[EuroBasket] Due parole su Azzurra

Con le scelte effettuate oggi da Coach Messina, abbiamo finalmente i 12 giocatori azzurri che, infortuni dell’ultima ora permettendo, affronteranno Eurobasket 2017 nel girone B a Tel Aviv dove si scontreranno con i padroni di casa di Israele, Ucraina, Lituania, Germania e Georgia con l’obiettivo di arrivare tra le prime quattro squadre ammesse alla seconda fase.

Azzurra è stanca, spossata dalle delusioni degli ultimi 13 anni, pare essere arrivata alla fine di un ciclo che verrà probabilmente ricordato come uno dei più improduttivi della propria storia. Chiude gli occhi e ripercorre le tappe di questa parabola discendente che era partita da un finale di capitolo sontuoso. Dopo l’incredibile argento Olimpico del 2004 si sono affacciate le nuove leve per sostituire i Basile, Pozzecco, Galanda, Marconato, Bulleri della situazione, quella generazione dei nati intorno al 1975 che hanno avuto una resa superiore al loro reale talento guidati da Coach Charlie Recalcati.

Una nuova generazione di giocatori di grande talento individuale ha piano piano preso le redini della Nazionale cercando di creare l’alchimia per poter essere definita in maniera semplicistica e superficiale la “nazionale più forte di sempre”.

Andrea Bargnani, Marco Belinelli, Gigi Datome e Danilo Gallinari sono certamente i quattro giocatori più rappresentativi di questa generazione.

Il “Mago” classe 1985 è stata prima scelta assoluta del draft NBA del 2006, “Beli” ha vinto un titolo NBA con gli Spurs e una gara da tre punti all’All Star Game, “Gigi” ha vinto un’Eurolega da protagonista con il Fenerbahce, mentre “Gallo” ha appena siglato un contratto da 63 milioni di dollari in tre anni.

Azzurra rideva sotto i baffi, con questi quattro talenti possiamo spaventare quasi il Dream Team.. e comunque in Europa gliela facciamo vedere ai cugini francesi e spagnoli! Per non parlare dei serbi, altro che Europei del 1999.

Arrivano le prime delusioni, i “magic four” raramente riescono a giocare insieme d’Estate.

Saremmo dovuti essere questi.

Gallo è alle prese con infortuni in serie, Bargnani lotta contro i mulini a vento di un talento straordinario che non ha la corazza necessaria per splendere, Belinelli non riesce a trovare l’equilibrio giusto tra il passare da tiratore sugli scarichi in NBA a primissimo violino in Nazionale, Datome fa fatica a trovare la sua dimensione e ha bisogno di giocare in squadre meno forti di Siena per trovare minutaggi e fiducia

Si susseguono gli allenatori, Recalcati viene defenestrato come bollito e vecchio, non in grado di evolvere le sue idee alle giovani young guns, Pianigiani ci prova, va molto vicino ad ottenere buoni risultati, ma al momento topico dell’ultimo Europeo viene tradito da una gestione scellerata degli ultimi possessi e finisce sesto. Petrucci, presidente della FIP, decide di dare le chiavi di Azzurra, passata in tredici anni da utilitaria dalle grandi prestazioni a auto di lusso imbizzarrita, al sommo Ettore Messina, il più grande allenatore italiano degli ultimi 30 anni con l’obiettivo di riportarla alle Olimpiadi.

Il Preolimpico in casa a Torino sembra il più facile degli assist, ma Azzurra ancora una volta riesce incredibilmente a fallire l’appuntamento venendo battuta dalla Croazia in finale (sconfitta nel girone una settimana prima).

E arriviamo quindi ai giorni nostri, l’Azzurra di Lusso pare non esserci più. E forse non è un male.

È rimasto il pilota (Messina), ma si sa già che finito l’Europeo il suo mandato finirà.

Non ci sono Bargnani (perché al momento non si sa se voglia essere ancora un giocatore di basket), Alessandro Gentile che è alle prese con un involuzione tecnica preoccupante per un ragazzo di 25 anni e Danilo Gallinari perché… perché ha tirato un pugno in amichevole ad un giocatore dell’Olanda e si è spaccato la mano destra (quella di tiro)…

Siamo inevitabilmente questi

La squadra è sicuramente la più povera di talento da Svezia 2003 quando ottenemmo un insperato terzo posto battendo la Francia nella gara che determinava la qualificazione alle Olimpiadi di Atene.

