Sei Nazioni 2017: finalmente Scozia

La prima giornata del Sei Nazioni è sempre un evento a parte, e anche questa volta non poteva essere diversamente con grande equilibrio, emozioni e spettacolo ovunque, d’altronde le squadre sono ancora “fresche”, si parte tutti dalle stesse condizioni o quasi e le nuove regole, di punteggio  e di falli, hanno aggiunto ancora più incertezza.

[nextpage title=”Scozia – Irlanda” ]

Si parte da Murrayfield dove la Scozia non vince all’esordio da 11 anni e dove l’entusiasmo è molto alto per i recenti risultati degli highlanders in blu che si presentano a questo Sei Nazioni come una mina vagante mentre l’Irlanda è tra le principali candidate alla vittoria, è in grande forma e vuole partire con il piede giusto per mettere subito pressione all’Inghilterra che giocherà dopo. La coppia Raimondi – Munari è già calda e noi con lei: il divano è pronto, il telecomando è bloccato su DMAX, let’s go!

Pronti via e l’entusiasmo sugli spalti sembra far da carburante agli uomini in campo con i blu scozzesi che schizzano da ogni parte del campo mettendo subito in difficoltà i più compassati irlandesi: il gioco della Scozia è veloce, rapido e tende ad allargare il campo cercando di sfruttare la maggiore rapidità. Nove minuti e Stuart Hogg, che poi sarà uno dei protagonisti del match, vola al largo per la prima meta del match, trasformata, che è come vento sulla brace dell’entusiasmo scozzese. L’Irlanda è pronta a rispondere subito e mette alle corde i padroni di casa ma uno dei tanti errori alla mano li fa restare a bocca asciutta: i verdi mantengono possesso di palla e di campo ma non riescono a trasformarlo in punti.

Dall’altra parte la Scozia è pronta a pungere appena possibile ed è di nuovo Hogg che segna la meta del 14 a 0 rendendo ancora più esplicito agli ospiti il fatto che questo sarà un pomeriggio di passione. L’Irlanda capisce che non può puntare soltanto al gioco statico e alla mischia chiusa e inizia ad andare maggiormente al largo: Keith Earls realizza il 14-5 ma si resta oltre break.

Questa Scozia però sembra avere molte più gambe rispetto all’Irlanda, continua a far male con capovolgimenti improvvisi di campo e con una “furba” da rimessa laterale si mette quasi ad irridere gli ospiti. Il primo tempo finisce sul 21 a 8 grazie ad un piazzato di Paddy Jackson ma l’impressione è che l’Irlanda non abbia le risposte giuste a questa Scozia.

I Verdi però sono forti, molto forti, ed al ritorno in campo fanno subito capire che non hanno alcuna intenzione di mollare e stringono alle corde i padroni di casa (67% di tempo nella metà campo avversaria nel secondo tempo) buttandola molto sul fisico tanto che Finn Russell è costretto ad uscire per qualche minuto per controllare una possibile commozione cerebrale e Iain Henderson ne approfitta per portare i suoi sotto break: 21-15!

La Scozia cerca di tenere sempre sul chi va là i verdi con repentini contrattacchi ma la pressione irlandese diventa quasi asfissiante e al 62simo la partita sembra avere la definitiva svolta con Paddy Jackson, buona partita la sua, che riesce a segnare la meta del sorpasso di uno. Ancora una volta la Scozia sembra mollare sul più bello, sugli spalti si sentono solo i tifosi ospiti e Murrayfield rivede vecchi fantasmi.

Questa però è ormai un’altra squadra, i cambi che arrivano sono quasi all’altezza dei titolari e, soprattutto, la fiducia in sé stessi è tanta: Greig Laidlaw segna su piazzato e a 8 minuti dalla fine la Scozia ritorna in vantaggio e lo stadio ritorna ad essere tutto blu. L’Irlanda prova a ribaltare di nuovo la situazione ma l’ossigeno rimasto è poco e gli errori troppi: rimane tempo solo per un altro piazzato di Laidlaw che fissa il punteggio finale sul 27 a 22 con gli irlandesi che si devono accontentare del punto di bonus e gli scozzesi che possono finalmente togliersi dalla spalla una grossa e pesante scimmia.

È vero che questo Sei Nazioni si potrà vincere anche con una sconfitta, ma sabato a Roma i verdi dovranno subito dare una pronta risposta se vogliono ancora puntare alla vittoria finale, mentre gli scozzesi dovranno dimostrare domenica in Francia che sono veramente maturati rispetto agli anni scorsi.

