Championship NFL – Preview

Con ancora la tristezza per l’eliminazione subita dai “miei” Cowboys nella fase “speriamo che allora non lo vinca nessuno”, mista alla malinconia di una stagione a cui mancano solo 3 partite per chiudere il sipario e la speranza di vedere almeno match come quello di domenica sera, mi accingo a scrivere queste due preview che assegneranno i titoli di campioni NFC e AFC e decideranno le squadre che domenica 5 febbraio, poco dopo la mezzanotte italiana, a Houston fermeranno l’America ballando un gran ballo al ritmo di spot costosissimi giocando la finale del Superbowl. (Non era facile mettere 5 cliché/errori in 17 parole!)

[nextpage title=”Green Bay Packers at Atlanta Falcons” ]

#4 Green Bay Packers (10-6) at #2 Atlanta Falcons (11-5), domenica 22 gennaio ore 21.00

Era dal 1970 che non si scontravano due squadre che nelle precedenti 5 o più partite avessero segnato entrambe 30 o più punti. La fatidica cifra dei 30 punti per Atlanta è stato un must, l’hanno superata 11 volte (12 playoff compresi) ed hanno concluso la regular season con 33.8 punti di media, bisogna arrivare ai Broncos dei record di Manning per migliorare queste cifre negli ultimi 4 anni.

Le due squadre si sono già affrontate in regular season e questo è un refrain per i playoff dei Packers che avevano avuto già un match in stagione regolare sia con New York (vinto), che con Dallas (perso). Alla week 8 Atlanta vinse per 33-32 con il TD del sorpasso a 31 secondi da giocare (ma non lascerei ancora 31 secondi a Rodgers nella stessa situazione domenica prossima…).

È indubbio che questa è una sfida che si giocherà su punteggi alti (i bookmaker prevedono 60 punti…) e in cui gli attacchi dispenseranno il miglior spettacolo. Tra le due unità offensive quella di Atlanta sicuramente è la più completa. In grado di alternare buoni guadagni e chiamate sia tra gioco di corsa e quello di passaggio: durante la stagione i Falcons hanno lanciato 574 volte e corso 421, un rapporto 58%-42% a favore del passing game; i Packers rispondono con un attacco che ha chiamato 655 passaggi e 374 corse (rapporto 63%-37%). Come vedevamo anche settimana scorsa, il running game dei Packers, anche a causa di vicissitudini varie, è poco coinvolto a livello quantitativo (sono tra le squadre che corrono meno la palla), ma riesce comunque ad essere efficace. È stato così contro Dallas, dove le yard corse sono state in media a quanto i texani erano abituati a concedere durante la stagione (87), ma Ty Montgomery ha guadagnato sopra le 5 yard a portata e soprattutto è entrato ben due volte in endzone, dando una fisicità inaspettata in redzone.

Nello scontro diretto di week 8 le cose da questo punto di vista non andarono a livello statistico molto diversamente: corsero 19 volte per 108 yard a 5.7 di media, andando ad analizzare meglio il tabellino però 60 di quelle 108 yard arrivarono da Aaron Rodgers, che portò la palla per ben 6 volte. Rodgers è un QB mobile ma in carriera solo una volta ha superato le 60 yard (oltre questa partita), ovvero nei playoff di 2 anni fa contro i Giants. Essere costretto a scappare per ben 6 volte (di cui 3 nell’ultimo quarto), perché chiaramente di questo si è trattato, significa sia che la pressione di Atlanta pur non essendo 5 stelle extra lusso ha creato problemi alla linea dei Packers, sia che Rodgers si trovava ancora nella prima fase della sua stagione, quella un po’ “pigra” in fatto di letture. Ad ogni modo tornando al running game di quella partita, i RB principali furono Don Jackson, rookie finito in injured reserve a metà novembre dopo 10 corse (in stagione…) e Knile Davis, che ha cambiato ben 3 squadre quest’anno e nel Wisconsin ha lasciato 5 corse per 5 yard totali, insomma potete immaginare che il loro apporto non mancherà per nulla domenica e fu nullo in week 8.

Al di là del singolo neurone di uno e della atipicità dell’altro, Christine Michael e Ty Montgomery in questo momento danno quello di cui Green Bay ha bisogno, per il resto sta a Rodgers cantare e portare la croce, oltre a sfoderare di tanti in tanto qualche miracolo. Una capacità così bassa di poter correre rende però ogni partita possibile di essere recuperata per gli avversari, Green Bay controlla male il tempo, non può proprio farlo e allora è costretta quasi a segnare ad ogni possesso e lo sarà nella partita di domenica dove incontra un attacco scintillante sotto ogni punto di vista. Non a caso domenica contro i Cowboys, in una partita che pareva in controllo, sono bastati 2 passaggi a vuoto anche fisiologici per rimettere tutto in discussione.

