Buffalo Bills 2017 – Rivoluzioniamo

Tra luglio e agosto vi presenteremo tutte e 32 le squadre con i loro cambiamenti principali e con le loro speranze e/o paure. Troverete tutte le squadre pubblicate in questa sezione: Team by team preview 2017.

NB. Per facilitarne la lettura trovate i vari argomenti divisi in pagine (attacco, difesa, special team, draft & free agency, coaching staff, resoconto & calendario): posizionando il mouse sopra il menu che trovate dopo l’introduzione potrete navigare tra le varie pagine come meglio credete.

I Buffalo Bills sono un inno alla funzione gaussiana. Negli ultimi 17 anni hanno vinto 1 volta 3 partite, 1 volta 4 partita, 1 volta 5 partite, 5 volte 6 partite, 4 volte 7 partite, 3 volte 8 partite, 2 volte 9 partite. Pochissime stagioni veramente negative, mai oltre le 10 vittorie e quel che più fa soffrire i tifosi, anche quelli con poca dimestichezza con funzioni e ragionamenti da nerd, zero partecipazioni alla post season: dal “music city miracle” in poi hanno sempre guardato gli altri giocare.

Non andare ai playoff peraltro ha messo in stand by una striscia di 4 sconfitte consecutive nel dentro/fuori che resta lì in giacenza in attesa di essere ripresa (e magari fermata).

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ATTACCO

Con le due trade messe a segno pochi giorni fa si è completata una doppia rivoluzione sia del reparto dei CB (di cui mi occuperò nel paragrafo dedicato alla difesa), che di quello dei WR, andando pure ad aggiungere un secondo ed un terzo giro in più nel 2018 che sommato al primo ottenuto dai Chiefs per la trade Mahomes renderà i Bills protagonisti della offseason 2018 (magari alla ricerca di un nuovo QB). Ma in questa preview dobbiamo parlare di Buffalo in ottica 2017, non spingiamoci tanto oltre e vediamo cosa è cambiato per il futuro prossimo.

Parto proprio dai ricevitori, se ne vanno Robert Woods, Sammie Watkins (peraltro i due si ritroveranno ai Rams), Marquise Goodwin e Justin Hunter, in pratica tutti ed arrivano Zay Jones (secondo giro di quest’anno), Anquan Boldin (o quel che ne resta), Jordan Matthews (da una delle trade di cui sopra), Andre Holmes, Corey Brown e Rod Streater, con questi ultimi tre che lotteranno come matti in queste ultime settimane di preseason per restare a bordo.

Si riparte da zero e la trade di Watkins è un po’ la pietra tombale su tutte le scelte fatte nel passato più o meno recente. Watkins paga una salute spesso traballante che gli ha impedito di scendere in campo in 9 delle ultime 32 partite e spesso nelle restanti non è quasi mai stato al 100%. Oltre a questo c’era il contratto da rookie che non sembrava voler essere prolungato a cifre verosimilmente molto alte. Buffalo quindi non era convinta a pieno del pacchetto completo, il talento di Watkins non è messo in discussione, anzi forse andava troppo stretto a questo tipo di attacco (il fatto che sia finito ai Rams di Goff peraltro non depone di certo a suo favore da questo punto di vista).

Al suo posto dalla trade è arrivato Jordan Matthews, anche lui in scadenza, anche lui difficilmente sarebbe stato rinnovato dalla sua squadra precedente, gli Eagles. Matthews in questi anni è evoluto in slot receiver, le premesse che potesse diventare un WR1 sono state accantonate, ma al di là della posizione di partenza era sembrato l’unico ricevitore dei tanti testati a Philadelphia che potesse avere un futuro solido. A Buffalo si troverà un sistema nuovo da imparare, ma le qualità anche mentali per adattarsi ed inserirsi seppur solo ad agosto già iniziato ci sono tutte. Non è appariscente come Watkins, ma forse meno ingombrante.

Pochi giorni prima della trade, Buffalo aveva rimpinguato il reparto con l’eterno Anquan Boldin alla quindicesima stagione in NFL: superate le 200 partite e le 1000 ricezioni (1076, nono di sempre), il prossimo milestone sono le 14000 yard ricevute, gliene mancano 221 ed al momento è 14esimo all-time.