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[nextpage title=”Inghilterra – Francia” ]

A proposito di francesi: c’è curiosità per vedere cosa possono fare quest’anno ma soprattutto c’è curiosità di capire se gli inglesi saranno gli schiacciasassi che tutti si aspettano o se i diversi infortuni avuti li condizioneranno più del previsto. Di sicuro si capisce subito che questa sarà una partita diversa rispetto alla prima, più tattica, più fisica, con meno capovolgimenti di fronte.

La Francia vuole dimostrare sin dall’inizio di non avere timori reverenziali e mette subito sotto pressione la difesa dei padroni di casa costringendoli al fallo: piazzato di Camille Lopez e tabellone che dice 3 a 0 ospiti. Neanche il tempo di riprendere il gioco che gli inglesi guadagnano un calcio di punizione che Owel farrell trasforma rimettendo il punteggio in parità.

Dicevamo di partita fisica, anche più sporca rispetto a prima (anche se l’arbitraggio ha forse lasciato correre di più rispetto a quello che i recenti cambiamenti d’interpretazione regolamentare, specie sui placcaggi alti, volevano portare), e Jonnhy May si “guadagna” un cartellino giallo che permette alla Francia di tornare in vantaggio di un calcio e che costringe i bianchi a resistere in 14 per i successivi 10 minuti: finirli sotto solo 9 a 3 è un’iniezioni di fiducia per gli uomini di un Eddie Jones leggermente più nervoso del solito sugli spalti (siamo proprio sicuri che quell’occhio nero se lo sia fatto cadendo sotto la doccia?).

Owen Farrell riporta sotto i suoi ma sono ancora i blue a tenere le redini del gioco, Lopez fallisce di poco un altro calcio e verso la fine del primo tempo è Elliott Daly da 50 metri che sigla il 9 a 9 “semi”definitivo anche perché la difesa dei padroni di casa riesce a resistere all’ultima fiammata francese: Twickenham tira un sospiro di sollievo ma è irrequieto perché si aspettava un’Inghilterra più decisa.

Inizia il secondo tempo ed il solito Farrell ha l’occasione per dare il primo vantaggio ai suoi e cambiare l’inerzia della gara ma il calcio finisce sul palo destro ed il punteggio rimane in equilibrio. La partita è nervosa, la mischia chiusa francese domina ed i padroni di casa faticano molto a fare il proprio gioco. Poi d’improvviso Farrell riesce a trovare l’invenzione giusta, palla al largo a Daly ma l’urlo rimane strozzato in gola ai tifosi inglesi perché un prodigioso recupero della difesa ospite lo costringe a mettere il piede sulla linea: nulla di fatto ancora una volta.

La Francia tira un sospiro di sollievo ma ora la pressione bianca è decisamente più alta rispetto a prima, altro fallo e questa volta il calciatore inglese non sbaglia e dà il primo vantaggio ai bianchi. Chi si aspetta il crollo dei francesi rimane deluso però perché questa squadra è veramente solida, soprattutto mentalmente, e dopo una lunga azione nei 22 avversari un bellissimo riciclo di Kévin Gourdon a Rabah Slimani riesce a bucare la difesa di casa e a far registrare la prima meta della partita: 16-12 Francia e Twickenham che inizia ad essere veramente preoccupato.

L’Inghilterra reagisce, si porta in avanti ma commette troppi piccoli errori che non danno continuità al gioco, inoltre la mischia chiusa continua ad essere un tabù e la partita si avvia verso la fine con gli ospiti che non hanno alcuna intenzione di mollare. I bianchi però hanno mille risorse, troppe anche per questi ottimi francesi e a 10 minuti dalla fine, dopo una lunga azione, trovano la meta del sorpasso con Ben Te’o, entrato da poco: la profondità del roster inglese riesce ancora una volta a fare la differenza.

La Francia ha ormai esaurito le forze, tenta gli ultimi assalti ma ormai l’Inghilterra ha deciso che per oggi basta, non si passa più e al fischio finale lo stadio esplode in urlo che sa più di sollievo che di entusiasmo. Sabato in Galles ci vorrà una prestazione diversa se si vuole puntare al Grande Slam, mentre i giocatori francesi sono si delusi dal risultato ma consapevoli che la strada intrapresa è quella giusta.

PS: che giocatore Maro Itoje!