La difesa di Atlanta avrà quindi un compito difficile ma ben circoscritto: fermare Rodgers, costringerlo a tenere troppo la palla, rompere il timing e le tracce corse dai suoi ricevitori. Chiaramente più facile a dirsi che a farsi soprattutto negli ultimi 2 mesi, ma non così impossibile se guardiamo il primo tempo del wild card game e il secondo del divisional. È vero però che la difesa dei Falcons non sembra essere al livello delle altre due già affrontate in questi playoff: ha buoni giocatori, ma nel complesso raggiunge un livello decisamente inferiore.

L’obiettivo sarà intanto cercare di ridurre al minimo i giochi da 20+ yard: se infatti la difesa dei ragazzi di Quinn è tra le migliori per minor numero di giochi concessi da 40+ yard (solo 5, Broncos primi con 4), la statistica è molto più impietosa se ci riduciamo ai passaggi avversari che hanno portato 20+ yard di guadagno (siamo tra le peggiori 10 squadre NFL). Altro aspetto interessante: costringere Rodgers a giocare i terzi down abbiamo visto anche domenica scorsa non è impresa titanica, molto più difficile è poi non permettergli la conversione: Green Bay quest’anno ha convertito più del 46% dei terzi down (seconda NFL), Atlanta in questa fase di gioco è molto meno solida in difesa, qui sarà fondamentale per i Packers proprio la capacità di Rodgers di estendere i giochi a proprio piacimento e per i padroni di casa ci vorrà la versione nightmare di Vic Beasley, anche perché nel frattempo, in pass protection, la linea di Green Bay è diventata davvero solida rispetto alla week 8 e in quella circostanza comunque GB convertì 6 terzi down su 10 tentativi e 3 dei 4 non riusciti furono chiusi proprio da un sack di Beasley uno e di Clayborn altri due.

A proposito di week 8: se i Packers erano ancora in fase di ricerca di una nuova (anzi vecchia) identità, Atlanta era probabilmente nel suo periodo peggiore, dopo un ottimo inizio stava rivivendo incubi del recente passato: l’anno scorso riuscirono a NON fare i playoff dopo essere partiti 5-0, una cosa successa meno del 10% delle volte dal 1990, quest’anno alla week 5 si erano trovati sul 4-1 (situazione in cui il 77% delle squadre ha poi fatto i playoff), ma le 2 sconfitte successive avevano messo in dubbio ogni tipo di cabala. Ecco che vincere quel match contro Green Bay ha per certi versi svoltato la stagione dei Falcons, al di là della singola vittoria.

Nel drive del sorpasso definitivo di quella partita, Atlanta giocò 11 snap, solo in uno cercò (senza riuscirci) di coinvolgere Julio Jones, eppure Ryan completò a 4 ricevitori diversi e trascinò alla vittoria i suoi. L’attacco dei Falcons è quindi molto di più di quello che eravamo abituati a vedere anche solo l’anno scorso quando i target a Jones furono 204 (quest’anno 129): Kyle Shanahan ha trovato un equilibrio quasi da farmacista e il risultato finale forse lo porterà a Houston tra due settimane, quasi sicuramente lo porterà a San Francisco tra tre. Quello che diventerà il nuovo HC dei 49ers è il vero artefice di questa stagione dei Falcons: è riuscito ad amalgamare un attacco che di talento ne ha sempre avuto ma sporadicamente era riuscito poi a farlo rendere in maniera continuativa su un campo da football.

Vince Green Bay perché: perché run the table è la missione da compiere e Rodgers ne è il suo profeta. Semplicemente da paio di mesi a questa parta s’è rifiutato di perdere e a forza di YOLO ball ha raggiunto il Championship e c’è ancora del lavoro da fare. Vince Green Bay perché sono la squadra più in forma del momento.

Vince Atlanta perché: sono l’unica squadra che se la buttano a “chi segna per ultimo vince” forse lo fanno meglio dei Packers. Perché questa è l’ultima partita del Georgia Dome e non si chiude uno stadio con una sconfitta. Perché se non sono stati Dak&Zeke i due rookie in grado di guidare una squadra al Super Bowl, potrebbero esserlo Keanu Neal & Dion Jones, primo e secondo giro dell’ultimo draft, che quest’anno hanno guidato la difesa dei Falcons anche dal punto di vista statistico (gli unici due della squadra con più di 100 placcaggi). Perché se Rodgers può spaccare una partita con un big play, la sua difesa è tra le peggiori per giochi da 20+ yard concesse ed in questo invece Atlanta è vicina a dominare.

