Azzerare i vertici, ripartire dalle basi

Prima di tutto “abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene” (cit.) che a giugno sarà anche peggio ed intanto qualche pensiero sparso sulla più grande disfatta del calcio italiano:

Le colpe di Ventura

Che fosse inadeguato lo si era capito strada facendo, ma in questo spareggio tutta la sua mediocrità è venuta fuori con arroganza. La reazione di De Rossi in panchina che rifiuta di riscaldarsi sintetizza alla perfezione un giudizio che va al di là del fallimento dal punto di vista del risultato, tanto che avallava un cambiamento di c.t. anche in caso di qualificazione ottenuta. Ventura era totalmente in confusione e c’era stato bisogno di una reazione a caldo di uno dei senatori all’ultima occasione in carriera con la maglia azzurra per fargli capire che stava facendo (un’altra) cazzata. Un quadretto che ben si inserisce in un contesto più ampio che ci racconta di un c.t. che aveva perso del tutto il polso della situazione (a partire del tracollo in Spagna) e della gestione della squadra.

Purtroppo non lo sapremo mai come sarebbe andata in caso di qualificazione, ci restano però altre domande: perché mai un 4-3-3, perché Jorginho solo ieri, perché solo 15 minuti sui 180 totali della doppia sfida per Insigne, perché poi schierarlo a cazzo di cane (senza essere René Ferretti), come avvenuto ieri con Bernardeschi, e quindi perché convocare tutti gli attaccanti esterni suggeriti dal campionato e poi o non poterli schierare o farlo nel ruolo sbagliato, perché solo lui non si è accorto della incompatibilità tra Immobile e Belotti e soprattutto cosa è stato mai provato in allenamento nei movimenti dei due, ed infine perché Ventura c’era stato presentato come il c.t. per il nuovo corso, quello in grado di lavorare con i giovani ed invece nel biennio quelli inseriti (più o meno) si contano sulle dita di una mano.

Vorremmo avere delle risposte a questi perché, ma abbiamo dovuto aspettare mezzanotte e mezza per sentirlo parlare del nulla in una conferenza stampa che per di più iniziava con “no, non mi sono dimesso” e quindi forse pretendiamo troppo. Forse con un mese di lavoro intensificato avremmo visto qualcosa di più del suo credo calcistico, come è successo con lo stesso Conte che di certo non aveva incantato in fase di qualificazione. Ma non lo sapremo mai.

Le colpe di Tavecchio

Pretendiamo troppo semplicemente perché Ventura si è dimostrato non all’altezza in ogni aspetto del ruolo del c.t. dal campo ai media. E quindi anche se le sue colpe sono chiare e limpide, vanno comunque condivise con chi in quella posizione ce l’ha messo. Non fosse per le uscite imbarazzanti di Tavecchio discutibili a livello morale ed umano che non hanno mai fatto vacillare la sua sedia, ora davvero non si capisce cosa lo possa tenere sul suo trono di un regno disintegrato che veniva da due eliminazioni ai gironi e che è riuscito a fare peggio (gli Europei nel mezzo sono diversi, hanno qualificazioni più blande e poi hanno avuto buone prestazioni dovute ad exploit di singoli o fenomeni come allenatori che hanno mascherato tutto il resto).

Tavecchio ha mostrato tutta l’incapacità di modificare un sistema che si dimostra sempre più in difficoltà a partire dai vertici (una serie A poco spettacolare e sempre più spaccata) fino a scendere negli altri campionati con i continui fallimenti di società nelle serie minori che poi tanto minori non sono, considerando quanto avviene già in Serie B, senza andare a buttare un occhio in Lega Pro, dove la riforma è stata attuata ed ha prodotto un mostro come già si sospettava ancor prima di vederla in pratica.

Tavecchio e Ventura dovevano dimettersi 30″ dopo la fine della partita e non sarebbe stata una scelta istintiva, perché immagino abbiano avuto molto tempo per vederla arrivare. Invece no, qua si convocano riunioni con il terrore che dopo il solito tavolo rotondo con tanti parrucconi a dettare la direzione, resti tutto così come è.

