Biathlon 23/24: Equilibrio apparente

Con le mass start di domenica si è chiuso il primo intervallo di gare non-stop della coppa del mondo 2023/2024 di biathlon. Quattro weekend consecutivi in cui, dopo un inizio interlocutorio, iniziano a venir fuori i reali valori in campo. Per le competizioni individuali sono andate in scena 8 delle 21 gare che delineeranno poi i vincitori delle varie coppe (di specialità e generali), quindi si può fare già un mini bilancio di quanto visto.

Femmine

1) Braisaz-Bouchet 427: con i ritiri di Eckhoff (ufficiale dopo un anno di pausa), Hermann e Roeiseland, c’era la sensazione di una stagione equilibrata, poi confermata in queste prime 8 gare da una Simon che è tornata a sparare su medie più umane (o più vicine a quella che era stata la sua carriera fino all’anno scorso). Prevedere Braisaz prima a questo punto del calendario però era più difficile: senza dubbio la vicenda (giudiziaria ed umana) dell’appropriazione indebita delle carte di credito che la vede coinvolta proprio con la sua compagna di squadra sta incidendo non poco nelle sue super prestazioni, benzina agonistica che le sta regalando una costanza di risultati che fin qui raramente avevamo visto (non solo il filotto di vittorie del weekend svizzero, ma 6 top 10 consecutive). Il talento c’è sempre stato.

2) Tandrevold 417: quasi all’improvviso s’è trovata come leader della squadra dominatrice degli ultimi anni, nonostante il secondo posto nella generale attuale, persistono alcuni dubbi sulla sua tenuta mentale quando le responsabilità si posano prepotentemente sulle sue spalle. Le percentuali al poligono restano il dilemma principale, sugli sci, salvo scoppi tanto fisici quanto mentali, è una delle migliori del lotto. Se a fine anno non dovesse essere la migliore norvegese avremmo però un problema…

3) Oeberg E. 393: l’equilibrio apparente della classifica attuale sta tutto qua. Elvira sugli sci è dominante, come gli anni scorsi, più degli anni scorsi. Sta sparando però male: l’anno scorso ha chiuso la stagione con l’88% al poligono, quest’anno finora ha colpito l’83% dei bersagli che non bastano nemmeno per entrare tra le migliori 40 della coppa del mondo. Detto questo, con un errore in meno di media a gara rischia di vincere questa coppa del mondo già prima delle trasferte americane di marzo.

4) Vittozzi 386: ha già vinto una gara (l’individuale di Oestersund, con un decimo di vantaggio su Preuss) che ci ha fatto godere. Tolto l’inseguimento di Lenzerheide è sempre stata nei 10, più spesso nei 5. Inseguimento svizzero dove, nonostante i tre errori a terra, poteva comunque raddrizzare la gara. Sugli sci, dopo un inizio meraviglioso, sta pagando qualche malanno di troppo che gli hanno fatto perdere mezzo passo. A terra sta sparando più lenta del suo solito, ma al di là di questo per talento, qualità al poligono (122/130, 93%, top 3) e condizione media sugli sci, mi aspetto che a fine anno sia davanti sia a Braisaz che Tandrevold in classifica generale.

5) Preuss 322: la Germania quest’anno sta sorprendendo (e in campo maschile pure di più). Franziska è la più continua della squadra oltre che la più competitiva sugli sci, quest’anno non è mai uscita dalle 10, ma forse le manca qualcosa sugli sci per competere con costanza per il podio. La sua classifica attuale paga anche un DNS. Ecco, discorso generale, da tenere d’occhio per tutti c’è anche la non possibilità (ormai da un paio d’anni) di scartare i peggio risultati, eventuali malanni di stagione peseranno non poco in una classifica che comunque a fine anno potrebbe essere molto equilibrata almeno nelle posizioni del podio o top 5.

6) Simon 317: rispetto all’anno scorso, dove sembrava una Johannes Boe, c’è stata una leggere flessione in quasi tutti gli aspetti del “gioco”: velocità nel rilascio colpi, ma soprattutto precisione al tiro e velocità sugli sci. Ecco quest’ultima parte più che calata è sembrata ondivaga. Apertamente, prima di iniziare la stagione, ha parlato dei suoi problemi nel gestire la pressione e il contenzioso già citato nel paragrafo di Braisaz incide non poco. Da qui a fine stagione comunque le sue prestazioni dovrebbero migliorare o comunque resta una mina vagante anche in ottica mondiali.

