Il Blockhaus

Il Blockhaus inizia alle 10 di mattina, giusto il tempo di impostare sul Garmin “Pretoro” che non è il Blockhaus e non ci va nemmeno troppo vicino, passare a prendere un amico, comprare la Gazzetta “che almeno ammazziamo un po’ il tempo e possiamo guardare i numeri di quelli che non riconosciamo” e mettersi in marcia.

Capisci che sarà una lunga giornata quando secondo il navigatore mancano ancora 5 km a Pretoro e ti imbatti in centinaia di persone, zaino in spalla, che aspettano alla rinfusa in mezzo alla strada.

Sapevamo già sarebbe stato un piccolo viaggio a tappe: macchina, navetta, seggiovia, camminata…ci vuole pazienza.

Il Blockhaus è un carabiniere che alla richiesta di organizzare una dannata fila per prendere i bus navetta risponde: “Ma io manco dovevo lavorare oggi, m’hanno chiamato all’ultimo…che poi a me del Giro d’Italia non me ne frega nulla“.

Il Blockhaus è quello che, dopo 2 ore di macchina, 30 minuti di autobus, 20 minuti di seggiovia, ti ripaga così:

Credit aza Images….

Dal Blockhaus si vede anche il mare…come dal balcone a casa Di Luca….

Sul Blockhaus c’era anche Michele.

Il Blockhaus è una caduta che non vedi, te la raccontano su whatsapp.

Il Blockhaus è attesa, che poi il tempo in realtà vola. Come vola Quintana: te lo vedi passare davanti, lo guardi in faccia, ti specchi nei suoi occhiali: sì, è proprio una sfinge, lo inciti ma è quasi in trance, non pensi t’abbia sentito.

Il Blockhaus è vederli passare uno per uno e riuscire ad incitarli tutti, qualcuno ti sentirà: come Formolo, che quasi sorride. Come Pozzovivo, che invece non sorride proprio per nulla.

Thibaut ci avrà sentito?

Il Blockhaus è anche quello che non vedi in TV, sono quelli che la spinta la vogliono…anzi ne vogliono “anche due”. E quelli che se spingi gli altri che sono nel loro gruppetto, un po’ se ne risentono.

Sul Blockhaus io non ho spinto nessuno, che se io spingo a loro, dopo chi spinge a me? Spingitori di spingitori di ciclisti.

Il Blockhaus è Scinto in ammiraglia che quando ti passa affianco lo senti urlare per incitare un suo ciclista.

Il Blockhaus è quella caduta che non avevi visto, ma la vedi poi…quando ti passa davanti Geraint Thomas, con la maglia a brandelli e piena di sangue, che con le tue urla vorresti spingerlo ancora di più.

Sul Blockhaus riesci a fare i complimenti a tutti quelli che nei scorsi giorni hai visto attaccare e/o vincere.

Una foto solo per Greipel.

Sul Blockhaus ho fatto una sola foto, perché alle volte i momenti è meglio guardarli piuttosto che fermarli. Sul Blockhaus ci potevano girare pure una puntata di “Carramba che sorpresa”, ovvero quando Fonzi rincontra un suo compagno dei tempi delle superiori….e quasi vorrebbe fermarsi ad abbracciarlo, ma c’è da pilotare Mareczko.

“Andavamo in classe insieme….”

Il Blockhaus lo chiude Pelucchi, come l’anno scorso a Roccaraso: lì però stava pure male (e non batté il tempo limite). Perché il bello di vederlo in strada è soprattutto veder passare i “Pelucchi”.

Sul Blockhaus ci sono nostalgici bizzarri…

‘A morte ‘o ssaje ched”è? …è una livella.

Il Blockhaus poi me lo son visto alle due di notte, in replica. Dopo aver guardato i corridori, mi son guardato anche la corsa.

Il Blockhaus l’ha sparpagliati tutti.

Il mio Blockhaus è iniziato alle 10 di mattina ed è finito alle 10 di sera: ne è valsa la pena, ma fortuna che oggi c’è il riposo.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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