Giro d’Italia 2022 – I Partecipanti

Foto Fabio Ferrari/LaPresse 17 ottobre 2020 Italia Sport Ciclismo Giro d'Italia 2020 - edizione 103 - Tappa 14 - Gara Cronometro individuale - Da Conegliano a Valdobbiadene (km 34,1) Nella foto: ALMEIDA João( POR )DECEUNINCK - QUICK - STEP MAGLIA ROSA Photo Fabio Ferrari/LaPresse October 17, 2020 Italy Sport Cycling Giro d'Italia 2020 - 103th edition - Stage 14 - ITT from Conegliano to Valdobbiadene In the pic: During the race.ALMEIDA João( POR )DECEUNINCK - QUICK - STEP PINK JERSEY

Il percorso ve lo abbiamo già presentato qui, ora è il momento di dare uno sguardo, squadra per squadra, a quelli che saranno i protagonisti di questo Giro d’Italia, tra favoriti, outsider, giovani da tener d’occhio e possibili sorprese.

Sono contrario al “disfattismo” sui partecipanti: “eh ma non ci saranno i big”, i big che poi sono due: Pogacar e Roglic. Ci fosse stato solo uno dei due sarebbe stato “ah ma è un giro senza storia”, ci fossero stati entrambi sarebbe stato il Tour perché al momento non si può far diversamente.

Allora bando ai piagnistei e godiamoci quelli che ci saranno.

INEOS Grenadiers

Al solito, come ormai gli accade da anni, la Ineos si presenta in un Grande Giro senza velocista, quest’anno l’avrebbero pure in “rosa” e ce l’avrebbero pure italiano, ma Elia Viviani se ne resta a casa: spazio ai gregari, a gente che può fare un po’ di lavoro in più in pianura. Certo magari Swift se vorrà potrà pure buttarsi in qualche volata una volta tenuto davanti il capitano, ma più per sfizio personale che per interesse del team.
Qua si corre tutti per Carapaz. Porte/Sivakov saranno chiamati a salvare “la faccia” nel male augurato caso di debacle del capitano, per il resto rimangono due luogotenenti da montagna di extra lusso. Richard il giro l’ha già vinto e vanta un podio sia al Tour che alla Vuelta, probabilmente l’ecuadoriano, con Bernal ancora out, resta il corridore da GT più solido tra gli umani. Favorito.
Se dovessero avere un giorno di libertà Narvaez e Tulett (classe 2001) potrebbero togliersi qualche soddisfazione nelle prime due settimane.

AG2R Citroën Team

Qua la curiosità più grande è riposta sull’austriaco Felix Gall che aveva mostrato una buona gamba al Paesi Baschi e che viene da un ottimo Tour of the Alps (sesto nella generale, sempre in top 10 nelle singole tappe, tranne l’ultima in cui ha chiuso 11esimo). Di montagne al Giro ne troverà tante, vedremo se proverà a correre per una generale tra la 20esima e la 10a posizione, oppure uscirà di classifica per buttarsi in qualche fuga interessante.
Questa infatti resta per lo più una squadra devota alle fughe, su tutti il nostro Vendrame (che considerando anche il resto, potrebbe buttarsi anche negli sprint di gruppo), il pimpante Calmejane ed ovviamente Nans Peters, che non a caso in tappe di montagna nei GT vanta già 2 vittorie (Anterselva 2019 e Loudenvielle 2020), anche se da un po’ pare aver perso quel tocco.
Resta comunque una squadra di secondo piano.

Alpecin-Fenix

Mathieu Van Der Poel è il ciclismo. Ho visto tirare da tre Ray Allen (basket), ho visto danzare sopra un pallone Zinedine Zidane (calcio), ho visto pedalare MVDP verso il traguardo di Loreto (Tirreno 2020): è gente che ti riempie gli occhi, l’eleganza fatta gesto atletico/tecnico.
L’olandese è un valore aggiunto incredibile per questo Giro, ha avuto un inverno difficilissimo ed infatti è arrivato un po’ cotto a fine campagna delle classiche primaverili. Ma sulle strade d’Italia verrà per divertirsi e se lui si diverte, noi godiamo. Obiettivo: indossare almeno un giorno la maglia rosa, magari anche la prima.
L’Alpecin comunque resta una squadra molto pimpante, anche se mancherà Tim Merlier (ormai nella top 5 dei velocisti), sarebbe dovuto esserci, ma la caduta alla Roubaix e la successiva operazione al gomito l’hanno messo KO. Occhio quindi, per gli arrivi a gruppo compatto, al duo Mareczko (all’occasione della vita, o quasi) e De Bondt, mentre per una volata ristretta Oldani potrebbe dire la sua.

