Giro 100 – I partecipanti

Passione infinita, trofeo senza fine. (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)

Vi abbiamo presentato il percorso, tappa per tappa, oggi andiamo a scoprire, squadra per squadra, chi saranno i protagonisti lungo la strada che porta a Milano, conclusione naturale della centesima edizione del Giro d’Italia.

PS. Ricordatevi di mandarci o sui social (Twitter @Quelchepassa, post di questo pezzo sulla pagina FB), o nei commenti qua sotto, il vostro podio, i primi tre classificati della classifica generale a Milano.

NB. Per una migliore fruizione e consultazione abbiamo deciso di dividere la preview in più pagine, una per squadra, per scorrerle posizionate il mouse qui sotto e cliccate sulle frecce che compaiono lateralmente.

[nextpage title=”Bahrain Merida Pro Cycling Team” ]

Bahrain Merida Pro Cycling Team

Vincenzo NIBALI, Valeri AGNOLI, Manuele BOARO, Javier MORENO, Franco PELLIZOTTI, Kanstantsin SIUTSOU, Giovanni VISCONTI, Luka PIBERNIK, Enrico GASPAROTTO.

Il Team Bahrain sin dalla sua nascita, con l’acquisizione di Nibali attorno a cui costruire il resto, sapeva di dover puntare tutto su questo appuntamento. Vincenzo, assieme a Quintana, è senza dubbio il favorito per questo Giro: i due peraltro stando a come sono andate le cose sono gli unici tra i partenti ad aver mai vinto un GT.
Attorno allo “Squalo delle Stretto” hanno provato a mettere su una squadra puntando innanzitutto sull’esperienza: tolto il 23enne Pibernik, gli altri sono tutti over 30, con l’eterno Pellizotti che sfiora i 40 anni. Franco dopo la squalifica per doping nel 2010 e 5 anni all’Androni, torna in una squadra World Tour e sarà uno degli ultimi uomini in salita prima degli attacchi del capitano, che potrà contare anche su un fedelissimo come Agnoli.
Boaro e Siutsou saranno incaricati per fare ritmo anche in pianura, con il bielorusso che se in condizione viene buono per qualsiasi terreno e qualsiasi ritmo.
Visconti e Gasparotto (che sostituisce in extremis il velocista Navardauskas) se le cose dovessero andare male, potrebbero anche togliersi qualche soddisfazione di tappa, ma in generale sempre in ottica “maglia rosa”, possono essere attaccanti utili nello scacchiere di alcune tappe di montagna. A proposito, mancherà Beppe Martinelli ad ideare le strategie (rimasto sull’ammiraglia dell’Astana), particolare non da poco.
Ammettiamolo: questo è il meglio che il Bahrain Team poteva mettere a disposizione del capitano (Ion Izagirre preservato per il Tour) e la situazione non è così convincente: il confine tra esperienza e bollitura è labile.

Tutti per Vince….nzo (Foto Peter Chen/Bahrain-Merida)

[/nextpage]

[nextpage title=”AG2R La Mondiale” ]

AG2R La Mondiale

Hubert DUPONT, Julien BERARD, Francois BIDARD, Alexandre GENIEZ, Domenico POZZOVIVO, Quentin JAUREGUI, Matteo MONTAGUTI, Clement CHEVRIER, Ben GASTAUER.

Questo sarà l’undicesimo Giro d’Italia per Pozzovivo. L’ha sempre corso da quando è passato pro (2005), tranne nel 2006, quando una caduta (forse la prima, sicuro non l’ultima) al Giro del Trentino lo costrinse al forfait. Noi gli siamo affezionati, specie dopo quella tremenda caduta del 2015 che ci fece temere il peggio. Sono stati due anni difficili da allora, ma nel 2017 è spesso stato coi migliori in montagna (decimo alla Tirreno, terzo al Tour of the Alps). Per una top10 lui dovrebbe esserci.
Interessante la presenza di Geniez che sulle strade del Giro ha i risultati migliori (3 partecipazioni, addirittura una top 10 nella generale del 2015) e che l’anno scorso fu costretto al ritiro. Sarà l’uomo di fiducia di Domenico nelle tappe di montagne e un solido piano B nel caso lo scalatore mignon andasse fuori classifica.
Per il resto davvero poco da dire: merita una menzione Mr. AG2R, Hubert Dupont, presente in squadra dal 2006 ininterrottamente. Lui e Montaguti qualche tentativo dalla lunga lo proveranno.
L’AG2R già di per sé non è una squadra scintillante, se poi si priva di tutti i suoi uomini più forti (Bardet in primis, ma anche Vuillermoz e soprattutto la giovane promessa Latour), allora la cosa si fa ancora più difficile. Fughe e soprattutto sostegno al capitano: sarà questo il loro Giro.

Pozzovivo scattante! (da cyclingquotes.com)

[/nextpage]

[nextpage title=”Astana Pro Team” ]

Astana Pro Team

Luis Leon SANCHEZ, Paolo TIRALONGO, Tanel KANGERT, Andrey ZEITS, Jesper HANSEN, Dario CATALDO, Pello BILBAO, Zhandos BIZHIGITOV.

