Il Ciclismo 2022

Passate le feste, giocato il Super Bowl, finiti i giochi olimpici. Pare non ci sia nulla per cui vivere, e invece raga state pronti che tra qualche giorno comincia per davvero la stagione del ciclismo. Da un paio d’anni vediamo prestazioni mostruose, ragazzini che passano pro e cominciano a dominare, corse che esplodono a 100 km dal traguardo e tanto tanto spettacolo. Allacciate il caschetto perché anche il 2022 si preannuncia epico.

Grandi Giri

É inutile nascondersi, nel ciclismo attuale c’è un dominatore e si chiama Tadej Pogacar. Quando al via di una corsa (qualsiasi corsa) c’è lui, parte come favorito. Quest’anno dovrebbe provare per la prima volta la doppietta Tour – Vuelta, vediamo se sa gestire un picco di forma così lungo. In Francia va per la terza maglia gialla consecutiva, a 23 anni, il che vorrebbe dire cominciare a scrivere la storia di questo sport.

Avversari ovviamente ce ne sono, primo fra tutti quel Primoz Roglic che ha in bacheca 3 Vuelta ma che vorrebbe tanto prendersi anche un Tour, quel Tour che pensava di aver già vinto due anni fa e che invece gli scivolò dalle mani alla Planche des Belles Filles. Avrà una squadra eccezionale a supporto, con l’alternativa Jonas Vingegaard (secondo l’anno scorso) per cercare di sparigliare il mazzo.

Gli altri paiono, obiettivamente, un gradino sotto. Il terribile incidente in Colombia ci ha tolto per tutta la stagione Egan Bernal, quindi la Ineos si presenterà al via con tanti ottimi corridori (Thomas che il Tour l’ha già vinto, Sivakov, Martinez) ma nessuna certezza. Chi forse può far saltare il banco è la Bahrain, che l’anno scorso volava e porterà in Francia una sventagliata di grandi scalatori (Landa, Caruso, Haig, Mader) per andare all’arrembaggio. Da tenere d’occhio anche Mas, Quintana, Gaudu, un Pinot forse finalmente in salute, Uran, Vlasov, O’Connor e Lutsenko.

Al Giro vedremo comunque un buon campo partenti. Richard Carapaz ritorna sulle strade italiane dopo la stupenda vittoria del 2019 e sembra il corridore più solido al via, anche supportato da una squadra profondissima. Occhio però a Joao Almeida, passato da qualche mese in UAE, che i tifosi italiani hanno imparato ad amare per le sue fughe e la capacità di non mollare mai. Per me è un fenomeno e già quest’anno rischia di prendersi la maglia rosa.

Torna al Giro anche Simon Yates. Respinto con perdite nel 2018 dopo aver dominato per 18 giorni, senza infamia e senza lode nel 2019, finalmente sul podio l’anno scorso. Quando è in giornata può anche essere il miglior scalatore del mondo, ma gli manca continuità. Discorso che vale anche per i Landa e i Superman (tornato in Astana) di questo mondo, difficile mettano tutti i pezzi assieme ma se succede…

Gli outsider sono diversi: Pello Bilbao, il tridente della Bora Kelderman-Buchmann-Hindley, G. Martin, Carthy, Masnada, oltre ovviamente a quel Tao Geoghegan Hart che il Giro l’avrebbe già vinto. Vincenzo Nibali correrà il suo 11º Giro, forse l’ultimo. Mi piacerebbe vederlo all’attacco fin da subito piuttosto che correre per una top10 nella classifica generale.

La Vuelta sarà nuovamente terreno di caccia per Primoz Roglic, e probabilmente quest’anno anche per Tadej Pogacar. Movistar andrà come al solito con tutte le cartucce a disposizione, quindi anche Mas. Tutti alla finestra per vedere cosa combina Remco Evenepoel, che ha esordito l’anno scorso in un GT (al Giro) ma non era nella condizione giusta. Sarà corridore da tre settimane?

Corse di un giorno

Van der Poel ha mal di schiena e non si sa come rientrerà. Sagan e GVA sono ormai un passo indietro. Asgreen ha appena preso il COVID e non pare al meglio. Insomma sembra tutto apparecchiato per una stagione delle pietre (e della ghiaia) dominata da Wout Van Aert. Il belga si presenta già all’Omloop in forma strepitosa, ha stradominato nel cross quando ha corso e ha finalmente una squadra di livello per affiancarlo nei momenti chiave (arrivati Laporte e Benoot, in salute Teunissen). Deve vincere, e tanto, non ci sono scuse.