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#3 Pittsburgh Steelers (11-5) at #1 New England Patriots (14-2), lunedi 23 gennaio, ore 00.30

Ci risiamo, Pittsburgh e New England si affrontano per la terza volta negli ultimi 16 anni al championship della AFC. Era già successo nel 2001 con Kordell Stewart* da una parte e Brady/Bledsoe dall’altra e nel 2004 con gli stessi QB che si affronteranno domenica. In Pennsylvania sperano non sia vero il detto “non c’è due senza tre”, visto che in entrambi i casi vinsero i Belichick’s boys.

*Kordell Stewart: ho aperto la pagina wiki per capire che fine abbia fatto nel frattempo, ho scoperto che si è ritirato ufficialmente nel 2012 anche se aveva smesso di giocare 9 anni prima, meriterebbe uno spazio tutto per lui…chiusa parentesi.

Quello che è strano è che da quella sfida le due squadre più presenti ai playoff per l’AFC nel nuovo millennio non si sono più affrontate a gennaio. Gli Steelers hanno fatto 18 partite di postseason da allora mancando la qualificazione solo in 4 stagioni, i Patriots 24 saltando solo i playoff della stagione 2008: bizzarro che non si siano più incrociati. Ovviamente a 12 anni di distanza già è tanto che ci sia ancora qualcosa in comune con quelle squadre: la coppia Belichick-Brady da una parte e Big Ben dall’altra. Assieme, dal 2003, con la partecipazione di Peyton Manning, questi sono i QB che hanno rappresentato la AFC al Super Bowl tutti gli anni (fatta eccezione per l’anno dei Ravens di Flacco). È quindi quasi romantico che si trovino ad affrontarsi la prossima domenica a Foxboro.

Se Ben e Tom sono la copertina di questo Championship, il resto del libro si perde in mille pieghe e spunti tattici: quella di New England è l’unica difesa delle 4 restanti che in stagione regolare ha raggiunto livelli da top 10 (fatto piuttosto inusuale per i playoff NFL), resta ondivaga sui passaggi, ma ha raggiunto una certa solidità sul gioco di corsa, aspetto che però nel championship verrà messo a dura prova. Le’Veon Bell nelle ultime 8 partite (6 di regular season + 2 di playoff) ha guadagnato 1.431 yard dalla linea di scrimmage, fanno quasi 3.000 su base “stagionale” o se volete su singola partita sono quasi 180: la parola dominante non rende l’idea.

Dopo le squalifiche, ci voleva proprio questo finale di stagione (e di contratto) per fugare ogni dubbio che sia lui l’uomo attorno al quale costruire un attacco e soprattutto a cui affidare la palla quanto più possibile domenica prossima. Bell permette agli Steelers di sfiancare le difese altrui, la sua pazienza dietro ai blocchi impone a linebacker e defensive linemen avversari di non poter dar nulla per scontato, li sfinisce sia dal punto di vista fisico che mentale.

Bell viaggia a 5 yard di media a portata, New England è tra le poche squadre che ne concede meno di 4. Probabilmente è qui che si giocherà il matchup più interessante domenica anche considerando che i padroni di casa soffrono non poco gli screen pass in cui Bell potrebbe colpire con estrema efficacia.

A leggere le statistiche stagionali della difesa dei Patriots balza all’occhio un dato abbastanza inusuale: i giocatori con il maggior numero di tackle della squadra sono tre defensive back (Logan Ryan, Patrick Chung e Devin McCourty). Questo ci suggerisce due cose: 1-il passing game è stato messo alla dura prova quest’anno 2-il turnover generato dalle sostituzioni a volte anche vorticose soprattutto in fatto di front 7 è uno degli aspetti più interessanti della difesa gestita da Patricia. Tra i LB nessuno ha giocato più del 70% degli snap (Donta Hightower 67,8%) in NFL sono ben 54 i LB che hanno superato quella soglia, tra i DL il giocatore più impiegato è stato il veterano Chris Long in campo per il 64,8% degli snap, in 40 in giro per la lega hanno fatto registrare una percentuale migliore della sua.