Il pensiero non può non andare a Michele Scarponi, anima storica e solare del gruppo, che è scomparso tragicamente quasi tre settimane fa. L’Astana, che dopo la rinuncia di Aru l’aveva fatto capitano di questa spedizione, vuole ricordarlo a partire dalla consegna della formazione che è appunto di soli 8 uomini. Per la squadra kazaka, con cui il marchigiano correva dal 2014, sarà davvero dura correre senza “pensieri”.
Sarà il 12esimo Giro di uno dei gregari storici del ciclismo italiano: Tiralongo (40 anni l’8 luglio prossimo) sin qui ha preso parte a 25 GT, al Giro ha vinto già 4 tappe (+1 alla Vuelta).
Tanel Kangert si troverà a fare il capitano o quanto meno quello deputato a restare in classifica: l’estone non ha grandi successi in carriera, però è un corridore completo, buono a cronometro e solido in salita, dove quasi sempre ha lavorato per qualcun altro come uno degli ultimi uomini su cui contare.
Una sorpresa potrebbe arrivare da Bilbao, corridore coraggioso che ritrova il calendario World Tour dopo averlo perso giovanissimo successivamente al fallimento della Euskaltel Euskadi. Negli ultimi 3 anni ha corso alla Caja Rural, dove appunto era chiamato a mettersi in luce almeno andando in fuga.
Doveva essere il giro di Aru (con tanto di partenza nella sua Sardegna), ma un infortunio l’ha tolto di mezzo e dirottato al Tour, dove troverà Superman Lopez di rientro da una frattura alla gamba che l’ha tenuto out sinora (rientro previsto a metà mese al Tour of California): il colombiano in questo Giro avrebbe dato spettacolo.

[/nextpage]

[nextpage title=”Bardiani – CSF” ]

Bardiani – CSF

Simone ANDREETTA, Nicola BOEM, Mirco MAESTRI, Stefano PIRAZZI, Giulio CICCONE, Nicola RUFFONI, Enrico BARBIN, Vincenzo ALBANESE, Lorenzo ROTA.

Pirazzi è l’unico 30enne della squadra, tolto lui l’età media non arriva a 24 anni. Stefano sarà all’ottavo Giro consecutivo, corsa in cui nel 2013 conquistò la classifica dei GPM e dove vanta una vittoria di tappa (arrivo a Vittorio Veneto 2014) resa celebre dalla sua esultanza verso chi lo criticava per il suo modo di correre.
Ruffoni è l’uomo per le volate, viene da un’ottimo Giro di Croazia, dove però gli avversari erano più abbordabili: ad ogni modo lo stato di forma è ottimale, qualche piazzamento si può fare.
Un occhio di riguardo va dato a Ciccone e ad Albanese. Entrambi arrivano da un inverno tribolato, hanno corso poco per problemi di salute e la forma va ricercata strada facendo.
Giulio ha già vinto al debutto tra i pro una tappa al Giro dell’anno scorso a Sestola: quando l’asfalto si impenna lui può fare bene, sul lungo periodo può fare la classifica, entrare nei 20 già da quest’anno sarebbe però sorprendente.
Albanese invece sarà il più giovane in gruppo (21 anni da compiere): ha iniziato il suo anno da debuttante con il freno a mano tirato per via di un infortunio in fase di preparazione. Tra i dilettanti si era messo in mostra per velocità e coraggio, doti che ne hanno anticipato l’ingresso tra i pro. Va cresciuto ed aspettato.
Lui, assieme a tutti i suoi compagni, cercherà di mettersi in mostra con qualche fuga, con la speranza di avere successo come accaduto 2 anni fa a Nicola Boem.

Ciccone vincente a Sestola (Bettini photo)

[/nextpage]

[nextpage title=”BMC Racing” ]

BMC Racing

Rohan DENNIS, Silvan DILLIER, Ben HERMANS, Manuel QUINZIATO, Joey ROSSKOPF, Manuel SENNI, Dylan TEUNS, Tejay VAN GARDEREN, Francisco VENTOSO.

Al Tour di 2 anni fa probabilmente s’è conclusa la carriera di Tejay Van Garderen… No ok, stiamo esagerando, ma quell’ennesima crisi che aveva interrotto un Tour passato tra il terzo e il secondo posto in classifica deve aver posto una pietra sopra le aspettative su di lui nei GT. Questo sarà il suo primo Giro (incomprensibile la scelta dell’anno scorso di mandare sia lui che Porte al Tour) e comunque lo affronterà come co-capitano assieme a Dennis, un altro che in fatto di corse da 3 settimane non ha risultati particolarmente confortanti e poca esperienza.
Tra i due potrebbe uscire a sorpresa Hermans, che viene da un ultimo GT positivo, chiuso con un 14esimo posto (Vuelta 2016). Il belga è un corridore molto potente, ma forse le lunghe salite italiane potrebbe essere meno digeribili delle rampe spagnole.
Merita la menzione Quinziato: questo sarà il 19esimo GT a cui prende parte ed è tra i meno giovani del gruppo.
Da tenere d’occhio Dylan Teuns per qualche azione fantasiosa o vittoria di tappa: il 25enne belga in realtà non è mai sbocciato del tutto (e forse mai lo farà), ma viene dal miglior risultato in carriera: il terzo posto alla Freccia Vallone.
Interessanti anche Dillier, svizzero che tiene sui colli e ha grande spunto in volata, e Manuel Senni, che quest’anno in salita ha cominciato a far vedere cose interessanti.
Come si diceva poco sopra, aver diviso Porte e TJVG è cosa buona e sensata. Gli sponsor americani che premevano per avere TJ sempre al Tour se ne faranno una ragione. Come ogni anno c’è il rammarico per la perenne assenza di un campione come Van Avermaet (0 Giri d’Italia).

L’inizio della fine per Tejay

[/nextpage]

[nextpage title=”Bora Hansgrohe” ]

Bora – Hansgrohe

Cesare BENEDETTI, Sam BENNETT, Matteo PELUCCHI, Patrick KONRAD, Gregor MUHLBERGER, Lukas POSTLBERGER, Jan BARTA, Jose MENDES, Rudiger SELIG.