Le colpe dei giocatori

Siamo poveri. Certo, non così poveri come una nazionale europea che non si qualifica e non riesce a fare un gol in quasi 200 minuti (recuperi compresi) alla Svezia, ma siamo comunque poveri, limitati. È limitato Candreva che se non fa 30 tocchi, 15 verso destra, 15 verso sinistra non è contento, sono limitati i nostri cross dalla trequarti contro 4 5 6 armadi piazzati dentro l’area pronti a respingerli, è limitata la nostra visione distaccata dalla realtà secondo cui Verratti è per grazia ricevuta il nostro fuoriclasse e sono limitati i Belotti o i Berardi che restano a giocare in contesti che non ti permettono di crescere durante la stagione. Poi quando finalmente si decidono di fare il salto (o glielo permettono) non è detto che si trovino a giocare (vedi l’utilizzo a singhiozzo sinora di Bernardeschi nella Juventus).

Quanto meno loro, i giocatori, pagheranno per questa mancata qualificazione: molti di loro saranno quasi 30enni nella prossima occasione mondiale, con la speranza che nel frattempo siano arrivati altri ragazzi meno limitati pronti a prendere il loro posto; altri, i veterani, chiudono la carriera con questa disfatta, un’altra chance non l’avranno più. Al di là dei loro limiti, giovani e vecchi, s’è visto ieri sera, prima durante e dopo la partita, quanto comunque ci tenessero e quanto per loro sia una tragedia.

Azzerare i vertici, ripartire dalle basi.

Per me il problema non sono i #troppistranieri, gli stranieri ce li hanno tutti in tutti i maggiori campionati europei (che dire della Germania?), il problema non è nemmeno il campionato poco competitivo (che dire della Francia?) la cui ristrutturazione gioverebbe più ai club (ed io comunque la farei) che alla nazionale.

Dimissioni o meno, bisogna cancellare i vertici di una federazione che ha mostrato tutta la sua miopia e ripartire dalle basi, dalle scuole calcio, dagli investimenti nei settori giovanili, dall’idea di formare giocatori invece che avere 20enni da mandare al Torneo di Viareggio per vincerlo. Bisogna smetterla di considerare i nostri giocatori degli eterni giovani. Bisogna lavorare in maniera condivisa con la Lega e quindi con i club per capire anche i loro interessi e trovare punti in comune (“strano” che fino ad oggi Federazione e Lega avessero lo stesso presidente che non è riuscito a fare nulla di tutto ciò).

E poi bisogna avere pazienza, perché ci siamo infilati in una buca dalla quale non sarà facile risalire, intervenire sui settori giovanili significa vedere i frutti tra 8 10 anni, ma c’è bisogno di lungimiranza, perché ad affidarci a gente che non vedeva più distante della prossima pausa per le nazionali abbiamo visto dove siamo arrivati.

Poi già che ci siamo, si potrebbe lavorare sulla cultura sportiva delle nuove leve, capisco che sarebbe chiedere troppo ma in questa fase di ripartenza (si spera) che coinvolge lo sport nazionale italiano, tanto vale “esagerare” e mirare alla luna. L’hanno fatto in Spagna, in Francia, in Inghilterra, in Germania, ognuno ha trovato la propria via, non si capisce perché noi siamo ancora ancorati alla nostra mediocrità ed a fasti di un passato remoto.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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5 risposte

  1. TnTo ha detto:

    La cosa ancora più cupa è che il fallimento del sistema sportivo nel paese è ben chiara da anni (i problemi delle dirigenze di pallacenstro e pallanuoto, la vicenda degli Aironi nel rugby) e forse nemmeno questa sconfitta nel calcio spingerà verao una riforma dell’intero sistema

  2. Alberto ha detto:

    Condivido tutto quello che hai scritto……da sVentura,sul quale si potrebbe scrivere un articolo per ogni cambio modulo o giocatori fuori ruolo,fino a Tavecchio.
    Personalmente penso sia importante per i maggiori club di A avere le seconde squadre.
    In una Lega pro dove le societa’ falliscono anche a campionato in corso avere 10/15 seconde squadre sarebbe possibile.In questo modo se ci sono giovani importanti da far crescere lo si puo’ fare in un contesto diverso…..in un ambiente che conoscono…dove sentono fiducia e all’interno di un progetto che li valorizza.
    Finire in culonia a giocare qualche minuto ogni domenica,magari con un allenatore che non ti considera piu’ di tanto e in una societa’ che non ti fa sentire la sua fiducia puo’ bruciare anche i giovani piu’ promettenti.
    E su questo ultimo punto ne sono stra stra stra convinto……..

