Ti piace Wagner? (cit.) Eurovolley invade la Polonia

Dopo le meritate ferie, eccoci di ritorno!

Finite le vacanze e finite le polemiche (forse), è arrivato il momento di presentarvi il principale evento internazionale di quest’anno: la prima edizione dell’Ngapeth Invitational…AH NO! I Campionati Europei. Sicuramente non avranno lo stesso fascino della due giorni sulla sabbia organizzata da Monsieur Magique, ma siamo sicure che ci regaleranno altrettante emozioni e, perchè no, magari anche qualche sorpresa. La trentesima edizione dei Campionati Europei sarà ospitata dalla Polonia, ancora fresca di cambio allenatore.

Dal 24 agosto al 3 settembre 2017 queste sedici formazioni si batteranno nel torneo dalla formula piuttosto semplice, se paragonata a quella che hanno partorito per la prossima stagione di A2 in Italia. Nella prima fase le squadre verranno divise in quattro gironi, che si svolgeranno, nell’ordine, a Danzica, Stettino, Cracovia e Katowice, giocati all’italiana. Le prime classificate di ogni girone accederanno direttamente ai quarti di finale, mentre le seconde e le terze si giocheranno gli ottavi. Successivamente si disputeranno semifinali e finali.

I gironi dei Campionati Europei 2017

Nell’ultima edizione sono stati incoronati come campioni d’Europa i francesi guidati da Laurent Tillie e trascinati da Earvin Ngapeth. Due anni dopo troviamo la squadra francese più giovane ma i giocatori chiave non sono cambiati. Complice anche la splendida World League appena disputata, saranno loro la formazione da battere.

Come approcceranno i bleus il torneo continentale? I fatti del 2017, finora, propendono tutti per Team Yavbou. Non che l’ultima edizione di World League abbia brillato per qualità di gioco, tanto che, sotto questo aspetto, primeggiare per i francesi è stato piuttosto semplice. È però risultato palese che l’orchestra di Toniutti ha girato a mille, fugando qualsiasi dubbio sullo stato dell’arte in posto 2 dopo l’addio post-olimpico di Antonin Rouzier, e in questo senso l’ingresso dell’opposto 21enne Stephén Boyer è stato quanto mai autoritario. Ad oggi, la Francia è la favorita indiscussa per il titolo, ma tra le favorite lo era anche in Brasile e ci ricordiamo tutti come finì, tanto da celebrarne l’anniversario non più tardi di qualche giorno fa.

#evergreen

Per la categoria “il cervello non gli dice il vero” (cit.), alle spalle della Francia spunta, ingombrante di carisma e chewing gum, l’aura celeste di Nikola Grbic e della sua Serbia.

Il collegiale della truppa balcanica è sembrato – e continua a sembrare – a metà strada tra uno spring break e un programma di recupero del carcere minorile, roba da far impallidire il turista più brutto di Ibiza. La speranza è che Kovacevic comandi le operazioni con la stessa dimestichezza con cui sboccia nei club di Belgrado. Il problema è che, se in attacco a Uros basta un filo di gas per garantire quantità e percentuali, in seconda linea il confine tra spring break e programma di recupero è piuttosto labile e l’infortunio dell’ultima ora di Marko Ivovic rischia di sferrare il colpo di grazia alla ricezione scolapasta serba. Grbic si trova così a dover lavorare su un gruppo perennemente in equilibrio tra la dirompenza e il disastro: il reparto dei centrali è solidissimo, Atanasijevic (a proposito, come sta?) una cassaforte, la chiave per Nikola saranno la ricezione e la gestione tattica di Jovovic, apparso in World League più confuso di Simone Buti davanti a una copia di “Our mutual friend” di Charles Dickens in lingua originale.