Astana Qazaqstan Team

L’Astana è tra le squadre più deludenti fino a questo punto della stagione, ok che non era un team pensato per fare chissà che in primavera e per di più sono stati particolarmente sfortunati con malattie varie, ma sono stati praticamente invisibili in ogni corsa. Ora però è il momento di iniziare a riscattarsi.
Fossero in condizione decente, i corridori in questa lineup non sarebbero nemmeno male per una corsa di tre settimane, specie per le tappe di montagna.
Il capitano, al di là dei numeri assegnati, sarà Lopez, uno che fin qui ha preso il via in 10 GT e che è una garanzia abbastanza solida di top 10: probabilmente non ne vincerà mai uno, ma in questo momento all’Astana non ci pensano nemmeno.
Nibali ormai fa molta fatica sulle tre settimane, può far classifica correndo per lo più di conserva e così facendo anche lui potrebbe aspirare ad una top 10: è questo l’obiettivo? Di certo ha avuto un inverno/primavera molto tribolato e gli anni vanno per i 38. Al Giro di Sicilia ha fatto bene, magari puntasse a qualche tappa, con un po’ di fortuna, potrebbe anche gioire.
A proposito di tappe: Conti e Felline sono quei corridori lì, ma, torniamo al punto iniziale, come stanno? Boh. Cosa hanno fatto vedere quest’anno? Niente.

Bahrain – Victorious

Si inizia da qui: in Bahrain volano tutti, tutti tranne uno: Mikel Landa.
Certo, quest’anno, grazie ad un ottima performance sul Carpegna, è stato terzo alla Tirreno (come l’anno scorso), 11esimo al Tour of The Alps, corso da “gregario” per Bilbao (l’anno scorso fu ottavo ai Paesi Baschi) e si è fatto notare alla Liegi (ma anche qui più in un ruolo per la squadra e per Teuns, che per se stesso). In sostanza l’avvicinamento al GT è stato buono, ma non dissimile a quello avuto negli anni, tanto poi un modo per rovinare tutto lo trova sempre.
Lui e Bilbao comunque si divideranno i galloni da capitano, scortati da un nugolo di gregari buoni per ogni terreno (basta il nome di Tratnik per vederselo già trainare il gruppo per qualche salita dolomitica).
Un ruolo diverso dovrebbero averlo Bauhaus (alla caccia di vittorie in volata, lui che in Italia ha già vinto quest’anno, all’ultima tappa della Tirreno) e Buitrago: usare il talentuoso classe 1999, che un giorno sarà capitano di una corsa del genere, solo come faticatore per la squadra sarebbe un peccato.

Bardiani-CSF-Faizanè

Zana ha avuto un buonissimo (seppur non molto appariscente) inizio di stagione tra febbraio e marzo si è ben comportato al Tour of Oman e al Gran Camino, con la ciliegina sulla torta della top 20 alla Strade Bianche (a meno di 90″ dal secondo posto di Valverde). L’avvicinamento al Giro però poi non l’ha visto particolarmente brillante. Lui (23 anni) è senza dubbio il corridore con il maggior talento della Bardiani ed il settimo posto nella tappa di Stradella dell’anno scorso deve essere un punto di partenza: si può far meglio.
Per le volate a gruppo compatto, Sacha Modolo proverà a racimolare qualche piazzamento, ma in questo occhio anche a Fiorelli, che può farsi valere in arrivi magari con gruppi meno numerosi alla fine di tappe mosse.
Per il resto aspettiamoci i vari Zoccarato, Gabburo, Tonelli, ecc…in fuga un giorno sì e l’altro pure.

