è Heyward (orribile con la mazza per tutto l’anno o poco meno) che in qualche modo è arrivato in terza base con un solo out, c’è Baez (meraviglioso con la mazza nei playoff, ma non nella World Series…) che dovrebbe “solo” spararla lontano, potrebbe bastare anche una rimbalzante tra prima e seconda, facci un “sacrificio”, Javy….e cosa gli chiama Maddon? Un bunt!??! Con il conto pieno??? Capisco non sia facile, ma rendercela così difficile anche no.

Se queste sono le premesse, con Chapman che ritorna sul monte per gli ultimi 3 out, io il nono inning non lo voglio vedere. Faccio in tempo a coprirmi gli occhi che arriva un insospettabile 1-2-3 inning. E si va agli extra inning, “free baseball” dicono loro,  “agonia baseball” dico io.

E arriva anche la pioggia: l’interruzione è breve ma non abbastanza per non porsi il dubbio se convenga o meno riprenderla. Per sempre. “Massì, fischia la fine e siamo contenti lo stesso”

Cleveland rimanda in campo Shaw, strano. Chicago ne approfitta, colpisce come se non ci fossero 108 anni aggrappati alle proprie mazze. Zobrist mette il punto del sorpasso, Montero (sì…il terzo catcher utilizzato in questa partita) mette il punto che poi risulterà fondamentale e ritorna ad essere MontHero come dopo il grand slam contro i Dodgers in gara 1 delle NLCS (sembra passata una vita).

Quando Francona manda sul monte di lancio Bauer per i 2 out facili che chiudono l’inning lasciando le basi piene ci sono i tifosi Indians che imprecano per non averlo utilizzato prima (i Cubs comunque in questa serie l’avevano colpito piuttosto costantemente) e ci sono i tifosi Cubs che imprecano per non aver arrotondato il vantaggio: “tu guarda se rimpiangiamo queste basi piene con 1 solo out…”. Il baseball è uno sport di imprecazioni.

Il bullpen era il loro punto di forza (Miller, Allen, lo stesso Shaw…ingiocabili per tutta la World Series), ma non stasera. Il bullpen (Chapman escluso) era il nostro punto debole: se c’ha tradito il nostro closer, chissà il resto ora….sale Carl Edwards Jr., 25 anni, forse nemmeno suo bisnonno era già nato nel 1908. Fa 2 out come se fosse la partita tra amici nel giardino dietro casa, anche lui avrà pensato “è così facile?!”, no, ovviamente, non può essere così “facile”, si accorge di essere a gara 7, decimo inning, 1 out dalla storia e si fa colpire: subisce un punto (ancora Rajai Babe Davis) e mette in base il punto del titolo per Cleveland.

Non è facile manco per un cazzo.

Manca un out, c’è un uomo in prima, Jose Martinez al piatto (0 su 3, 3 K nella postseason, questo hanno….) e Montgomery a lanciare: uno che è arrivato il 20 luglio, a stagione in corso, uno che in 2 anni in MLB tra Seattle e Chicago, tra regular season e playoff, ha fatto 611 out, ora gliene chiediamo solo 1, il prossimo.

Curveball, meravigliosa, strike, la grafica dice 75 mph, a me sembra c’abbia messo una vita ad arrivare, ma va bene così….

Tra il primo lancio e il secondo di vite ne passano due…

Cubs World Series, La descrizione di un attimo

La descrizione di un attimo

Ancora curveball, rimbalzante in diamante, Kris Bryant accorcia, sorride, assistenza di routine: forse adesso è davvero così facile. Tripudio. I Cubs sono campioni. Rizzo mette in tasca una pallina che era partita 108 anni prima ed è atterrata docile sul cuscino di prima. Storia.

Cubs World Series, Smiling moment

Smiling moment

Son tifoso, non posso non godermi una gioia dopo tutta questa attesa. Non ci fossero stati i “miei” Cubs avrei sicuramente tifato per gli Indians, che ora ricevono proprio da quest’ultimi lo “scettro” della decana, la squadra che attende dal maggior numero di anni un titolo dall’ultimo vinto: l’anno prossimo saranno 69. Se lo sarebbero meritato anche quest’anno: 3 close out game, decimo inning in gara 7. Lo sport ti ricorda che è tremendo anche quando vinci.

Inquadrano Theo Epstein, quello che poco più che trentenne, da general manager, aveva costruito i Red Sox campioni dopo 86 anni, ed ora poco più che quarantenne ha portato in soli 5 anni una squadra da 100+ sconfitte a 100+ vittorie, da 100+ anni senza vincere alla Vittoria. Inquadrano Theo Epstein e pensi “chissà se Dio s’è mai sentito come si sente ora lui”.

it’s gonna happen, maybe this year, maybe next year, maybe in fifty years, whenever, we’ll wait…

…and it’s goooone

 

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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