Atlanta Falcons 2015 – Liberaci da ogni MikeSmith

Un profilo importante...

Un profilo importante…

Mike Smith ha rappresentato il male per questa franchigia negli ultimi anni, a lui (in questo momento a spasso) veniva richiesto il definitivo salto di qualità e di mentalità nella crescita iniziata proprio con il suo arrivo nel 2008. In realtà poi questo miglioramento non solo non c’è mai stato (l’unica vittoria ai playoff in 7 anni è stata un mezzo supplizio tra partita vinta e persa 3 4 volte durante la stessa, se avete modo, recuperatevi il divisional del 2012 contro i Seahawks di un rookie Russell Wilson), ma nelle ultime due stagioni la squadra è implosa nelle mani del suo creatore, tra infortuni e una serie di scelte, specie difensive e sulle linee, che non hanno portato alcun privilegio.

Ora Mike Smith insegnerà agli angeli (semicit.) come e quando non giocare un quarto down, come e quando non chiamare un challenge. Mentre ad Atlanta è iniziato un nuovo corso e non poche sono le facce, specie in difesa, alle quali si chiede di tornare a lottare sin da subito per i playoff, dopo le ultime annate piuttosto incolori rispettivamente da 4 e 6 vittorie.

OFFENSE

Il punto debole era la linea offensiva e qui non s’è fatto molto per migliorarla: la speranza è che il primo anno disastroso tra i pro di Jake Matthews (sesta assoluta 2014) sia stato in realtà solo un brutto sogno; affianco a lui è stato preso Chris Chester che dopo essere stato tagliato dai Redskins, è durato il battito di ciglia tra i giocatori liberi. Gli anni non sono pochi su quelle ginocchia, ma il giocatore ha dimostrato solidità e potrebbe aiutare non poco il rendimento del lato sinistro. Per il lato destro, tutto sommato bene ha fatto Asamoah al suo primo anno ai Falcons, mentre la lotta come RT, dovrebbe veder premiato l’undrafted 2013 Ryan Schraeder. Resta la voragine nel ruolo per nulla secondario del centro.

Il resto dell’attacco vivrà molto sulle prestazioni di Julio Jones, ormai diventato guida di questi Falcons, con Roddy White che lentamente, ma in maniera costante, sta iniziando a sentire l’incedere dell’età. Resta comunque un playmaker interessante, ma fa un po’ strano che si sia fatto ben poco in questi anni, successivamente alla scelta di Julio, per iniziare a sostituirlo completamente ed a 33 anni i Falcons si trovano senza un piano B nel ruolo a meno che non si voglia considerare come tale l’appena arrivato Leonard Hankerson. La presa al quarto giro del ricevitore da East Carolina, Justin Hardy, è da leggersi più in ottica slot receiver, ruolo nel quale dovrà battere la non impossibile concorrenza di Devin Hester, il quale, va detto, l’anno scorso è riuscito a rendersi utile anche in fase di ricezione.

Pronti a tornare

Pronti a tornare

Tra i TE, dopo aver perso Tony Gonzalez ed averne sentito decisamente la mancanza nella passata stagione, ad Atlanta hanno deciso di fare le cose in grande, con l’arrivo di due giocatori nel ruolo che potenzialmente possono rifondare il reparto: Jacob Tamme e soprattutto Tony Moeaki, che quando sano, ha già dimostrato di avere qualità atletiche da poter rappresentare un bel target anche in endzone. Con buona pace di Toilolo e dei commentatori costretti a pronunciare (raramente) il suo cognome.

Dopo aver fallito nel tentativo di rinverdire la carriera di Steven Jackson, la dirigenza dei Falcons ha scelto un paio di RB negli ultimi due draft: Devonta Freeman l’anno scorso e Tevin Coleman al terzo giro di quest’anno battaglieranno per tutto il camp per conquistare il maggior numero di portate, ma per entrambi, dovessero dimostrare di averne le qualità, si prospetta un buon numero di tocchi. La sensazione a giugno è che il nuovo arrivato parta leggermente in vantaggio ed abbia qualsiasi cosa per poter diventare un feature back per questo attacco.

Il tutto sarà sotto la sapiente guida di Matt Ryan che a 30 anni entra nella parte pesante del suo contratto, firmato un paio di stagioni or sono. Fin troppo erroneamente considerato un problema per questa franchigia, in realtà Matty Ice resta uno dei pochi punti di forza in questi anni disgraziati, il suo attacco in fatto di supporting cast non è migliorato tantissimo, ma già con questi effettivi la passata stagione è stato tra i migliori 10 della NFL per yard conquistate. L’obiettivo sarà renderlo un po’ più equilibrato.

DEFENSE

Qua c’era bisogno della rivoluzione e più di qualcosa è stato fatto: saranno 5 i nuovi titolari che saranno chiamati sin da subito a far registrare un cambio di tendenza, anche perché una volta raggiunto il fondo ad Atlanta non restava che scavare la propria fossa: nel 2011 in fatto di yard concesse i Falcons erano la 12esima difesa della Lega, nel 2012 erano già 24esimi, nel 2013 27esimi e l’anno scorso appunto 32esimi, ultimi.