7) Knotten 310: a Hochfilzen hanno mandato Roeiseland sotto mentite spoglie, fortunatamente nella tappa successiva è tornata più simile alla Knotten che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, ovvero una che a fatica stava tra le prime 50 sugli sci, ma raddrizzava tutto con le percentuali. Quest’anno al momento è top 15 sugli sci (top 10 fino a 10 giorni fa), abbastanza surreale. Al tiro resta una dal 90%.

8) Voigt 297: a proposito di gente che spara bene, Vanessa è ormai costantemente sopra al 90% da quando è entrata in World Cup e lì si conferma anche quest’anno. Nel mentre più che le prestazioni sugli sci (comunque migliorate), quello che sta facendo la differenza quest’anno è la velocità di rilascio colpi, che resta lontano dalle big, ma che sta comunque migliorando decisamente rispetto alle passate stagioni. Questo non basta per vincere le gare, ma la stanno tenendo con più costanza dentro alla top 10. A proposito di vincere gare: ancora all’asciutto in gare individuali in World Cup, ma attenzione alla short individual in programma ad Anterselva, format che si vede più spesso in IBU Cup e dove vanta 2 vittorie 3 anni fa.

9) Haecki-Gross 284: pupillo personale che ha vissuto il suo weekend di gloria ad Hochfilzen con quarto posto nella sprint e secondo nell’inseguimento con 2 soli errori complessivi nelle gare individuali. La sua classifica per lo più si basa su questi due exploit. Temo sia difficile confermare la top 10 nella generale a fine anno o anche solo dopo il prossimo stint di gare a gennaio. Per ora, da suo fam, mi godo il momento.

10) Jeanmonnot 278: c’è stato un momento che sembrava potesse essere la numero uno di Francia, certo che essere la numero tre ad essere comunque in top 10 indica abbastanza nettamente quanto il ricambio generazionale stia avvenendo senza troppi patemi, anzi siamo onestamente davanti alla miglior nazione, in campo femminile, per qualità e quantità di talento. Lou sta confermando la sua crescita sugli sci intravista già l’anno scorso ed al poligono resta più che solida (92%). La doppietta sprint+inseguimento in Svezia chiaramente è solo la punta dell’iceberg, ma ci aspettiamo che la vincente dell’IBU Cup 21/22 quest’anno si stabilizzi con facilità all’interno della top 10 in classifica generale.

Fuori dalla top 10: ci sono biatlete che meritano due righe al di là della attuale top 10 della generale. Tra queste archiviamo velocemente tutte le altre norvegesi, in particolar modo Arnekleiv e Skogan: entrambe arrivano in WC un po’ tardi, dopo che per stagioni in IBU Cup sinceramente avevano raggiunti risultati abbastanza anonimi (specie Skogan). A proposito di IBU Cup, è lì che è stata “retrocessa” Stina Nilsson dopo due brutte prove ad Oestersund: l’ormai ex sciatrice di fondo nello scorso weekend è sembrata in ripresa, ma non sembra avere la condizione sugli sci che gli può permettere la risalita in coppa del mondo (le percentuali restano quelle che erano).
Per quanto riguarda la categoria “ex fondiste” tutto sommato buono l’inizio di stagione di Lampic, ha raccolto una sola top 10 e al poligono fa la solita fatica, quanto meno lei è rimasta dominante sugli sci e la sensazione è che sia solo una questione di tentativi per vederla sul podio in una sprint.
Le grandi assenti della top 10 sono senza dubbio Hanna Oeberg e Dorothea Wierer, con la nostra connazionale che ha anche saltato un paio di gare nell’ultimo weekend per motivi di salute. Entrambe comunque risaliranno la classifica nella seconda e terza parte di stagione. Per Wierer in realtà il vero dilemma riguarda il futuro sul medio termine: tutti speriamo possa arrivare fino a MilanoCortina 2026, magari con un anno sabbatico in mezzo, ma la paura che possa dire stop definitivo a fine stagione è comunque alta.
Restano due delusioni: in primi Marketa Davidova, davvero irriconoscibile proprio nell’anno in cui ci aspettavamo vederla fare lo step definitivo in fatto di continuità. Al momento effettivamente non si può dire che non sia continua, purtroppo però nel lato sbagliato dei risultati. Infine Hauser? Chi si è accorto della sua partecipazione quest’anno? Lei che l’anno scorso ha flirtato con il podio della generale se non addirittura meglio. Male al poligono, in deciso declino sugli sci, troppo “brutta” per essere vera.