Fatta eccezione per Pelucchi, che era alla IAM, gli altri 8 erano tutti già presenti alla Bora “quando non era famosa” (e forse un motivo ci sarà…). Battute a parte, proprio Pelucchi e Bennett sono i due velocisti che hanno più chance di mettersi in mostra: l’irlandese ha già vinto una tappa quest’anno (alla Parigi-Nizza) battendo un parterre de roi (Kristoff, Degenkolb, Kittel, Matthews, Démare, Greipel l’ordine di arrivo dietro di lui).
Il 25enne Konrad è quello con le caratteristiche più adatte per cercare di restare in classifica, nel senso che fare già una top 30 sarebbe un successo: in carriera ha una sola partecipazione GT (il Tour 2016) conclusa con un 65esimo posto. Però nelle corse più brevi ha qualche risultato più apprezzabile compreso il settimo posto ai Paesi Baschi di quest’anno (su un percorso va detto non durissimo): può anche essere protagonista in qualche tappa mossa.
Postlberger sembra aver già avuto il suo picco (quindicesimo all’Attraverso le Fiandre e un ottimo quinto ad Harelbeke), era più uomo d’appoggio per il pavé nel caso in cui Sagan ne avesse avuto bisogno.
Per il resto ci sarà un Benedetti spesso in fuga, mentre sarà riconoscibilissimo Mendes con la maglia di campione nazionale portoghese (per lui un buon Tour of the Alps).
All’assenza di Sagan al Giro ci eravamo già abituati, il mercato USA in questo periodo dell’anno lo reclama. Mancherà la noiosa top 10 di Majka? Io dico di no.

Bennett di qualità (Foto da Sky.it)

[/nextpage]

[nextpage title=”Cannondale-Drapac Pro Cycling Team” ]

Cannondale-Drapac Pro Cycling Team

Davide FORMOLO, Joe DOMBROWSKI, Pierre ROLLAND, Davide VILLELLA, Michael WOODS, Tom-Jelte SLAGTER, Kristijan KOREN, Alex HOWES, Hugh CARTHY.

L’intento a leggere le dichiarazioni provenienti dall’interno della squadra è quello di fregarsene della classifica e puntare a dare più spettacolo possibile utilizzando più frecce e vedere strada facendo come si metterà la situazione generale. Le convocazioni vanno proprio in quel verso, da seguire con particolare interesse ci sono Formolo (classe ’92), Dombrowski (classe ’91) e l’ancor più giovane Carthy (classe ’94).
Partiamo dall’italiano: nel 2015 con la vittoria di tappa a La Spezia si è messo sotto i radar della critica, l’anno scorso ha faticato un po’ a gestire le responsabilità, ma è venuto fuori alla grande con una Vuelta conclusasi al nono posto della generale. Il Giro è una “bestia” diversa da domare, ma l’obiettivo resta una top 20 nella generale e/o qualche tappa da protagonista assieme ai big.
Dombrowski ha preso una via molto più ampia per confermare le aspettative nate attorno al suo nome dopo la vittoria del Giro “baby” del 2012 (davanti tra gli altri ad Aru, lo stesso Formolo e Zakarin), l’anno successivo era passato ai pro con il Team Sky, insomma sembrava un predestinato. Per problemi pure di natura fisica così non è stato (anche perché in pianura proprio non va avanti): lentamente sta cercando di rimettere assieme i vari pezzi, ma non ha avuto un buon inizio di stagione.
Carthy dei tre è quello che corre più leggero, personaggio un po’ strano, ha corso poco quest’anno ma ha fatto un buon Tour of the Alps e se in forma può dar spettacolo qua e là nelle salite delle prossime 3 settimane di corsa. Una sorta di battitore libero.
A proposito di battitori liberi: Rolland non è più quello che poteva ambire ad un podio in un GT, in fatto di esperienza è l’unico che potrebbe reclamare i gradi di capitano. La Cannondale con lui può usare due soluzioni: o tenerlo in classifica (contravvenendo i proclami di cui sopra), oppure farlo uscire subito dai primi 10 per poi giocarselo in qualche fuga vincente da lontano.
Sarà strano non trovare per le strade Ciccio Uran, lo consideravamo ormai uno di noi (6 partecipazioni al Giro nelle ultime 7 edizioni), mancherà anche nei processi post tappa e mancherà Bettiol che poteva rimpolpare una squadra volta all’attacco.

Formolino, baby face anche tra 10 anni.

[/nextpage]

[nextpage title=”CCC Sprandi Polkowice” ]

CCC Sprandi Polkowice

Marcin BIALOBLOCKI, Felix GROSSCHARTNER, Jan HIRT, Lukasz OWSIAN, Maciej PATERSKI, Simone PONZI, Branislau SAMOILAU, Michal SCHLEGEL, Jan TRATNIK.

Sarà la terza partecipazione al Giro d’Italia per questa squadra: 2003 e 2015 le altre due volte, ma quest’anno non c’è la “scusa” della presenza di Davide Rebellin.
Paterski dovrebbe essere il capitano, chiaramente tutto rapportato alle ambizioni modeste della squadra, che punta più che altro ad infilarsi in qualche fuga vincente: portare a casa una tappa sarebbe già oro.
Il cronoman Bialoblocki punterà almeno a farsi nominare in una delle due corse contro il tempo (la CCC ha vinto quella a squadre nella “Settimana internazionale Coppi e Bartali”), magari quella conclusiva, certo bisognerebbe arrivarci a Milano (a 33 anni si cimenta per la prima volta in carriera con una corsa di 21 tappe.)
Jan Hirt ha vinto il Giro d’Austria l’anno scorso. E’ uno scalatore interessante, ma a giudicare dai partecipanti niente che possa dare grandi indicazioni.
Hirt assieme a Grosschartner (classe ’93) ed a Schlegel (classe ’95) ha composto il terzetto che s’è ben comportato al Tour of Croatia: in ordine terzo, quarto e settimo nella generale. Certo era una corsa abbastanza in tono minore sia come percorso che come partecipanti. Rischiava di essere vinta da un Caja Rural (Roson)…

In caccia di una tappa (© http://cccsport.eu)

[/nextpage]

[nextpage title=”FDJ” ]

FDJ

Tobias LUDVIGSSON, Rudy MOLARD, William BONNET, Sebastien REICHENBACH, Thibaut PINOT, Steve MORABITO, Matthieu LADAGNOUS, Jeremy ROY, Benoit VAUGRENARD.