Quickstep proverà a mettersi i bastoni tra le ruote col solito approccio cooperativo. Florian Senechal continua a crescere, Kasper Asgreen dovrebbe ritrovare la condizione in tempo per gli obiettivi più importanti e ha dimostrato di poter battere anche i mostri, Yves Lampaert non va mai sottovalutato e Davide Ballerini può essere pericoloso nei finali meno impegnativi.

Chi secondo me quest’anno ha la chance di fare un vero salto di qualità è l’ex campione del mondo Mads Pedersen. Di solito ci mette parecchio tempo a trovare la condizione ma settimana scorsa già volava in Provenza. Fece podio al Fiandre quand’era ancora un bambino. Un altro che potrebbe sfruttare il buon momento di forma è il nostro Alberto Bettiol. Dovrebbe aver recuperato dal problema fisico che gli ha rovinato il 2021 e nelle giornate di grazia può guardare in faccia anche i Van Aert e Van der Poel di questo mondo. E poi ovviamente c’è Sonny Colbrelli, che dopo anni da mestierante si è scoperto campione vincendo la Roubaix più incredibile di questo secolo. Partirà con ambizione già questo weekend, per poi correre tutte le classiche principali.

Per le vallonate speriamo innanzitutto che l’Amstel ritorni allo spettacolare percorso pre-COVID e che la Liegi continui ad essere terreno di caccia per tutti i big anche delle corse a tappe. Julian Alaphilippe ci è andato vicino tante volte, ma non l’ha mai portata a casa: è la più grande lacuna in un palmares che con i 2 mondiali comincia a essere di rilievo. Pogacar e Roglic hanno vinto le ultime due e son sempre pronti a cogliere l’occasione. Attenzione anche a Woods, Gaudu, Schachmann, Mohoric e soprattutto a Tom Pidcock. Il campione del mondo cross va bene un po’ ovunque e quest’anno potrebbe fare la voce grossa sia sul pavé che sui colli.

Si comincia già questo weekend con Omloop e Kuurne, poi le Strade Bianche a inizio marzo, la Sanremo un paio di settimane più tardi e poi si ritorna sulle pietre con Harelbeke, Gent-Wevelgem e Fiandre. Tenete presente che, a causa delle presidenziali francesi, Roubaix e Amstel si scambiano lo slot nel calendario, per poi chiudere con Freccia e Liegi. Il mondiale sarà in Australia, pareva essere per ruote veloci ma il percorso ha qualche strappo interessante. Tripletta di Alaphilippe?

Giovani talenti (nati dal 99 in poi)

Italia: è ormai da qualche anno che tiriamo fuori tanti talenti per le corse di un giorno. Il più luminoso è forse quello di Filippo Baroncini (Trek), campione del mondo U23, che ha una sparata degna del miglior Bartoli. Si è rotto il polso qualche giorno fa, quindi ci vuole pazienza. Corre in Trek anche il classe 2001 Antonio Tiberi, molto forte a crono e buono anche per le salite lunghe: è il nostro uomo per i futuri GT. Andrea Bagioli (Quickstep) dovreste averlo già conosciuto, veloce e abile sui colli, deve solo stare in salute per esplodere del tutto. Interessante per le brevi corse a tappe Giovanni Aleotti (Bora), mentre forse è un po’ presto per Andrea Piccolo (Gazprom, dopo la falsa partenza in Astana l’anno scorso), il cui ceiling rimane però altissimo.

Spagna: dopo un periodo di transizione è tornata la cavalleria spagnola. Fa paura il 19enne Juan Ayuso (UAE), che l’anno scorso ha scherzato i pari età tra gli U23. Fortissimo su tutti i terreni, è uno che può dominare questo sport. Di un anno più grande è Carlos Rodriguez (Ineos), altro super talento che ha già dimostrato la sua classe in brevi corse a tappe quest’anno. Javier Romo (Astana) è arrivato al ciclismo su strada molto tardi, ma sembra intrigante.

