San Francisco 49ers 2017 – Butta via tutto! Butta via tutto!

Tra luglio e agosto vi presenteremo tutte e 32 le squadre con i loro cambiamenti principali e con le loro speranze e/o paure. Troverete tutte le squadre pubblicate in questa sezione: Team by team preview 2017.

NB. Per facilitarne la lettura trovate i vari argomenti divisi in pagine (attacco, difesa, special team, draft & free agency, coaching staff, resoconto & calendario): posizionando il mouse sopra il menu che trovate dopo l’introduzione potrete navigare tra le varie pagine come meglio credete).

Credit: Troy Babbitt-USA TODAY Sports

Per il quarto anno consecutivo i 49ers si presenteranno al via della stagione NFL con un nuovo Head Coach e relativo coaching staff, e se il primo cambio di allenatore doveva portare solo un reloading per non disperdere il patrimonio che era stato costruito con tanta fatica, il secondo doveva necessariamente essere un rebuilding, il terzo, arrivato anche un po’ inaspettato, si è rivelato piuttosto come il passaggio di Attila l’Unno. Sperando di non aver buttato il proverbiale bambino con tutta l’acqua.

Oltre al coaching staff la rivoluzione a San Francisco ha ovviamente coinvolto anche il management con l’arrivo, molto a sorpresa, come GM di John Lynch, ex safety di Tampa Bay e Denver e poi analyst alla FOX. Lynch ha conquistato la fiducia di York e del nuovo allenatore Kyle Shanahan ed assieme a quest’ultimo ha avuto un contratto di ben 6 anni con cui tentare di ricostruire una franchigia che sembrava essere tornata ai piani alti dell’NFL e che poi è di nuovo precipitata nei suoi bassifondi.

E per ricostruire si è deciso di fare quasi tabula rasa di tutto quello che c’era prima con uno stravolgimento di roster con pochi eguali nella storia dell’NFL. Ovviamente non sarà né semplice né immediato questo processo, altre sofferenze aspettano i tifosi Niners, ma in fondo la storia di questa franchigia è fatta di grossi alti e di altrettanto profondi bassi, quindi pazienza e lavoro duro.

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ATTACCO

Shanahan si è guadagnato il posto di capo allenatore per quanto fatto vedere finora in NFL come offensive coordinator a Washington, Cleveland ma soprattutto ad Atlanta dove è arrivato a poco dal Vince Lombardi Trophy mettendo in mostra un gioco variegato e molto efficiente. Ovviamente qui a San Francisco il livello qualitativo dei giocatori sarà diverso, almeno al momento, ma è innegabile che la bontà del suo lavoro verrà giudicata soprattutto per come riuscirà a costruire quasi da zero l’attacco dei Niners.

La base principale di quest’opera di ricostruzione è naturalmente il ruolo di quarterback dove si è deciso di rompere qualsiasi legame con il passato e dove ci saranno solo nomi nuovi ma soprattutto poco sexy: il titolare dovrebbe essere Brian Hoyer, giramondo dell’NFL (e già questo non è un gran biglietto da visita) che al nono anno della lega ha dimostrato per lo più di poter essere al massimo un onesto mestierante, un solido backup, ma con un upside alquanto limitato. In pratica si sa già di avere tra le mani un traghettatore verso…boh, probabilmente qualcosa che ancora non si sa e che speriamo arrivi presto. Forse era meglio puntare su qualcosa di più incerto ma con potenzialità maggiori? Dal punto di vista di chi scrive certamente si, ma Shanahan ha voluto partire da una base già conosciuta per avere magari più certezze, anche se queste sono quel che sono.

Si perchè Hoyer è stato già guidato dal buon Kyle nel 2014 a Cleveland in quello che molti giudicano il suo miglior anno con una media per completo di 13.7 yards. Per non far cadere nel pessimismo i tifosi eviteremo di nominare la percentuale di completi del 55.3%, i 12 TD a fronte di 13 intercetti, i 24 sack subiti ed il rate di 76.5….

L’anno migliore di Hoyer (pensa quelli peggiori…)

Il posto di backup se lo dovrebbero giocare Matt Barkley, ex-USC che dopo 5 anni di NFL ha fatto ormai capire che di materiale su cui lavorare non ce n’è neanche per sbaglio e, soprattutto, il rookie da Iowa C.J. Beathard che secondo il noto esperto di college football nonché, a tempo perso, presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump sarà il prossimo Tom Brady. A questo punto, se vi fidate delle sue parole (e se non se le sia già rimangiate o le abbia etichettate come “fake news”) potete già sognare ad occhi aperti un futuro roseo per i 49ers, se invece, come chi vi scrive, siete già rimasti scottati dall’aver posto fiducia in un QB in uscita da Iowa, vi accontentereste già che Beathard possa diventare un buon backup per un titolare che non può essere già a roster.

