Se è porno tolgo (cit.)

Il Romanismo, inteso come l’analisi e lo studio dell’essere romanista ossia tifare per quella stramba squadra di calcio chiamata AS Roma, è materia di analisi e studio dal 1927 ad oggi.

Si parla di una delle due squadre (la seconda, per la precisione di alcuni) della città più popolosa d’Italia, e sua capitale, squadra che rappresenta il 3° o 4° bacino di tifosi, che nella sua storia ha raccolto molte poche soddisfazioni sia sul suolo patrio (appena tre titoli nazionali più qualche coppetta qua e là) sia durante le campagne europee (una coppa delle fiere, antesignana della coppa UEFA, due finali perse – una malissimo ed una male) a discapito di una storia piena di buoni se non buonissimi giocatori passati tra le sue fila e di tantissimi ci siamo andati vicino (la Roma è arrivata 14 volte in seconda posizione, seconda dopo la Juventus ed a pari merito con Inter e Milan – squadre che hanno vinto rispettivamente 35 34 33, 18 e 18 titoli) ma soprattutto di innumerevoli figure di melma.

Losi e la coppa delle fiere del 1961

Losi e la coppa delle fiere del 1961

Perché la storia della Roma, per molti, è questa: è Roma – Lecce col gol di Barbas, è Roma – Liverpool persa ai rigori, è Manchester United – Roma 7-1 (altro 10 aprile, dai), è il gol di Lulic, è Roma – Sampdoria del 25 Aprile; è quel “Mai na gioia” diventato un mantra per i tifosi giallorossi, che campeggia in tanti dei muri di Roma e provincia.

E come non capire il ‘Bombòn’ dei giornali spagnoli, quando alla più forte (o giù di lì) il sorteggio ha regalato una delle più deboli, una che ha fatto della debacle la sua storia?

Dopo l’andata poi, quel Bombòn sembrava essere già stato digerito. 4 a 1 senza troppa fatica, senza dover neanche pensare a segnare tutti i gol, tanto quelli del mai na gioia ci pensano da soli…

Il tifoso romanista sa che queste non sono cose per lui. Che un 4a1 in trasferta all’andata significa, tiè, un 1a0 al 45′ e un gol in contropiede dopo un palo, o un duazzero incompleto, magari con gol di Vermaelen o con magia di Messi che poi devi pure applaudire. O addirittura un 0 – 3 dopo 40′ minuti, figlio di un gol preso a freddo, magari col pubblico che comincia a rumoreggiare (alla fine, cinquantamila e più non ci sono spesso di questi tempi all’ Olimpico, e molti sono lì per caso o occasione, o magari per “vedere giocare Messi dal vivo”)…

– “Sai che ce vorebbe? Un go’ subito, nei primi diesci minuti, poi magara un duazzero alla fine del primo o subito al rientro dagli spojatoi, e poi va come va, tutti avanti e magara ce scappa er treazzero…sempre se nu piji go, che se ne piji uno mejo fa riposà qualcuno che domenica ce ssa er derby”

– “Sì e o sai chi se meriterebbe da segnà? DeRossi, e magari pure Manolà, che alla fine l’autogò all’annata nun se lo meritavano, nun era giusto…”

– “Eh sì, sogna sogna, tanto alle 10 già stamo a casa a vedè Floris che ce stanno Travajo e Rosato”

E invece, è successo. Ieri sera, allo stadio Olimpico di Roma, di fronte a 56.575 guardoni, è andato in scena un porno. Certo, la sceneggiatura è stata un po’ troppo tutto: era proprio necessario far segnare De Rossi e Manolas? Si vede proprio che è finzione. Si vede proprio che il regista era attento ad altro, a far godere più che a rendere il film credibile.

Però ragazzi, che goduria. Che goduria. Non so se ricapiterà, e se sarà non è possibile sapere quando, però ieri ho fatto un po’ pace col calcio e con la Roma, per quel che conta.
Quando mio figlio crescerà, glelo ri-racconterò, magari riuscirò a trasmettergli un po’ di romanismo. Perché oh, d’accordo mai na gioia, ma quando una c’è, quanto è grande. E quanto è bella.

Se è porno tolgo (cit.)

Roma Barcellona - Manolas come Tardelli

Manolas come Tardelli

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Una risposta

  1. Diego ha detto:

    Ma Inter e Milan non hanno vinto 18 scudetti a testa? Non 15 e 16 🙂

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