Venator Fight Night Rimini: al grande gala di Bellaria spettacolo, momenti storici e polemiche

Incontri spettacolari, prestazioni gagliarde, momenti storici e degni di nota, nel bene e nel male, e anche qualche aspra polemica. Il meglio, il peggio e tutto ciò che si pone in mezzo a questi assoluti nelle Mixed Martial Arts ha avuto spazio a “Venator Fight Night Rimini”, il ritorno in attività dell’organizzazione di Frank Merenda e Alex Dandi, ospitato all’interno del Palazzetto dello Sport di Bellaria-Igea Marina. Buona presenza di pubblico (tribuna quasi esaurita e pronta a incitare con forza i propri lottatori preferiti, parterre meno serrato ma con discreti numeri), numerose le contese divertenti, anche tra i dilettanti, altrettanto molteplici le performance da star nella main card (in particolare, Carlo Pedersoli Jr., Giorgio Pietrini, Stefano Paternò e Pietro Penini) e, come da attese, tante emozioni in occasione di co-main e main event. Uno spettro di suggestioni che va dal piacere di assistere al confronto tra grandi campioni con una cintura in palio al rammarico per episodi che, in maniera diversa, hanno condizionato negativamente gli ultimi capitoli della serata (l’acceso post-match dopo Mini vs. La Torre, l’infortunio a Zecchi che ha fermato anzitempo la contesa con Ivan Musardo). Senza dimenticare, infine, il grande spavento per le condizioni di salute di Danilo Belluardo, uscito dalla gabbia imbragato su una barella, fortunatamente in miglioramento come da rassicurazioni di Dandi a fine serata.

C’è tanto da raccontare di Venator Fight Night, a partire dai cinque match preliminari tra fighter dilettanti.

Featherweight 3 X 3 – 145lbs/66 kg
Giulio Bonfanti vs Alessio De Gianni
R1 Bonfanti impiega pochi scambi per trovare la schiena del rivale, posizione da cui parte una lunga fase di ricerca della rear naked choke. De Gianni si difende bene e fa il possibile per scrollarsi l’avversario di dosso, ci riesce e, in prossimità della fine, trova un buon takedown. 10-9 Bonfanti
R2 De Gianni si mostra più aggressivo che nel round precedente, un atteggiamento che gli permette di atterrare l’avversario. Dopo un po’ di lavoro nella guardia del rivale, si rimette di nuovo i piedi e realizza un altro takedown; un proprio tentativo di rear naked choke muta presto nella conquista della full mount, prima della campanella di fine parziale. 10-9 De Gianni
R3 È sempre De Gianni a partire forte con l’ennesimo TD, a terra Bonfanti abbozza una guillotine choke, inutile per evitare la vittoria per ko tecnico dell’avversario al minuto 1:46

Middleweight 3 X 3 – 185 lbs/84 kg
Gianmarco Bifernino vs Matteo Millefanti
R1 Bifernino non spreca molto tempo nel trovare il takedown e cercare di chiudere presto la contesa via ground and pound. Gli manca il guizzo decisivo, una situazione che però non lo scoraggia, tanto che chiudere la frazione alle spalle di Millefanti, che subisce altri colpi da dietro e un tentativo di rear naked choke. 10-9 Bifernino
R2 Millefanti vuole lasciare un’altra impressione di sé e parte subito all’attacco, gli viene possibile mettere al tappeto Bifernino, che da parte sua non si rialza subito, invitandolo invece a raggiungerlo. Inizialmente, Millefanti non ci sta, poi si getta nella mischia, ricavandone però niente di sostanzioso. 10-9 Millefanti
R3 È ancora Millefanti ad andare da subito a tutta birra con buoni colpi al corpo, Bifernino appare troppo stanco per opporre resistenza, uno scenario che favorisce il successo del rivale per ko tecnico al minuto 1:55

Featherweight 3 X 3 – 145lbs/66 kg (annunciato come Catchweight a 148lbs)
Paolo Podda vs Alessandro Vannoni
R1 Vannoni prova a rompere l’equilibrio con un takedown alto, Podda glielo nega ma nulla può contro la guillotine choke che lo costringe a battere la mano al minuto 1:59

