Vuelta a Espana 2017 – Il Percorso

Diciamocela tutta: sono anni che scriviamo la stessa analisi del percorso per la Vuelta e nessuno se n’è mai accorto. Crono a squadre per cominciare, 10 muriti di merda, un tappone sui Pirenei per decidere la generale e qualche tappa intermedia che 90 volte su 100 vince uno di quei velocisti che nessuno ha mai sentito nominare.

Non quest’anno. La Vuelta a Espana 2017 ha un percorso esagerato, parossistico, talmente estremo che finisce quasi per piacermi. In un anno di GT un po’ annacquati, con percorsi pensati per tenere la classifica corta, questo è un gigantesco pugno in faccia ai corridori. Bisogna arrivare a cazzo duro già nella prima settimana e sperare che la condizione tenga per 3 settimane, altrimenti si va alla deriva.

Non c’è quasi un giorno per rilassarsi. Le montagne sono tante, tantissime, talvolta anche lontano dal traguardo (che per la Vuelta è un mezzo miracolo). Non è un Grande Giro bilanciato, ma è il Grande Giro di cui avevamo bisogno.

Tappa 1Sabato 19 agosto, Nimes – Nimes (cronometro, 13,7 km)

Nulla di nuovo per cominciare: una breve crono a squadre che serva da passerella per i tifosi e per dare qualche distacco tra gli uomini di classifica. Siamo in territorio francese, su un percorso cittadino molto tecnico. Basta un attimo e si cade tutti insieme. Da non sottovalutare. Difficoltà: **

Tappa 2Domenica 20 agosto, Nimes – Gruissan (203,4 km)

La prima tappa in linea della Vuelta 2017 è un piattone inguardabile per velocisti. D’altronde siamo ancora in Francia e le buone abitudini non muoiono mai. Qualche chance di ventagli nella parte centrale. Difficoltà: *

Tappa 3Lunedi 21 agosto, Prades Conflent Canigò – Andorra La Vella (158,5 km)

E via, son passati tre giorni dall’inizio della Vuelta e ci sembra il caso di buttar dentro un tappone con due colli di prima categoria. Il Col de la Perche (19,5 km al 4,7%) è il luogo adatto per interrogarsi sul significato della vita, nello specifico la vita di chi pesa 90 kg e deve comunque venire qui per preparare il Mondiale. 80 km in valle sono il preludio all’ingresso in territorio andorrano dove si attacca La Rabassa.

Coll de la Rabassa

Non è una salita così dura (13 km al 6,8%), ma la parte centrale può stroncare molti sogni, con diversi tratti sopra il 10%. Arriva molto presto nelle tre settimane, quindi bisognerà essere al top della condizione fin da subito. Dalla vetta ci sono 20 km in discesa prima dello strappo verso la Comella (4 km al 9%), terreno ideale per chi volesse provare a vincere la tappa e prendere la Roja. L’arrivo in discesa, ovviamente, favorisce gli attaccanti. Difficoltà: ****

Tappa 4Martedì 22 agosto, Escaldes-Engorday – Tarragona (198,2 km)

Con la prima giornata campale alle spalle, i corridori entrano finalmente in Spagna con una frazione dedicata agli sprinter. L’Alto de Belltall non può far male a nessuno, specie così lontano dal traguardo. Difficoltà: *

Tappa 5Mercoledì 23 agosto, Benicassim – Alcossebre (175,7 km)

Il murito nella prima settimana non può certo mancare, ma questo arriva al termine di una tappa che gli uomini di classifica non possono sottovalutare. Ci sono ben 5 colli categorizzati e vari altri strappetti disseminati sui 175 km del percorso. Lo strappo finale è di 3,4 km al 10% con le solite punte pazzesche su percentuali incalcolabili. Difficoltà: ***

Tappa 6Giovedì 24 agosto, Vila-Real – Sagunt (204,4 km)

Altra bella tappa di media montagna, del tipo che la Vuelta aveva colpevolmente dimenticato negli ultimi anni. Anche oggi 5 colli di seconda e terza categoria, anche oggi una bella battaglia tra fuga e qualche uomo da classiche che volesse aspettare il finale. Frazione tra l’altro sopra i 200 km, quindi non una passeggiata. Difficoltà: ***

Tappa 7Venerdì 25 agosto, Lliria – Cuenca (207 km)

Il trittico della vallonate si chiude con la più semplice delle tre tappe. Dovrebbe essere per velocisti, ma servono un paio di squadre che tengano sotto controllo la fuga e sprinter abbastanza tosti da superare l’altopiano frastagliato e lo strappo del Castillo (2 km al 9%). Può anche essere giornata per finisseur. Ultimi 20 km sicuramente spettacolari. Difficoltà: **

Tappa 8Sabato 26 agosto, Hellin – Xorret de Catì (199,5 km)

Classicissima tappa da prima settimana di Vuelta ma con una variante interessante. Il traguardo non è in cime al muro di Xorret di Cati (5 km al 9% con punte al 18%), ma dopo una breve discesa dove provare l’ultima sparata. Gustosa. Difficoltà: ***

Tappa 9Domenica 27 agosto, Orihuela – Cumbre del Sol (174 km)

Classicissima tappa da Vuelta della prima settimana, stavolta senza alcuna variante. Frazione breve, sostanzialmente senza difficoltà prima del muro verso Cumbre del Sol (4 km al 9%). Valverde se la sarebbe mangiata. Difficoltà: **

Riposo 1 Lunedì 28 agosto.