La FDJ si presenta finalmente con il suo uomo di punta, che comprensibilmente sinora era stato sempre dirottato sulla “corsa di casa”. Pinot arriva un po’ a sorpresa ai nastri di partenza di questa edizione del Giro d’Italia dove fa parte del folto gruppo di quelli che cercheranno di agguantare il podio. Il francese è un corridore completo che si è migliorato tantissimo anche a cronometro, per raggiungere l’obiettivo questa primavera ha corso (poco) quasi solo in Italia: Strade Bianche (nono), Tirreno (terzo) e Tour of the Alps (secondo) e vanta anche un terzo posto alla Vuelta a Andalucia. Insomma è in gran forma e battagliero: dovrà cercare di restare lontano dalla sfortune che troppo spesso l’hanno colpito in questi anni per poter essere sempre un caso.
La squadra è tutta per lui, ci sono buoni passisti (Ludvigsson, Roy, Morabito) in grado di lavorare in pianura e soprattutto c’è Reichenbach che in salita sarà sicuramente l’ultimo uomo di fiducia per il capitano e già in passato ha dimostrato di saper fare questo tipo di lavoro con estrema efficienza.
Cimolai è stato colpito dallo stesso discorso che ha colpito Viviani nella Sky: l’unico obiettivo qua è la classifica di Pinot, non si possono “sprecare” corridori in obiettivi secondari (ragion per cui è stato lasciato a casa un tiratore di volate sopraffino come Guarnieri). Avrebbe fatto piacere vedere il gioiellino Gaudu (vincitore dell’ultimo Tour de l’Avenir), ma forse è presto per una corsa così dura.

Pensando a Milano…

[/nextpage]

[nextpage title=”Gazprom-RusVelo” ]

Gazprom-RusVelo

Alexander FOLIFOROV, Sergey FIRSANOV, Ivan SAVITSKIY, Pavel BRUTT, Sergey LAGUTIN, Evgeny SHALUNOV, Ivan ROVNY, Alexey TSATEVICH, Dmitry KOZONCHUK.

È indubbio che tra Gazprom e il concetto di RusVelo, quello che conti di più sia l’azienda sponsor anche della UEFA Champions League di calcio. I soldi destinati a questa squadra non sono tanti da permettersi roster alla Tinkov: è più un misto tra fuoriusciti dalla Katusha (e dalla Tinkoff stessa che ora s’è proprio ritirata) e qualche giovane di bella speranza (qui debuttò Ilnur Zakarin).
La rosa per il Giro racchiude un po’ tutte queste anime: Brutt e Rovny arrivano dalla squadra del bancario russo che ha chiuso i battenti, Tsatevich e Lagutin dalla Katusha. Foliforov dovrebbe essere il giovane (o ex, classe ’92) con più talento: l’anno scorso vinse anche la cronoscalata all’Alpe di Siusi.
Quest’anno in realtà i risultati sono stati piuttosto deludenti: oltre alla propria disponibilità economica con la quale ha convinto gli organizzatori, la Gazprom cavalca ancora la primavera 2016 in cui in Italia tra Settimana Coppi & Bartali, Giro dell’Appennino e Giro del Trentino diede spettacolo sfruttando un mese incendiato del veterano Firsanov (classe 1982).

Firsanov vince il Giro dell’Appenino, ma era più di un anno fa (foto Bettini)

[/nextpage]

[nextpage title=”Lotto Soudal” ]

Lotto Soudal

Adam HANSEN, Maxime MONFORT, André GREIPEL, Tomasz MARCZYNSKI, Moreno HOFLAND, Lars Ytting BAK, Sean DE BIE, Jasper DE BUYST, Bart DE CLERCQ.

La Lotto Soudal, che già quest’anno ha deluso sui terreni ad essa più congeniali, in generale non è costruita per vincere i Grandi Giri. Tecnicamente qua mandano il loro migliore uomo per la classifica sulle corse da tre settimane, Monfort, che però è il classico ninja. Corre da 13 anni, ha fatto 14 GT in carriera, negli ultimi 8 a cui ha partecipato (dal 2012: 2 Tour, 3 Giri, 3 Vuelta) ha sempre concluso tra il decimo e il ventesimo posto, ma nessuno sa che faccia abbia.
Dato per assodato il piazzamento di Maxime, le più grosse speranze sono riposte sulle volate di Greipel: il “gorilla” ha già vinto 21 tappe nei GT (6 al Giro, tripletta l’anno scorso), lui che nelle classiche di solito è più appariscente che vincente, arriva ancor più galvanizzato da una top10 (la prima) in una monumento (Roubaix).
Hansen continuerà la sua lotta “presenzialista”: siamo a 16 GT conclusi consecutivamente (dalla Vuelta 2011).
Mentre tra gli altri una menzione va a De Clercq (che passerà tre settimane o poco meno in fuga) e una a Sean De Bie: uno dei pochi (3) sotto i trent’anni in squadra, che però ha velocità e scaltrezza per poter sperare in qualche piazzamento (se gli sarà data la possibilità).
Spiace per l’assenza sia di Gallopin (mai stato al Giro) che di Wellens, almeno uno dei due avrebbe dato più qualità al roster per qualche successo di tappa movimentata.