Le (altre) italiane: abbiamo visto buone case. Un po’ a sprazzi, anche comprensibilmente, Rebecca Passler (soprattutto) e Beatrice Trabucchi hanno mostrato lampi del loro giovane talento. La staffetta, al completo, può davvero dire la propria anche in ottica podio mondiale o, perché no, olimpico. Chiaramente è solo l’inizio di un percorso e sarà complicato arrivare ai livelli delle due star attuali. Un po’ più in difficoltà rispetto all’anno scorso Comola, che ci aveva abituato a piazzamenti attorno al trentesimo posto, abitudine andata un po’ persa. Netta per il momento anche la flessione di Auchentaller, soprattutto sugli sci.

Maschi

1) Boe J. 484: non so se quelli che dicevano che Johannes Boe non era più il “giovannino” di una volta lo facessero credendoci o sperandoci. Certo non ha dominato tutte le gare, ma resta testa e spalle sopra rispetto a tutti e probabilmente sta anche gestendo una forma ed una solidità che si verrà via via consolidando anche in ottica settimana mondiale. La coppa generale la vince lui ed anche in fretta. Fino a questo momento è diventato più umano al poligono, anche nella rapidità di rilascio colpi, ma quando c’è da mettere la zampata, raramente fa (ancora) prigionieri.

2) Boe T. 411: la coppa del mondo degli “altri” la sta vincendo ancora Boe, il fratello. Non sono così sicuro che sarà così a fine stagione o anche a fine prossimo stint di gare, ma per ora Tarjei Boe è il primo degli umani (sempre che vogliamo considerare tali i norvegesi che stanno veramente monopolizzando le gare, come solito, più del solito).

3) Dale-Skjevdal 366: io sono un fan di Dale e quest’anno onestamente non mi posso lamentare: tutte top 10 tranne 2, inclusi 2 secondi posti. La Norvegia non l’ha mai schierato in staffetta, bontà loro, anzi inizialmente si vociferava potesse anche finire in IBU Cup (come l’anno scorso), ma sugli sci fa le fiamme (siamo al livello di JBoe), al poligono e più in generale nei momenti caldi ancora gli manca qualcosa, ma sta facendo una gran stagione. Il duello, ormai storico, con Laegreid quest’anno lo vincerà lui, ci voglio credere.

4) Stroemsheim 317: vincitori dell’IBU Cup dell’anno scorso, stessa età di Dale e Laegreid ed evidentemente con un percorso di crescita più rallentato dei due, Stroemsheim sostanzialmente ha debuttato quest’anno in coppa del mondo (anche se nell’anno post Covid aveva raccolto già qualche punto) e lo sta facendo con il botto. Lui e Soerum (terzo in IBU Cup l’anno scorso) sono i due sorvegliati speciali, purtroppo per la Norvegia, tolta la tappa di debutto, più di 6 non possono portarne, intanto ne piazzano 6 nei primi 7 posti della generale. Inutile aggiungere altro.

5) Laegreid 301: inizio un po’ in sordina nella doppia tappa svedese di apertura, poi ha decisamente messo il turbo. Gli manca qualche punto per via di una squalifica dovuta a sbadataggine in fase di allenamento/pulizia della carabina, altrimenti sarebbe ben a ridosso del podio della generale, dove lotterà per salire.

6) Nawrath 300: il primo non norvegese è un tedesco e non poteva essere diversamente. Forse ci saremmo aspettati Doll (più avvezzo a certe zone di classifica e sicuramente più continuo negli anni), ma Nawrath, che ha migliorato tantissimo la velocità di rilascio colpi, finora quest’anno ha reso di più (a vittorie sono 1-1, ma lui ci mette altri 2 podi). Tutti i tedeschi quest’anno stanno volando sugli sci e lui, che sembrava in calando l’anno scorso, non fa eccezione, anzi fa ancora più rumore.

7) Christiansen 287: numeri alla mano al momento è il sesto norvegese, anche se resta salda la sua postazione nella frazione conclusiva delle staffette (2 vittorie su due quest’anno, ovviamente). Poco appariscente quest’anno nelle gare individuali, aveva iniziato sparando benissimo ed è un po’ calato nelle ultime tappe (su tutti il triplo errore in piedi nell’ultimo poligono dell’inseguimento di Lenzerheide mentre si stava giocando il podio).

8) Doll 286: in parte di lui s’è già detto parlando poco più sopra di Nawrath. Dal 2015 ha chiuso la stagione in top 10 nella classifica generale per 6 volte su 8 (l’anno scorso addirittura quarto, sui risultato migliore in carriera). Benedikt non sembra invecchiare, non ci aspettiamo migliori di tanto la sua situazione, ma occhio al ritorno in pista: ci aspettano 2 weekend tedeschi con la doppietta Oberhof e Ruhpolding, se non a livello singolo, ma a livello di squadra ci aspettiamo ancora grandissime prestazioni. Sono l’anti-Norvegia.

