Moto2 & Moto3: Preview 2017

In contemporanea al campionato di Formula 1 (qui la nostra preview), domenica ripartirà anche il campionato mondiale di motociclismo. A differenza delle 4 ruote, non ci saranno grosse modifiche tecniche al regolamento, l’unica grossa differenza si vedrà in Moto GP, dove sono state bandite le tanto aerodinamiche quanto esteticamente brutte alette anteriori. I team della categoria maggiore hanno già sperimentato nei test nuove soluzione aerodinamiche per sostituire il lavoro che le alette facevano, ma di questo me ne occuperò domani, con la preview totalmente dedicata alle moto più potenti del mondiale.

Il calendario non vede sostanziali differenze rispetto al 2016: vengono confermati tutti i gran premi dell’anno scorso negli stessi circuiti. Da ormai qualche anno si parlava della sostituzione del circuito di Silverstone con il nuovo “Circuit of Wales”, ma causi problemi economici dello stato gallese il circuito non sarà pronto neppure quest’anno e difficilmente lo sarà l’anno prossimo. Unica differenza rispetto al 2016 è lo scambio tra i gran premi di Austria e Repubblica Ceca, infatti quest’anno il circus farà tappa prima a Brno per poi andare nelle Alpi austriache la settimana successiva.

Finita questa breve introduzione, passo ora ad analizzare i piloti delle due categorie “inferiori”, cercando di pronosticare chi lotterà per il titolo mondiale, chi partirà in seconda fila e chi potrebbe regalarci delle sorprese.

Lo starting lineup della Moto3 risulta molto cambiato rispetto all’anno prima: sono infatti saliti di categoria Brad Binder, dominatore incontrastato del 2016, insieme a Navarro, Bagnaia, Pawi, Locatelli e Quartararo. In particolar i primi 3 di questo elenco sono una grossa perdita per questa categoria, avendo concluso nelle prime 4 posizioni delle classifica finale. Questo rimescolamento della griglia apre molte opportunità e in una categoria dove le gare spesso sono decise all’ultima curva fare pronostici non è così semplice.

Il favorito numero 1 dovrebbe essere Enea Bastianini. L’anno scorso è risultato essere il primo degli essere umani dietro l’alieno Binder e quest’anno vuole finalmente portare a Rimini lo scettro di campione mondiale. Quest’anno non sarà più nel team di Fausto Gresini ma passa nel team Estrella Galicia per sostituire Navarro. E’ partito a rilento nei test, risultando anche 8-9 decimi più lento dei primi, ma penso sia solo una questione di adattamento alla nuova moto. Inoltre, anche se dovesse risultare più lento di altri nel giro secco, in Moto3 questo non sarebbe un problema: certo, partirebbe qualche fila dietro rispetto agli altri rivali, ma dovrebbe essere comunque in grado di rimanere nel gruppo da 10-15 piloti che spesso si formano nelle gare.

A competere col numero 33 per la vittoria finale vedo un nutrito gruppo di italiani, i quali però, per vari motivi, li vedo partire leggermente dietro Enea. Sto parlando di Antonelli, Fenati, Bulega e Di Giannantonio. Niccolò Antonelli vuole tornare competitivo dopo un 2016 con più ombre che luci, lascia il team Ongetta per andare a guidare la KTM del team Ajo, ex team di Binder. Torna invece, dopo metà campionato passato a casa, Romano Fenati, che ha lasciato, non senza polemiche, il team VR46 per andare a sostituire Antonelli nel team Snipers (no, non sono scemo, il team di Fabrizio Cecchini ha cambiato sponsor e quindi nome, passando da Ongetta Rivacold a Marinelli Rivacold Snipers). Entrambi sono piloti molto talentuosi ed esperti della categoria, ma il cambio di team e soprattutto di motorizzazione (Niccolò passa da Honda a KTM, per Romano percorso inverso) potrebbero inficiare le loro prestazioni, specie nelle gare iniziali, nonostante entrambi abbiano disputato ottime sessioni di test sia a Jerez che a Losail. A questo, bisognerà vedere quanto mentalmente sia migliorato Fenati: se non saprà risolvere i suoi problemi caratteriali potrebbe avere ulteriori problemi anche nel 2017.

Discorso diverso per Bulega e Di Giannantonio. Dopo due ottime stagioni da rookie quest’anno partono molto avanti nelle gerarchie. Entrambi adesso sono piloti titolari delle loro scuderie e vogliono dimostrare di non essere più dei ragazzini, bensì dei piloti da battere. Nessuno dei due ha vinto il premio di miglior rookie l’anno scorso (vinto da Mir) a causa di un inizio difficile (Fabio, 0 punti nei primi 5 GP) o di un finale in calando (Nicolò, 3 ritiri negli ultimi 5 GP), ma se dovessero dimostrarsi più continui potrebbero essere in lotta per il titolo fino all’ultimo appuntamento stagionale.