Greipel con la tripletta 2016 (Foto Ansa)

[/nextpage]

[nextpage title=”Movistar Team” ]

Movistar Team

Nairo QUINTANA, Andrey AMADOR, Winner ANACONA, Daniele BENNATI, Victor DE LA PARTE, Jose HERRADA, Gorka IZAGUIRRE, Jose Joaquin ROJAS, Rory SUTHERLAND.

Ci risiamo, dopo l’ultimo tentativo di Contador 2 anni fa, ecco che qualcun altro prova a fare la doppietta Giro-Tour che manca dal 1998 e che in pochi in questi 19 anni hanno tentato. Quintana lo fa quasi in sordina, siamo rimasti sorpresi dalla sua dichiarazione di presenza in inverno che quasi tutti abbiamo prima pensato “verrà per preparare il Tour”. In realtà Nairo ormai ha preso gusto a preparare per vincere due GT all’anno, finendo spesso se non in quello più alto in uno degli altri due gradini del podio. Nel contempo il suo stile di corsa ha perso quasi del tutto l’ingrediente della spettacolarità: peccato.
La Movistar però ha preso seriamente la sfida e si presenta con un team molto solido specie per le salite: Anacona, Izaguirre e Amador sono i luogotenenti deputati a non lasciarlo mai solo ed a soddisfare ogni sua richiesta di ritmo. Il costaricano in realtà è qualcosa di più e al giro ha già due top 10 in classifica generale nelle ultime due edizioni.
Sarà molto utile anche l’esperienza di Bennati, sia in tappa che fuori. Il suo lavoro di gregariato sarà importante in pianura dove potrebbe anche buttarsi in qualche volata, compito che sarà diviso con Rojas.
Non ci sarà Valverde che il Giro l’ha fatto solo l’anno scorso arrivando terzo, quest’anno sinora ha dominato la stagione, comprensibile tiri il fiato in vista dell’estate.

Deja vu? (Foto EFE/EPA/LUCA ZENNARO)

[/nextpage]

[nextpage title=”ORICA-Scott” ]

ORICA-Scott

Alexander EDMONDSON, Caleb EWAN, Michael HEPBURN, Christopher JUUL-JENSEN, Luka MEZGEC, Ruben PLAZA, Svein TUFT, Carlos VERONA, Adam YATES.

Hanno diviso i gemelli. La condizione di Chaves tutta da creare/inventare nelle prossime settimane in ottica Tour, pare aver convinto l’Orica a tenersi Simon Yates come “scorta” per la Grand Boucle ed avere un unico capitano qui al Giro.
Per Adam (25 anni da fare in estate) si tratta del primo Giro, ma il quarto posto e la tenuta mostrata nel Tour dell’anno scorso ne fanno un candidato solido per i primi 5 posti anche in Italia: molto valido a cronometro e combattivo in salita, all’occorrenza in grado di soffrire e lottare, un giorno potrebbe anche vincerlo un GT. L’unica perplessità è il coraggio, perché al contrario del fratello raramente lo si vede all’attacco.
L’Orica poi ci sta abituando a gestioni e tattiche di corsa molto spettacolari e audaci. Corridori come Plaza e Verona sicuramente potranno essere utili sia per sortite personali che per azioni combinate quando la strada punterà verso l’alto.
Caleb Ewan si butterà a palla di cannone da par suo sulle poche volate previste con il “rischio” di poterne vincere una buona parte. A lanciarlo alla perfezione ci penserà un treno molto solido composto da vagoni come Edmondson (visto in formissima al Giro di Romandia), Hepburn e Mezgec eventualmente utile anche come velocista di scorta. A proposito di Hepburn, occhio alle sue crono, se avrà semaforo verde dalla squadra.
Come già accennato, ci mancherà tantissimo Chaves, dirottato già in inverno sul Tour e che comunque, stando ai problemi fisici che l’hanno tenuto ai box da gennaio, non sarebbe comunque venuto quest’anno.

Una cosa unica con il telaio (foto © TourDownUnder.com.au)

[/nextpage]

[nextpage title=”Quick-Step Floors” ]

Quick-Step Floors

Eros CAPECCHI, Laurens DE PLUS, Dries DEVENYNS, Fernando GAVIRIA, Bob JUNGELS, Iljo KEISSE, Davide MARTINELLI, Ariel Maximiliano RICHEZE, Pieter SERRY.

L’anno scorso Jungels sorprese tutti al Giro d’Italia, portando per tre giorni la maglia rosa e chiudendo agilmente in top 10 (sesto). Il 24enne lussemburghese sta completando il suo bagaglio tecnico, da semplice quanto forte cronoman a corridore che può tenere sulle salite per lottarsela in una generale. Sarà lui il capitano di questa squadra che però ha due anime: i vari Richeze, Keisse e Martinelli (figlio di cotanto padre, Giuseppe) dovranno curarsi di lanciare alla perfezione Gaviria nelle poche volate che saranno a disposizioni delle ruote veloci.
Il colombiano, anche lui molto giovane (classe 1994), è alla prima esperienza in un GT ma ha già vinto 4 corse quest’anno di cui una sul lungo mare di Civitanova alla Tirreno-Adriatico e si candida ad essere uno dei velocisti più forti anche dei prossimi anni.
Detto dei due corridori di punta e dei loro intenti, il resto della squadra è composta da buonissimi passisti in grado sia di chiudere su qualche fuga, sia, all’occorrenza, di buttarsi in azioni vincenti nei finali di tappa proprio come fece Keisse all’arrivo del Giro a Milano di 2 anni fa. Occhio a Laurens De Plus.
Con Gaviria “in”, non riusciamo a rimpiangere nemmeno l’assenza di Kittel, mentre si sentirà la mancanza sia di Brambilla che di Trentin, che l’anno scorso proprio in questa corsa hanno dato spettacolo.