Cosa può dare Boldin a questa squadra? Nonostante le 36 primavere che presto diventeranno 37, io credo che possa essere ancora utile, specie in un sistema come quello dei Bills che nonostante abbia cambiato tutto il coaching staff resta verosimilmente ancorato alle caratteristiche di un QB come Tyrod Taylor. L’ex Lions è un amico dei QB dotati di buona accuracy, un maestro nel correre le tracce specie quelle che “si spezzano” e nel creare separazione anche nello stretto e con due mani che non invecchiano mai. Per di più l’anno scorso è stato decisivo in endzone a Detroit con 8 TD, probabilmente non si ripeterà su quei livelli, ma per un attacco come quello dei Bills che viene da una stagione da 17 touchdown su lancio (a sole tre lunghezze dal peggiore, quello dei Rams) è comunque un discreto upgrade. Anche Matthews (esclusa la scorsa stagione) è sembrato molto solido in questa fase del gioco.

Lasciati un attimo da parte i vari Holmes, Brown, Streater, tutti arrivati dalla free agency che dovevano lottare per lo slot prima dell’arrivo di Matthews, veniamo alla novità più intrigante di questo reparto che con le ultime mosse è diventato ancora più interessante scoprire: Zay Jones. Il prodotto di East Carolina dovrà innanzitutto ricalibrare il suo utilizzo, l’anno scorso infatti ha ricevuto ben 216 target, massimo per un ricevitore collegiale negli ultimi tre anni. I Bills 2016 hanno fatto in tutto 286 completi (32esimi…). Il volume di gioco quindi è totalmente differente.

Jones però sembra fatto con il sarto per questo attacco, non a caso, in tempi non sospetti, ovvero prima del draft e ancor prima che Boldin venisse firmato, su PFF nella scheda a lui dedicata lo paragonavano proprio al suo nuovo compagno. Mani molto educate e range di ricezione molto ampio, capacità di schierarsi un po’ ovunque e di correre con precisione le tracce e capire le zone da colpire, fisicamente tosto da buttar giù. Di contro ha difficoltà ad esplodere in campo aperto e fa fatica a creare separazione con la velocità.

Poter studiare affianco di un maestro sarà molto utile alla sua carriera, verosimilmente può diventare un buonissimo ricevitore di possesso.

Il trio Jones, Boldin, Matthews sembra quindi essere perfetto per il medio yardaggio e adattissimo alle caratteristiche di Taylor, ma forse assieme al TE Clay stringe un po’ troppo il campo.

Come accennato più volte, questo attacco resta molto vincolato a quello che Taylor sa fare (e lo sa fare anche bene): in questi due anni, dopo una fase di comprensibile sorpresa iniziale abbiamo imparato a conoscerlo e per certi versi resta l’unica cosa buona fatta da Ryan in quel di Buffalo. Per diventare un franchise QB, ovvero un QB a cui affidarsi completamente per gli anni a venire, a lui manca la capacità di lettura e di progressione che gli permetta di sfruttare un braccio che paradossalmente è molto più talentuoso di quello che abbiamo visto sinora. L’incapacità di trovare il target libero lo penalizza oltre modo. Il “non sentire” la tasca, una statura sotto media e la tendenza a fidarsi fin troppo delle sue gambe (molto valide) fanno il resto.

“Sicuro c’era qualcuno libero che non ho visto”

Per giudicare il pacchetto completo poi appunto bisogna anche aggiungere le quasi 1200 yard corse negli ultimi due anni con 199 portate. Taylor è un quarterback tra i più atletici della Lega, con un buon talento nel braccio e buona precisione, che sbaglia pochissimo (solo 6 intercetti l’anno scorso, come 6 l’anno prima), ma che non riesce ad andare in progressione nelle letture del singolo gioco e tende troppo spesso a scappare, anche quando non necessario. A 28 anni si può pensare di completare il suo gioco? Forse questa sarà la sua ultima chance a Buffalo, stando anche a quante scelte hanno caricato per il draft 2018.

