Chi l’ha visto?

Boranga, l’ultimo portiere allenato da Maifredi

No, non parliamo del fuorigioco di Paloschi in Chievo-Juventus, ma della curiosa storia del Brescia Calcio che, da domenica, stava cercando Marco Giampaolo, 46 anni, fino a quel momento allenatore della squadra lombarda e nel cercarlo ha trovato Gigi Maifredi, “sparito” nel 2000, fatta eccezione per le sue scorribande in opere benefiche e a “Quelli che il calcio” con il suo Maifredi Team.

In realtà posta così la questione contiene ben due inesattezze: né Giampaolo né Maifredi sono mai scomparsi. Il primo era beato nella sua casa bresciana, l’altro seppur lontano dalle panchine ufficiali proprio da quel lontano 2000, faceva parte da 4 anni dell’assetto dirigenziale delle rondinelle.

Fare battute ora sulla scelta di rimetterlo sul campo sarebbe troppo facile, ci penserà il campo stesso a darci gli adeguati assist o a farci stare zitti, sempre che il presidente Corioni ci offra abbastanza tempo per goderne: si fanno già i nomi di Mangia, Corini, De Canio, ecc ecc….ma non di Stramaccioni, sigh.

Quello che però più inquieta di questa vicenda non è tanto il nome del (momentaneo?) sostituto di Giampaolo, ma che qualcuno, la società in primis, abbia tentato di far passare l’ormai ex allenatore bresciano come un pazzo, uno che scappa, sparisce e non si fa più sentire. Già i servizi su sky sport, con la musichetta del celebre programma televisivo “Chi l’ha visto?” sembravano francamente inopportuni, poi quando la verità è venuta a galla la vicenda ha assunto ancora di più i connotati dello schifo, in cui Giampaolo in realtà è solo una vittima.

Sinceramente non ho ben capito se davvero il Brescia Calcio volesse far intervenire “Chi l’ha visto?”, ma il semplice fatto che io mi ponga il dubbio è indice del fatto che ormai, per come i media vivono il mondo del calcio, tutto è verosimile. In realtà Giampaolo aveva avvisato la società delle sue dimissioni, allora perché tutto questo tamtam incontrollato? Lui stesso se l’è spiegato così: “Forse speravano che ci ripensassi, che le mie dimissioni fossero lo sfogo di un momento”….eh no mister, la spiegazione è signorile nei confronti della società, ma fa un po’ acqua, tentano di fartici ripensare dandoti del “pazzo eremita”?!

Giampaolo a colloquio con la “dirigenza”!

Fossi stato in lui avrei reagito in ben altro modo, ma Giampaolo probabilmente si è anche un po’ stancato di un mondo, quello del calcio italiano, che a mo’ di tritacarne si limita a sputare chiunque non si adegua ad un certo modo di intendere la società sportiva, in cui di sportivo c’è sempre di meno, mentre il concetto di società assomiglia sempre più a quello allargato di ciò che ci circonda, fatto di piccole lotte di potere e in cui nessuno fa semplicemente quello che dovrebbe fare, ma pretende di fare anche altro.

Perché ormai non ci meravigliamo più del fatto che un allenatore debba rendere conto ad un gruppo di tifosi, andando a costituire un legame che non ha alcuna ragione di esistere e che se solo provassimo a guardare la scena facendo un passo indietro per metterla meglio a fuoco, ci renderemmo conto di quanto tutto ciò non abbia alcun senso ed è lì che parte la deriva del nostro calcio, molto più di un fuorigioco che c’era, di un calcio di rigore non dato, di un top player che non arriva o che parte.

azazelli: Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.
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