Biathlon – Tra mondiale e coppa

Domenica scorsa si sono conclusi i mondiali di Nove Mesto, giovedì prossimo inizierà in Norvegia il rush finale che andrà ad assegnare le coppe del mondo (maschili e femminili, generali e di specialità). Mancano tre weekend per chiudere questa stagione di biathlon, ma prima di farci prendere dalla malinconia, c’è ancora tanto da scoprire in un percorso che porterà a gareggiare anche in Nord America, cosa che non accadeva dalla stagione 2018-2019 e che probabilmente non accadrà per qualche anno in futuro.

Soldier Hollow nello Utah e Canmore in Canada avranno l’onore di chiudere i conti e proporre a noi europei competizioni in prima serata, sarà senza dubbio particolare a cominciare dalla neve e da temperature potenzialmente molto basse (almeno andando a memoria per quello che trovarono grosso modo in questo periodo, gli anni scorsi, i biatleti impegnati in IBU Cup).

Ma non corriamo troppo, andiamo per gradi, intanto cosa ci ha lasciato il mondiale in terra ceca

Nove Mesto – Femmine

Sostanzialmente c’è una sola persona che ha provato, con successo, a sporcare un po’ le incalzanti note della marsigliese e quella persona difende i nostri colori: Lisa Vittozzi ci ha emozionato e a guardare il nostro medagliere ci ha trascinato. Sulle 12 medaglie femminili individuali, 8 sono finite alla Francia, 3 a Lisa, 1 alla Germania (l’argento dell’individuale a Hettich). Le francesi sono state la Norvegia al maschile.

A proposito di Norvegia, sono loro le grandi assenti: prima o poi i ritiri di Eckhoff e Roeiseland dovevano presentare il conto, la stagione di coppa tutto sommato aveva un po’ mascherato la situazione, con Tandrevold su livelli mai avuti in carriera e con le varie Knotten, Arnekleiv, Skogan che avevano anche un po’ sorpreso. Alla lunga però dietro a Tandrevold si sono tutte un po’ normalizzate e Ingrid, nonostante sia ancora la prima in classifica della coppa generale, si è decisamente smarrita, con un mondiale piuttosto negativo e con una tenuta mentale che è stata spesso uno dei suoi punti deboli che anche in questo momento sembra le stia tirando un brutto scherzo.

In pochi in questo momento scommetterebbero su di lei per l’ultimo mese di gare. Questa pausa tra mondiale e ripresa delle competizioni però potrebbe in qualche modo ripulire la sua mente dalle scorie di Nove Mesto. Staremo a vedere.

Ad inizio dicembre, dopo il primo stint di gare, io mi ero detto sicuro di avere una seconda parte di stagione vicino al dominante da parte di Elvira Oeberg. In realtà il rendimento della svedese si è mantenuto troppo ondivago, i picchi non li scopriamo sicuramente quest’anno, ma mi aspettavo una costanza più dominante. E il livello non è salito un granché durante il mondiale.

Come detto alla fine il vero nome forte (francesi escluse) è quello di Lisa Vittozzi: ha bucato la sprint, dove probabilmente tutta la squadra non è riuscita a trovare la giusta preparazione degli sci, cosa che gli ha impedito di sfruttare un sontuoso 10/10 al poligono. Fare settimi senza sbagliare mai per una che comunque quest’anno sugli sci sta andando molto bene è abbastanza strano. Il suo mondiale al poligono è stato arte pura: 69/70 nelle gare individuali, con l’unico errore arrivato sull’ultimo poligono dell’inseguimento dove comunque l’oro era inarrivabile.

Non ci fossero state le francesi sarebbe stata la migliore del mondo, ma le francesi c’erano ed erano pure tante: Nove Mesto ha issato Jeanmonnot ormai a numero due bis della nazionale. Braisaz non è numero uno solo perché in piedi è pericolosamente vicino all’80% (e grazie al cielo, considerando quanto vola sugli sci). I continui duelli con Simon (al di là delle questioni processuali tra le due) sono uno spettacolo anche per il diverso approccio tattico che hanno le due rispetto alla gara. Finora Julia si è fatta preferire perché pare più solida e più costante.

