UFC 212 – Preview

Dopo quasi 3 mesi, l’Ultimate Fighting Championship ritorna in Brasile questo sabato con UFC 212, pay-per-view ospitato in quel di Rio de Jaineiro.

Il piatto forte della serata alla Jeunesse Arena nella nota località carioca sarà il title unificator tra il beniamino di casa José Aldo, bicampione nella categoria pesi piuma, e l’hawaiiano Max Holloway, attuale detentore del titolo interim. Precederà la contesa ricoperta d’oro il confronto tra Claudia Gadelha e Karolina Kowalkiewicz, atlete di punta nella strawweight division.

Come da consuetudine, la redazione MMA di Quel che passa lo sport s’è riunita per interpellarsi sulle principali storie che caratterizzeranno la nottata brasiliana.

Esclusa la parte alta della main card, il resto dei match sembra essere da evento non numerato o, quantomeno, da prelims di un evento numerato. È forse ora di diminuire gli eventi per rispettare i tempi di recupero dei fighter e mettere sempre su delle card solide? Meglio avere tante card ma di qualità inferiore? (Domanda di Phre)

Francesco: Le variabili in gioco sono veramente troppe. Tante card di qualità inferiore penso non le voglia nessuno, né i fans né la UFC. La UFC sta già diminuendo il numero di eventi annui (46 nel 2014, 41 nel 2015 e 2016, dovrebbero essere 36 quest’anno) ma a questo va sommato l’alto numero di licenziamenti degli ultimi tempi. Resta il fatto che ogni evento sossoldi (cit.), quindi non credo che la UFC calerà ancora. La soluzione più plausibile sarebbe un maggior ricambio di atleti. Due/tre match a testa per i nuovi e, se non “funzioni”, sei libero. Permetterebbe di testare atleti che si distinguono in altre promotion e, allo stesso tempo, di non bruciarli con serie di sconfitte troppo lunghe (vedi Marcin Held).

Stefano: Chi segue lo sport da tempo, neanche troppo a dire il vero, troverebbe la domanda degna del miglior Catalano. Negli ultimi anni la UFC s’è lanciata in un’aggressiva campagna di promozione di eventi, con tutte le conseguenze del caso (in particolare, la forte diluizione di talento e personalità forti in ogni singola card). Come detto, la nuova proprietà ha mutato tale scenario, con WME-IMG sempre più impegnata a tagliare per il tagliabile, in previsione di sorti (e) progressive non per forza magnifiche (Quali future grandi star dopo Ronda e Conor? Quanto denaro dal rinnovo dei contratti televisivi in tempi da vacche magre rispetto al Bengodi di qualche anno fa, vedi ESPN?). Nel frattempo, vedremo l’ulteriore riduzione degli eventi, altri licenziamenti tra gli “amministrativi” e nuovi tagli nel roster.

Lorenzo: Credo che la card di UFC 212 sia il prototipo di card brasiliana della UFC versione WME-IMG. Una card ben indirizzata al mercato che deve coprire. Brasiliani in rampa di lancio, leggende carioca, tutto ciò che il pubblico verde-oro vorrebbe vedere sempre. Per noi, cittadini del vecchio continente, l’importanza di alcuni nomi nella card può venire a mancare, ma immagino che Paulo Borrachinha sia un equivalente del nostro Marvin Vettori (con, ovviamente, maggior seguito). Credo che il numero degli eventi non vada diminuito, solo che dobbiamo aspettarci, anche per quanto riguarda le card europee, un particolare indirizzamento geografico degli atleti.

UFC 212 sarà l’ultimo evento numerato della prima metà del 2017, primo anno solare con la nuova dirigenza targata WME-IMG. Che voto date a questi mesi da 1 a 10? Perché? (Domanda di Lorenzo)

Stefano: 5.5. L’unico voto quanto più simile al “rimandato a settembre” per una dirigenza evanescente, nascostasi dietro un Dana White prossimo all’uscita dallo sport, che mai ha rivelato chiaramente i suoi piani per l’organizzazione, per esempio con una conferenza stampa post-acquisizione. Apparsa confusa in alcune situazione, per esempio la gestione della divisione dei pesi piuma femminili. Da un lato brava nel regalarci le migliori undercard degli ultimi tempi, dall’altro spesso maldestra nell’allestire certi main event (da Swanson vs. Lobov all’intera vicenda Bisping vs. GSP).

Francesco: Vado con il 6 politico. Non tanto per non voler prendere una posizione, quanto perché questi ultimi mesi sono stati di “transizione”. Nuova proprietà, nuovo matchmaker. È normale che ci voglia del tempo affinché la macchina riprenda a girare a pieno regime. Le cose si stanno piano piano sistemando, anche se con dei ritocchi da fare. Dalla seconda metà mi aspetto passi in avanti e, dando un’occhiata alle prossime card, c’è da ben sperare.