Gaviria con facilità a San Benedetto.

[/nextpage]

[nextpage title=”Team Dimension Data” ]

Team Dimension Data

Nathan HAAS, Igor ANTON, Natnael BERHANE, Omar FRAILE, Ryan GIBBONS, Jacques JANSE VAN RENSBURG, Kristian SBARAGLI, Daniel TEKLEHAIMANOT, Johann VAN ZYL.

Una squadra che ha poche pretese di classifica, ma sicuramente si lancerà sia in fughe e magari proverà anche ad entrare in qualche classifica collaterale come quella dei GPM: in questo occhio per esempio al 34enne Igor Anton.
Per gli attacchi, specie nelle tappe miste o da fuga, Nathan Haas e Omar Fraile si candidano come protagonisti.
In volata, specie se ristretta o “particolare”, Sbaragli può dire la sua: nel suo palmares tutti ricordiamo la tappa vinta alla Vuelta a Espana. Era il 31 agosto 2015, da allora non ha più vinto corse, ma scorrendo i suoi risultati sono tanti i piazzamenti nei primi 10 (più di 30), compresi due al Tour of Yorkshire che si è tenuto la settimana scorsa.
La Dimension Data, pur essendo World Tour, non è una squadra di grandissime pretese, specie se privata dei suoi due uomini di punta per la vittoria delle singole corse: Cavendish e Cummings non ci saranno e nemmeno il 23enne Kudus (che peraltro non sta avendo la crescita che si poteva sperare).

Sbaragli, un cognome troppo invitante per accontentarsi dei piazzamenti. (Foto da skysports.com)

[/nextpage]

[nextpage title=”Team Katusha – Alpecin” ]

Team Katusha – Alpecin

Ilnur ZAKARIN, Maxim BELKOV, Jose GONCALVES, Robert KISERLOVSKI, Pavel KOCHETKOV, Viacheslav KUZNETSOV, Alberto LOSADA, Matvey MAMYKIN, Angel VICIOSO.

Se la bicicletta andasse solo pedalata e non guidata Zakarin sarebbe uno dei candidati principali a vincere ogni tipo di corsa a tappa. Purtroppo per lui la guida del mezzo è uno dei requisiti fondamentali per stare con efficacia in un gruppo di professionisti e negli ultimi anni abbiamo visto tanti miglioramenti in lui ma non in questo particolare “segmento”. Ilnur resta comunque il corridore migliore della Katusha e cercherà per la prima volta in carriera di finire finalmente in top 10 di un GT: per lui è comunque solo la quarta partecipazione (2 Giri e 1 Vuelta), dopo la buona carriera dilettantistica si era un po’ perso.
Da tener d’occhio c’è sicuramente Mamykin: l’anno scorso ha fatto una seconda parte di stagione molto solida che l’ha messo sulla mappa. Una buona Vuelta a Burgos e spesso in azione alla Vuelta a Espana.
Per il resto è una squadra con poche pretese, per lo più composta da corridori “attempati” che hanno ben poco da dare alla causa di Zakarin, che dovrà in qualche modo arrangiarsi o ancor meglio andare all’attacco se vorrà consolidare il suo status di classifica.
Nella banda di over 30 spicca senza dubbio Vicioso che assieme a Tuft e a Tiralongo è l’unico del parco partenti ad essere nato nel 1977 e tra i tre è anche quello nato prima (il 13 aprile).
Il team sembra un po’ in fase di regressione e a leggere i nomi presenti non si fa fatica a capire il perché.

In discesa un pericolo. (Photo LaPresse – Fabio Ferrari)

[/nextpage]

[nextpage title=”Team LottoNL-Jumbo” ]

Team LottoNL-Jumbo

Steven KRUIJSWIJK, Stef CLEMENT, Jurgen VAN DEN BROECK, Martijn KEIZER, Victor CAMPENAERTS, Bram TANKINK, Enrico BATTAGLIN, Twan CASTELIJNS, Jos VAN EMDEN.

Steven Kruijswijk forse lo conosciamo meglio noi in Italia che in Olanda: questo sarà il suo settimo Giro e soprattutto negli ultimi due anni abbiamo imparato ad apprezzarlo molto bene, top 10 nel 2015 un po’ a sorpresa e ad una discesa dal vincere quello del 2016, in cui fu padrone della corsa per sostanzialmente 18 tappe, prima di finire sul muro di neve dopo il Colle dell’Agnello. Stevo però non parte tra i favoriti nemmeno quest’anno, ma ce lo aspettiamo battagliero e presente in tutte le tappe che potrebbero decidere questo Giro 100, nonostante una caduta al Tour of Yorkshire settimana scorsa.
In salita gli darà una mano Battaglin, che l’anno scorso in questa corsa fece un lavoro di gregariato magistrale diventando molto solido anche in salita. Nel suo palmares (parliamo comunque di un classe 1989) ci sono anche due vittorie di tappa al Giro (nel 2014 e nel 2013).
Van Den Broeck invece non è omonimo di quello che salì (postumo) sul podio del Tour 2010, dopo le squalifiche di Contador e Menchov, e arrivò quarto a quello del 2014 (dietro Wiggins, Froome e Nibali), è proprio lui. Ormai a 34 anni sono poche le sue aspettative, gli anni migliori (in cui frequentava le top 10 dei GT) sono alle spalle.
Occhio ai cronomen: Campenaerts è più da prologo (e qui non ce ne saranno), mentre Van Emden può piazzarsi in entrambe le prove contro il tempo (se riuscirà ad arrivare all’ultima di Milano, cosa che gli è riuscita sempre tranne una volta nelle sue 7 partecipazioni ai GT).
Per il resto, squadra deboluccia soprattutto in salita. Uno tra Bennett, Gesink e Roglic andava portato, perché l’anno scorso una delle ragioni del tracollo di Kruijswijk fu proprio l’assenza di gregari dopo l’Agnello.
Peserà soprattutto l’assenza di Roglic: l’abbiamo scoperto su queste strade dopo aver abbandonato il salto con gli sci. Quest’anno sta dimostrando una solidità impressionante nelle corse da una settimana (vinto Algarve, quarto alla Tirreno, quinto ai Paesi Baschi, terzo al Romandia), next stop: Tour de France.