9) Ponsiluoma 284: ormai Martin ha raggiunto il suo ceiling: uno dei migliori sugli sci, probabilmente norvegesi a parte il migliore con una percentuale al poligono troppo ondivaga (tendente allo “scarso”) per poter impensierire i migliori su base costante. Poi chiaramente sulla singola gara può battere chiunque, per davvero. Non penso potrà replicare il risultato finale dell’anno scorso (quinto nella generale), ma l’exploit su singolo weekend arriverà, c’è solo da indovinare quando.

10) Samuelsson 281: la sua generale è segnata da un triplo 0 nell’ultimo weekend dove ha deciso di gestire il rientro dal Covid in maniera diversa rispetto a quanto fatto (sbagliando) nel passato. Per certi versi, giusto così, per altri va detto che è un vero peccato perché quest’anno fino alla tappa svizzera, era sembrato veramente centrato e costante, al di là della vittoria (finalmente) nell’inseguimento nella tappa di casa. Il suo ruolino nelle gare individuali indica settimo, quarto, primo, terzo, quinto. Era decisamente l’anti-Norvegia, vediamo come tornerà dopo la pausa.

Fuori dalla top 10: ve ne sarete accorti, i francesi sono i grandi assenti fino a questo momento, poi ne piazzano quattro tra l’attuale 14esimo e 20esimo posto, ma ci avevano abituato a tutt’altro (quest’anno poi sono anche senza la tappa di casa). Fillon Maillet dopo aver vinto la coppa si è decisamente afflosciato, resta ancora decente (4 top 10), ma pare in una parabola discendente e mai in gara per vincere fin qui. Jacquelin ormai è il termine di paragone per il biatleta “senza testa”, nel modo di approcciare poligoni e giri, veramente irrazionale, in tutto. La cosa più interessante in casa transalpina resta la crescita di Perrot, che sta migliorando in ogni aspetto del “gioco” e lotterà fino all’ultimo per il pettorale blu.
Pettorale blu che al momento è ancora sulle spalle di colui che l’ha vinto l’anno scorso e che (bontà nostra) difende i colori italiani: Giacomel non ha avuto un inizio di stagione perfetto, tutt’altro, gli è sempre mancato qualcosa, qua e là, eppure i risultati sono sul livello della scorsa stagione, si può migliorare. Il suo poligono in piedi resta la nostra delizia. Però bisognerà migliorare quelle percentuali al poligono perché non si può sprecare uno che sugli sci ormai flirta con la top 10 mondiale. A proposito di italiani e miglioramenti sugli sci: alzi la mano (senza barare) chi si aspettava questa crescita netta e poi confermata da parte di Bionaz nello skiing time?! Bisogna dire che i nostri due 2000 stanno stravincendo la sfida con Hartweg, che sta pagando anche il Covid che gli ha fatto saltare la tappa austriaca e rendere meno del solito in casa, ma che già ad Oestersund era andato male.
Tra gli altri non possono nominare il treno lettone: Rastorgujevs, che quando non c’è nulla in palio gareggia come se fosse un norvegese, ma appena la tensione sale e si trova nelle condizioni di poter raggiungere qualcosa di importante con uno zero, vede bene di sparare per aria.

Gli (altri) italiani: Hofer, Braunhofer e Zeni stanno mostrando un livello medio veramente soddisfacente. Partiamo dal fondo, dall’inseguimento dell’ultima tappa in cui tutti e cinque si sono qualificati e sono poi finiti a punti: evento probabilmente unico, ma sicuramente raro. Hofer ha avuto un ottimo rientro sul circuito, dopo una stagione 2022/2023 praticamente sabbatica. Nelle ultime uscite è sembrato un po’ in difficoltà tra materiali e condizione generale, ma l’aver raggiunto una classifica che gli abbia permesso di gareggiare nella prima mass start dell’anno non era per nulla scontato ed è un bel segnale di fiducia. Zeni e Braunhofer stanno sparando benissimo, condizione necessaria e sufficiente per ambire in questo momento allo spot di primo frazionista di una staffetta maschile che, pur in un contesto dall’altissimo livello di difficoltà, può iniziare a pensare in maniera continuativa di ambire alle posizioni vicine al podio. E già questo è piuttosto incredibile solo pensando a poche stagioni fa.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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