Divisional Weekend – Preview

Falcons (#6) @ Eagles (#1), sabato 13 gennaio, ore 22,35

Finalmente gli Eagles tornano alla postseason, da cui mancavano dalla stagione 2013. La speranza per la franchigia della Pennsylvania è di non ripetere quanto accaduto nelle ultime tre apparizioni, con tre one-and-done di cui due in casa. Si trovano ad affrontare in campioni NFC in carica, che hanno battuto senza grandi patemi i sorprendenti Los Angeles Rams grazie ad una prestazione sia difensivamente (fermato il primo attacco della lega a soli 13 punti) che offensivamente molto quadrata e matura.

Atlanta Falcons

Non sarà facile per la squadra della Georgia riuscire a replicare quanto fatto a Los Angeles durante il wild card game, soprattutto perché avrà di fronte una difesa che tanto bene ha fatto in regular season. Di sicuro, molto passerà dalla linea offensiva, e dalla sua capacità di fermare la pressione di un front seven tra i più potenti della lega. Ci aspettiamo un abuso di quick release, screen e passaggi verso i running back da parte di Ryan, per cercare di evitare di restare asfissiato da Cox e compagni. Di sicuro non aiutano i malanni di Freeman, Jones e Sanu.

Difensivamente, i Falcons sembrano essere saliti di colpi nella partita scorsa, contro uno dei primi attacchi della lega. Gli Eagles molto bene hanno fatto con Wentz in cabina di regia, ma il rosso da North Dakota State è fermo ai box per la rottura dei legamenti, e Foles per quanto buon backup – e già presente nella HoF – è di ben altra pasta e capacità. Certo, la partita di sabato è stata agevolata dagli errori degli special team di Los Angeles, che subito hanno permesso di indirizzare la partita sul 10-0 e di agevolare il lavoro degli uomini di Quinn, soprattutto in contenimento. Non siamo certi che anche in Pennsylvania la partenza sarà così agevolata.

Philadelphia Eagles

Riuscirà Foles a gestire al meglio l’attacco di Pederson? Questa è la più grande domanda che riecheggia in tutta la east-Pennsylvania. Le sue prestazioni in questa stagione, al suo subentro, sono state altalenanti, anche se la week 17 ha avuto il suo peso relativo visto l’ampio turnover effettuato dal coaching staff.

Sarà molto importante riuscire a non rimanere troppo indietro nel punteggio, visto che l’attacco degli Eagles ha sempre fatto quest’anno dell’equilibrio il suo punto forte, potendo contare su un eccellente linea offensiva, su una buona e differenziata batteria di running back ma su ricevitori a tratti scostanti e con un talento medio non eccelso.

Pochi dubbi invece dall’altro lato della palla, potendo come già scritto sopra affidarsi su un front-seven, e in particolare su una linea difensiva tra le migliori della lega, sia nel portare pressione sui QB avversari che soprattutto nel fermare le corse, dove hanno chiuso la stagione regolare come primi della classe.

Conclusioni

Classica partita che si deciderà tra le linee: se le talentuose linee di Philadelphia riusciranno a dominare come spesso hanno fatto quest’anno poco potranno i campioni NFC in carica, visto anche l’aiuto che il Lincoln Financial Field potrà offrire. La speranza per Atlanta è che la settimana di riposo abbia più arruginito che rigenerato gli avversari, cosa non inusuale in questi periodi dell’anno.

Titans (#5) @ Patriots (#1), domenica 14 gennaio, ore 2,15

Ai Titans non è ancora arrivato il momento di interrogarsi sull’effetto collaterale che ha generato la sorprendente rimonta del secondo tempo della sfida contro i Chiefs di settimana scorsa: Mularkey è stato rinnovato per altri due anni e gli effetti sul lungo periodo potrebbero essere devastanti, ma quello che interessa ora è il matchup contro i Patriots in una sfida sulla carta piuttosto impari.

Tennessee Titans

Intanto si registra come per settimana scorsa l’assenza totale di Demarco Murray. L’ex Eagles e Cowboys viene da una stagione piuttosto negativa (la più negativa da quando è entrato nei pro), mancheranno sicuramente i suoi blocchi in pass protection, ma per il resto Derrick Henry ha dimostrato ampiamente di avere freschezza e forza fisica per caricarsi sulle spalle buona parte del running game, anzi: secondo alcune statistiche, più corre più si trova a suo agio (la media a portata aumenta da 4 a 4,8 quando corre più di 10 volte a partita), non ha fisico e mentalità per essere inserito in un comitato, tutt’altro.

Quello che Mularkey però ha dimostrato in 3 anni di non aver ancora capito (e quindi forse non lo capirà mai) è come usare il suo QB. Mariota sfugge un po’ dalla filosofia da i-formation del suo HC vecchio stampo e sinora raramente lo abbiamo visto a suo agio in questo contesto offensivo. Resta un gran giocatore di football (il blocco con il quale ha favorito la conversione del terzo&10 che ha mandato i titoli di coda domenica contro Kansas City è lì a dimostrarlo) che di tanto in tanto riesce a fare la cosa giusta al momento giusto: ormai proverbiale la sua stat line in situazione di red zone, si è perso il conto dei TD pass, mentre restano 0 gli intercetti nelle ultime 20 yard di campo, in carriera…

Difensivamente l’esame Chiefs, dopo un vistoso sbandamento iniziale, è stato superato, ma l’attacco dei Patriots è molto diverso rispetto a quello guidato da Alex Smith. Unico fattore comune è la dominanza dei proprio TE, posizione che la difesa dei Titans fa molta fatica a coprire: domenica l’infortunio di Kelce e i drop dei suoi backup hanno dato una mano, sabato notte bisognerà essere molto fortunati per avere la stessa sorte contro Gronkowski.

New England Patriots

Gli echi dello scoop di ESPN uscito proprio nella bye week si sono affievoliti molto velocemente: il nutrizionista di Brady che metterebbe zizzania tra giocatori e coaching staff è un filone molto barbaradursesco, se c’è del vero (e se ci interessa davvero saperlo) lo sapremo solo in offseason.

Il rischio (per gli altri) è che sia nuova benzina nel motore di una squadra che proprio di nuovi stimoli ha bisogno per restare sempre ai vertici della conference. Non sappiamo se è merito di Guerrero (lo “stregone” di cui sopra) o di Belichick, ma Brady viene da una delle sue migliori stagioni in carriera. L’attacco dei Patriots continua ad usare il running game giusto per dare equilibrio al tutto, al resto ci pensa TB che riesce a coinvolgere chiunque in maniera convincente.

Ovviamente il big target resta Rob Gronkowski che per quanto detto della difesa dei Titans sabato notte avrà ancora più centralità in questo attacco.

In difesa i Patriots hanno un po’ di esperienza contro QB avvezzi all’option football: Tyrod Taylor lo incontrano due volte all’anno, Newton e Wilson sono stati i loro rivali negli ultimi anni (nel caso del secondo anche a livello di Super Bowl). Con questo tipo di QB Belichick ha sempre cercato di limitarne le improvvisazioni, con una pressione più disciplinata che feroce. La tattica non ha sempre pagato dividendi, ma immaginiamo che non sarà comunque cambiata.

Per il resto la parte maggiormente vulnerabile resta quella dei LB e non dovrebbe essere di poco conto quando ci si aspetta ad affrontare un running game così potente come quello dei Titans.

Conclusioni

I Patriots sono decisamente favoriti. La difesa è il loro punto debole attraverso il quale costruire un upset, ma non sembra l’attacco di Mularkey quello che ha le caratteristiche per mettere a nudo  questi difetti principali. Nel passato la settimana di pausa tra regular season e playoff non sempre è stato un vantaggio, potrebbe esserci un po’ di ruggine iniziale, ma a lungo andare le forze in campo emergeranno in tutta la loro limpidezza.

Jaguars (#3) @ Steelers (#2), domenica 14 gennaio, ore 19,05

Questa partita, alla week5 ad inizio ottobre, è quella che ha annunciato definitivamente al mondo che quest’anno avremmo visto (finalmente) i nuovi Jaguars. Il problema per la squadra della Florida è che nel frattempo ne è passata di acqua sotto ai ponti e le cose sono cambiate: Jacksonville non è più la squadra da 2-14, ma specie nell’ultimo mese non è nemmeno quella mina vagante che faceva salivare all’idea di un divisional sorprendente. Il divisional è arrivato, ma non ci sono più le fanfare: le immagini della partita di settimana scorsa contro i Bills tormentano ancora i nostri sogni, come possono quei Jaguars impensierire gli Steelers?

Jacksonville Jaguars

Ci vorrà innanzitutto un Bortles un po’ più presente: contro Buffalo parte del merito va sicuramente alla difesa che ha incontrato, ma lui ci ha messo molto del suo sbagliando anche cose banali. Potrebbe essere una idea usarlo molto di più in option (atleticamente resta un fattore ancora peraltro poco utilizzato), considerando che la gran parte della yard corse sono arrivate comunque da giochi estemporanei. Dal punto di vista del gioco aereo Lee e Hurns con una settimana in più di lavoro potrebbero rappresentare un buon surplus ai suoi lanci: là fuori ci sono chance da prendere, attenzione alla partita che potrà fare Dede Westbrook.

Ma tornando proprio alla week5, quella partita fu dominata da Fournette (28 corse per 181 yard e 2 TD) a cui si aggiunse Ivory con 41 yard: ecco, il running game sarà fondamentale per i Jaguars, specie quello nei primi down per permettere a Bortles di giocare pochi terzi down e con poche yard da guadagnare: in quella situazione di “stress” infatti l’ex UCF peggiora ulteriormente il suo rendimento.

Questa resta comunque una squadra a trazione difensiva: il matchup con gli Steelers da questo punto di vista sarà stellare. Anche qui molto interesse viene riposto sul running game: LeVeon Bell fu azzerato in week5 (15 corse per sole 47 yard, un po’ meglio in ricezione), sarà molto difficile ripetersi specie considerando il bye week di riposo che avrà restituito brillantezza fisica al RB degli Steelers (per lui anche week 17 passata a guardare i compagni); non aiutano di certo le difficoltà fisiche del trio di linebacker, che non sono riusciti in questa settimana ad allenarsi con continuità. Le secondarie intercettarono 5 (!!!) volte Big Ben, insomma fu la partita perfetta. Replicabile? No.

L’idea per i Jaguars potrebbe essere quella di giocarsi più 1vs1 possibili con le secondarie ed infarcire per il resto box e underneath per buttare più sabbia possibile nelle ruote motrici di Bell. Facile sulla carta, ma se c’è un reparto di defensive back che se lo può permettere è il loro.

Pittsburgh Steelers

Pittsburgh ha scherzato parecchio con il fuoco quest’anno: 10 partite sono state decise da meno di un possesso, in queste sono andati 8-2. Di certo il pathos ed il drama tipico di gennaio li troverà ben allenati.

L’attacco sulla carta è il più talentuoso e completo della NFL: non tutte le potenzialità si sono trasformate in yard e non tutte le yard si sono trasformate in punti, c’è stata un po’ di dispersione dovuta anche ad un inizio di stagione di Big Ben un po’ sottotono (che gli ha fatto pensare anche al ritiro). Strada facendo però le cose si sono sistemate. Resta da capire in che condizioni si presenterà Antonio Brown, out quasi da un mese per un problema al polpaccio. Pittsburgh ha un arsenale mostruoso, ma ovviamente Brown è un fattore troppo importante per mettere la partita su binari a lei congeniali: Bryant e Smith-Schuster sono talentuosi, ma è AB vs Ramsey l’ago della bilancia di tutto il matchup, anche per quanto detto sopra dal punto di vista del piano offensivo di Jacksonville.

In difesa Pittsburgh è ancora un po’ troppo incostante: certo se dovrà affrontare l’attacco visto domenica contro i Bills, la cosa preoccupa il giusto. Ma ogni partita fa storia a sé e questo matchup potrebbe essere il grimaldello attraverso il quale costruire un improbabile upset (soprattutto se il cornerback Artie Burns e il dl Stephon Tuitt non saranno della partita).

Conclusioni

Pittsburgh dovrebbe sbagliare davvero tantissimo (come fatto in regular season) per mettere Jacksonville nelle condizioni di poter vincere questa partita. Tante, troppe, cose dovrebbero andare storte: sono più riposati, più consapevoli, più forti. Non sono inscalfibili come potrebbe suggerire il record, ma ci vorrebbe una Jacksonville che è andata via via affievolendosi e che forse a metà gennaio non c’è più. Un fattore importante potrebbe essere il freddo, visto che è prevista una temperatura glaciale domenica all’ Heinz Field (massime intorno ai -7), e le statistiche dicono che i Jax sono 1-8 in partite giocate con temperature sotto i -5 mentre gli Steelers sono 7-1 in casa in postseason nelle stesse condizioni. Cabala & Giuliacci.

Saints (#4) @ Vikings (#2), domenica 14 gennaio, ore 22,40

Il 2018 ci ha restituito per almeno un’ultima (?) volta Brees in formato extralusso, si vede che nel 2017 siamo stati tutti particolarmente più buoni. Per la premiata ditta di New Orleanss però non è arrivato il momento reso celebre da Mr. Wolf in Pulp Fiction: i Vikings più che suggerire “pompini a vicenda” sono la classica squadra da “platani in culo”. Ma ai playoff di solito funziona proprio così, il premio per una buona partita è una partita ancora più difficile.

New Orleans Saints

La completezza di questo attacco ormai è ben nota: contro i Panthers il running game ha sofferto come non mai quest’anno. Era il matchup che Carolina aveva le possibilità di vincere, ma non è bastato perché Brees ha vivisezionato le zone altrui tornando a fasti che forse qualcuno aveva dimenticato. Domenica si prevede un’altra settimana scorbutica per Ingram&Kamara (en passant: le 3 migliori difese sulle corse quest’anno sono state Panthers, Vikings ed Eagles…). Da tener conto anche l’assenza di Andrus Peat, l’offensive lineman uscito con una gamba rotta dalla partita di domenica.

Le due squadre si sono già affrontate in week1, ma erano dei Saints molto diversi, ancora persi nell’equivoco Adrian Peterson. Sarà quindi interessante vedere come impatterà Kamara contro la difesa granitica di Minnesota. Quello che è uscito dal Wild Card è un giocatore un po’ spento lontano parente della versione che tra qualche settimane potrebbe vincere il premio di miglior rookie dell’anno. Diventare monodimensionali contro i Panthers non è stato un problema, farlo contro i Vikings ridurrebbe di molto le chance di vittoria ed è proprio la bidimensionalità di Kamara il fattore più intrigante di questo matchup.

Dall’altra parte i Saints non troveranno il Bradford chirurgico che nella week 1 mese insieme quella che probabilmente è la sua miglior partita da professionista. Keenum è molto diverso da Bradford, più impreciso nel definire i contorni del suo gioco: rispetto al wild card game la difesa dei Saints ha qualche grattacapo in meno, si troverà ad affrontare un attacco più “convenzionale” e prevedibile con qualche chance in più di ergersi a protagonista.

Minnesota Vikings

Prendetela come una limitazione di chi scrive, ma devo ancora capire bene l’attacco di questi Vikings che strada facendo hanno perso i loro punti di forza (Cook e Bradford) e nonostante questo hanno continuato a giocare come se niente fosse, anzi aumentando l’apporto di giocatori che ormai dobbiamo prendere per estremamente buoni come Thielen e Diggs. Occhio soprattutto ad Adam che si schiera sempre più spesso nello slot, posizione che ha creato più di qualche grattacapo ai Saints.

Latavius Murray, che aveva iniziato la stagione in uno sgabuzzino (e non solo per motivi fisici), s’è ritrovato quasi improvvisamente al centro del progetto e non ha fatto per nulla lo schizzinoso: ha ancora qualche inciampo, ma ha parzialmente risolto i suoi problemi di incostanza mostrati negli anni ai Raiders. Questo attacco vive soprattutto sulla capacità di commettere meno errori possibili: solo New England e Kansas City quest’anno hanno regalato meno palloni agli avversari, lo stesso Murray ha fatto fumble una sola volta in tutta la stagione (week 1) peraltro senza cambio di possesso. I Saints sono anche tra le squadre che recuperano meno fumble di tutta la lega (solo 5).

In difesa invece c’è ormai poco da sorprendersi: questo un paio di stagioni fa era un gruppo molto giovane e ben allenato, li abbiamo visti crescere d’età e di rendimento per una volta andando a consolidare le previsioni fatte. Ora sono veramente tra le migliori difese della lega non solo sulla carta ma anche come rendimento: primi per punti concessi (meno di 16), secondi per yard su lancio concesse (192,6), secondi su corsa (dietro soltanto a Philadelphia), stra-primi come percentuale di terzi down lasciati convertire (uno ogni 4). Asfissianti.

Conclusioni

Come per Steelers vs Jaguars, anche qua abbiamo uno dei più classici: attacco vs difesa e sarà molto appassionante vedere i due migliori reparti affrontarsi a viso aperto ed indirizzare le sorti della partita. Forse sono ancora troppo influenzato dal wild card game e ancora troppo impreparato per capire questi Vikings, ma non sarei così sorpreso nel veder Brees e compagni venirne a capo. Sarà comunque una partita divertentissima e piena di pathos, playoff al loro meglio.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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