“Spalloni” ce l’aveva quasi fatta (foto ANSA)

[/nextpage]

[nextpage title=”Team Sky” ]

Team Sky

Philip DEIGNAN, Kenny ELISSONDE, Michal GOLAS, Sebastian HENAO, Vasil KIRIYENKA, Mikel LANDA, Salvatore PUCCIO, Diego ROSA, Geraint THOMAS.

L’esclusione di Viviani (vittorioso in una tappa del Romandia) è dolorosa, ma al tempo stesso è abbastanza indicativa su quali siano le intenzioni del Team Sky per questo Giro 100: vincerlo. Purtroppo per loro a fronte di una squadra spaziale per imporre ritmi su ogni terreno, c’è meno certezza su chi dovrà raccogliere i frutti di tutto quel lavoro.
Sulla carta all’inizio i capitani saranno due: Geraint Thomas e Mikel Landa. Entrambi arrivano da un Tour of the Alps eccezionale: il britannico ha vinto la generale e ha fatto top5 in tutte le tappe tranne 1, vola. Sinora ha corso 10 GT e non s’è mai piazzato nei primi 10 in nessuno di essi, ma la sua evoluzione in stile Wiggins pare essere giunta all’ultimo step, il prossimo mese ci dirà se è pronto per farlo.
Affianco a lui c’è Landa: l’anno scorso s’era presentato come capitano unico e s’è sciolto ancor prima delle Alpi. Il suo punto debole pare essere proprio quello di soffrire la pressione, magari in questo ruolo leggermente più defilato può rivivere le sensazioni del Giro di 2 anni fa finito sul podio. Al Tour of the Alps ha fatto il gregario senza fiatare. Qui, se ci sarà l’occasione, scatenerà l’inferno.
Tra i gregari di lusso spicca il nostro Diego Rosa, ma sapevamo sin da subito quale sarebbe stato il suo utilizzo alla Sky una volta che l’hanno firmato: addio sogni di gloria, a meno di congiunzioni astrali.
Elissonde sta cercando di recuperare una identità smarrita e forse come attaccante tattico può ancora dire la sua. L’Henao più giovane invece lo scongelano esclusivamente per il Giro: 3 anni fa aveva fatto 22esimo nella generale venendo fuori dal nulla, per il resto non s’è migliorato, ma ha solo 23 anni, possiamo aspettarlo.
Chi non c’è? Beh la domanda nasce spontanea: Froome tornerà mai al Giro d’Italia o dobbiamo ricordarcelo così?

Landa scorta Thomas sulle Alpi (Foto: @Tourof_TheAlps)

[/nextpage]

 

 

 

[nextpage title=”Team Sunweb” ]

Team Sunweb

Phil BAUHAUS, Laurens TEN DAM, Tom DUMOULIN, Simon GESCHKE, Chad HAGA, Wilco KELDERMAN, Georg PREIDLER, Sindre Skjostad LUNKE, Tom STAMSNIJDER.

La Sunweb sinora ha avuto una stagione sottotono (solo due vittorie), ma si presenta al Giro con una squadra per ogni situazione. Dumoulin è il capitano. La sua evoluzione da corridore da 3 settimane l’anno scorso ha subito un brusco stop: al Giro aveva portato la maglia rosa per quasi tutta la prima settimana e doveva ancora sfruttare la cronometro del Chianti, quando è arrivato un doppio crollo (Arezzo e Sestola) che lo ha portato al ritiro. Ritiro confermato senza mai entrare in classifica pure al Tour. Quest’anno ci riprova, ma la Vuelta 2016 sembra lontana.
Kelderman è il capitano di scorta, anche se si trova molto meglio nelle corse di una settimana. Per di più quest’anno sta rincorrendo uno stato di forma accettabile dopo la caduta alla Strade Bianche, che l’ha tenuto out per quasi un mese e mezzo.
Entrambi potranno avvalersi dell’esperienza e del gregariato di Ten Dam, ormai troppo vecchio per aspirare ad una classifica. Per tutti i terreni invece c’è Geschke che tira il gruppo a prescindere dal percorso, bravo anche a dare il là alle volate che saranno compito di Bauhaus: il 22enne tedesco l’anno scorso si è piazzato quarto ai mondiali U23 in Qatar, ma tra i grandi ed in particolar modo nel World Tour vanta come miglior risultato solo un quinto posto in una tappa all’Abu Dhabi Tour. Insomma, la velocità c’è ma deve crescere.
Chi manca? Se porti Bauhaus ovviamente non puoi portare Matthews (acquisto importante dello scorso inverno), ma soprattutto ci sarebbe piaciuto vedere sulle nostre salite il giovane Oomen, ma c’è tempo.

Tutti per Tom (foto Team Sunweb)

[/nextpage]

[nextpage title=”Trek – Segafredo” ]

Trek – Segafredo

Bauke MOLLEMA, Jasper STUYVEN, Eugenio ALAFACI, Laurent DIDIER, Giacomo NIZZOLO, Jullien BERNARD, Mads PEDERSEN, Peter STETINA, Jesus HERNANDEZ.