L’aspetto più preoccupante in questa discesa verso gli inferi è rappresentato dal numero di sack: la pressione sui QB avversari (specie in una lega sempre più pass-oriented) è la prima cosa sia in fatto temporale che di importanza che si chiede ad ogni singola difesa NFL. Atlanta ormai da anni è alla costante ricerca di pass rusher in grado di sporcare le percentuali offensive avversarie: quest’anno il primo giro, ottava assoluta, è andata proprio in questa direzione. Vic Beasley da Clemson è (opinione personale) il miglior cacciatore di QB di questa classe, deve però aumentare di peso se non vorrà diventare uno dei tanti DE che si sono persi nel passaggio ai professionisti. Siccome non poteva bastare questa giovane aggiunta, i Falcons hanno visto bene di firmare Adrian Clayborn in uscita dai rivali divisionali dei Bucs, che proprio a Tampa ha mostrato lampi interessanti intervallati a stagioni a sedere. Assieme a Tyson Jackson ed al nuovo arrivato da Seattle, O’Brien Schofield, saranno loro a dover far rialzare questa difesa, senza dimenticare il poliedrico Kroy Biermann.

Anche il reparto dei LB ha subito un deciso restyling: anche qui due sono i pezzi nuovi nei potenziali titolari. Brooks Reed arriva da Houston ed in fatto di pressione sui QB avversari può dare sin da subito manforte agli uomini della linea; Justin Durant invece è uno dei pochi tasselli in uscita dalla difesa di Dallas che sono sfuggiti ai Tampa Bay Buccaneers (se non ve li ricordate, andate qui per rinfrescarvi la memoria). Per lui Rod Marinelli ha speso in stagione parole spesso di elogio (ed è suonato infatti strano che i Cowboys se lo siano lasciato scappare), giocatore molto completo che specie in copertura può facilitare il compito al resto dei compagni. Al centro di questa difesa, ormai in pianta stabile da due anni, c’è Paul Worrilow che ha già impressionato il nuovo HC, Dan Quinn.

Stando ad una difesa piuttosto raffazzonata, il reparto delle secondarie benché non così pessimo come potrebbero suggerire i numeri, è quello che è andato più sotto stress. In realtà una coppia di CB come Desmond Trufant e Robert Alford se sapientemente aiutata dal resto della difesa ha poco da invidiare a molte altre coppie. A questi due si è aggiunto quest’anno, ancora via draft, Jalen Collins, secondo giro da LSU. Basterà che davanti i loro compagni inizino a fare il loro, per sentire parlare in termini entusiastici di questo terzetto. Meno entusiasmo, anche dal punto di vista fisico, desta la coppia di safety William Moore e Charles Godfrey, altro reparto rimasto scoperto dalla rivoluzione, ma non tutto può essere fatto al primo anno, nemmeno Atlanta è stata costruita in un giorno.

Un altro 21 in maglia Falcons

Un altro 21 in maglia Falcons

COACHING STAFF

Dan Quinn era uno dei nomi più cool del mercato dei nuovi aspiranti HC. La palestra difensiva dei Seattle Seahawks (che in realtà ha forgiato anche Gus Bradley con risultati non del tutto soddisfacenti sinora ai Jaguars) l’ha fatto salire nella considerazione di tutta la NFL ed ora si trova a ricostruire quasi da zero una delle peggiori difese della Lega degli ultimi anni. Nel lato difensivo sarà interessante vedere all’opera anche Raheem Morris nel ruolo singolare di “Defensive Passing Game Coordinator”; un po’ schiacciato tra le due figure ingombranti, Richard Smith farà il DC, un ruolo che tra 2005 e 2008 aveva coperto anche a Miami ed a Houston: per lui il recente passato recita allenatore dei LB prima a Carolina (2009 e 2010) poi a Denver (dal 2011 al 2014), non una brutta carta di presentazione. A proposito di LB, alcuni di voi si ricorderanno in campo Jeff Ulbrich, con la maglia di San Francisco per 10 anni. Benché non siano state le versioni migliori dei 49ers, di lui si parlava già in termini positivi in ottica “allenatore in campo”, da qualche stagione lo sta facendo “fuori dal campo” e quest’anno ritorna in NFL proprio come allenatore dei LB, dopo le esperienze prima a Seattle e poi ad UCLA. In attacco l’arrivo di Kyle Shanahan può rappresentare un certo downgrade (rispetto a Dirk Koetter, ora a Tampa), il figlio di Mike in realtà non ha quasi mai entusiasmato come OC tra i pro, ma inspiegabilmente continua a trovare squadre anche piuttosto interessanti.

PREDICTION

Atlanta, nonostante un paio di elementi di talento, specie in attacco, da top ruolo NFL, si trova all’inizio di un nuovo percorso. L’essere competitivi sin da subito dipenderà da due fattori: 1) trovare subito un’estrema sintonia tra il nuovo coaching staff ed i tanti nuovi giocatori aggiunti; 2) che il resto della division continui a soffrire di continui ed immotivati alti e bassi, con più bassi che alti. È pur vero che una delle quattro squadre dovrà vincere la NFC South, ma loro in division sono gli unici ad aver azzerato il coaching staff, il punto 1 quindi peserà molto sulle possibili, ma non probabili, fortune immediate.

CLICCA per ingrandire (roster da OURLADS.COM, schedule da CBSSPORTS.COM)

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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