Tra incudine (prossimo draft) e martello (Taylor) si trova il rookie QB selezionato al quinto giro di quest’anno, Nathan Peterman. Dotato di un rilascio molto veloce e una capacità di ben eseguire quando sotto pressione, ma anche di un braccio poco potente e impreciso quando si sposta fuori dalla tasca. Caratteristiche che tutto sommato si sposano bene con questo sistema e che dovrebbero renderlo un backup affidabile sin da subito.

Chiaro che quello che abbiamo presentato sinora è un attacco aereo limitato e con pochi margini di miglioramento benché rivoluzionato. Ma poi c’è l’altra metà dell’attacco: in una lega che è sempre più pass friendly Buffalo rappresenta una realtà sorprendente. Da due anni sono la squadra che corre più yard in NFL, l’anno scorso l’hanno fatto anche con una media da 5.3 a portata, una roba da Seattle con Marshawn Lynch.

Non è un caso che questo livello di eccellenza sia stato raggiunto quando è stato inserito un giocatore dal talento di LeSean McCoy che dal 2015 ha sì saltato 5 partite, ma che quando schierato al 100% ha dato quel qualcosa in più. Il suo talento di giocatore a tutto tondo poi gli permette anche di aiutare il passing game: resta imprescindibile anche per il 2017.

Stando al volume di running game che si trovano a dover supportare non è sano chiedergli più del 70% degli snap (l’anno scorso sono stati il 60%) e quindi anche gli altri running back sono fondamentali in questo sistema (il coaching staff è cambiato del tutto, ma per quanto detto sinora non ci aspettiamo una identità offensiva molto diversa).

Proprio tra i suoi backup si notano alcune novità, in primis questo doveva essere l’anno in cui Karlos Williams ambiva al ruolo di titolare, il fatto che già dall’anno scorso non sia più a Buffalo e che al momento sia ancora free agent la dice tutta sulla sua capacità mentale più che tecnica di essere un professionista. L’anno scorso poi avevamo apprezzato le doti di Mike Gillislee che però in questa offseason è stato prelevato dai Patriots, che hanno sfruttato un salary cap un po’ imbalsamato da parte dei Bills per fare l’offerta che non può essere rifiutata pareggiata.

Resta quindi la speranza di avere una esplosione di rendimento dal secondo anno Jonathan Williams che però non ha una stagione seria dal 2014, quando ad Arkansas da junior ha costituito un duo di RB con Alex Collins (quello attualmente a Seattle) che ha messo alle corde molte difese (entrambi sopra le 1000 yard, sopra le 5 di media, con 12 TD a testa). Nel 2015 poi un infortunio ha interrotto la sua stagione ancor prima di cominciarla e l’anno scorso ha avuto solo 92 snap, 27 corse e 94 yard.

Buffalo (che ha perso anche il poco che restava di Reggie Bush) dovrà quindi sperare nella resurrezione di Williams, anche perché dietro a lui al momento c’è un carneade come Banyard: 2 anni ai Vikings, 2 a i Jaguars e nessuno che l’abbia mai notato.

In tutto ciò, come già accennato, non si possono non considerare le 500+ yard che porta in dote Taylor: negli ultimi due anni il secondo per yard corse dietro a McCoy è stato sempre lui.

Un’alternativa infine potrebbe essere dare qualche pallone anche ai due FB aggiunti in offseason (sì due…): Patrick DiMarco è uno dei migliori nel suo ruolo e può venir utile sporadicamente anche in endzone come ricevitore (in 5 anni nella Lega ha corso una sola volta), Mike Tolbert è un RB che con l’età e il peso ha imparato a giocare FB, lui in realtà resta una alternativa percorribile anche come portatore di palla. Saranno comunque essenziali con i loro blocchi per far funzionare tutto il running game e per dare una mano alla linea.

Ecco appunto la linea offensiva: molto valida nel complesso per il running game, un po’ più sospetta in pass protection (anche se non è facile proteggere un QB a tratti imprevedibile come Taylor). Il lato sinistro, con Cordy Glenn sano, è di ottimo livello: Richie Incognito è una delle migliori guardie della lega ormai da qualche anno e mettiamoci anche il centro Wood che torna a pieno servizio. L’unico dubbio qua risiede nel piede del left tackle che ha problemi e colui che dovrebbe essere il suo backup, Seantrel Henderson, sarà squalificato per ben 10 giornate.