Al di là delle nostre 5 frecce tricolori, ci sono tanti altri piloti stranieri che lotteranno per il mondiale. A partire da Joan Mir, appunto il miglior debuttante del 2016. Rimasto al Team Leopard, sarà verosimilmente il pilota di punta del team tedesco, viste le dipartite per la Moto2 di Quartararo e Locatelli. Il team adesso sfrutterà i motori Honda e dai test Mir ha dimostrato di essere già a suo agio, finendo sempre nella top 10 a pochi decimi dai primi. Appena dietro allo spagnolo inserirei nella lotta per la testa della classifica anche Bendsneyder, Canet e Martin. L’olandese sarà anche quest’anno la seconda guida della KTM del team Ajo, verosimilmente partirà dietro a Antonelli nelle gerarchie della scuderia, dovrà dimostrare coi risultati di meritare di essere lui la prima guida. Discorso pressoché identico per lo spagnolo Canet, il quale rimane al team Estrella Galicia e sarà compagno di Bastianini. Rispetto all’anno scorso dovrà sicuramente rimanere in piedi e cadere meno volte (ben 7 ritiri nel 2016) e dovrà migliorare l’unico podio ottenuto l’anno scorso, frutto però più di errori altrui, visto che quasi metà dei piloti cadde l’anno scorso a Philip Island. Per Martin invece questo è l’anno della verità, al suo terzo anno nella categoria deve dimostrare di poter reggere il passo dei primi, senza più la scusante di guidare una Mahindra, essendo passato al team Gresini per fare il compagno di Di Giannantonio.

Dopo questi piloti appena citati troviamo un altro gruppo, coloro che difficilmente saranno in lotta per il mondiale ma che potrebbero trovare piazzamenti importanti e, talvolta, finire a podio. Da includere in questo gruppo sicuramente Migno, seconda guida del team VR46, il quale dovrà cercare di migliorarsi, attaccandosi sin dalle prime fasi di gran premio al plotone dei primi, altrimenti rischierà di lottare solo per le posizioni meno nobili della classifica. Per Lorenzo Dalla Porta arriva invece la possibilità di disputare un campionato fin dall’inizio, ma la sua Mahindra sembra essere ancora meno performante rispetto alle altre moto. Da tenere d’occhio invece Oettl, spesso tra i primi ma senza mai incidere, McPhee, che da bravo britannico diventa un maestro quando le gare si fanno bagnate, e il giovane belga Livio Loi, che alla guida della Honda del Team Leopard potrebbe fare un ulteriore passo avanti.

Tra i debuttanti mi aspetto una buona stagione dai due giapponesi Sasaki, campione della Rookies Cup 2016, e Toba, autore di due acuti nella stessa categoria. Per concludere, gli altri italiani nel campionato sono Tony Arbolino (che comporrà con Suzuki il lineup del team di Paolo Simoncelli, padre dell’indimenticato Marco), Marco Bezzecchi e Manuel Pagliani, insieme al team Cip motorizzato Mahindra.

Come in Moto3, anche nella categoria di mezzo tantissimi ottimi piloti hanno portato i loro talenti altrove, lasciando un buco enorme nella testa della classifica, nel quale in tantissimi cercheranno di infilarsi. Sono saliti in MotoGP infatti il bi-campione mondiale Zarco, Rins, Folger e Lowes. Per farvi capire quanto importanti siano le loro dipartite, mi basterà dirvi che nel 2016 questi 4 piloti si sono aggiudicati 12 dei 18 gran premi in programma. Chi sarà quindi il successore del francese?

I numeri suggerirebbero di indicare Thomas Luthi come favorito. Il 30enne svizzero è il più esperto di tutti, è reduce dal 2° posto dell’anno scorso e, senza Zarco e Rins, dovrebbe agevolmente aumentare il numero di vittorie stagionali. Va anche aggiunto che il 2016 è stato il primo anno dove Tom è riuscito a essere costante, compirà 31 anni a settembre e sarà difficile per lui resistere agli attacchi dei tanti giovani presenti in Moto2.
A dare filo da torcere a Luthi ci penserà Franco Morbidelli. L’italo-brasiliano è al terzo e forse ultimo anno nella categoria di mezzo e vuole lasciare il segno. Gli ultimi due anni sono stati un continuo crescendo, specialmente l’anno scorso, dove ha chiuso alla grandissima, con 5 podi negli ultimi 5 appuntamenti stagionali. L’obiettivo numero 1 sarà sicuramente salire per la prima volta sul gradino più alto del podio, cosa mai riuscitagli nella sua carriera, ma le ambizioni per raggiungere il titolo mondiale sono altrettanto importanti.