Phre: Parlando dei soli eventi numerati, non riesco proprio ad andare oltre la sufficienza. Per quanto io non sia un fan occasionale, c’è stato troppo poco star power, troppo poco hype in questi primi mesi. Tanti match con un ottimo potenziale saltati che avrebbero potuto farmi alzare il voto. Sono fiducioso, però. Un po’ di rodaggio è d’obbligo, non stiamo mica parlando della vendita di un’automobile!

UFC 209, Khabib salta per problemi con il taglio del peso. UFC 210, Cormier perde mezzo chilo in 3 minuti. Stavolta chi salterà? Seriamente, ormai il weight cutting è un problema da affrontare. Che idea vi siete fatti? (Domanda di Francesco)

Phre: Spesso, molto spesso, rifletto fra me e me su questa pratica. Inizio con “ma se pesi 82 kg, perché devi competere nella categoria al limite dei 70 kg? Questo è barare!”, poi continuo con “Va beh, ma se lo fanno tutti è da considerarsi ancora barare?”. Diciamo che la verità sta nel mezzo e, a quanto sembra, ci si sta muovendo nella giusta direzione con le nuove direttive proposte dalla CSAC. In un mondo ideale, tutti dovrebbero competere nella propria categoria naturale, ma per far questo bisognerebbe mettere la bilancia fuori dalla gabbia. Il che potrebbe comunque portarci al seguente scenario: gli atleti tagliano lo stesso il peso, ma non hanno il tempo di re-idratarsi con conseguenze gravissime se non mortali. Chi è disposto a correre questo rischio?

Lorenzo: Ovviamente mi auguro nessuno e, controllando la card, non ho visto nomi particolarmente “a rischio”. In generale, il taglio del peso è un problema serio, anche se la UFC dal suo canto ha fatto mosse interessanti al riguardo (vedi pesata mattutina) per cercare di limitare le pratiche estreme che alcuni atleti mettono in atto. Il weight cutting fa parte di questo (e di altri) sport da combattimento e non può essere eliminato; ciò che penso è che vada regolato in modo migliore, ad esempio con dei controlli periodici nel tempo (es. devo scendere ai 70kg? un mese prima devo essere già sotto agli 85).

Stefano: Vaste programme, direbbe De Gaulle. Trovare una soluzione (o soluzioni, vista la complessità dell’argomento) per il taglio del peso é molto difficile, figurarsi per chi vive lo sport dall’esterno. Per ogni buona idea che viene tirata fuori, é facile immaginare metodi con cui i lottatori potrebbero farsene beffe o eventuali controindicazioni, potenzialmente anche letali. Seguire l’esempio dell’ONE Championship potrebbe essere una scelta interessante nel breve-medio termine, ma la vera vittoria in quello lungo sarà convincere intere generazioni di lottatori a evitare drastici tagli del peso, con dati certi sulle serie conseguenze per la salute che essi possono provocare. Vaste programme, appunto.

A chi spetterà il gravoso compito di farsi carico dell’eredità di Conor nella divisione pesi piuma tra Aldo e Holloway? Soprattutto, quale sarà il futuro per la categoria? (Domanda di Francesco)

Stefano: Per assurdo, mi é più difficile immaginare il futuro prossimo della divisione a UFC 212 piuttosto che quello post-UFC 212. Holloway sta entrando nel prime della sua carriera, può farcela già a Rio ma un’eventuale sconfitta non sarebbe un dramma, il tempo è ancora dalla sua parte. L’ipotesi di una disfatta non è del tutto peregrina se nella gabbia si presenterà l’Aldo visto contro Edgar. Lo è di più, invece, se il brasiliano si farà condizionare dal fantasma di Conor, che turba ancora i suoi pensieri a giudicare dalle dichiarazioni degli ultimi mesi. Parlando di Conor, il futuro “dopo di lui” prevederà un ritorno all’ancien regime precedente l’irresistibile stagione dell’irlandese. Medio-basso interesse per la categoria nonostante i grandi talenti al suo interno, rari main event da PPV, un destino da co-main negli eventi numerati o (non sempre) da main event in televisione.

Phre: Detto che possiamo dare quasi per scontato che Conor non scenderà mai più nei 66 kg, vedo una divisione dominata da Holloway negli anni a venire. Gli hawaiani torneranno a dominare la UFC. Segnatevela.