Il lato destro invece qualche dubbio in più lo lascia, specie se si considera che proprio potenziando questa parte la linea offensiva poteva fare il salto di qualità per ambire ad essere considerata una delle migliori della Lega. John Miller (RG) e Jordan Mills (RT) sono ancora all’inizio della loro carriera professionistica (24 e 26 anni), ma hanno sofferto moltissimo l’anno scorso: dalle loro parti sono arrivati complessivamente 12 sack e 90 QB pressure, circa una ogni 6 snap di lancio. Un po’ troppo.

Ed è qui infatti che il tifoso Bills si aspettava un upgrade sostanzioso in questa offseason che non è arrivato o meglio non nella misura in cui era richiesto: Ducasse ha 7 anni in NFL alle spalle e 4 squadre diverse che dimostrano non potrà mai essere un miglioramento (quanto meno allunga la depth con la sua versatilità), molto più interessante invece la scelta al secondo giro con tanto di trade up per andarselo a prendere di Dion Dawkins, da Temple. Non prontissimo in pass protection (e questo preoccupa), ma potenzialmente una star a livello di power-blocking nel running game (e questo fa salivare). Schierabile sia guardia (suo ruolo ideale), che right tackle.

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DIFESA

Come già accennato, le due trade chiuse pochi giorni fa hanno finito di rivoluzionare anche le secondarie, dove peraltro c’era del buon talento. Saranno nuovi tre cornerback e tre safety, mentre per il ruolo di CB2 l’intento è di dare spazio al sophomore Kevon Seymour, sesto giro dell’anno scorso, che aveva già ben impressionato gli allenatori ma che con Darby e Gilmore davanti aveva trovato poco posto.

Vedremo se sarà lui o Leonard Johnson (uno di quelli che ha seguito McDermott da Carolina) ad occuparsi del ruolo di nickelback. Così a prima impressione l’ex prodotto di Iowa State ha dimostrato tra Carolina e Tampa Bay di poter far bene o comunque di avere un senso tra i pro solo in quel ruolo.

Dietro a loro ci sarà Shareece Wright (ex Chargers e Ravens) a cui si chiede solo profondità (e per fortuna), mentre davanti, nel ruolo di CB principale di questa secondaria così rivoluzionata, sarà lanciato subito il primo giro di quest’anno: Tre’Davious White. Proveniente da LSU, fa della aggressività la sua caratteristica principale che abbinata ad un atletismo sopra la media lo rende un playmaker di impatto immediato. Nella passata stagione ha concesso solo il 41% di completi sui palloni lanciati sotto la sua copertura. Vedremo come si adatterà ai pro, ma sulla carta è un CB1 fatto e finito.

A giudicare dalle statistiche della scorsa annata, Buffalo aveva una difesa sui passaggi che concedeva pochissimi completi (solo 306, minimo NFL) e una percentuale piuttosto bassa (una delle 4 squadre con meno del 60%). Il problema derivava però dal fatto che i guadagni delle singole ricezioni erano piuttosto alti, 7.5 a tentativo che stando ai pochi completi concessi diventavano un preoccupante 11.7 a ricezione, terzultimi con solo San Francisco ed Oakland dietro a loro. C’era quindi da sistemare la copertura sul profondo ed ecco quindi la necessità di nuove safety: Micah Hyde, Jordan Poyer e Baccarri Rambo saranno fondamentali nello schema preferito di McDermott, la cover 3. In particolar modo i primi due aggiungono un miglioramento deciso in fatto di copertura sul profondo, benché non siano mai testati a fondo come titolari.

Più “sicurezza” con la nuova safety Hyde?

