#CronacheDiViaggio: Il cammino delle Semifinali

Ci lamentiamo spesso. Tutti quanti. Ma noi che scriviamo su questo blog, forse, anche più spesso degli altri. Arrivato il punto in cui anche il cielo è saturo di sentire lamentele, organizza così l’anticipo di una delle due gare di semifinale playoff. E noi prendiamo quello che viene, dal cielo, consapevoli che alla fine del weekend torneremo a lamentarci come al solito. Intanto, ci godiamo live entrambe le semifinali.

Il sabato mattina partiamo per Perugia con tanta voglia di pallavolo, ma soprattutto tanta voglia di cioccolata. Non scherziamo mai su queste cose, e se il destino ci ha condotte fino in Umbria ci sono dei motivi che vanno al di là dal voler assistere dal vivo alla sfida fra due dei palleggi migliori che ci sono al momento sulla piazza del volley. In albergo ci accolgono con un sacchettino di soldi di cioccolata, come a dire prendetene e ingrassatene tutte, che tanto ne avete di scale da fare. Ma che sarebbe stato un weekend col botto l’avevamo capito quando in macchina, al minuto 0.34 di Whenever Wherever di Shakira è partito un violentissimo CAVAN CAVAN CAVAN! Provare a casa per credere.

Per chi scrive, tranne una, è la prima volta al PalaEvangelisti. Con in mano il nostro biglietto per la curva San Marco (Mengoni), ci aggiriamo per il palazzetto alla ricerca delle curve dedicate a Luca, Matteo e Giovanni, rimanendo deluse. Siamo anche un po’ preoccupate perché nella Curva Gislimberti era presente solo uno dei due famosi gemelli trentini. Qualcuno, per favore, ci dia notizie.

Se si potesse definire con una parola sarebbe “caldo”, in tutti i sensi: la curva dei Sirmaniaci ad un’ora dall’inizio del match è già bollente e in fermento, e all’interno dell’edificio la temperatura è la stessa che si percepisce in questo periodo dell’anno negli Emirati Arabi. Ci sono anche tutti i presupposti per un match caldissimo, soprattutto in regia, quindi non resta che iniziare.

Che fosse la serie che avrebbe regalato più spettacolo a livello tecnico l’abbiamo detto innumerevoli volte. E, fino ad ora, così è stato. Senza nulla togliere all’altra parte del tabellone. Dopo gara-1, vinta in casa dalla Diatec Trentino, le formazioni si presentano al match di sabato senza due pedine importanti: si siedono in tribuna Oleg Antonov e Aaron Russell. Degna di nota, la bellissima standing ovation di tutto il PalaEvangelisti per quest’ultimo pochi minuti prima dell’incontro. Ma una menzione speciale va anche a Pippo Lanza che ha giocato con i tappi per le orecchie, perché gli davano fastidio i fischi(etti). Come se fino a venerdì avesse giocato nel campionato UISP, dove l’unico spettatore in palestra è il custode. Durante il match abbiamo un paio di mancamenti e segnaliamo due episodi particolari. Il primo: alzata di De Cecco ad una mano per Atanasijević in seconda linea che lo ha messo muro a zero. Il secondo: un primo tempo di Podrascanin che abbiamo sognato per tre notti di fila. Voi direte “eh capirai! …un primo tempo come altri”. Se non fosse che, essendo noi sedute dietro al campo, ce lo siamo visto spuntare da dietro la rete ad altezza ombelico e schiantare un meteorite nei 4 metri. La tribuna del palazzetto trema ancora. Malino invece Zaytsev che, come si aspettavano anche i sassi della Rocca di Perugia, con Berger messo subito sotto pressione dai trentini, non si è preso le responsabilità che avrebbe dovuto prendersi un giocatore del suo carisma. Anzi, molti ace subiti sono frutto della sua mancata competenza in zona di conflitto. Chiude con un 35% in attacco, obiettivamente poco. Al contrario, Atanasijević si è caricato sul groppone uno a uno tutti i giocatori perugini e pure mezzo PalaEvangelisti e, anche grazie al palleggio smarcante di De Cecco, che ha mandato spesso a farfalle i centrali di Trento, è stato leader in campo e determinante per la vittoria (3-1) della Sir. Un po’ li capiamo, sapete, i centrali che si ritrovano a giocare contro Luciano. Quando palleggia dietro parte tutto proiettato verso 4 e poi fa un mezzo giro in sospensione che, quando lo vedi, ormai la palla è già arrivata in 2. Non ci arriverebbe neanche un branco di watussi, che ogni tre passi fanno sei metri.

A fine partita ci godiamo Gino Sirci che balla sotto la curva. Come Antoine. Che spettacolo!

I cannonieri serbi che si abbracciano con pubblico sullo sfondo. Olio su tela. ph Margherita Leone

A differenza del sabato, l’escursione termica ci fa tornare a Modena con quasi 12 gradi in meno. Se controllate sul mappamondo in realtà, l’Umbria si trova all’altezza del tropico del Capricorno. Il cammino di ritorno verso Modena sembra non essere particolarmente emozionante fino a quando non arriva un annuncio: al PalaPanini sono pronte 5000 maschere di Earvin Ngapeth da indossare in occasione della premiazione come miglior giocatore della fase quarti. La dose di trash di cui avevamo tutti bisogno.

In gara-1 Modena era riuscita a portare al tie break Civitanova all’EuroSuole Forum però, sprecando tanto, aveva mancato il colpaccio contro la vincitrice della Regular Season. Ma, come ricorda anche Chicco Blengini nell’intervista pre-partita, ogni gara dei playoff è come una finale e fa storia a sè. Modena sapeva di avere il bisogno del suo pubblico, specialmente dopo le ultime contestazioni, e i modenesi rispondono presente. Il PalaPanini è caldo, soldout e pieno di Earvin Ngapeth in ogni angolo. Modena riesce a vincere, pareggia la serie e tira un sospiro di sollievo. Dopo 11 match point, una cinquantina di infarti e diversi appuntamenti nel parcheggio presi sotto rete, Luca Vettori chiude il match. Immensa la prestazione del capitano Nemanja Petric. Era mancato in gara-1 e si era preso le sue responsabilità a fine match (“mancato io“). Martella il campo sulla diagonale e ritrova il suo bel giuoco. Non è più un monologo Ngapethiano, sono “tre violini solisti che suonano in una prestazione corale”. Grandi meriti a Santiago Orduna. Sui suoi limiti sono stati ricamati tendoni da circo interi, ma lui non si fa condizionare e tira fuori prestazioni come quelle di domenica. Nettamente superiore la sua distribuzione rispetto a quella del palleggiatore a stelle e strisce. Nella Lube male Juantorena e Christenson (che ad un certo punto pareva un gatto buttato in una vasca piena d’acqua), benino Sokolov e Kovar ma non bastano.

Rosso come Luca Vettori! ph Elena Zanutto

Sia a Perugia che a Modena, alla fine delle partite è arrivata la pioggia. Come a sottolineare che anche il cielo piangeva per la fine di questo spettacolo. Almeno fino a gara-3.

Un ringraziamento a Cecilia per la compagnia a Perugia. A Sabry per l’accoglienza al PalaEvangelisti, a Marco e Claudio per aver analizzato la prima semifinale con noi a fine telecronaca e a Modena che, tra le maschere di Earvin e Andiamo a comandare, ci ha riempito il cuore di trash.

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La Sorellanza

La Sorellanza è un'associazione che si impegna nel portare all'attenzione mondiale il volley, soprattutto il trash che c'è dietro. CEO: Luca Vettori.

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