Il mondiale di Cassani e dei suoi soldati

Tanto impegno

Inutile fare tanti giri di parole, noi questo tipo di corridore non ce l’abbiamo: il corridore che vince le grandi classiche non c’è, né che siano movimentate, né che siano da volatone finale, né che sia una via di mezzo come ha dimostrato di essere il circuito di Ponferrada. Poi certo Visconti è buono, De Marchi ha passato il 2014 all’attacco, ma davanti al gotha del ciclismo per la gara secca, quando la gran parte dei migliori (Sagan escluso…) si presenta al 100%, loro, i nostri, o sono al 150% o hanno poche chance. È più facile trovare la fuga giusta in una delle 20 tappe di un grande giro, che vincere l’appuntamento secco, è lapalissiano, ma vale la pena sottolinearlo.

Fatta questa giusta premessa, bisogna ammettere che Cassani esce promosso dal suo primo mondiale da CT. Preciso che io ero soddisfatto anche dell’operato di Bettini, che, a memoria, quindi potrei sbagliarmi, anche l’anno scorso provò una tattica simile, comunque mandando all’attacco i propri uomini, senza però riuscire ad essere presente quando ci si giocava veramente la corsa. Cassani ha fatto fare la selezione agli azzurri, conscio del fatto che per vincere servivano in ordine una gara dura, poi un miracolo ed infine un po’ di fortuna: nel corso dell’undicesimo giro (su 14) ha scremato il gruppo e poi ha lanciato le sue frecce. Non m’è piaciuto di primo acchito aver “sprecato” Visconti così presto, ma come mi è stato fatto notare, evidentemente non era al 150% e forse nemmeno al 100% e quindi tanto valeva buttarlo nella mischia come prima mossa e vedere cosa sarebbe successo. Ottimo il lavoro di Aru in quel tentativo: benché in una corsa che per nulla si addice alle sue caratteristiche, sarebbe stato un delitto non portare il sardo, stando alla condizione di uscita dalla Vuelta, e comunque ha trovato il modo per rendersi utile.

De Marchi s’è trovato nel posto giusto con un attimo di anticipo e quando sono arrivati da dietro i campioni lui aveva già speso molto, ma non gliene farei una colpa, sarebbe sorprendete il contrario, puoi essere generoso e caparbio quanto vuoi, ma ad un certo punto il talento e la brillantezza degli altri viene fuori e non ci puoi fare nulla, non hai colpe né tu né Cassani, gli altri sono più forti.

Nibali è stato il grande assente, ecco lui è il nostro fuoriclasse, ma ha staccato la spina un po’ troppo dopo il Tour e le (non) corse in preparazione del mondiale si sono fatte sentire: chiaramente il tutto è giustificato da una maglia gialla che ancora ci fa sognare. Era un percorso per nulla adatto alle sue caratteristiche principali, ma quando parliamo di Nibali parliamo di un fuoriclasse e il range delle caratteristiche principali si allarga, magari fosse stato al 100% non l’avrebbe comunque vinto, ma con il gruppo dei Valverde ci sarebbe stato anche lui.

E chiudo con Sonny Colbrelli, l’unica nostra speranza nascosta in questo mondiale: è giovane (1990 come Aru), abbiamo solo intravisto che tipo di corridore può diventare, non mettiamogli fretta, non facciamogli prendere strane scorciatoie e tra un paio d’anni magari queste corse che non sono né troppo movimentate, né troppo da volatone finale, ce le vince lui.

Emozione iridata

Ah sì, quasi dimenticavo…il mondiale l’ha vinto Kwiatkowski (toh, classe 1990), ha iniziato con le strade bianche ed ha concluso con Ponferrada, nel mezzo il suo connazionale Majka ha strabiliato un po’ tutti, tra grandi e piccoli giri: il 2014 è iniziato come l’anno dei colombiani, s’è concluso come quello dei polacchi. Gerrans e Valverde hanno completato il podio, il sesto in una competizione elite iridata in linea per lo spagnolo, con zero vittorie. Peraltro lo stesso podio, come presenze che abbiamo avuto alla Liegi quest’anno (Gerrans, Valverde, Kwiatkowski l’ordine) e noi un corridore “da Liegi” ce l’avremmo pure…va bene, per questa volta “accontentiamoci” di quella maglia gialla…

azazelli: Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.
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