Molti meno cambiamenti nel front seven dove però è rimasto insostituito Zach Brown, che proprio i Bills avevano restituito al mondo del football dopo le ultime annate un po’ sotto tono ai Titans. Il buco lasciato libero da Brown passato ai Redskins doveva essere riempito da Ragland, secondo giro 2016, che dopo l’infortunio al ginocchio nello scorso training camp si sapeva avrebbe avuto bisogno di almeno una stagione per recuperare un po’ di brillantezza. Al momento l’ex Alabama (attorno a cui c’erano già dei dubbi sul suo adattamento alla NFL) pare molto indietro e, considerando che sta perdendo il posto dall’incostante Gerald Hodges, si teme non possa mai diventare utile alla causa dei Bills.

Al centro della difesa resta l’altro Brown, Preston, per nulla convincente, ma al momento il meno peggio. Al suo fianco l’anno scorso, come pass rusher da 3-4, ha reso molto Lorenzo Alexander: la sua stagione però resta una sorpresa non si sa quanto ripetibile, parliamo di un 34enne che prima del 2016 aveva messo a segno in 9 anni 9 sack, cambiando tre squadre (Washington, Arizona e Oakland), al primo anno ai Bills i sack sono stati 12,5: strano è dire poco e non del tutto giustificabile con i soliti compilatori di statistiche pazzi di Buffalo.

Molto più solida la linea che probabilmente passerà ad un fronte pari (da valutare per questo la reale posizione di partenza dell’appena citato Alexander): Jerry Hughes torna ad essere un defensive end, ruolo in cui si trova più a suo agio, ma il suo talento resta un punto fermo di questa pass rush a prescindere da tutto. Dal lato opposto spesso troveremo schierato Shaq Lawson, primo giro 2016, rimasto un po’ confuso dalle idee di Rex Ryan nella passata stagione. Le potenzialità per avere una stagione vicina alla doppia cifra di sack, se utilizzato bene, ci sono tutte.

Al centro della linea la coppia Kyle Williams (a cui si chiede “one more year”) e Marcel Dareus è elite per l’intera Lega, anche se specie l’anno scorso anche loro hanno reso meno del preventivato.

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SPECIAL TEAM

Sembra una quisquilia, ma dover sostituire un long snapper non è tra le cose più facili di una offseason: Sanborn che era tra i più pagati della lega è rimasto sul mercato poco più di una settimana (preso da Tampa Bay), a Buffalo contano di sostituirlo con il più economico Reid Ferguson, undrafted 2016 che è rimasto in practice squad nella scorsa stagione.

Per i ritorni faceva tutto Brandon Tate anche con buon risultati, probabilmente resterà così, ma specialmente per i punt occhio anche al rookie White.

I punt continuerà a calciarli Colton Schmidt, mentre importante la novità per i field goal: è stato portato a bordo Stephen Hauschka, negli ultimi anni a Seattle sempre attorno al 90% di realizzazione e con una potenza e precisione nei calci oltre le 50 yard davvero invidiabile (questo potrebbe far molto comodo ad un attacco come quello dei Bills). Meno costante sui nuovi extra point dove fa registrare 10 errori negli ultimi 2 anni. Sostituisce Carpenter che nello stesso lasso di tempo ne ha sbagliati 11 e nei calci oltre le 50 yard ha poco più del 50%.

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DRAFT

1 (27) – Tre’Davious White, CB (LSU)
2 (37) – Zay Jones, WR (East Carolina)
2 (63) – Dion Dawkins, OG (Temple)
5 (163) – Matt Milano, LB (Boston College)
5 (171) – Nathan Peterman, QB (Pittsburgh)
6 (195) – Tanner Vallejo, LB (Boise State)

MOVIMENTI PRINCIPALI FREE AGENCY

In: Mike Tolbert (RB, CAR), Joe Banyard (RB, JAC), Patrick DiMarco (FB, ATL), Jordan Matthews (WR, PHI), Anquan Boldin (WR, DET), Corey “Philly” Brown (WR, CAR), Andre Holmes (WR, OAK), Rod Streater (WR, SF), Vladimir Ducasse (OG, BAL), Stephen Hauschka (K, SEA), Ryan Davis (DE, DAL), E.J. Gaines (CB, LAR), Leonard Johnson (CB, CAR), Shareece Wright (CB, BAL), Micah Hyde (S, GB), Jordan Poyer (S, CLE), Bacarri Rambo (S, MIA).