Nella posizione di runningback ci sarà molto fermento perché Shanahan ci ha abituato a costruire attacchi in cui i RB ruotano molto e non c’è un vero e proprio titolare. Difatti quello che in teoria dovrebbe essere il primo RB, Carlos Hyde, è anche quello che ha più “pepe al culo” sia perché è nel contract year e deve dimostrare di valere il rinnovo e un bel contratto, sia perché finora non ha mai concluso un’intera stagione senza saltare qualche partita e, nonostante abbia dimostrato di poter essere un fattore in questa lega, viene visto come un giocatore più facilmente “sostituibile”.

Dal draft è arrivato inoltre un giocatore molto molto interessante, almeno secondo i coach di ruolo e i primi, sempre entusiastici, report degli OTA: Joseph Williams da Utah sembra avere le caratteristiche ideali per essere uno dei due RB dell’1-2 punch attack di Shanahan. Via FA e trade sono arrivati anche il veterano Tim Hightower, giocatore solido ma che non ci sorprenderebbe non trovare nel roster iniziale, e Kapri Bibbs, furetto ex-Denver che finora ha promesso ma non mantenuto grandi cose come change of pace. Se siete interessati ai nomi che passano sottotraccia e che possono poi essere la sorpresa vi segnaliamo il nome di Matt Breida, undrafted FA da Georgia Southern che è diventato subito l’idolo dei tifosi agli entusiastici OTA di cui sopra. Arrivo importante in free agency, sia come contratto (notevole per il ruolo) che per le aspettative che porta con sè, è stato quello da Baltimora di Kyle Juszczy, fullback molto apprezzato da allenatori e compagni sia per l’impegno che mostra in campo che per la grande duttilità che lo fanno etichettare come il classico “coltellino svizzero” di un attacco NFL.

Anche nella posizione di wide receiver si è deciso un bel repulisti (non che per altro ci fosse molto da materiale pregiato da trattenere) ed è qui che è arrivato il nome più importante della free agency con la firma di Pierre Garcon, giocatore ormai 31enne che però rappresenterà il faro del ruolo anche per via della conoscenza dell’attacco per essere stato già sotto le dipendenze di Shanahan a Washington e probabilmente è stato proprio questo a convincerlo a venire nella baia (no, noi non siamo così venali da pensare che la prima cosa siano stati i soldi). Intorno a lui ci sarà una grande battaglia per guadagnarsi spazio e ricezioni con giocatori alla ricerca di conferme dopo l’ottima stagione passata (Jeremy Kerley nello slot), alla ricerca di riscatto dopo brutti infortuni (Bruce Ellington e, in misura minore, DeAndre Smelter), in attesa di dimostrare che c’è un posto anche per loro in questa lega (il secondo anno Aaron Burbridge), velocisti che possono esaltarsi nei nuovi schemi (i nuovi Marquise Goodwin e Aldrick Robinson) e rookie che sembrano fatti con lo stampino per diventare idoli dei tifosi come Trent Taylor da Lousiana Tech.

La posizione di tight end dei 49ers è ancora alla ricerca di una guida dopo l’addio di Vernon Davis: Vance McDonald, nonostante il sostanzioso rinnovo contrattuale firmato l’anno scorso rimane un giocatore molto incostante, capace di grandi ricezioni e di sanguinosi drop, con la sinistra propensione al problema fisico che ne ha fatto uno dei più chiacchierati in offseason per essere materia di trade (e non ci sorprenderebbe affatto che prima dell’inizio di stagione queste chiacchiere riprendano con forza), Garrett Celek e Blake Bell sono comunque dei giocatori abbastanza limitati su cui non si possono fare grossi sogni, il neo-arrivato Logan Paulsen (altro ex Redskins) è, per lo più, solo un bloccatore con compiti ben precisi.

I nomi che sono più sexy per i tifosi alla fine sono i 2 rookie, l’undrafted Cole Hikutini che a Louisville ha fatto vedere cose interessanti, ma soprattutto il compagno di Beathard ad Iowa George Kittle, uno di quei tight end vecchio stile, completi sia come bloccatore che come ricevitore, molto affidabili e sicuri, che magari non ti fanno fare salti sulla sedia con ricezioni spaziali ma che sanno sempre farsi trovare pronti dove serve, poco appariscenti ma molto sostanziosi. Siamo pronti a scommettere che a fine anno sarà proprio Kittle uno di quei giocatori che nell’attacco di Shanahan faranno più bella figura.