Come playmaker si alterneranno alla guida della squadra Daniel Hackett, l’oriundo argentino Ariel Filloy e l’unico play puro Andrea Cinciarini.

Hackett garantisce fisicità, carisma e difesa forte, ma ha grosse carenze nel tiro da fuori e viene da un grave infortunio. Sarà comunque il playmaker titolare e una delle nostre risorse più importanti.

Filloy ha guadagnato molte posizioni grazie a un ottimo pre-campionato dove ha mostrato faccia tosta e tiro discretamente affidabile, ma permangono grossissimi limiti di playmaking (infatti non è un playmaker, ma una guardia che sa portare palla).

Cinciarini è stato chiamato a sorpresa vincendo il duello con Della Valle. Messina ha preferito portare un terzo play piuttosto che un tiratore ed è una scelta comprensibile perché di fatto è l’unico playmaker puro della squadra. “Cincia” porta leadership, esecuzione e poco altro, tiratore battezzabile se ce n’è uno.

Il reparto guardie è quello di sicuro affidamento. Il cambio del già citato Belinelli sarà Pietro Aradori, la copia-carbone del Beli senza tutto il talento del giocatore di San Giovanni Persiceto. Entrambi grandi realizzatori, c’è un piccolo dubbio sul fatto che Aradori riesca a produrre in pochi minuti, ma le amichevoli estive hanno dato buoni segnali in questo aspetto.

In ala piccola troviamo il capitano Gigi Datome e il talento atletico di Awudu Abass, bersaglio preferito dei cambi punitivi di Messina in queste amichevoli. Datome deve “spogliarsi” dal ruolo che ha al Fenerbahce e capire che in questa Nazionale non può rifiutare tiri e non può rinunciare ad attaccare il canestro. Abass deve portare energia e far valere il suo talento fisico per attaccare il canestro e aiutare i compagni a rimbalzo.

In ala grande abbiamo uno dei giocatori più migliorati di Azzurra. Nicolò Melli è semplicemente un altro giocatore rispetto a quello impaurito dei suoi anni milanesi. L’esperienza al Bamberg l’ha fatto diventare uno dei migliori “4” del continente. Bravo nel sapere sempre cosa fare in attacco, non necessariamente un grande realizzatore, ma ottimo passatore in post e rimbalzista. Aggiungiamoci anche una propensione alla stoppata e un senso del rimbalzo non indifferente. Non ho alcun dubbio nell’identificare Melli come il vero simbolo di questa nazionale. Più di Belinelli e Datome. Andremo dove ci porterà Nick Melli.

Leader a sorpresa

Come cambio di Melli abbiamo Dada Pascolo che, dopo una stagione discreta a Milano, porterà la sua atipicità anche in Nazionale.E arriviamo alla solita nota dolente (a livello di talento). Ebbene si, il nostro centro titolare è ancora il buon Marco Cusin, giocatore che in nazionale tende a trasformarsi positivamente. Come cambi si alterneranno due giocatori che porteranno molta energia alla squadra, il neo-veneziano Paul Biligha e il neo-canturino Christian Burns.

Dove potremmo arrivare? Abbiamo in programma un power ranking su questo sito dove presenteremo la nostra griglia di partenza, quindi non voglio darvi troppe anticipazioni. Parlando quindi solo dell’Italia, l’assenza di Gallinari mi toglie la sicurezza che avevo del passaggio del turno nel primo girone. Sulla carta la prima partita sarà già fondamentale contro Israele che gioca in casa. Un’altra squadra sulla carta inferiore a noi è sicuramente la Germania. Le altre del girone sono sul nostro livello con la Lituania leggermente sopra. Ucraina e Georgia saranno delle battaglie.

Azzurra riapre gli occhi, il suo successo più grande degli ultimi 15 anni è arrivato grazie ad una squadra che solo un anno prima era considerata una delle più scarse della storia. E se la storia si ripetesse?

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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