Nove Mesto – Maschi

Tripletta nello sprint, cinquina nell’inseguimento, doppietta (tutta in famiglia) nell’individuale e solo oro nella mass start: questo in poche parole il dominio norvegese sul mondiale maschile di quest’anno nelle gare per singoli. Eppure specie nella seconda settimana i non-Boe sono andati un po’ in calando (un calo che è anche costato l’oro nella staffetta maschile, che pesa, eccome se pesa).

Vabbè, evitiamo di cercare i peli nell’uovo: sono la nazione dominante, potenzialmente hanno due squadre e si possono permettere di far fronte all’assenza di uno che al momento è al secondo posto della classifica generale di coppa del mondo (Dale). Andiamo oltre.

Dal mondiale esce molto bene Fillon-Mallet: ovviamente siamo lontani sui livelli che tre anni fa gli permisero di infilarsi nell’anno mezzo sabbatico preso da Johannes Boe, però è salito sugli sci e se le percentuali a terra, la bellezza stordente del suo poligono in piedi non è più fine a se stessa come sembrava fino a poche settimane fa.

La medaglia che mi ha fatto più godere è quella di Rastorgujevs: il treno lettone ha fatto un mondiale con i fiocchi, è andato addirittura meglio che agli “europei/mondiale di IbuCup” di poche settimane fa. Come suo solito era comunque riuscito a buttar via due medaglie: single mixed con Bendika e soprattutto l’individuale, con i soliti errori quando si trova vicino per fare qualcosa di storico. Ma nella mass tutto è cambiato, anche quell’ultimo maledetto bersaglio si è chiuso, e Rasto ha vinto un argento quasi alla carriera (vabbè, gli anni sono quasi 26, ma ci siam capiti).

Per il resto Ponsiluoma e Samuelsson si sono confermati tanto forti quanto discontinui, Strelow si sta elevando a livello davvero interessanti specie al poligono e Stalder sta attraversando un momento dorato. Per quanto riguarda i nostri ragazzi invece Bionaz ha litigato per due settimane con il poligono e spesso i nostri sci non si sono rivelati all’altezza della situazione.

Mi aspettavo belle cose da Hofer a cui è mancata un po’ di fortuna, ma soprattutto una condizione sugli sci che oggettivamente ci sta non fosse così ottimale considerando età e periodo sempre a parare acciacchi e problemi vari. Raccoglie comunque un inseguimento ben fatto con 20/20 al poligono ed una top 10 finale, che poteva anche fargli sognare qualcosa in più se abbinata ad una sprint più solida.

Giacomel come Bionaz ha iniziato molto male, ma è andato in crescendo, gli sono mancati i picchi, ma le sensazioni, dal divano, sono positive per il resto della stagione.

A proposito del resto della stagione, che gare individuali mancheranno? Individuale e Mass (Norvegia), Sprint e Inseguimento (USA), Sprint, Inseguimento e Mass (Canada).

Punti in palio (esclusa le mass):

Risultato12345678910111213141516171819202122232425262728293031323334353637383940
Punti90756050454036343231302928272625242322212019181716151413121110987654321

Punti in palio (mass):

Risultato123456789101112131415161718192021222324252627282930
Punti90756050454036343231302928272625242322212018161412108642

Il resto della stagione – Femmine

Classifica attuale:

  1. Tandrevold 719
  2. Braisaz -30
  3. Vittozzi -48
  4. Simon -57
  5. E.Oeberg -117
  6. Jeanmonnot -129
  7. Haecki -160
  8. Preuss -180

Diciamo che tecnicamente la vincitrice della coppa del mondo non dovrebbe uscire dalle prime 4, le altre le ho messe un po’ per mera “cronaca”, un po’ perché al di là di tutto, anche per condizione e status, potrebbero risultare anche decisive nel togliere i punti alle altre.

Con questo format di punti vincere sarà comunque fondamentale, se le vittorie dovessero arrivare da eventuali outsider o anche dalle atlete citate dietro alle prime quattro, probabilmente si farebbe il gioco di chi è già davanti.