Alla fine la linea offensiva è il reparto che ha subito meno cambiamenti in offseason anche perché forse quello meno peggio o quanto meno con più materiale su cui lavorare: i due tackle titolari saranno il veteranissimo Joe Staley a sinistra, il cui contributo è sempre solido ed efficace, ed il monumentale, in senso fisico, terzo anno Trent Brown che l’anno scorso ha continuato nei suoi costanti miglioramenti ed ora è atteso al definitivo salto di qualità dopo aver già conquistato gli onori degli avversari affrontati che spesso lo hanno elogiato.

Come guardia destra ci sarà ancora il secondo anno Josh Garrett che dopo un complicato anno di esordio, probabilmente anche a causa dei diversi allenamenti saltati ad inizio stagione, deve dimostrare di aver lavorato per migliorarsi perché il nuovo regime non sembra disposto ad aspettare nessuno. Come guardia sinistra ci dovrebbe essere ancora Zane Beadles con il suo solito sufficiente contributo specie nei giochi di corsa, mentre il ruolo di centro sarà uno dei temi del training camp perché vedrà la lotta tra Daniel Kilgore, che negli anni scorsi ha offerto sempre un buon contributo senza però riuscire a fare il salto di qualità, ed il neo arrivato Jeremy Zuttah che sembra sì sul viale del tramonto ma che potrebbe ancora costituire un discreto upgrade in linea, se non come centro almeno come guardia, da titolare o da backup, anche perché in panchina poi non c’è molto a parte il tackle al secondo anno John Theus e la guardia veterana Brandon Fusco.

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DIFESA

L’anno scorso la difesa dei 49ers è stata un vero incubo, ma da vedere, non certo da affrontare! E dire che il talento giovane non mancava, ma un po’ i tanti infortuni, specie in alcuni reparti, un po’ la molta inesperienza ha fatto sì che le prestazioni in campo fossero spesso da mani nei capelli. Adesso si è cercato di aggiungere ulteriore qualità al reparto, specie dal draft, e si è soprattutto cambiata filosofia di gioco per cercare di far dimenticare ai tifosi i record negativi fatti registrare la scorsa stagione. Sì perché i 49ers abbandoneranno la 3-4 che era stata il loro marchio di fabbrica negli anni in cui si lottava ai massimi livelli dell’NFL per tornare a una difesa fronte pari che dovrebbe ricordare, almeno nelle intenzioni del coaching staff, quella dei rivali di division dei Seahawks, puntando molto sulla pressione generata dalla linea, con due LB molto veloci e capaci di giocare sideline to sideline e molti schieramenti con una singola safety a zona (cover-1 e cover-3).

La linea difensiva era già il reparto con più materiale giovane su cui lavorare, anche perché negli ultimi 2 draft erano stati spesi due primi giri per aggiungere qualità, ma data l’importanza che viene data al ruolo anche per quest’anno la prima chiamata al draft ha riguardato la Dline con la chiamata da Stanford di Solomon Thomas, giocatore dal motore inesauribile, dall’ottima etica lavorativa e molto completo, in grado di farsi sentire sia in pressione al QB che contro le corse. San Francisco spera di aver costruito con la sua aggiunta la linea difensiva del futuro perché DeForest Buckner già da rookie ha dimostrato di avere un potenziale immenso predicando quasi nel deserto, e Arik Armstead, se ha risolto come sembra i problemi alla spalla che ne hanno fortemente limitato l’apporto l’anno scorso, può essere devastante con le sue lunghe leve e con l’incredibile velocità per uno di quella stazza. L’unico dubbio su di lui riguarda il fatto che pare si stia cercando di svilupparlo per giocare nella cosiddetta Leo position, ossia come rusher puro partendo da posizione molto esterno, ed il fatto che sia molto alto può essere un discreto fattore di fallimento nell’esperimento. Al momento pare essere di sicuro più asciutto e magro degli anni scorsi quando doveva giocare come end in un fronte dispari.

Per cercare di risolvere gli enormi problemi contro le corse mostrati nel 2016 è stato anche firmato in free agency Earl Mitchell, solido tackle interno, mentre come rusher puro si cercherà di tirar fuori le ultime cartucce da Elvis Dumervil, anche se per quanto visto nell’ultima stagione ai Ravens le speranze non sono tantissime. Nel reparto però ci dovrebbe essere grande profondità perché a roster ci saranno anche Aaron Lynch, che negli ultimi 2 anni quando in campo è stato il rusher più efficace di San Francisco, Ahmad Brooks (sigh….è ancora qui e non si capisce bene come e perché), Quinton Dial, Chris Jones, Tank Carradine, Eli Harold ed il rookie Pita Taumoepenu, a cui non si può non voler bene con un nome così.