BORA – hansgrohe

Peccato non avere qua uno dei corridori più in forma dell’intero panorama professionistico: Vlasov. Ma restiamo sui presenti: Kelderman difficilmente piace, non ruba l’occhio, non scalda il cuore e probabilmente al Giro 2020, tra un litigio interno e l’altro, ha visto sfumare la più grande occasione della sua carriera. A proposito di quel Giro, davvero curioso che quest’anno lui e Hindley si siano ritrovati in Bora e si troveranno di nuovo per le strade d’Italia a contendersi il ruolo di capitano.
Pur con caratteristiche diverse i due (o meglio dire uno dei due, chi però?!) lotteranno per una top 10 che è alla portata. Tornare sul podio (i due fecero secondo e terzo) pare però improbabile.
Buchmann e Kamna (nella stagione “sì” Lennard ha un motore da grandi imprese, e questa è una stagione “sì”) sono qua per le tappe mosse ed ottimo piano alternativo al di là della classifica.
Noi speriamo in qualcosa, magari in qualche tappa di montagna) da parte di Aleotti, che dopo un buonissimo 2021, quest’anno sta avendo qualche difficoltà di troppo.
Menzione finale a Zwiehoff, passato dalla mountain bike al ciclismo su strada, ormai da un anno e mezzo, senza grandi risultati però.

Cofidis

Martin correrà il terzo GT consecutivo (nonché primo Giro d’Italia in carriera) con un unico obiettivo: quello di centrare la terzo top 10 di fila. Si perché di riffa o di raffa (leggasi fuga bidone alla Vuelta che lo portò addirittura al secondo posto momentaneo), il francese della Cofidis è uno che pur “sprecando” molto in corsa, riesce sempre a salvare una classifica decente (top 15).
La squadra è comunque piuttosto attempata, con ben 5 over 30 e nessun under 25.
Cimolai e Consonni si giocheranno le volate: al di là di quelle che sono le gerarchie iniziali, immaginiamo che a seconda della condizione e della sensazione, si alterneranno a vicenda tra ruolo di lead out (dove entrambi eccellono) e quello di finalizzatore e per entrambi ci sono buone occasioni di piazzarsi.
Piccola curiosità: Périchon, a 35 anni, sarà il debuttante al giro più anziano di questa edizione.

Drone Hopper – Androni Giocattoli

Tesfatsion è un Restrepo che può farcela (ad ognuno i propri feticci, ndr). L’eritreo, classe 1999, quest’anno sta facendo collezione di piazzamenti nei 10 (12 sui 29 giorni di corsa). Certo il calendario/parco partecipanti del World Tour pare essere ancora troppo per lui, ma questo Giro rappresenta un bel banco di prova, dove poter trovare la giornata giusta, se non per una vittoria, almeno per un bel piazzamento.
Se Cepeda è quello che abbiamo visto al Giro di Sicilia, aspettatevi di trovarlo spesso inquadrato tra i fuggitivi delle tappe di montagna.
Menzione d’onore la merita Ponomar: l’ucraino finora non ha fatto vedere un granché (quasi nulla), ma lo nominiamo perché curiosamente era il più giovane al via al Giro dell’anno scorso, ed è il più giovane anche quest’anno, unico classe 2002 alla partenza.

EF Education-EasyPost

Cort è alla caccia di una vittoria che gli permetterebbe di entrare nell’esclusivo club dei corridori con almeno un primo posto di tappa in ognuno dei 3 GT (6 alla Vuelta, 1 al Tour fino ad ora).
La EF si aggrappa soprattutto a lui per riscattare una stagione fin qui molto deludente. Ci piacerebbe vedere protagonista in salita ed in classifica generale Hugh Carthy, ma la sua stagione è un po’ lo specchio di quella della squadra: praticamente mai protagonista. Dovesse mai rinsavire strada facendo, una top 10 finale sarebbe anche alla sua portata (il podio alla Vuelta 2020 resta ormai quasi un lontano miraggio e rischia di essere figlio di quella stagione, post lockdown, davvero sui generis).
Tra gli altri, un raggio di sole potrebbe arrivare da qualche colpo di pedale deciso da parte del giovane Simon Carr.

EOLO-Kometa

Qua ci sono due sorvegliati speciali: Lorenzo Fortunato e Vincenzo Albanese.
Fortunato l’anno scorso è stato una delle sorprese più grandi del Giro d’Italia e non tanto per la vittoria sullo Zoncolan, quanto per aver poi comunque tenuto anche nelle successive tappe alpine, senza il bisogno di avvantaggiarsi dalla fuga. Quest’anno quel Fortunato non si è visto molto, anche se arriva al Giro con una condizione in crescita. Infatti sia lui che appunto Albanese hanno fatto molto bene nella brevissima corsa a tappe nelle Asturie (3 tappe, 3 secondi posti combinati, più un secondo posto nella generale e secondo+terzo posto nella classifica a punti).
Vincenzo sta piano piano, ma costantemente, migliorando in quest’ultimo anno e mezzo: non vince una corsa dal 2016 (ricordiamo, classe 1996) e questo è veramente assurdo per uno con le sue caratteristiche, ma i piazzamenti nei 10 si stanno moltiplicando: sta per succedere una cosa… ce lo sentiamo!
Tra gli altri un occhio di riguardo per l’ungherese Fetter (22 anni, quarto agli Europei di Trento dell’anno scorso dietro a Nys, Baroncini ed Ayuso), mentre al Giro di Sicilia è tornato a farsi notare, nella tappa dell’Etna, Diego Rosa, giunto al traguardo quinto, Etna che sarà scalato anche nelle prime tappe di questa corsa: visto mai…

