Pagelle F1/Motomondiale – Dall’alba al tramonto

Weekend di motori veramente ricco di emozioni, e soprattutto lungo: i più tenaci (quindi io….. no) si sono svegliati alle 4 di mattina per seguire la Moto3, per poi rimanere attaccato per 4 ore alla tv per guardare anche le gare di Moto2 e MotoGp (quest’ultima l’ho vista in diretta, giuro). La sera poi alle 21 sono partiti anche i piloti delle 4 ruote, con la gara di Formula 1 disputatasi al Cota. Come dicevo, molte cose sono accadute in queste 3 gare, per questo eccezionalmente le pagelle escono di martedì, mi sono preso un giorno per analizzare bene i fatti di domenica dall’alba al tramonto (…dei sogni di gloria).

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Come già detto, non sono riuscito a vedere queste 2 gare in diretta, non me la sento di dare dei voti in base alla semplice visione degli highlights. Partiamo quindi dalle certezze: Joan Mir, grazie alla vittoria in Australia, è diventato campione del mondo, meritatamente. 9 vittorie su 17, in totale 11 volte a podio, semplicemente ha dominato dall’inizio alla fine.

Aveva una moto superiore alle altre? Sì, la Honda aveva decisamente un passo migliore di Ktm e Mahindra, ma anche tanti altri guidavano la giapponese.

Aveva alle spalle un gran team? Vero anche questo, il Leopard è uno dei top team in Moto3 (e questo mi fa ben sperare per Bastianini e Dalla Porta per il 2018) ma se fosse solo merito del team Loi sarebbe andato a podio molte più volte, mentre a Philip Island è arrivato nei primi 3 per la prima volte nel 2017.

Quindi congratulazioni a Mir per avere guidato perfettamente la moto migliore del lotto. Congratulazione anche a Fenati che ha tenuto testa a questo fenomeno: sarà bello rivederli lottare in Moto2.

Per quanto riguarda la gara, detto della vittoria di Mir e del secondo posto del compagno di team, completa il podio Martin, come spesso gli accade il più veloce sabato. Molto bene anche Rodrigo, quarto dopo tre ritiri consecutivi, e il rookie Sasaki, arrivato settimo a meno di 1 secondo dal vincitore. Peccato invece per quei piloti che erano nel gruppone principale ma caduti come Di Giannantonio, Bezzecchi e il Guevara, caduto in curva anche a causa di un’entrata al limiti di Martin e costretto a ripartire dal fondo.

In Moto2 invece il titolo non poteva essere matematicamente assegnato già in Australia, ma il podio di Franco Morbidelli e i 10 punti guadagnati sul rivale Luthi (solo decimo lo svizzero) gli consentono di volare in Malesia con 29 punti di vantaggio e la possibilità di diventare campione a Kuala Lumpur. Le possibilità che coronerebbero il Morbido sono molteplici, si possono riassumere dicendo che se Franco vince o se Luthi guadagno 4 punti o meno sull’italiano, allora Franco sarebbe campione del mondo, altrimenti tutto rinviato a Valencia.

Passando alla gara, la Ktm ha di che sorridere: prima vittoria in Moto2 per la scuderia austriaca e prima doppietta, visto il primo posto di Miguel Oliveira e il secondo di Brad Binder, con il suddetto Morbidelli sul gradino più basso del podio. Grandissima prestazione per il compagno di scuderia di Luthi, Raffin infatti ottiene il miglior risultato di carriera, battendo nello sprint per il quarto posto un sempre più consistente Vierge. Male, molto male Luthi, scivolato sempre più indietro nonostante un buon inizio di gara, sfortunati invece Pasini e Schroetter, partiti rispettivamente primoo e secondo sulla griglia, caduti insieme al secondo giro a causa di un high-side del tedesco che ha coinvolto anche il Paso. Sfortunato anche Nagakami, caduto mentre occupava la seconda posizione a pochi km dal traguardo.

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Marc Marquez 9: la partenza non è delle migliori, a inizio gara si trova spesso invischiato in lotte che potrebbero costargli tempo prezioso. Ma Marc rimane tranquillo e, quando il gioco si fa duro, si prende la testa e non la molla più fino al traguardo. Approfittando della gara disastrosa del Dovi vola a +33 dal ducatista, ‘sto mondiale può perderlo solo lui.

Valentino Rossi 8,5: ci regala una gara come il Rossi di qualche tempo fa, lottando contro tutti e per poco non riesce a stare davanti anche a Marquez, l’infortunio sembra già un lontano ricordo. E quell’arrivo a 3 merita da solo il prezzo del biglietto (o dell’abbonamento…o del risveglio)

Maverick Vinales 8: anche per l’altro alfiere della Yamaha buona gara conclusa sul podio. Ha perso il podio per 27 millesimi, poteva restarne fuori per 16, quando si dice per un capello.