Causa infortuni e materiale che era stato dovuto mettere in campo il reparto linebacker di San Francisco era quello messo peggio e con bisogno più urgente di ricostruzione, e per questo quando si è visto che Reuben Foster continuava a scendere di posizione al draft si è cercato in ogni modo di imbastire una trade per poterlo scegliere. Risultato raggiunto proprio in extremis quando si è riusciti a passare davanti ai Saints che ormai erano pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Ok i problemi fisici alla spalla (siamo pronti già a scommettere che se non ci saranno ulteriori problemi a fine stagione sarà operato per cercare di risolvere una volta per tutte questi fastidi), ok i dubbi su una condotta fuori dal campo non proprio impeccabile, ok la dislessia che lo condizione un po’ nell’apprendimento del playbook, ma se i tasselli vanno tutti al posto giusto nella baia avranno trovato il loro nuovo Patrick Willis.

Il nuovo Willis?

Al suo fianco speriamo che ci sia la vecchia versione di NaVorro Bowman che sta recuperando a grandi passi dalla rottura al tendine d’Achille e che è pronto, di nuovo, a dimostrare a chi ha già recitato il suo de profundis di poter essere ancora uno dei migliori nel ruolo in tutta la lega. Nella difesa base il terzo dovrebbe essere l’ex Seattle e Oakland Malcolm Smith, firma di peso economico non indifferente che però porta con sé molti dubbi a causa delle ultime stagione molto sotto alle aspettative. A parte Ray-Ray Armstrong, che dopo un ottimo inizio l’anno scorso ebbe la buona idea di fracassarsi il ginocchio, poi non c’è molto a parte di non adattare qualche OLB da 3-4 come Brooks o Harold e lo special teamer Brock Coyle. Abbiamo visto l’anno scorso quanto è importante il reparto e come gli infortuni possano essere decisivi quando si ha poco profondità: ecco, speriamo (e qui è il tifoso che parla) di aver già dato perché anche un banale raffreddore può essere di nuovo letale nel reparto.

Come per la linea difensiva anche le secondarie sono un reparto in cui il materiale giovane e con potenzialità non manca certo, ma il cambiamento di schemi e i dubbi su una pass rush costante ed efficace non permettono certo di dormire sonni tranquilli: il veterano e giocatore decisivo sarà la safety Eric Reid, che speriamo dimentichi in fretta il brutto 2016 e torni ad essere efficace come quando la difesa era meglio assortita, così saremo tutti anche più tranquilli e sereni nel dargli un bel nuovo contratto, mentre al suo fianco ci potrebbe essere Jimmie Ward che dopo aver iniziato la carriera NFL come CB dovrebbe essere riportato nel suo vecchio ruolo al college di safety. Senza dimenticare comunque che sempre a livello di giovani con potenziale c’è anche il terzo anno Jaquiski Tartt, che però finora è stato molto incostante e non è migliorato come si sperava, e l’undrafted FA Lorenzo Jerome che nei primi OTA ha fatto girare molte teste.

La gioventù è la parola chiave anche per quanto riguarda il ruolo di cornerback tra cui abbiamo Rashard Robinson, che l’anno scorso ha mostrato ottimi flash come rookie e viene dato come tra i più migliorati in offseason, il rookie Ahkello Witherspoon (si, a nomi dei draftati i Niners si sono sbizzarriti molto), Will Redmond (che sostanzialmente ha avuto un redshirt year ma che era dato tra i più interessanti in uscita dall’università l’anno scorso), Keith Reaser e Prince Charles Iworah. Alla fine il veterano è Dontae Johnson che sarà al suo quarto anno e comunque ogni volta che è stato schierato si è sempre dimostrato molto molto solido.

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SPECIAL TEAMS

Rinnovamento doveva essere la parola d’ordine e questo non poteva non riguardare anche questo reparto dove non ci sarà più l’affidabilissimo ma ormai in là con l’età Dawson ma Robbie Gould, che proprio giovane non è ma che ha grande voglia di rivincita dopo il calo fatto vedere negli ultimi anni che ne ha interrotto una carriera molto promettente. Il punter rimane invece il terzo anno Bradley Pinion che non ha certo fatto dimenticare di essere stato un quinto giro ma che comunque ha mostrato buoni miglioramenti visto anche quante volte è stato chiamato in causa negli ultimi 2 anni, il long snapper rimane il solidissimo ed atletico (spesso tra i primi ad arrivare nei dintorni del ritornatore) Kyle Nelson.