Lorenzo: Il cuore dice Holloway, la mente dice Aldo. Bisogna essere obiettivi, Jose Aldo è un mostro. E’ uno che ha fatto sembrare “basic” l’ex-campione Lightweight Frankie Edgar, ha demolito quel gladiatore che è Cub Swanson, ha portato a scuola il Korean Zombie e molto altro si potrebbe dire. Ha già avuto a che fare con lottatori del calibro di Holloway e ha tutte le armi per sconfiggerlo. Però, dall’altro lato c’è Holloway: l’unico che abbia portato ai punti McGregor nella divisione featherweight, con un cuore enorme e un arsenale di colpi da capogiro. Penso che non si possa battere Aldo con la tecnica, troppo elevata la sua. Va battuto con il cuore, con qualcosa quasi di sovrumano, con quella “magia” che proprio McGregor è riuscito a legare al suo nome. Ecco, se c’è qualcuno che può farlo in questa divisione featherweight è proprio Holloway.

Come immaginate il futuro di Cláudia Gadelha e Karolina Kowalkiewicz, a seconda di chi vincerà l’incontro? Per la brasiliana, un potenziale terzo capitolo con Joanna o un altro match-up, magari contro Cynthia Calvillo? Rematch polacco per il titolo per Karolina o altro? (Domanda di Stefano)

Lorenzo: Proviamo ad immaginare entrambe le situazioni. Uscisse Claudia Gadelha vincente, si ritroverebbe un po’ nella stessa situazione in cui si trovano Joseph Benavidez nei Flyweight e Frankie Edgar nei Featherweight, ovvero essere chiaramente il numero 2 della propria divisione ma non poter sfidare il campione poiché questi li ha già sconfitti ben 2 volte. Quindi, per lei il percorso sarà identico a quelli dei due atleti sopracitati: sfidare almeno 2/3 contender, aspettando (e sperando) che il campione perda la corona. Diverso il discorso di KK, che ha perso contro la campionessa una sola volta e che, con una vittoria convincente, potrebbe guadagnarsi il rematch (che, comunque, arriverà dopo un match tra JJ e Thug Rose Namajunas). Per entrambe, se davvero nascesse la divisione a 125lbs, il salto di categoria potrebbe essere interessante.

Francesco: Chi vince questo match avrà la title shot, poco ma sicuro. E qua la sparo grossa. La Kowalkiewicz può essere l’unica in grado di detronizzare Joanna. Nonostante il match di UFC 205 abbia dimostrato il contrario, Karolina è l’unica che per fisico e tecnica può tenere testa allo striking della campionessa. Purtroppo la categoria paga il totale dominio da parte di JJ, quindi ritenere credibile una sfidante risulta sempre più difficile.

Phre: Sono in parte d’accordo con Francesco e in parte con Lorenzo.

La carriera in UFC di Vitor Belfort sembra avviarsi verso la sua conclusione. Credete che, una volta terminato il suo contratto, il brasiliano andrà in qualche promotion che ancora chiude un occhio (o anche due) sugli “aiutini” (qualcuno ha detto Cro Cop?) o questo pionere dello sport si ritirerà definitivamente dalle MMA? (Domanda di Phre)

Francesco: Credo, e spero, che questo sarà il suo ultimo match. Anche se Bellator lo prenderebbe subito e chiuderebbe anche le orecchie, oltre che gli occhi, sugli aiutini. Poi, in fin dei conti, a 40 anni, in una parabola discendente già imboccata da tempo, chi glielo fa fare? Ha combattuto contro tutti, da Couture a Henderson, da Jones a Bisping. Ha vinto titoli, ha avuto grandi vittorie, non ha più nulla da chiedere, e da dare, a questo sport.

Stefano: Capisco che Belfort non goda di molto credito e considerazione dopo la stagione TRT (peraltro, sopportata, se non addirittura avvallata dalla stessa UFC, e che ha coinvolto anche altri lottatori come Dan Henderson). Non a torto. Tuttavia, limitare l’eventualità di un’uscita del brasiliano dall’UFC alla sola volontà di doparsi mi sembra piuttosto riduttivo, in particolare senza prendere in considerazione il grave danno che l’accordo Reebok ha provocato alle sue tasche, da lui stesso pubblicamente denunciato in più occasioni. L’approdo in Bellator o in altre organizzazioni (Rizin? Road FC? Russia?), a discapito di una minore visibilità, potrebbe compensare i suoi sforzi con maggiori guadagni da sponsor negli anni conclusivi della sua carriera.