Groupama – FDJ

Un capitano per le volate, Arnaud Démare, ed uno per la classifica, Attila Valter. L’ungherese che peraltro pedalerà nel primo weekend tra la sua gente, deve ancora compiere 24 anni ed è al terzo Giro in carriera: 27esimo nel 2020, 14esimo nel 2021, top 10 nel 2022? La condizione pare in crescendo.
Il resto della squadra però pare più costruito per lanciare al meglio il velocista francese che quest’anno è ancora a secco: 0 vittorie e qualche sporadico piazzamento.
Menzione d’onore la merita Jacopo Guarnieri, ormai tra i lead out più efficaci del gruppo e sicuramente tra i ciclisti più interessanti giù dalla sella.

Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux

Fatte le debite proporzioni siamo davanti alla squadra dell’anno: 6 vittorie (Wevelgem e Scheldeprijs incluse), secondi alla Liegi, quarti e sesti alla Roubaix, quinti alla E3, per lunghi tratti sono stati anche la miglior squadra belga del circuito. Pazzesco.
A questo Giro l’Intermarché porta il suo diamante Girmay: avesse la gamba di inizio aprile, potrebbe addirittura puntare alla maglia ciclamino, perché sono tante le tappe dove può far bene. Ma ci vuole pazienza, gli anni sono appena 22.
Per le tappe di montagna pura poi non sono poche le carte da potersi giocare: l’eterno Taaramae, l’infinito Pozzovivo (preso per puntare ad un piazzamento nella generale) ed il solido Hirt, per lui un inizio molto buono, ma non corre da un mese e mezzo, percorso stagionale molto simile a quello del nostro Lorenzo Rota (pur senza gli acuti di Hirt).
In definitiva, una squadra che nel suo piccolo punta a togliersi tante soddisfazioni, su più terreni: ci faranno divertire.

Israel – Premier Tech

Cosa vuole fare da grande la Israel? Boh…a giudicare da questo lineup, forse semplicemente invecchiare. C’è poco da dire, i corridori più interessanti hanno ben dietro le loro spalle il prime delle loro carriere, peraltro spesso piene di buono/ottimo gregariato. Buoni pedalatori o anche cronoman, ma sul viale del tramonto: lo dice la loro carta d’identità oltre che la strada in queste ultime stagioni.
In tutto ciò però qualche buon piazzamento, se non addirittura vittoria, potrebbe anche arrivare grazie soprattutto alle volate di Giacomo Nizzolo che, pur senza vittorie nel 2022, ha dimostrato di avere un’ottima gamba: 3° Almeria, 5° Kuurne, 8° e 2° alla Tirreno.

Jumbo-Visma

C’è qualcosa che ci farebbe più piacere di vedere Dumoulin sul podio a Verona? No. C’è qualche chance che ciò accada? No. Nei 12 giorni di corsa avuti in stagione fin qui, l’olandese ha mostrato un lampo del suo talento nella crono allo UAE Tour (terzo dietro Bisseger e Ganna, davanti a Pogacar), ma già il giorno dopo nelle salite sui generis arabe è andato alla deriva. È stato poi tolto dalla start list di qualche corsa in primavera per scarsa condizione. Facciamo un atto di fede, ma saranno tre settimane molto dure per Tom.
La Jumbo ha comunque pronto il piano B: Tobias Foss è un altro di cui ignoriamo completamente la condizione, è caduto nella seconda tappa della Coppi e Bartali e da lì (23 marzo) non ha più corso. L’anno scorso però proprio al Giro s’è messo sulla mappa con una bella top 10 tenuta e mantenuta per metà corsa. Ripetersi non sarà facile (visti i pochi km a cronometro), ma non impossibile se dovesse mostrare lo stesso rendimento sulle salite anche nel 2022.
Tra ottimi passistoni e cronoman (tra cui il nostro Affini), un’attenzione diversa merita il 22enne Leemreize che nelle categorie inferiori ha mostrato più volte di trovarsi a suo agio in montagna.