Out: E.J. Manuel (QB, OAK), Mike Gillislee (RB, NE), Sammie Watkins (WR, LAR), Robert Woods (WR, LAR), Marquise Goodwin (WR, SF), Justin Hunter (WR, PIT), Garrison Sanborn (LS, TB), Zach Brown (LB, WAS), Stephon Gilmore (CB, NE), Ronald Darby (CB, PHI), Corey Graham (S, PHI).

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COACHING STAFF

È durato poco meno di due anni il “regno” di Ryan a Buffalo, sotto media anche per una squadra che nel nuovo millennio è abituata a bruciare mediamente un allenatore ogni tre anni. Ryan ormai era diventato più uno alla ricerca del sensazionale che un allenatore, un estremista, un accentratore di attenzioni: il fatto che si parlasse più di lui, nel bene o nel male, ha fatto passare quasi in secondo piano due stagioni da 7 e 8 vittorie, non così disastrose ma che forse non valevano i mal di testa.

Ora ha trovato posto tra gli analisti di ESPN (e comunque non vogliamo perdercelo), mentre a Buffalo si sono legati forse ancora più profondamente ad un’altra figura difensiva in prominente ascesa: Sean McDermott, dopo la cacciata quasi con infamia da Phildelphia dove gli si chiedeva di non far rimpiangere da subito Jim Johnson, si è costruito un alone quasi da supereroe a Carolina e attendeva proprio una chiamata del genere per fare questo step ulteriore.

McDermott si è già attorniato di gente di fiducia, a partire dal nuovo general manager Brandon Beane, arrivato a sostituire il precedente appena dopo il draft (tempistica piuttosto bizzarra) e che a Carolina aveva contribuito a costruire quei Panthers.

Anche il resto dello staff è completamente nuovo: nonostante l’allontanamento dell’offensive coordinator Greg Roman a stagione in corso (mossa che probabilmente non è piaciuta al proprietario e che ha messo Ryan spalle al burrone), l’attacco pur particolare sembrava avere un suo perché. Il nuovo OC Rick Dennison non ha entusiasmato nella sua ultima esperienza ai Denver Broncos: due anni fa ha sì vinto un Super Bowl, ma non di certo per meriti dell’attacco e l’anno scorso ha fatto molta fatica.

Tra gli assistenti offensivi degno di menzione Juan Castillo che McDermott aveva conosciuto ai tempi degli Eagles e che proprio gli Eagles avevano tentato di trasformarlo in defensive coordinator per sostituire l’attuale capo allenatore dei Bills. A Buffalo, come già avvenuto a Baltimore, Castillo torna a fare quello che gli riesce meglio: allenare la linea offensiva.

Per la difesa ovviamente molta sarà l’influenza e la mano dell’head coach. Come defensive coordinator è stato portato a bordo comunque un esperto come Leslie Frazier.

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RESOCONTO e CALENDARIO

Tanti cambiamenti, forse troppi per avere un quadro generale dettagliato. L’attacco avrà 5/6 nuovi interpreti in ruoli chiave, idem la difesa. Il coaching staff è tutto da testare. In tutto ciò ci aspettiamo che Buffalo mantenga fede alla curva gaussiana con cui ho aperto: improbabile sia una stagione che vada male male (4 o meno vittorie) o bene bene (9 o più). L’ennesima stagione senza playoff potrebbe far continuare la rivoluzione andando a colpire l’unico ruolo rimasto intatto in questa offseason: quello del quarterback, il cui biennale firmato in questa offseason lo mette già in guardia.

L’inizio di campionato è molto variegato, subito la sfida contro la peggior squadra della propria division ( e forse della NFL, i Jets), poi 2 trasferte in NFC South (Carolina ed Atlanta) intervallate con due sfide in-conference Denver (affronteranno tutta la AFC West) e Cincinnati.

Interessante il finale: nelle ultime 5 partite incontreranno due volte i Patriots e due volte i Dolphins, con tutto quello che ne può conseguire se si dovessero trovare ancora in corsa per una wild card.

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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