Tappa 10Martedì 29 agosto, Caravaca – Elpozo Alimentacion (164,8 km)

Di ritorno dal giorno di riposo, un’intrigante frazione di media montagna con arrivo in discesa. I primi 125 km sono semplici, poi si comincia a salire verso il Morron de Totana (5,7 km al 6%). Qui si staccano velocisti e gregari da pianura, ma serve il colle successivo per fare la differenza tra i big.

Ai -30 ecco il Collado Bermejo. Sono quasi 8 km al 6,5%, ma ci sono almeno 2-3 strappi molto duri prima di arrivare al GPM. Non è una salita per fare grandi distacchi, ma si può provare un attacco negli ultimi 3 km e andare al traguardo. I 20 km di discesa dopo lo scollinamento non sono banali. Difficoltà: ***

Tappa 11Mercoledì 30 agosto, Lorca – Calar Alto (187,5 km)

Questa è una gran tappa, una di quelle che ti può far vincere un GT se corsa con astuzia e l’ausilio di una squadra all’altezza. Si sta tranquilli per più di 140 km, con un tratto in costa completamente pianeggiante, per poi attaccare la salita più dura di giornata, l’Alto de Velefique.

Sono più di 13 km al 9%, una salita brutale che ha le pendenze più cattive all’inizio, dove qualcuno sicuramente vorrà fare ritmo alto. Se si hanno gregari davanti, non è nemmeno una cattiva idea dare una botta qui e vedere chi rimane attaccato.

L’ascesa verso l’Osservatorio Astronomico de Calar Alto (15,5 km al 6%) è durissima nei primi 5-6 km ma poi spiana, lasciando i corridori esposti al vento e ai propri demoni. Sarà il momento chiave, perché chi ne ha o si trova nel gruppo giusto può guadagnare tantissimo tempo. Difficoltà: *****

Tappa 12 – Giovedì 31 agosto, Motril – Antequera (160,1 km)

Tutte le tappe che la Vuelta ci ha tenute nascoste per anni e anni riappaiono nel 2017 nella loro imprevedibilità. Un lungo tratto di costa verso Malaga fa da preludio a una seconda metà vallonata e da non sottovalutare. Ai -75 c’è da scalare l’infinito Puerto del Leon (17,5 km al 5%), una salita meno semplice di quanto la pendenza media suggerisca.

Dalla vetta i corridori trovano una trentina di km in valle prima di un altro GPM, il Puerto del Torcal. Occhio, perché questi 7,6 km al 7% possono far male dopo il tappone di ieri e ci sono solo 17 km per andare al traguardo dopo lo scollinamento. Magari non per la generale, ma questa ci fa divertire. Difficoltà: ***

Tappa 13Venerdì 1 settembre, Coin – Tomares (198,4 km)

Gentile concessione agli sprinter prima del durissimo weekend. Si andrà a spasso. Difficoltà: *

Tappa 14Sabato 2 settembre, Ecija – Sierra de la Pandera (175 km)

Il penultimo weekend della corsa si apre con un signor arrivo in salita, al termine di una tappa complessivamente non difficile. La strada verso Sierra de la Pandera è frastagliata ma senza particolari difficoltà altimetriche. Ci sono anche due colli categorizzati per invogliare qualche fuggitivo a provarci, in attesa che la battaglia si scateni negli ultimi 10 km di corsa.

Salita irregolare, spezzagambe, la Pandera apre molto dura per poi dare un attimo di tregua tra il terzo e il quarto km di ascesa. È un sollievo momentaneo, perché di lì a poco ti vomita in faccia tutte le sue pendenze più disturbanti, con svariati tratti al 12-13%. Gli attacchi verranno da metà in poi, ma se uno ci arriva col fiato corto può andare davvero alla deriva. E domani sarà un incubo. Difficoltà: ****

Tappa 15Domenica 3 settembre, Alcala la Real – Sierra Nevada. Alto Hoya de la Mora (129,4 km)

La seconda settimana termina con una tappa molto breve ma densissima, dove conteranno recupero, squadra e polmoni, visto che si arriva in altura. Ci sono 60 km pianeggianti prima di attaccare l’Alto de Hazallanas (16 km al 5,5%), una salita divisa in due sezioni ben distinte. I primi 8 km sono piuttosto semplici e regolari, ma dal nono in poi si sale su pendenze veramente brutali, quasi sempre sopra il 10%.

Dal GPM mancano solo 55 km, di cui solo una decina in valle, quindi non è impensabile che gli uomini di classifica ci provino già qui. Quand’anche non dovesse succedere, ai -28 comincia l’Alto del Purche e qui non ci si potrà più nascondere.