Lotto Soudal

C’è stato un periodo in cui c’era un carro in cui Vanhoucke poteva essere (in prospettiva) l’uomo da classifica per le corse a tappe (anche di 3 settimane) della Lotto. Su quel carro noi (ed io) c’eravamo! Ok, il ragazzo è ancora giovane, però fin qua ha dimostrato che forse eravamo un po’ troppo ambiziosi. Nonostante questo Harm ultimamente ha iniziato a divertirsi con le fughe, il motore resta interessante (non male. l’anno scorso, il terzo posto a Montalcino al Giro o il quinto posto a Vallter 2000 al Catalogna), di vittorie in 5 stagioni nemmeno l’ombra, ma potrebbe accadere…
Chiaramente comunque qua si correrà soprattutto per le volate di Ewan: per l’australiano già 5 vittorie (su 21 giorni di corsa) quest’anno ed 11 volte primo nei GT in carriera. Dopo i problemi che l’hanno costretto a saltare la Sanremo, è tornato ed ha ripreso a vincere: lo metteremmo tra i favoriti alla maglia ciclamino, se solo volesse mai arrivare a fine Giro…

Movistar Team

Valverde torna al Giro d’Italia e lo correrà per la seconda (ed ultima) volta: nel 2016 fece terzo nella generale, vinse la tappa di Andalo a cui aggiunse altri 7 piazzamenti nei primi 10. A 6 anni di distanza con i 40 scollinati da un po’ sarà impossibile ripetersi quantitativamente, ma qualitativamente (leggasi una vittoria di tappa o meglio ancora portare addosso almeno una maglia rosa), chissà?! Quest’anno ha iniziato molto forte, ma quando il livello in primavera si è alzato, gli è sembrato mancare qualcosa, ma in un GT le cose poi, per le singole tappe, cambiano.
Lui è l’unica attrattiva di una squadra che difficilmente vincerà la classifica per i team. Qualcosa di buono potrebbe farlo Sosa, deludente nella sua esperienza alla Ineos, ma ancora 24enne ed uscito con un’ottima condizione dalla Vuelta Asturias.

Quick-Step Alpha Vinyl Team

Si torna alla Quick Step con zero ambizioni di classifica generale. Fossimo stati qualche anno indietro avremmo pure potuto fare sofismi sulle chance di Knox, ma le ultime stagioni ci hanno tolto tutti i dubbi e ci hanno lasciato con l’unica certezza di un corridore che tende a non essere né carne né pesce.
La stagione delle classiche poi, al di là della bellissima Liegi di Remco ed al di là della ventina di vittorie complessive (non poche), è stata molto criticata ed analizzata nel complesso, non tanto per il numero o il valore dei successi, ma per delle condotte di gare quasi rinunciatarie, non da Quick Step.
Qua però intanto c’è Morkov, il che vuol dire che il velocista di turno (nella fattispecie il risorto Mark Cavendish) partirà sempre favorito nelle volate di gruppo delle prime settimane.
Tra gli altri Vansevenant ha il talento e la freschezza per andare a caccia di scalpi di qualità. La speranza è che nelle tappe mosse e magari in volate ristrette ci si possa trovare a lottare anche Ballerini.

Team BikeExchange – Jayco

Questa è la corsa dell’anno per la BikeExchange e si presentano al via con il classico uno per tutti e tutti per uno: quell’uno ovviamente è Simon Yates, mentre i tutti sono un buon gruppo di gregari (niente di extraterrestre, ma comunque solido) molto buoni in pianura, nel tenere le corse chiuse e discreti per la salita (Craddock e Hamilton in particolare). Basterà per vincere il Giro? Perché no?
La cosa che più terrorizza il team australiano è la tendenza ormai cronica di Simon di trovare la giornata storta dove butta tutto all’aria, è sempre andata così, ma loro non possono fare diversamente.