Catchweight 3 X 3 – 148 lbs/67 kg
Andrey Burlaka vs Christian Prosperini
R1 Il primo acuto è di Prosperini con un bel sinistro, ma Burlaka risponde a modo con un paio di scariche di colpi, seguito da pressing sulla gabbia e takedown. Al tappeto succede relativamente poco, eccetto un tentativo di guillotine nel finale 10-9 Burlaka
R2 Burlaka si trovare subito pronto a replicare ai pugni del rivale, in seguito di nuovo atterrato via TD. Burlaka non molla la presa, fa rimettere in equilibrio il rivale per poi riportarlo giù con un altro TD, cui seguono ottimo scambi in piedi e l’ennesimo suo TD. 10-9 Burlaka
R3 Burlaka fa un ottimo lavoro nello schivare le bordate avversarie e contrattaccare con un pugno o un calcio alle gambe, Prosperini piazza colpi di reazione, ma non riesce a evitare un solito TD. Burlaka prova a chiudere con una rear naked choke, Prosperini gli complica i piani guadagnando una posizione dominante, da cui il suo GNP è fatto anche di colpi irregolari alla nuca. Troppi a parere dell’arbitro, che lo squalifica al minuto 2:52

Welterweight 3 X 3 – 170 lbs/77 kg
Daniil Lichii vs Dimitru Girlean
R1 Girlean va subito all’attacco ma Lichii lo neutralizza costringendolo contro la gabbia. Dal clinch questi realizza un takedown, dopo il quale non avviene alcunchè di significativo. Si ritorna in piedi; Girlean gli viene incontro con pugni ravvicinati ma Lichii ha gioco facile nel metterlo giù, un azione che ripeterà ancora una volta prima della fine del round 10-9 Lichii
R2 Lichii piazza un notevole calcio alto anche per il suono che fa, ma Girlean non molla e gli sta sopra al tappeto. Dopo un breve consulto sul suo occhio sinistro, Lichii mette sul piatto la carta armbar, Girlean è bravo nel scamparla e, in seguito, agganciare la guillotine choke della vittoria al minuto 2:30

Le ring girl di Venator FC ci accompagnano all’analisi della main card, un turbinio di emozioni senza sosta dall’inizio alla fine.

Lightweight 155 lbs/70 kg
Gianmarco Gherla (154,5) vs Mattia Galbiati (155,2)
R1 Galbiati pare il primo a rompere il ghiaccio, Gherla non si fa attendere molto ad imitarlo, piazzando buoni sinistri. “Molon Labe” è comunque bravo nello schivare altri colpi e nello scatenarsi con leg kicks, che arrossano velocemente la coscia sinistra del rivale. Difficile sbilanciarsi in termini di score, l’impressione è che sia 10-9 Gherla
R2 Buon gancio al corpo di Gherla alla ripresa delle ostilità, Galbiati assorbe ma ne prende un altro. Attacchi e contrattacchi si susseguono come gli scambi di un match di tennis, a Gherla non riesce il cambio di livello per un takedown, “colpa” di un Galbiati caparbio nel dirgli no e nel sgambettarlo. “Molon Labe” passa la guardia del rivale e va di GNP, Gherla tenta la reazione con un tentativo di armbar. 10-9 Galbiati
R3 Gherla comincia a respirare in maniera vistosamente pesante, Galbiati non è da meno ma non lo dà a vedere grazie alle sue buone combinazioni. “Molon Labe” vede praticabile la strada del TD, Gherla la blocca più volte con successo. Galbiati non si arrende, dalla foga rifila un eye poke accidentale, un piccolo inconveniente prima di portare a casa l’agognato takedown. Gherla fa di necessità virtù e, dalla posizione in cui si trova, prova a chiudere una pericolosa triangle choke. 10-9 Galbiati
Nel valutare il primo match pro, i giudici si spaccano: 2 di loro danno la W a Galbiati per 29-28, il terzo la assegna invece a Gherla. E’ split decision per “Molon Labe”
, che dedica il successo alla moglie, giunta per la prima volta a vederlo, e alla figlia, di cui ha dovuto saltare la recita per i suoi impegni da fighter.