Lorenzo: Sì, assolutamente. L’ha detto lui stesso che fonderebbe la “Legends League” e, sinceramente, questo nome a me sembra un sinonimo di “Bellator”, dove gli stanno già preparando un bel contrattino da proporgli. Che dire, sarebbe stato uno dei più grandi di sempre, non fosse per l’ombra del doping che ormai lo avvolge completamente. Ciò nonostante, merita di chiudere la carriera con qualcuno di più esaltante di Marquardt.

Erick Silva è l’eterno prospetto che non sembra mai in grado di mantenere le promesse. Ottime performance (anche nella sconfitta, come contro Matt Brown) alternate a prestazioni insipide, strisce di vittorie presto interrotte da disfatte. Credete che sia arrivato il momento della verità per il brasiliano? (Domanda di Stefano)

Phre: Silva è l’essenza dell’incostanza. Da quando è in UFC, dopo aver lasciato Jungle Fight, ha messo in fila questo sconcertante e precisissimo alternarsi di vittorie e sconfitte: vittoria, sconfitta, vittoria, sconfitta, vittoria, sconfitta, vittoria, sconfitta, vittoria, vittoria, sconfitta, sconfitta e l’ultima vittoria a settembre. Devo essere sincero, fino a un paio di anni fa era un mio pupillo, dopo i successi contro Mike Rhodes e Josh Koscheck. Peccato che — come detto sopra — è stato immediatamente ridimensionato con due disfatte. In un certo senso, la verità su di lui è stata ormai rivelata. A 32 anni non so se può ancora considerarsi un prospetto, ma di certo è ormai sicuro che non entrerà mai a far parte dell’élite.

Lorenzo: Sinceramente no. Erick Silva per quanto mi riguarda non è mai stato un profilo con hype, figurarsi ora che ha qualche anno addosso e che ha perso match in modo netto ed indiscutibile. Potrebbe vincere sabato sera, ma cambierebbe di poco il mio giudizio su di lui. Ossia, quello destinato a uno dei tanti nomi “che fanno numero” all’interno del roster UFC.

Francesco: Erick Silva è una delle mie più grandi fidanzate sbagliate. Ha tutto: lotta a terra, in piedi, è spettacolare, Ko, sottomissioni. Un total package, insomma. Il problema credo che sia nella testa. Da questo punto di vista è molto “brasiliano”. Fantasioso, estroso ma poco concreto. Diciamo che ha preso più dalla scuola calcistica brasiliana che non da quella delle MMA.
Il match contro Medeiros non credo sia la svolta perché l’hawaiano mi sembra di gran lunga inferiore. La vera svolta potrà esserci dal punto di vista mentale, perché, se Silva ingrana la marcia giusta, può arrivare in alto alla svelta, soprattutto in termini di popolarità tra i casual.

Nella card preliminare di Fox Sports 1 troviamo un match che, in un certo senso, ci interessa da vicino: Carlos Junior vs. Spicely, mattatori dei nostri portabandiera in UFC, Marvin Vettori e Alessio Di Chirico. Come vedete questo match? Pensate che potrà inquadrare meglio quali sono le effettive abilità dei nostri ragazzi all’interno dell’ottagono più importante del mondo? (Domanda di Lorenzo)

Stefano: Il fatto che si scontrino gli atleti che hanno battuto per ultimi i nostri connazionali in UFC aggiunge indubbiamente una nota di colore a una contesa già di per sé intrigante, soprattutto se dovesse svilupparsi a terra. Non credo che qualsiasi esito del match possa dirci qualcosa di definitivo sul valore di Vettori e Di Chirico nell’ottagono.

Francesco: Quando è stato annunciato il match tra Spicely e Carlos Junior avevo il terrore che Vettori e Di Chirico venissero messi uno contro l’altro in una sorta di “Chi vince resta, chi perde va“. Fortunatamente così non è stato ed entrambi avranno modo di dimostrare quanto valgono. Spicely e Carlos Junior si sono dimostrati atleti validi e superiori ai nostri in un determinato ambito, non in toto. I nostri hanno pagato errori differenti (Di Chirico stesso ci ha detto di aver probabilmente sottovalutato l’avversario) ma ora è il momento di fare vedere tutto quello che hanno.

Phre: Match effettivamente insolito, visto che i matchmaker UFC si sono divertiti a mettere uno contro l’altro gli ultimi due avversari di Vettori e Di Chirico. Avversari che hanno inferto ad entrambi i fighter italiani una sconfitta. Non so, però, se da questo match si potrà dire qualcosa di più sui combattenti nostrani. Faccio un esempio pratico: io do’ Spicely vincente. Ciò vuol dire che Alessio > Marvin? Troppo semplice come risposta, anche perché la sconfitta di Marvin non è stata “eclatante” come quella di Alessio.

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