Team DSM

Bardet e Arensman 2022 possono essere quello che sono stati Hindley e Kelderman nel 2020?! Difficile dirlo per due motivi soprattutto: 1) Il 2020 è un anno che per il calendario stravolto causa Covid merita un grosso asterisco, 2) la DSM ha un momento della stagione in cui fanno fuoco e fiamme, i due sono andati molto bene al Tour of the Alps: e se fosse questo quel momento?
Arensman lo aspettiamo da un paio di stagioni, è in crescita, è ottimo a crono (non che qua serva molto, purtroppo) e sta iniziando ad adattare il suo buon motore al livello pro anche sulle salite, magari è presto, ma da tenere d’occhio.
Bardet è stato riportato alla vita ciclistica dal passaggio alla DSM, dopo due stagioni francamente anonime. Classe 1990, ha fatto una bella top 10 l’anno scorso, può ripeterla.
Dietro a loro che cercheranno di darsi man forte e restare in classifica, ci sono i fughisti Denz ed Hamilton ed i velocisti: Cees Bol, ma, speriamo, soprattutto Alberto Dainese che dopo aver vinto l’europeo U23 nel 2019, ha vinto solo 2 corse (l’ultima nel 2020, pre Covid) peraltro entrambe 2.1, ma che al tempo stesso ha collezionato più di 30 top 10, di cui 14 WT, con una grandissima Vuelta 2021, dove è mancato solo l’acuto.

Trek – Segafredo

Dario Cataldo (1985) sarà al via al suo 24esimo GT (13esimo Giro), Skjelmose Jensen (2000) al primo. Il danese della Trek è uno dei principali motivi di interesse, la squadra gli ha fatto correre ben 14 corse a tappe brevi prima di buttarlo in un grande giro, e stando alla giovane età l’approccio ci pare più che sensato. Lui, di contro, ha mostrato davvero sprazzi interessanti sia in salita (seppur con pendenze non eccessive), sia a cronometro. Quest’anno si tratta ancora di farsi le ossa, per iniziare a capire se sarà possibile fare degli step successivi.
Per il resto le solite cose: Ciccone tra Covid (prima ondata) e compiti forse non suoi (correre per la classifica) si è un po’ perso e snaturato, ci manca il Giulio che attacca e va all’arrembaggio, speriamo di rivederlo in questo Giro.
Mollema dopo il quinto posto nel 2019, che è stato un po’ il suo canto del cigno, ha deciso di dedicarsi alle fughe, facendo bene.

UAE Team Emirates

Il Dark Horse di QCP per questo Giro è Joao “Bota Lume” Almeida. Noi si tifa per lui: per quei 15 giorni consecutivi passati in maglia rosa, quel sogno svanito sullo Stelvio, nel 2020 e per il suo modo di correre grintoso e mai domo. Almeida può andare in difficoltà, ma quando ormai l’hai dato per staccato te lo senti tornare sotto e questo a suo modo fomenta quasi come uno scatto. Il Giro poi gli piace: classe 1998, ha corso solo 2 GT in carriera, Giro 2020 4°, Giro 2021 6°. Vogliamo l’acuto, vogliamo il podio, sogniamo il trofeo senza fine (ancora: se ci fossero stati più km a cronometro sarebbe stato meglio, anche per il nostro sogno).
La UAE ha tenuto i pezzi migliori del gregariato per il Tour, ma qua comunque si presenta con una formazione che forse è meno “devota” al capitano, ma si potrebbe togliere qualche soddisfazione in più nelle vittorie parziali: c’è la colonia portoghese (Oliveira e l’eterno Rui Costa oltre al Joao di cui sopra), quella italiana che con Ulissi (8 vittorie al Giro!), Formolo (dio solo sa quanto ci farebbe godere una sua vittoria di tappa) e Covi (se solo recuperasse la forma di inizio stagione…) ed infine il duo sudamericano Richeze-Gaviria pronto ad apparecchiare volate, sperando di stare lontano da sfighe e cadute.

Come da tradizione, non posso non premiare la vostra lettura con il mio pronostico (pur avvisandovi che c’è stata una volta che pur mettendo una decina di nomi in ordine, sono riuscito a non inserire il vincitore, maledetto Geraint Thomas, non l’ho mai amato….):

1) Joao Almeida, 2) Romain Bardet, 3) Richard Carapaz, 4) Miguel Angel Lopez, 5) Pello Bilbao, 6) Simon Yates, 7) Wilco Kelderman, 8) Mikel Landa, 9) Guillaume Martin, 10) Lorenzo Fortunato.

PS. Se non ne avete abbastanza, vi suggeriamo anche l’ascolto della super puntata di 53×11: 2 ore interamente dedicate alla corsa rosa, tra percorso, partecipanti e considerazioni degli ascoltatori, andata in onda su twitch mercoledì sera e ascoltabile anche in podcast mp3 qui: 53×11 – S01E11 – Giro d’Italia (preview)

azazelli: Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.
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