Tandrevold partirà con il pettorale giallo, sulla sua situazione post mondiale abbiamo già detto, in pochi si aspettano che possa difendere questo vantaggio sulle inseguitrici.

Dovessi giocarmi un gettone, lo metterei su Simon: più costante di Braisaz, con più picchi rispetto a Vittozzi. Però è anche quella più indietro nel punteggio in questo momento.

Il resto della stagione – Maschi

Classifica attuale:

  1. J.Boe +92
  2. Dale 714
  3. T.Boe -4
  4. Christiansen -132
  5. Stroemsheim -165
  6. Laegreid -166

Classifica non norvegesi:

  1. Ponsiluoma 476
  2. Doll -11
  3. Kuehn -32
  4. Giacomel -45
  5. Nawrath -47
  6. Strelow -50
  7. Samuelsson -67
  8. Stalder -122
  9. Jacquelin -136

Johannes Boe vincerà la coppa del mondo generale, seconda consecutiva, quinta negli ultimi sei anni (solo la paternità + anno orientato alle olimpiadi l’hanno fermato). Aveva iniziato un po’ in sordina quest’anno, nel senso che ha infilato tre gare consecutive fuori dai primi 10 (sprint e inseguimento a Oestersund, sprint a Hochfilzen), da lì in poi, partendo dall’inseguimento in terra austriaca vinto partendo da undicesimo, ha sostanzialmente dominato non uscendo mai dai primi 10: nono posto alla sprint di Ruhpolding ed un paio di 5 posti i peggiori risultati nel resto della stagione.

I quasi 100 punti di vantaggio sul secondo dicono anche poco sul suo netto vantaggio tecnico ed atletico rispetto al resto della ciurma. Allora dedichiamoci a due classifiche parallele: la prima è capire chi vincerà il campionato norvegese (contando Johannes come marziano): considerando classifica e condizioni di forma è veramente una lotta serrata a due. Da una parte c’è Dale che ha sostanzialmente ribaltato la sua carriera quest’anno che l’aveva visto finire in IBU Cup, purtroppo per lui esce ammalato dal mondiale. Solo 6 punti dietro c’è l’altro Boe, il fratellone che è alle ultime gare in carriera. Sarebbe un sogno chiuderla con il secondo posto nella generale, per lui che questa coppa l’ha vinta nel lontanissimo 2010/2011 e che da allora non l’ha mai conclusa sul podio.

Dietro, sembra strano dirlo, ma il resto dei norvegesi, che hanno comunque un buon vantaggio per chiudere tutti nei primi 6 posti, non versano in grandissime condizioni, ci sarà voglia di rivalsa, ma nessuno di loro in questo momento ruba l’occhio.

Tolti i primi 6 ci sarà poi la classifica, questa molto più concentrata, per individuare il miglior non-norvegese. I tedeschi sono molto in palla, quello che pare meglio in questo momento è però anche quello più lontano: Strelow sta sparando in maniera celestiale, potrebbe anche recuperare i 50 punti che lo dividono da Ponsiluoma, molto più altalenante da par suo.

Nella lotta c’è, numericamente e non solo, il nostro Tommaso Giacomel. Tommy è in buone condizioni, come lo è stato per tutto l’anno: ha un buon vantaggio su Perrot per il pettorale blu (121 punti), l’obiettivo, se non quello di essere il migliore non-norvegese, è quanto meno quello di rimanere in top 10 e migliorare il 12esimo posto dell’anno scorso. Si può fare, magari togliendosi qualche soddisfazione “di tappa”.

Detto di Perrot, che è in rampa di lancio, i francesi sono rimasti un po’ indietro in questa stagione: Fillon-Mallet è certamente in crescita, ma dover arrivare attualmente al 15esimo posto per trovare il miglior transalpino (l’imperscrutabile Jacquelin) è abbastanza tranciante sulla stagione del biathlon francese maschile (ancor più imbarazzante se confrontata con il dominio femminile).

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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