Dietro quelli che sono i favoriti, almeno secondo il mio modesto parere, troviamo un quartetto di piloti con tutte le carte in regola per competere fino a Valencia. A sorpresa Oliveira si è dimostrato velocissimo sia in Spagna che in Qatar e vuole riscattarsi da un 2016 pieno di sfortune. Ritornare in KTM con il Team Ajo sembra aver fatto proprio bene al giovane portoghese, ma il debutto in questa categoria da parte del costruttore austriaco rimane un’incognita; vedremo se la moto rimarrà competitiva per tutto l’anno o se questi test risulteranno solo un fuoco di paglia.

Velocissimi nei test sono stati anche Nakagami e Marquez. Il giapponese, già vittorioso l’anno scorso ad Assen e autori di 4 podi in totale, è stato il più veloce in assoluto a Losail e vuole continuare a crescere, aumentando il bottino di vittorie stagionali e cercando di lottare fino alla fine per il titolo. Per il fratello minore di Marc invece il più grosso ostacolo se lo trova in casa, essendo compagno del Morbido nel team Estrella Galicia. L’anno scorso sono state più le volte che è tornata a casa senza punti rispetto ai piazzamenti nei primi 15: dovrà sicuramente migliorare da questo punto di vista e cercare di essere più costante, ma in ogni caso sarà dura per lui scalzare Morbidelli come prima guida della scuderia.

Menzione d’onore per Lorenzo Baldassarri. Il pilota marchigiano dovrà innanzitutto lottare contro la sfortuna e gli infortuni che spesso lo hanno afflitto. Il talento c’è e la magnifica gara disputata a Misano l’anno scorso ne è la dimostrazione, se per una volta dovesse riuscire a non avere problemi fisici sarà sicuramente in grado di essere stabilmente con il gruppo dei primi ad ogni gran premio.

La pattuglia italiana è anche qui, come in Moto3, composta da molti elementi, ma a parte il Morbido e il Balda non credo sia possibile vedere gli altri azzurri stabilmente davanti. Corsi e Bassani guidano una Speed Up che dai test sembra ancora poco competitiva rispetto alle altre moto, Marini deve ancora fare esperienza e cercare innanzitutto di arrivare più spesso al traguardo, mentre Pasini sembra sempre più in calando. Gli altri 3 italiani sono tutti esordienti nella categoria e quindi sarà difficile vederli subito competitivi: Locatelli sarà compagno di Pasini nel team Italtrans, Bagnaia e Manzi saranno i portacolori del team VR46, a sua volta alla prima esperienza in Moto2.

Troviamo poi i tanti one-race wonders, ovvero i piloti capaci di fare bene nella singola gara ma che non saranno in lotta per il titolo. In primis Syahrin, malese capace di finire spesso in top 10 nel 2016. Occhi puntati anche su Hernandez, tornato nella categoria di mezzo dopo anni deludenti in Moto Gp, l’ex campione 125 Cortese, infine il duo della Kiefer Kent e Aegerter, i quali potrebbero regalare dei buoni piazzamenti al team tedesco.

Tanti infine i debuttanti che proveranno a essere già dal Qatar protagonisti del campionato. Chi potrebbe sin dal day 1 fare bene è Quartararo, il quale sostituirà Alex Rins nel team Paginas Amarillas e che ha già dimostrato di andare veloce. Più in difficoltà sembrano esserlo Navarro e Binder, soprattutto il sudafricano, il quale non sembra riuscire ad esprimere tutto il suo talento sulla KTM. Infine, appena cominceranno a scendere sue gocce sull’asfalto, attenzione a Pawi: se riuscirà a ripetere le prestazioni della Moto3 diventerà impossibile stargli davanti sul bagnato.

A proposito di pioggia, per il weekend in Qatar c’è l’incognita meteo. Se dovesse esserci veramente il tipico acquazzone della penisola arabica si rischierebbe anche la cancellazione del gran premio, in quanto la Dunlop, fornitrice dei pneumatici per le due categorie, non ha portato le mescole da bagnato nel circuito qatariota. Sembra una barzelletta ma, purtroppo, non è così; sperando che Giove Pluvio abbia misericordia dei piloti (e di noi appassionati) questi sarebbero gli orari per questo weekend:

Moto3

FP1: Giovedì 23 Marzo h. 16:00

FP2: Giovedì 23 Marzo h. 18:55

FP3: Venerdì 24 Marzo h. 17:00

Qualifiche: Sabato 25 Marzo h. 16:00

Gara: Domenica 26 Marzo h. 17:00

Moto2

FP1: Giovedì 23 Marzo h. 16:55

FP2: Giovedì 23 Marzo h. 19:50

FP3: Venerdì 24 Marzo h. 17:55

Qualifiche: Sabato 25 Marzo h. 16:55

Gara: Domenica 26 Marzo h. 18:20

Tutto sarà in diretta su Sky Sport MotoGP, mentre su La8 sarà possibile rivedere le gare in differita a partire dalle ore 20. Per ora è tutto, a domani per la presentazione del campionato di Moto Gp.

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