Spring Break #srbija #mafija

Subito sotto abbiamo un trenino di squadre potenzialmente da podio (forse qualcosa in più) guidato dai padroni di casa della Polonia. Se l’Italia ha pianto, non è che gli uomini di De Giorgi abbiano finora riso più di tanto, specie al centro… l’infortunio di Mateusz Bieniek ha fatto sì che venisse richiamato in via precauzionale quel magnifico pezzo d’uomo di Andrzej Wrona (sempre sia lodato); Karol Kłos ha dato forfait per motivi personali (matrimonio). Due assenze che peseranno non poco, il primo al servizio, il secondo a muro, ma il vero nodo da sciogliere per Fefé sarà quello dei martelli: posto Kubiak come inamovibile e con la telenovela Leon ancora in corso, la presenza di Bartosz Kurek (che salutiamo, nella speranza che dal 4 giugno ad oggi sia riuscito ad infilarsi almeno una delle due maniche della felpa con cui ha litigato a Pesaro) ha palesato più dubbi che certezze.

#cosanesalaRyanair

Ma lo scherzone più grosso a questi europei potrebbe farlo la Russia, nonostante il vuoto lasciato da Vladimir Alekno e i suoi slip rosa portafortuna. Sì perché, se alla recente WL avevano “messo su una bella squadretta di sette Vettori dritti come arrosticini e imbambiti che dio la manda”, adesso si fa sul serio e tornano a vestire la maglia russa tutti i big. E abbiamo visto tutti a Roma, durante la recente F4 di CevChampionsLeague, quanto possa essere determinante Mikhaylov nonostante i palleggi di Butko.

Le possibili sorprese? Posto che una replica dell’argento sloveno di due anni fa la vediamo piuttosto complicata, a cambiare le carte in tavola delle favorite potrebbe pensarci un’altra squadra di Andrea Giani, la Germania del rientrante braccio armato Gyorgy Grozer, uno che ad averlo oppure no fa una certa differenza, specie su un’impostazione di gioco molto lineare come presumiamo potrebbe essere quella tedesca.

Attenzione anche al Belgio di Sam Deroo e delle recentissime conoscenze italiane Francois Le Cat, Pieter Verhees, Kevin Klinkenberg e Simon Van De Voorde: la loro solidità in World League ha fatto decisamente male a noi come ai serbi, per cui, in una situazione di così poca chiarezza gerarchica a livello europeo, un proverbiale eurino su di loro ce lo metteremmo.

Venendo alle italiche vicende, i nostri azzurri si sistemano nella terra di mezzo tra il podio e gli outsider; nonostante l’argento olimpico appeso al collo la situazione in casa Blengini, alla luce della stentorea World League, non ci fa oggettivamente spingere oltre, nonostante la prima fase benedetta da un girone che pare volutamente taroccato da Zio Chicco durante un drinking game di Ferragosto. 

Le criticità che dovremo affrontare restano le solite: rice scricchiolante e poca esplosività in posto 4, con Filippo Lanza prevedibilmente sovraccaricato, almeno stando a quella che finora è stata l’idea di distribuzione di Giannelli. Proprio Simone rischia di soffrire l’assenza di un centrale d’attacco di peso, capace di raccogliere e concretizzare la sua rapidità di palleggio, anche se in tal senso la presenza del neo modenese Daniele Mazzone gli verrà in soccorso, complice l’intesa sviluppata a suon di saette nel corso dell’ultima stagione. In ogni caso il Principino di Bolzano non crediamo modificherà le sue trame di gioco, indi per cui confidiamo che, qualora i primi tempi non portassero tanti punti, permettano quantomeno di creare un diversivo credibile.

Relativamente alla condizione fisica, due grossi punti di domanda si sono recentemente materializzati su capitan Simone Buti e Luigi Randazzo, tenuti a riposo durante le recenti amichevoli con Slovenia e Olanda. I due sono regolarmente convocati ma gestire eventuali loro assenze potrebbe rivelarsi complicato, specie quella del martello siciliano che andrebbe ad aggravare ulteriormente la nostra situazione di palla alta.

Questa la nostra analisi globale del prossimo Eurovolley, ma state connessi, perché la nostra truppa, rivoltata e rinnovata, se volete un po’ sgangherata, comunque amata e amabile, prevede una presentazione in grande stile… così come i suoi protagonisti.

La Sorellanza&Break Point

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Ps. Smettete di farvi male che abbiamo già modificato il pezzo tre volte, grazie. Cordiali saluti.

La Sorellanza

La Sorellanza è un'associazione che si impegna nel portare all'attenzione mondiale il volley, soprattutto il trash che c'è dietro. CEO: Luca Vettori.

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