Nove km secchi, sempre tra l’8% e il 10%, con un solo breve tratto dove tirare il fiato. Questa è una salita che da sola potrebbe non spaventare granché, ma non è da sola e quindi son cazzi vostri. Dal GPM non c’è neanche un metro di discesa, anzi si continua a salire, da qui in poi su pendenze più dolci.

Nella sua selvaggia bellezza, la monumentale scalata verso Hoya de la Mora (19 km al 5,5%) non è particolarmente dura, ma porta oltre i 2500 metri e qui molti avranno bisogno del bombolone. Non so se qualcuno avrà il coraggio di attaccare presto perché per arrivare in cima è veramente lunghissima. Rimane una salita estrema, che dopo due settimane molto dure mieterà parecchie vittime. Difficoltà: *****

Riposo 2Lunedì 4 settembre.

Tappa 16Martedì 5 settembre, Circuito de Navarra – Logrono (40,2 km)

Dopo il giorno di riposo, una crono lunga per misurare chi ha recuperato e chi invece è ancora gonfio di acido lattico. Sono 40 km in piano con poche curve tecniche. Prova per specialisti dunque, dove chi ne ha può fare anche grandi distacchi. Bella la collocazione all’inizio della terza settimana, così da costringere chi perderà terreno ad attaccare nei giorni successivi. Difficoltà: ****

Tappa 17Mercoledì 6 settembre, Villadiego – Los Machucos (180,5 km)

Un’altra intrigante frazione di media montagna, di quelle che nascondono il trappolone e nemmeno troppo bene. Sulla carta è tappa da fughe, ma occhio alla seconda parte perché con un po’ d’inventiva può venir fuori del ciclismo leggendario. Ai -80 si scala il Portillo de Lunada (8 km al 6%), una salita tutto sommato semplice, ma che uno come Contador potrebbe anche decidere di rendere l’inferno se ne avesse voglia.

Serve avere qualche compagno davanti per superare indenni la discesa e i 30 km in valle prima di attaccare il secondo colle di giornata. Il Puerto de Alisas (10 km al 6%) è una salita regolare dove conteranno soprattutto i gregari. C’è solo un breve di tratto in discesa prima dell’ultima asperità di giornata.

Classico mostro da Vuelta, con svariati tratti sopra il 15% e alcuni muri anche al 28%, il Machucos non prenderà prigionieri. Qui ci si stacca per inerzia e si va a zig zag, pena il rischio di cascare per terra. Se per caso qualcuno ha deciso di fare corsa dura da lontano, questo è il posto giusto per raccoglierne i frutti. Difficoltà: ****

Tappa 18Giovedì 7 settembre, Suances – Santo Torbido de Liebana (169 km)

Alla vigilia dell’ultimo weekend di corsa, una tappa vallonata adatta alle fughe da lontano. Sono 4 i colli di media difficoltà da scalare, nessuno dei quali sufficientemente duro per provare attacchi alla generale. Negli ultimi 60 km non c’è comunque un metro di pianura, quindi può venirne fuori una giornata divertente. L’ultimo strappo verso Santo Toribio è di 3 km al 6%. Difficoltà: ***

Tappa 19Venerdì 8 settembre, Caso – Gijon (149,7 km)

La quiete prima della tempesta. A un giorno dal tappone decisivo, una frazione intermedia per cacciatori di tappe e uomini da classiche. Ai -20 l’Alto di San Martin è il trampolino di lancio ideale per un grande finisseur, con i suoi 4,5 km al 7%. Difficoltà: ***

Tappa 20Sabato 9 settembre, Corvera de Asturias – Alte de l’Angliru (117,5 km)

Eccola qui la tappa regina della Vuelta a Espana 2017. Breve, anzi brevissima, ma con 50 km di puro dolore nel finale per decidere la classifica. I primi 70 km sono irrilevanti, fatta salva la consueta battaglia per andare in fuga. Poi parte la Cobertoria (8 km all’8,6%), che viene già buona per gli attacchi all’arma bianca di chi ha tanto tempo da recuperare.

Dieci km di discesa e poi comincia l’Alto del Cordal (5,7 km all’8,6%), con parecchi strappi sopra il 10% per indurire ancora un po’ le gambe. È però a 12 km dall’arrivo che comincia la salita più dura di questa Vuelta, sua maestà l’Angliru.

Con i suoi 12 km al 10% questa è una tra le salite più iconiche del ciclismo moderno, terreno di battaglie cruente (come quella splendida tra Nibali e Horner nel 2013). La prima parte è dura ma pedalabile, mentre gli ultimi 7 km sono assolutamente devastanti, con pendenze costanti sopra l’11%.

Chi fa esplodere la corsa appena comincia il tratto duro ha possibilità di prendere minuti come di arenarsi poco dopo. Può succedere di tutto. Difficoltà: *****

Tappa 21Domenica 10 settembre, Arroyomolinos – Madrid (117,6 km)

Passerella finale e il saluto ad Alberto Contador. Difficoltà emotiva: lacrime copiose.

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