Obiettivo principale della Trek a questo Giro è confermare per il terzo anno consecutivo la vittoria della classifica a punti che per il centenario torna ad avere la maglia colorazione ciclamino che l’ha resa storica. Nizzolo l’ha conquistata negli ultimi due anni, ma si approccia a questa corsa con due crucci: intanto va benissimo la classifica a punti, ma non ha mai vinto una tappa al Giro a fronte di ben 9 secondi posti e quando l’anno scorso a Torino ce l’aveva fatta è arrivato un declassamento velenoso. L’altro cruccio è dovuto ad una tendinite al ginocchio destro che gli ha fatto iniziare la stagione (nella quale indosserà la maglia del campione italiano) solo pochi giorni fa con il Tour of Croatia: affronterà il Giro con 6 giorni di corsa, non ideale.
Stetina, Didier, Pedersen, ma anche Stuyven e soprattutto Alafaci avranno il compito di lanciarlo nelle volate.
La classifica ovviamente sarà compito di Mollema: il 30enne olandese sarà fondamentale in appoggio a Contador al Tour, ma qua qualche soddisfazione può ancora togliersela, puntando magari a una top5. Al Giro lui era venuto solo 5 anni fa (12esimo), ma al Tour negli ultimi 4 anni andando a ritroso ha fatto 11°, 7°, 10° e 6°.
In qualche tappa mista occhio alla potenza e alle intuizioni di Stuyven.
La squadra in estate ha fatto investimenti importanti: Contador e Degenkolb sono le stelle e per loro l’obiettivo è il Tour. Pantano lì farà il gregario di lusso, peccato perché su questi percorsi avrebbe dato spettacolo. Turno di riposo per un Felline che al Giro di Svizzera sembrava star molto bene.

Secondo Nizzolo (Bettini photo)

[/nextpage]

[nextpage title=”UAE Team Emirates” ]

UAE Team Emirates

Valerio CONTI, Rui COSTA, Roberto FERRARI, Marco MARCATO, Sacha MODOLO, Matej MOHORIC, Simone PETILLI, Jan POLANC, Edward RAVASI.

Una squadra spaccata in due, almeno dal punto di vista anagrafico: 5 nati dopo il 1992 (compreso) e 4 nati prima il 1987 (Modolo compirà 30 anni il 19 giugno).
Rui Costa, che corre il Giro per la prima volta, è il veterano della squadra. Non è uomo da tre settimane (nei GT vanta 8 partecipazioni al Tour e un solo piazzamento nei 20), ma se si concentra sulle tappe, come dice di voler fare, può togliersi parecchie soddisfazioni. Per la generale dovevano esserci Atapuma, Durasek e Niemiec, ma tra sfighe e infortuni vari, nessuno dei tre prenderà il via dalla Sardegna.
Entra all’ultimo il giovanissimo Ravasi (classe ’94, neo pro) che si trova a fare il Giro senza preavviso e con 10 giorni di gara sulle gambe. Lui l’anno scorso ha lottato sino all’ultimo per vincere il Tour de l’Avenir, battuto solo da Gaudu, che sta facendo bene quest’anno, e davanti a giovani talenti come Adrien Costa, Bernal e Geoghegan Hart.
A proposito di giovani, occhio a Valerio Conti, già vincitore l’anno scorso di una tappa alla Vuelta.
Per le volate ovviamente tutto sarà sulle gambe di Sacha Modolo, che ha fatto una primavera meravigliosa in cui ha tirato fuori doti sinora quasi nascoste specie sulle pietre.
Detto degli infortuni, mancheranno i giovani Consonni e Ganna rientrati dai mondiale su pista svoltosi ad Hong Kong e soprattutto Diego Ulissi che dopo 5 partecipazioni al Giro negli ultimi 6 anni, quest’anno proverà per la prima volta il Tour.

L’avvenire (foto James Startt/Agence Zoom)

[/nextpage]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[nextpage title=”Wilier Triestina – Selle Italia” ]

Wilier Triestina – Selle Italia

Filippo POZZATO, Julen AMEZQUETA, Matteo BUSATO, Giuseppe FONZI, Ilia KOSHEVOY, Jakub MARECZKO, Daniel Felipe MARTINEZ, Cristian RODRIGUEZ, Eugert ZHUPA.

Pozzato ormai è una istituzione più mediatica e social che ciclistica, ma pur sempre una istituzione. Non vince una corsa dal 2013 e più passa il tempo più si fa concreta l’idea che non possa accadere più. Quest’anno al Tour di Langkawi ha fatto una volta secondo (dietro a Travis McCabe) e una volta terzo (battuto da Barbin e Giacoppo) e gli anni sono quasi 36.
Quelli di Martinez invece sono 21 da pochissimi giorni (assieme ad Albanese della Bardiani, l’unico ad essere nato nel 1996 in questo gruppo): il colombiano è da tradizione nazionale uno scalatore, non ha particolare guizzi sinora, ma non mancheranno occasioni in questo Giro per vederlo attivo in qualche fuga di montagna. O lui o l’altro giovanissimo Cristian Rodriguez.
A proposito di fughe, quella di due anni fa con Boem, Busato, Malaguti e Marangoni protagonisti in molti la ricordano: si arrivava a Forlì e il corridore dell’allora Southeast fece secondo, suo miglior risultato in corse WT. Al Giro vanta 4 piazzamenti nei 10 negli ultimi due anni, alla ricerca della zampata vincente.
Nelle volate proverà a buttarsi Marezcko: lo sentiamo nominare da qualche anno, ma in realtà è solo del 1994. Forse però ci aspettavamo una crescita più prorompente, resta al momento più indietro rispetto alla classe media dei nostri velocisti.

Busato secondo ( REUTERS/LaPresse/Fabio Ferrari)

[/nextpage]

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *