Quel che passa il nastro – Speciale Italians: Berrettini, Sonego, Quinzi

Berrettini, ma non solo

Bentornati alla rubrica sul tennis di quelchepassalosport. Il Roland Garros è già iniziato e sono cominciate le prime sorprese, la redazione tennistica vorrebbe però concentrarsi sul tennis maschile tricolore e, specialmente, sulle giovani leve che stanno cercando di dare un ricambio agli storici Davis Men Fognini, Seppi, Lorenzi e Bolelli.

ANALISI GENERALE

Il tennis maschile italiano gode di un periodo di grande salute a livello quantitativo. La classifica pre-Roland Garros vede infatti cinque tennisti nella top 100 (in ordine Fognini, Seppi, Cecchinato, Lorenzi e Berrettini), sei tennisti tra 100 e 200 (Fabbiano, Sonego, Travaglia, Giannessi, Bolelli e Vanni) e ben otto tennisti tra la 200 e la 300 (Quinzi, Caruso, Napolitano, Arnaboldi, Donati, Viola, Giustino, Moroni.
A livello quantitativo si parla di ben 19 tennisti nei migliori 300 del mondo, un ottimo risultato in linea con le migliori nazioni (Germania, Canada Francia, Stati Uniti, Australia, Spagna)

A livello di giovani siamo messi quasi meglio di nazioni come la Germania o il Canada, ma manca la punta di diamante, non abbiamo uno Zverev o uno Shapovalov per intenderci tra i giovani. Ma nemmeno un Fognini che, con tutti i suoi difetti, è comunque un talento eccezionale che in Italia non si vede dai tempi di Panatta (almeno per il sottoscritto). Ci sono comunque tanti talenti giovani, conosciuti e non, che vale la pena analizzare perché prenderanno certamente l’eredità dei nostri Fab Four nei prossimi anni. In questa prima puntata parleremo dei primi tre under 24 in classifica.

Matteo Berrettini (’96)
Ranking ATP Live: 80
Soprannome: Bum Bum

Fratello maggiore di Jacopo, tennista anche lui con forse meno upside, Berrettini è un giocatore moderno, in questa rubrica giusto un anno fa l’ho definito la versione italiana di Andy Roddick. È un giocatore non “italico” come modo di giocare, gran servizio e dritto potentissimo. Con il rovescio si difende e, sulle superfici veloci, il suo back si rivela spesso mortifero. Dopo un grave infortunio due anni fa Matteo ha eseguito una scalata rapidissima (da numero 850 del mondo) vincendo sin da subito dei tornei future e poi facendo ottimi risultati nel circuito Challenger (tornei di livello appena inferiore a quelli ATP). Quest’anno ha giocato l’Australian Open, ha vinto la prima partita in un Master 1000 a Roma e, mentre sto scrivendo questo articolo, ha superato il primo turno al Roland Garros. Inoltre ha vinto il Challenger di Bergamo. È sicuramente il giocatore più pronto, prevedo una carriera solida con la possibilità di vincere qualche torneo ATP di buon livello.
Best case: Kevin Anderson

Lorenzo Sonego (’95)
Ranking ATP Live: 118
Soprannome: SoneGO!

Piemontese di Torino e gran tifoso granata, Lorenzo si definisce un giocatore che adora soffrire. E probabilmente la scelta di fede calcistica non è un caso. Sonego si affaccia relativamente tardi al mondo tennistico. Carriera da Junior praticamente inesistente, comincia a mostrare segni di miglioramento nel 2016 dove consegue buoni risultati a livello Challenger. Poi un 2017 deludente sino ad Agosto/Settembre dove scatta la scintilla che lo porta a vincere parecchie partite consecutive tra future e challenger. Quest’anno è arrivato un passaggio di turno al Master 1000 di Roma e una vittoria prestigiosa contro Richard Gasquet al torneo ATP di Budapest.
Dotato di grande resistenza, fisico molto esile nonostante la grande altezza, Lorenzo predilige la terra battuta, ma non disdegna il veloce con buoni risultati indoor. Dovrebbe rendere il suo servizio ancora più importante, è comunque già alle porte dei primi 100, mentalmente è già prontissimo per una buonissima carriera.
Best case: Lucas Pouille

Gianlugi Quinzi (’96)
Ranking ATP Live: 201
Soprannome: GQ

Sicuramente il più famoso delle nuove leve, di lui abbiamo parlato più volte, della sua carriera junior da numero 1 al mondo. Poi si è un po’ perso cambiando guide tecniche come se fosse uno Zamparini qualsiasi. Fino all’incontro con Coach Goretti lo scorso anno, allenatore di Fabbiano, Travaglia e Vanni, portati tutti al best ranking. Gianluigi ha cominciato a lavorare sui suoi difetti principali (il dritto e il gioco a rete) con calma senza porsi obiettivi a breve termine. Scampata l’ipotesi ritiro, ha cominciato con il turbo il 2018. Dopo qualche affermazione a livello future, sono arrivati ben 2 vittorie a livello Challenger, a Francavilla Mare e, questa domenica, a Mestre. Gianlugi ha tre doti straordinarie, il timing in risposta, il rovescio incrociato e la quasi totale assenza di errori gratuiti in palleggio. Questo lo rende molto difficile da battere, può essere molto frustrante giocare contro di lui. Il servizio è molto migliorato, il dritto purtroppo è ancora molto deficitario. Probabilmente in giovane età avrebbero dovuto “fermarlo” e lavorare sul cambio di movimento anche a costo di perdere qualche partita in più. I tecnici di allora hanno preferito puntare sulle vittorie junior contro giocatori che ancora dovevano formarsi. Adesso pero’ GQ sta prendendo la strada giusta, speriamo che dia continuità attestandosi a fine anno nelle posizioni vicine alla Top 100
Best Case: Albert Ramos

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