Belgio: grande nidiata di talenti nati tra il 99 e il 2000. Vansevenant e Van Wilder hanno grande motore, lavoreranno per Remco ma avranno spesso chance di fare i capitani alla Quickstep. Van Gils (Lotto) è più esplosivo e può prendere l’eredità di Lambrecht (ci manchi tanto, Bjorg). Florian Vermeersch ha quasi vinto la Roubaix l’anno scorso. Oh poi ci sarebbe il velocista Arnaud De Lie (Lotto), classe 2002, che ha già stampato vari sprinter di livello a Maiorca per aprire la stagione.

Gran Bretagna: di Pidcock già sapete. Chi proverà a dargli fastidio sulle pietre è Jake Stewart (Groupama), che l’anno scorso quasi vinse l’Omloop e poi sparì dai radar. Corridore di grande spunto, può già vincere qualche classica. Molto potente anche il suo compagno di squadra Lewis Askey, per cui però è forse meglio aspettare un annetto. Il corridore che forse mi intriga di più è Ben Tulett, ex crossista recentemente passato alla Ineos: bike handling, esplosività e classe notevoli per le vallonate. Per gli sprint Ethan Vernon andrà a scuola da Cav.

Altri nomi presi dal mazzo

Biniam Girmay: la grande speranza del ciclismo africano. Tiene sui colli brevi, velocissimo allo sprint, uno dei pochi che batteva Remco da junior.

Santiago Buitrago: super scalatore della Bahrein classe 99. Chi lo ha visto in allenamento dice che è già da top10 in un GT.

Tobias Halland Johannessen: ha cominciato ieri a correre su strada ma nel 2021 ha fatto secondo al Giro Baby e primo all’Avenir. Potente, grande scalatore, ci ha messo zero a vincere anche tra i pro (Etoile de Besseges). E alla Uno-X sanno far crescere i ragazzini. Questo arriva in fretta.

Olav Kooij: velocista olandese che corre per la Jumbo. Classe 2001, una bestia.

Abner Gonzalez: costaricense che l’anno scorso si è piazzato in varie corse di una settimana. Movistar gli darà chance da capitano.

Mattias Skjelmose: forte a crono, forte in montagna, pare dotato anche di buon recupero. Visto cos’ha fatto Vingegaard al Tour 2021 non metto limiti al suo ceiling.f

Quinn Simmons: la testa è quella che è, ma questo ha un motore senza precedenti. Può essere già protagonista alle Strade Bianche tra un paio di settimane.

Finn Fisher-Black: marcantonio neozelandese che la UAE ha rubato al team di sviluppo della Jumbo. Molto forte a crono, potente, perfetto per il nord.

Luke Plapp: a 20 anni ha vinto il titolo nazionale a cronometro scherzando vari corridori WT. Quest’anno si è limitato a vincere la prova su strada. Talento esagerato, forse in futuro anche per i grandi giri, correrà con Ineos.

Magnus Sheffield: luogotenente di Simmons nel mondiale jr del 2019, anche lui Ineos, anche lui ha cominciato col botto vincendo una tappa alla Ruta del Sol.

Cian Uijtdtebroeks: l’ultimo ad aver fatto il salto diretto da junior a pro. Bora di solito ha pazienza e grande gestione dei ragazzini, quindi può volerci tempo, ma il potenziale è enorme.

Marco Brenner: dominante da junior, ha faticato l’anno scorso tra i pro. Speriamo DSM non rovini anche lui.

Santiago Umba: l’ultimo gioiello di Gianni Savio, che già nel 2021 ha mostrato lampi di classe qua e là. Bisogna capire se è il nuovo Bernal o il nuovo Kevin Rivera, in mezzo c’è il mondo.

PS. Nota di redazione: da sabato prossimo, 26 febbraio, partiamo anche con un podcast, agile e veloce. 53×11 vi accompagnerà attraverso la stagione ciclistica, più o meno a cadenza settimanale. Ci potrete ascoltare/vedere/partecipare live sul canale twitch 53×11 cycling podcast e poi disponibile solo nella versione d’ascolto su Spreaker. Vi aspettiamo numerosi già da sabato, ore 11,30, la Oomlop è alle porte!

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2 risposte

  1. Paolo ha detto:

    La bibbia per la stagione ciclistica e per il fantacycling
    Grazie per aver ricominciato a scrivere, mi siete mancati

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