  3. Carlo ha detto:

    Bell’articolo, condivisibile in toto, ma mi permetto di esprimere un però: secondo me sei troppo assolutorio nei confronti dei giocatori, in particolare della vecchia guardia che aveva un peso rilevante nello spogliatoio, tanto che per esempio Balotelli non è stato ritenuto degno di una convocazione in due anni. Mario sarà pure il male assoluto, però qualcosina di buono con la nazionale l’ha fatto, certo più di Gabbiadini o Immobile.
    Vecchia guardia che tra l’altro è stata protagonista di diverse figuracce della nazionale. Ok abbiamo vinto il mondiale 2006, grazie mille, bravi bravissimi ma adesso anche basta (anche perchè del 2006 sono rimasti i soli Buffon, Barzagli e De Rossi, che in quel mondiale si è segnalato per aver spaccato la faccia a un americano).
    Chiellini, per esempio, era al suo terzo mondiale, due eliminazioni al primo turno, una mancata qualificazione, non proprio un bilancio da urlo. Nel 2012 invece ha voluto giocare a tutti i costi la finale degli europei pur se infortunato risultando il peggiore in campo.
    Io non discuto le doti tecniche, ma il fatto che questo gruppo storico abbia deluso e forse doveva mollare il colpo un po’ prima, dato che Ventura non aveva il carisma e la forza per pensionarli. Oppure doveva essere Tavecchio a lanciare il nuovo corso fin da subito. Uhm, Tavecchio che lancia il nuovo corso sembra una battuta.
    Insomma, sono d’accordissimo con te quando evidenzi come i nostri giocatori restino dei giovani fin quando diventano vecchi, però trovo che la nazionale sia parte del problema se non causa in alcuni casi.
    Tanto per dire: Bernardeschi ha due anni in più di Asensio, possibile che non sia considerato pronto per giocare al posto di un inguardabile Candreva?

  4. Alberto ha detto:

    io mi permetto di non condividere il discorso sulla vecchia guardia…….
    avere donnarumma romagnoli rugani e galgliardini al posto dei vecchi non avrebbe cambiato nulla.
    i giocatori hanno sicuramente le loro colpe ma la formazione la fa il mister….
    in svezia abbiamo giocato in 9…..verratti/de rossi insieme non possono giocare….idem belotti/immmobile……stesse giocate ,stessi movimenti…..e me ne sono accorto io dopo 20 minuti come fa a non vederlo lui…….
    nel primo tempo in svezia sulle nostre ripartenze le punte si sono mosse nello stesso modo…e lo hanno fatto di continuo……nessuno rimedio tutto avanti così….
    se su due partite ne regali una ……tanti saluti
    sono bestioni di 2 metri e noi facciamo solo cross in mezzo a difesa schierata…no cosiì non si puo’….
    giochi con due esterti alti e cerchi di saltare l’uomo x creare superiorita’ numerica?no noi teniamo insigne e il faraone in panca….(non dico berdardeschi ma per come a giocato candreva si stava anche federico in quella squadra)
    ci siamo ingolfati con un giropalla continuo ma non abbiamo fatto nulla…..
    in svezia poi non ho mai visto una verticalizzazione……
    queste sono solo alcune cose e non mi soffermo sui giocatori fuoriruolo tipo florenzi a milano……
    Questi aspetti li migliora e correggge il mister….se lui non lo fa non cambia nulla avere buffon chiellini e barzagli invece di donnarumma romagnoli rugani…..vai a casa comunque.

    • Carlo ha detto:

      Verissimo, però se vado a casa con i giovani almeno gli ho fatto fare due anni di esperienza. Non che sia una grande consolazione, ma è meglio di niente

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