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[nextpage title=”Italia – Galles” ]

Domenica è il giorno dell’esordio dell’Italia che si trova di fronte un Galles deciso a non perdere terreno rispetto ai cugini inglesi. Il colpo d’occhio dell’Olimpico non è di quelli indimenticabili, e il rosso gallese sembra quasi più vasto dell’azzurro. Il tempo è quello classico di Cardiff solo che si giocherebbe a Roma e l’inizio della partita è decisamente condizionato da questo.

Biggar e soci fanno subito capire di voler mettere presto le cose a posto e mettono pressione alla nostra difesa che commette presto uno dei mille falli della partita: Halfpenny però sbaglia e sembra un segno positivo. La difesa italiana riesce a reggere, i placcaggi sono duri e sicuri, non ne sbagliamo e quindi riusciamo a non dare il vantaggio numerico agli ospiti che non riescono a trovare il giusto ritmo ed iniziano ad innervosirsi. Canna fa un intervento strepitoso lungo la linea laterale per salvare una meta sicura ma continuiamo ad essere troppo fallosi solo che i gallesi decidono di non piazzare mai, probabilmente a causa del forte vento, e continuiamo a resistere anche se ogni volta che proviamo a passare la metà campo commettiamo qualche stupido errore che ci fa sprecare l’occasione.

La nostra mischia tiene botta e anzi mette in difficoltà i dragoni con Parisse che ruba palla e forza il break nei 22 fermandosi però a pochissimo dalla meta. Forti però di quello fatto vedere prima non piazziamo sul fallo commesso dal Galles e cerchiamo nuovamente di sfondare dalla mischia: siamo bravissimi a creare una maul ed è Gori a schiacciare oltre la linea il pallone che rompe l’equilibrio e ci porta sul 7 a 0. Il Galles torna a spingere e Halfpenny questa volta, complice il miglioramento delle condizioni atmosferiche, non sbaglia il calcio del 7-3 a 4 minuti dalla fine. Chiude in attacco l’Italia che però non riesce a realizzare punti nonostante la linea di meta sia a pochi metri forse anche per un certo timore reverenziale che non ci porta a cercare di allargare troppo il gioco. O forse siamo semplicemente consci che non possiamo affrontarli troppo a viso aperto.

Si riprende il gioco con il Galles che deve sostituire Dan Biggar e Sam Davies, ma il loro livello di gioco invece di abbassarsi aumenta ancora di più: ritmi sempre più alti e noi che diventiamo sempre più fallosi. Adesso Halfpenny è diventato una macchina ed in 10 minuti segna 9 punti che ribaltano risultato e inerzia della partita con noi che sembriamo subire troppo il contraccolpo psicologico (banale un errore di Padovani) e diventiamo sempre più nervosi (Parisse richiamato per troppe proteste). Dai e dai anche l’arbitro si stanca dei nostri falli e caccia per 10 minuti Andrea Lovotti: prima Jonathan Davies e poi Liam Williams chiudono definitivamente la partita e mandano in estasi i numerosi tifosi gallesi.

L’Italia cerca almeno di chiudere in avanti, di realizzare un’altra meta ma sul finire arriva l’azione emblematica della gara con noi che ci ritroviamo in 4 contro 1 nei 22 avversari ma riusciamo comunque a trovare il modo di permettere la ripartenza del gallese che trova il giusto varco per lanciare poi North lungo la linea laterale direttamente fino alla meta del 33 a 7, risultato finale anche perché l’ultimo tentativo gallese di segnare la quarta meta e guadagnare così anche il punto di bonus è fermato proprio in extremis.

Il Galles era più forte e lo si sapeva, ma ancora una volta i nostri finiscono per durare solo un tempo o poco più e poi hanno i soliti 10 minuti di totale confusione in cui poi la partita cambia totalmente padrone. Se poi a questo ci aggiungiamo la bellezza di 16 falli commessi si capisce che il lavoro da fare per coach O’Shea è ancora tanto. Sempre ottimo capitan Parisse (un passaggio sottomano da leccarsi i baffi), molto bene Steyn e, fino a quando è durato il fiato, Canna e Gori, ma forse è stato un errore tenere fuori Campagnaro (non che il risultato avrebbe potuto essere diverso eh!). Sabato subito rivincita contro un’Irlanda che sarà incazzata nera per la sconfitta all’esordio, mentre per il Galles ci sarà una sfida forse già decisiva per la vittoria finale contro la favorita Inghilterra.

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angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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