Welterweight 170 lbs/77 kg
Carlo Pedersoli Jr (171) vs Matteo Capaccioli (169,8)
R1 Pedersoli Jr. fa tutto bene fino dal pronti-via: pressing immediato, tentativi di takedown consecutivi e baciati dal successo, transizione da side control a full mount e volata verso la vittoria via GNP al minuto 2:25.
KO tecnico al debutto in Venator, non poteva esserci migliore biglietto da visita per Pedersoli Jr., alla ricerca di avversari di livello per proseguire il proprio percorso nella division.

Welterweight 170 lbs/77 kg
Andrea “Il Barbaro” Fusi (170,6) vs Angelo Rubino (170,6)
R1 2 incontri diversi racchiusi in appena 5 minuti. Al logoramento dell’avversario premendolo contro la parete della gambia, eseguito dapprima da Fusi, poi da Rubino, segue la serie di scambi senza tanti complimenti in fase standing. Sia l’uno che l’altro portano a segno ottimi pugni, a spaccare il gioco ci pensa il takedown finale di Rubino. 10-9 Rubino
R2 Il clinch iniziale dura ben poco, Fusi vi si stacca e muove bene le mani, ma Rubino lo contiene con un altro TD e lo “mata” con una pioggia di pugni e gomitate senza un domani al minuto 1:33.
L’arbitro è costretto a dichiarare il ko tecnico in favore di Rubino, il quale non ha alcuna remora nel declamare al pubblico e al presidente di Venator di “meritare una chance titolata”.

Catchweight 168 lbs/76 kg
Danilo Belluardo (167) vs Stefano Paternò (166,3)
R1 Paternò e Belluardo competono da subito per realizzare il primo takedown, l’impresa riesce a quest’ultimo, che al tappeto non combina molto al di là di buone gomitate. Paternò prova a muoversi anche per evitare che “Caterpillar” faccia sua la full mount, l’arbitro gli viene in aiuto chiamando lo stand up. Dal reset, Paternò scatta bene con un un destro pesante e la posizione strategica alle spalle di Belluardo, che si prende pure una ginocchiata alle spalle. 10-9 Paternò
R2 Belluardo si rifà subito sotto un takedown poderoso, Paternò non può far altro che opporsi a ogni tentativo di full mount, trovando ancora una volta il “tutti in piedi” arbitrale. Di nuovo in standing, “Caterpillar” non demorde, trascinando Paternò da parete a parete. La sua tattica lo espone fatalmente a un destro-bomba di Paternò, che apre una crepa nelle sue difese che altre combo e ginocchiate non possono far altro che allargare.
Inevitabile il ko tecnico dichiarato dall’arbitro, drammaticamente inatteso il lungo post-match, con Belluardo non in grado di uscire dalla gabbia sulle proprie gambe. Sul fighter steso terribilmente a terra, rapidi ed esaustivi gli interventi degli assistenti sanitari e della Croce Verde, lodevoli gli applausi del pubblico nei suoi confronti, così come i pensieri di Paternò, rivolti più allo spaventoso intermezzo appena visto che al successo nel match appena concluso.

Middleweight 185 lbs/84 kg
Leonard Niculae (182,2) vs Pietro Penini (185)
R1 Fa praticamente tutto Penini: takedown in spinta, ground and pound cui seguono posizionamenti in side control e dentro la guardia rivale, risposta a un ribaltamento di fronte a terra via un’armbar tirata fuori dal nulla. Game over al minuto 1:51.
Pochi giri d’orologio per raccogliere una bella W, altrettanto contate le parole di peso spese nell’intervista dopo l’incontro da Penini: “Frank, voglio la cintura”.