Un po’ hanno influito anche gli infortuni (su tutti quello di Ninkovich), ma più in generale dopo la dipartita direzione Browns di Jamie Collins il front seven è diventato il reparto che meglio di ogni altro illustra una delle passioni principali di Belichick, ovvero riciclare o reinventare giocatori che altrove hanno deluso o che paiono sulla via del tramonto: quest’anno è stato il turno dei vari Van Noy, McClellin, il già citato Long, Alan Branch, Mingo…ecco non tutti i tentativi poi hanno successo, ma si fa davvero fatica pensare che un reparto composto da tutta questa gente poi risulti statisticamente così efficiente.

Discorso che poi può essere esteso in parte anche alle secondarie dove ormai abbiamo dato per assodato che Chung sia presentabile solo in maglia Patriots e dove si è cercato di capire quanto di inespresso ci fosse nel secondo giro 2015 scaricato da Philadelphia, Eric Rowe. Le secondarie vedranno il duello stellare tra Butler vs Brown, ma in generale servirà una prova più tattica di New England che di 1vs1 per arginare questo attacco, oltre che una prestazione maiuscola da parte di Chung che avrà un ruolo centrale nel game plan difensivo di Patricia.

Sarà un po’ per la diffidenza che portano con sé questi giocatori raccolti un po’ qua un po là, sarà un po’ che ormai da due mesi i Patriots non incontrano un QB “serio”, ma la difesa di New England lascia perplessità che vanno al di là delle cifre spicciole: ci si aspetta sempre da un momento all’altro che possa squagliarsi ed un test così difficile come sarà l’attacco di Pittsburgh per tutti quelli che non si sentono convinti è proprio il momento decisivo per confermare o fugare questi dubbi.

E dall’altra parte della palla? Quando attaccheranno Brady&Co. cosa hanno gli Steelers da mettere sull’altro piatto della bilancia? Il front seven e i LB in particolare sono saliti di livello appena ha iniziato a far freddo: Shazier sta giocando dei playoff meravigliosi, l’hanno aspettato per mesi e mesi ma ora, raggiunta una maturazione tattica e una continuità fisica, sta ripagando l’investimento fatto (viene da 4 partite consecutive con intercetto). Harrison invece lo conosciamo tutti, domenica notte poi ha semplicemente vinto la partita contro i Chiefs: per lui le parole sono finite, non ci resta che gustarci ogni snap in cui mette a soqquadro i backfield avversari da qui fino a quando un giorno forse deciderà di ritirarsi.

Finora nei playoff però gli Steelers hanno incontrato attacchi molto “conservativi” o comunque con un gioco limitato: i Patriots, nonostante l’assenza di Gronkowski, hanno dimostrato di saper riempire il campo molto più di quanto sono stati in grado di fare Chiefs e Dolphins. Hanno i big play, hanno la dinamicità di Lewis, hanno la pulizia nel correre le tracce di Edelman, hanno lo strapotere fisico di Bennett e Blount in varie fasi del gioco, hanno una linea offensiva solida e abituata a questi palcoscenici ed infine hanno un play calling mai banale e spesso imprevedibile.

A proposito di Lewis, come avevamo accennato nella preview della scorsa settimana, occhio a Dion: l’anno scorso prima di infortunarsi stava mandando al manicomio linebacker su linebacker, quest’anno il recupero dall’infortunio sembrava averci restituito un giocatore un po’ arrugginito, ma la settimana di bye e in generale la possibilità di recuperare lo stato di forma allenandosi con continuità hanno permesso di togliere già parte di quella ruggine, sarà davvero interessante seguire il suo duello contro il front 7 avversario in particolar modo probabile che sia Shazier a dover tenere d’occhio con la sua velocità sideline to sideline le scorribande dell’ex Eagles. E poi a livello di cabala New England è qualcosa come 14-0 con lui in campo.

Vince Pittsburgh perché: perché in un anno come questo in cui in NFL l’attacco vende i biglietti e vince anche le partite, loro hanno 3 argomenti che iniziano per B molto interessanti da poter mettere sul piatto della contesa (Benroethlisberger è una parola soltanto). Perché in difesa forse sembrano stare meglio che i propri avversari.

Vince New England perché: perché giocano una partita di playoff in casa e non c’è Joe Flacco (o Mark Sanchez……) dall’altra parte del campo. Perché sono la squadra meglio allenata della NFL e quando arrivi a questi livelli in cui il talento medio per forza di cose è altissimo e simile tra le contendenti, la differenza la fa chi prepara la partita e chi si aggiusta meglio in corsa. Vince New England perché Brady non perde.

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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