Diversi i dubbi invece su chi sarà il ritornatore durante la stagione: Jeremy Kerley? Bruce Ellington (almeno sui punt)? Marquis Goodwin? Dovremo aspettare il training camp per avere le idee più chiare a riguardo.

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DRAFT

1 (3) – Solomon Thomas, DL (Stanford)
1 (31) – Reuben Foster, LB (Alabama)
3 (66) – Ahkello Witherspoon, CB (Colorado)
3 (104) – C.J. Beathard, QB (Iowa)
4 (121) – Joe Williams, RB (Utah)
5 (146) – George Kittle, TE (Iowa)
5 (177) – Trent Taylor, WR (Lousiana Tech)
6 (198) – D.L. Jones, DL (Ole Miss)
6 (202) – Pita Taumoepenu, DL (Utah)
7 (229) – Adrian Colbert, S (Miami)

MOVIMENTI PRINCIPALI FREE AGENCY

In: Bryan Hoyer (QB, CHI), Matt Barkley (QB, CHI) Kyle Juszczyk (FB, BAL), Pierre Garcon (WR, WAS), Marquise Goodwin (WR, BUF), Aldrick Robinson (WR, ATL), Logan Paulsen (TE, WAS), Jeremy Zuttah (OL, BAL), Robbie Gould (K, CHI), Earl Mitchell (DT, MIA), Malcom Smith (LB, OAK)

Out: Colin Kaepernick (QB, FA), Shaun Draughn (RB, NYG), Torrey Smith (WR, PHI), Quinton Patton (WR, NYJ), Phil Dawson (K, ARI), Michael Wilhoite (LB, SEA), Rickey Jean-Francois (DT, GB), Antoine Bethea (S, ARI)

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COACHING STAFF

Già detto della più grande novità che è quella del capo allenatore Kyle Shanahan che sarà anche l’offensive coordinator, tutto il resto del coaching staff di San Francisco è nuovo, con il defensive coordinator, ruolo che sarà molto importante per il tanto materiale giovane su cui lavorare al meglio, che sarà Robert Saleh, alla sua prima esperienza come coordinatore dopo che negli ultimi anni ha lavorato come coach dei LB dei Jaguars ed essere passato prima da Seattle.

Lo special teams coach sarà Richard Hightower, anche lui all’esordio nel ruolo, il RB coach sarà il guru Robert Turner jr, autentica leggenda nella posizione. Mentre nomi già noti ai tifosi NFL che faranno il loro esordio come coach tra i Niners sono Jeff Zgonina (DL Coach), DeMeco Ryans (Defensive Quality Coach) e Daniel Bullocks (Assistant Defensive Backs).

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RESOCONTO e CALENDARIO

Come già detto più volte nella preview a San Francisco si è deciso di ricostruire tutto da zero o qausi, con tanti, forse troppi, cambiamenti, e quindi le aspettative per il 2017 non possono certo essere molte, anzi, non sorprenderebbe affatto di finire di nuovo nelle ultime posizioni della lega, anche perché il calendario non è certo di quelli più semplici (specie quando tu sei oggettivamente scarso) dovendo anche affrontare due division in grande fermento come NFC East e AFC South, oltre al fatto di giocare in una division che può facilmente mandare 2 squadre ai playoff. Considerando poi che quest’anno non si esordirà nel Monday Night casalingo che tanta fortuna ci portava recentemente….(striscia di 6 vittorie consecutive alla prima di campionato): potrà sicuramente considerarsi un successo contare a fine anno le vittorie utilizzando non solo le dita di una mano.

I 6 anni di contratto firmati dalla coppia Lynch-Shanahan fanno capire che il processo di ricostruzione sarà lungo e bisognerà avere pazienza, molta pazienza, prima di vedere i risultati, quella stessa pazienza che recentemente non hanno avuto né il management né la tifoseria dei 49ers: più che le vittorie l’obiettivo del prossimo anno dev’essere quello di tracciare una direzione ben precisa e dimostrare di volerla seguire tutti insieme, senza esitazioni, anche in presenza di poche soddisfazioni iniziali. Alla fine basterebbe anche mostrare una difesa compatta e con potenzialità ed un attacco che faccia vedere di avere materiale su cui poter costruire un futuro, ci possiamo, e forse dobbiamo, accontentare di poco.

La coppia che deve ricostruire i 49ers.Credit: Kelley L Cox-USA TODAY Sports

La coppia che deve ricostruire i 49ers. Credit: Kelley L Cox-USA TODAY Sports

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angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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