Welterweight 170 lbs/77 kg
Bartłomiej Kurczewski (170,4) vs Giorgio Pietrini (170,3)
R1 Pietrini si scatena presto con molti calci, alcuni diretti alle gambe e al ventre, uno particolarmente devastante alla testa del polacco, accompagnato alla gabbia dalle note di “Felicità” di Albano e Romina. L’italiano si distingue anche per il grande pressing contro la gabbia e delle buone ginocchiate, accompagnate da un successivo takedown. A terra, Pietrini tiene il controllo della situazione, il ground and pound gli permette di andare alla pausa in relativa tranquillità. 10-9 Pietrini
R2 Solo un stop-and-go per una ginocchiata ai limiti attenua la furia di Pietrini, spietato nel piegare le gambe dell’avversario con calci velenosi e nel mettere segno pugni puliti. Kurczewski contiene quanto può, limitando i danni, piazzando qualcosa ma mai dando indizio di poter rovesciare il tavolo nella contesa. Un’impressione confermata dall’overhand destro che regala la vittoria finale all’italiano e rompe la striscia di sconfitte esclusivamente via decisions del rivale al minuto 4:28.
Jason Manly, all’angolo del suo nuovo allievo Pietrini, è entusiasta per l’esito dell’incontro, un TKO che ravviva alla grande quel sogno chiamato UFC del livornese.

CO-MAIN EVENT
Venator Featherweight Title 5 X 5 – 145 lbs/66 kg
Gregorio Davide La Torre (144,3) vs Federico Mini (c) (143,8)
R1 Mini scatta meglio dai blocchi, La Torre lo riacciuffa con una poderosa ginocchiata al volto e sembra in procinto di andare in fuga verso la vittoria, perlomeno del round. Così non è, perché il campione in carica metabolizza tutto e, dopo del consueto pressing sulla gabbia, piazza una combinazione di ginocchiata e destro sufficiente per aver ragione del contender al minuto 2:26.
Le scorie della tensione pre-incontro e la rabbia per una presunta “ginocchiata nelle palle” (oggetto di futura revisione da parte di Venator FC) inducono La Torre ad accendere la miccia a un post-match potenzialmente esplosivo, tanta è la rabbia per il verdetto di TKO a suo sfavore.

MAIN EVENT
Venator Lightweight Title 5 X 5 – 155 lbs/70 kg
Ivan Musardo (154) vs Leonardo Zecchi (154,3)
R1 Musardo sbilancia la consueta situazione di equilibrio pressando un po’ di più del campione, paziente e concentrato. Una sua ginocchiata sembra mettere in difficoltà lo sfidante, non troppo per impedirgli di continuare la prolungata spinta contro la parete. Zecchi si affida ancora ai colpi di ginocchio per aprirsi lo spazio, a un certo punto ci riesce mettendo pure a segno di interessanti flurries. Musardo risponde a modo suo con uno spinning back fist, Zecchi chiude il round con un destro significativo. 10-9 Zecchi
R2 Lo sfidante riprende esattamente com’era partito, con tanto pressing, buoni pugni e un avversario che cerca di scrollarselo di dosso. Non è facile con Musardo col mirino laser per come bersaglia il corpo e la forza travolgente di un tank quando sospinge il campione contro la parete. Zecchi si guadagna tempo e punti con altri knee strikes, ma lo sfidante non pare risentirne a vedere le combo che manda in porto e lo spettacolare superman punch spalle alla gabbia. I main eventer si scambiano colpi vicendevolmente, Musardo riprova lo spinning back fist, chiude meglio il campione in carica Zecchi. 10-9 Musardo
R3 A metà incontro, i lottatori sono ormai sciolti e pronti ad alzare la marcia nella contesa titolata. Zecchi apre in bellezza con alcuni dei suoi consueti colpi puliti, ma all’improvviso: vistosa smorfia di dolore, allontanamento dal centro dell’azione e la malinconica constazione di un bel match finito per infortunio alla mano. Un problemi al pollice costa così al beniamino di casa la cintura di campione dei pesi leggeri al minuto 1:35.
Ivan “The Terrible” Musardo sognava “da tempo” l’oro Venator attorno alla vita, un desiderio finalmente esaudito dallo svizzero. D’altro canto, comprensibile la delusione per Zecchi, dispiaciuto per non aver potuto regalare altri momenti spettacolari al pubblico di casa e “troppo incazzato” per pensare a un eventuale rematch.

Testi e foto di Stefano Summa (@Stefano_Summa)

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