Super Bowl LI – Le ragioni di un miracolo

Dale Arnold è un giornalista sportivo della televisione NESN (dallo studio commenta le partite dei Boston Bruins) e conduttore radiofonico sulla WEEI di Boston. Ascolto da anni la sua trasmissione radio (condotta insieme a Michael Holley) e gli ho sempre sentito dire che l’evento sportivo che ha segnato la sua vita è stata la partita di hockey su ghiaccio USA-USSR delle Olimpiadi di Lake Placid 1980 (anche nota come The Miracle on Ice). Bene, lunedì sera ha ammesso alla radio che, adesso, quella partita è al secondo posto.

Arnold conosce bene il football, ha commentato per anni le partite dei Boston College Eagles ed è sua la famosa chiamata sul TD vincente dei Patriots di Doug Flutie contro i Colts nel 1988 al vecchio Sullivan Stadium, “This place has gone icky balooky!”

Ovviamente al primo posto ora c’è il Super Bowl LI.

Non vorrei essere riduttivo (o arrogante, a seconda del punto di vista) ma credo che il Super Bowl LI sia stata la più bella partita nella storia dello sport. Non del football o della NFL, ma di tutto lo sport. Ammetto di essere di parte, amo troppo il football ed i New England Patriots.

Era dal 1958 che il titolo della NFL non veniva deciso all’overtime. Allora furono i Baltimore Colts di John Unitas a segnare un TD nel periodo supplementare per sconfiggere i New York Giants di Frank Gifford. Allora fu una corsa di 1-yard di Alan Ameche a chiudere la partita; questa volta una corsa da 2 yard di James White (la storia ci dice che sia Ameche che White hanno giocato al college per i Wisconsin Badgers). E già l’overtime ha reso il Super Bowl LI unico.

Tom Brady non è nuovo a queste imprese (estratto dal “Quaderno del 1999” di Giovanni)

Questo Super Bowl era stato presentato come l’attacco dei Falcons contro la difesa dei Patriots. L’attacco dei Falcons aveva segnato 540 punti nella stagione regolare, mentre la difesa dei Patriots ne aveva concessi solo 250. Ovviamente c’era attritition. Meno copertura mediatica aveva avuto il fatto che l’attacco dei Patriots (terzo per punti segnati con 441), secondo alcuni siti specializzati, era invece il migliore per efficienza proprio davanti a quello dei Falcons. La difesa dei Falcons invece, praticamente secondo ogni valutazione, era nelle peggiori dieci della lega. Molte cose le avevamo scritte anche noi. Era “logico” prevedere una vittoria di misura dei Patriots.

Ai Falcons serviva un aiuto. E questo è arrivato nella forma di un fumble di LeGarrette Blount nel primo quarto e di un intercetto lanciato da Tom Brady nel secondo quarto. A questo punto la partita era ben più che equilibrata; anzi, poteva finire con una vittoria dei Falcons.

Ma adesso eravamo completamente dall’altra parte: Atlanta, già avanti 21-3 all’intervallo, aveva incrementato il vantaggio a ben 25 punti (28-3) a metà del terzo quarto. Come sperare a questo punto in una vittoria di New England? Serviva un miracolo! Vi erano ragioni per crederci?

Dobbiamo ritornare alla preparazione della partita. Le partite si preparano guardando gli avversari nelle loro migliori prestazioni e nelle loro peggiori. I Patriots durante la stagione regolare avevano perso due volte: una con i Bills giocando con il terzo QB pure infortunato ed una con i Seahawks all’ultimo play della partita (una PI su Rob Gronkowski non chiamata). Atlanta non aveva tanti esempi di “come fermare i Patriots”. Al contrario Bill Belichick aveva ben cinque partite in cui spulciare tutti i difetti dei Falcons.

Detto questo, vorrei sottolineare altre ragioni.

  1. I Patriots non subiscono blowout. Nell’era Belichcik-Brady (269 partite) hanno perso con più di 19 punti di scarto solo sette volte. E solo una volta nelle ultime 115 partite. Ovviamente ricordavo tutti quei Super Bowl finiti 38-9, 38-16, 46-10, 39-20, 42-10, poi 55-10, 52-17, 49-26. Quale era la forza mentale di quelle squadre? Sulla forza mentale dei Patriots e del suo coaching staff non avevo dubbi.
  2. La difesa dei Patriots in tutta la stagione aveva subito quattro giocate da 40 o più yard. L’attacco di Atlanta poteva essere controllato. Detto questo, Devonta Freeman ha fatto una giocata da 39-yard ed una da 37-yard. E comunque la difesa di New England ha concesso 21 punti e negli ultimi quattro possessi di Atlanta ha prodotto: punt, fumble (dopo un sack), punt (dopo un sack), punt.
  3. Avendo seguito tutta la stagione dei Patriots ero certo che fisicamente avrebbero avuto ancora molte energie nel quarto periodo e che i Falcons avrebbero sofferto. Questa cosa è stata esasperata dal ritmo dell’attacco guidato da Brady e dall’enorme numero di giocate offensive (93 + 9 annullate da flag) che la difesa di Atlanta ha dovuto affrontare.
  4. L’attacco dei Patriots stava producendo yard (finiranno con 546) ma non aveva segnato, stava producendo primi down (finirà con 37). Le cose potevano soltanto migliorare. I punti sarebbero arrivati. Parziale di 31-0. Gli ultimi cinque possessi dei Patriots hanno prodotto TD, FG, TD, TD, TD.
  5. La difesa di Atlanta era stata la peggiore della stagione nella red zone. I TD dei Patriots sono tutti venuti su giocate vicine alla end zone. Brady ha lanciato per 466 yard. Ha messo insieme drive da 75, 72, 25, 91 e 75 yard negli ultimi cinque possessi.
  6. I famosi aggiustamenti di Belichick all’intervallo. Non avrebbe lasciato affondare la barca senza tentare il tutto per tutto. Anche se non credo che il game plan sia stato rivoluzionato, forse piuttosto velocizzato.

Sono comunque servite altre due cose.

Il coaching staff dei Falcons non ha saputo gestire il vantaggio. La cosa non è facile, lo ha detto lo stesso Brady. I Patriots infatti si trovano spesso a dover gestire 10, 14, 17 punti di vantaggio e non è proprio tutto scontato. Se corri, sprechi un po’ di tempo, ma poi devi calciare; se passi e non completi fermi il cronometro. Devi essere molto concentrato. I Falcons forse giocano più liberi, cercando di segnare il massimo di punti possibili.

Perché mai Dan Quinn non ha giocato per calciare il FG nel quarto periodo? Allo stesso modo perché Pete Carroll non ha usato Marshawn Lynch alla fine del Super Bowl XLIX? E perché Tom Coughlin non ha impedito il TD di Ahmad Bradshaw alla fine del Super Bowl XLVI? Sbagliano per incompetenza o perché dall’altra sideline c’è Belichick?

E per ultimo è davvero servito un miracolo. Li avevano fatti David Tyree e Santonio Holmes, Mario Manningham e Jermaine Kearse, pure Julio Jones (solo pochi minuti prima). Ora toccava ai Patriots. Lo dovevano loro gli dei del football.

Ed è avvenuto quando sopra la gamba di Robert Alford e sopra il braccio di Ricardo Allen (anche Lockette si chiama Ricardo, giusto?) sono arrivati i guanti rossi di Julian Edelman ad afferrare la storia.

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