Johann Zarco 7,5: come già detto, bastava un nulla per salire a podio per la seconda volta in stagione. Continua comunque a disputare ottime qualifiche e gare sempre a lottare con i primi. Ecco, a proposito delle lotte: Johann, calmati un attimo, capisco l’aggressività, ma non puoi buttarti a cannone appena vedi un buco.

E meno male che sei rimasto in piedi, Sacrebleu!

Cal Crutchlow 7: un quinto posto che fa più morale che altro, visto i 2 ritiri consecutivi ad Aragon e Motegi. Inoltre la classifica non permette grandi guadagni di posizione. Conferma però che la pista gli piace, dopo aver trionfato l’anno scorso.

Andrea Iannone 7,5: Andrea, tutto ok? Che è successo? Gara pulita, senza errori, riuscendo a guidare bene una Suzuki comunque ancora inferiore alle altre moto. Se mantiene questa concentrazione anche l’anno prossimo potrebbe fare felice tante persone, lui in primis.

Jack Miller 8: partenza bellissima per l’idolo di casa, cala col passare dei giri per ovvie ragioni, la sua moto soprattutto. Incredibile come, dopo un anno di crescita con buoni risultati, la Honda abbia già deciso di lasciarlo andare. Vedremo come si adatterà alla Ducati 2018.

Ktm 8: ancora tutte e 2 le moto in top 10, segnali di crescita evidenti. Attenzione alle ultime due gare: potrebbero addirittura scavalcare l’Aprilia nella classifica costruttori.

Andrea Dovizioso 4: errore evidente nei primi giri, da li non riesce più a recuperare e arriva solo tredicesimo, i sogni mondiali sono appesi a un filo sottilissimo. L’unica speranza è ottenere 2 successi in Malesia e in Spagna, ma comunque potrebbe non bastare, chissà se torneranno quegli odiosi hashtag tipo #LorenzoEscilo (spero vivamente di no e di non aver dato un’idea agli antisportivi italiani)

“È stato un triccheballache e sono andato largo”

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Lewis Hamilton 9,5: decide di vivacizzare la gara facendosi passare alla prima curva da Vettel, poi decide che il tempo di divertirsi è finito, ritorna primo e veleggia fino al traguardo. Nona vittoria, più 66 su Vettel, basterà un quinto posto in Messico, come si suol dire, manca solo la matematica.

Sebastian Vettel 8,5: ci prova, ma il passo non c’è, prova pure a cambiare strategia e passare alle 2 soste, ma Hamilton ha una marcia in più. Più di secondo non poteva fare, tanto il mondiale era praticamente finito dopo Suzuka.

Kimi Raikkonen 8: bella gara per Kimi, attacca quando deve e fa da scudiero quando serve, sostanzialmente fa quello che gli dicono e lo fa bene, che altro dire? Soldatino.

Max Verstappen 5: La gara merita un 9 perché da 16esimo a quarto solo un campione ci riesce. il 9 poi fa media con l’1 del dopo gara. Max, BASTA ogni volta che succede qualcosa a dire la tua e d a sparare minchiate. Non puoi fare quello che vuoi, il sorpasso così non è regolare, la FIA non ce l’ha con te, non è alleata con la Ferrari (sennò in 10 almeno un mondiale gliel’avrebbe fatto vincere), semplicemente un sorpasso così non puoi farlo. Poi se Jos stesse zitto pure lui male non farebbe eh

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Valtteri Bottas 5: sottotono, mai veloce come il compagno, almeno porta a casa i punti decisivi per il titolo costruttori (4 di fila per la Mercedes, come la Red Bull)

Esteban Ocon 7: il primo delle seconde linee, sta davanti al compagno di scuderia e si difende bene alla fine su Sainz, bene così per il delfino della Mercedes.

Carlos Sainz 9: macchina nuova, mai provata, e cosa fa ‘sto giovane spagnolo? Q3 il sabato, ottimo settimo in gara battagliando con delle Force India decisamente più competitive. Se la Renault migliorerà come auspicabile, il 2018 lui e Hulkenberg si divertiranno, e ci faranno divertire.

Ma soprattutto, quant’è bello sto casco??

Felipe Massa 6: a punti, già questo è buono viste le difficoltà Williams. Ma la vera domanda è: continuerà nel 2018?

Daniil Kvyat 6,5: prende l’ultimo punticino disponibile, ma in Messico non ci sarà, la Toro Rosso gli ha preferito il debuttante Hartley. E sapete cosa vuol dire? Verstappen vincerà in Messico, visto che ogni volta Daniil viene retrocesso o licenziato succede così.

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